La lingua latina
Note e risorse
Trascription
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Ciao a tutti e benvenuti su Podcast Italiano!
Di recente ho ritrovato un file con il copione, quindi il testo, di un episodio di livello avanzato che non ho mai registrato. Risale a quasi un anno fa, pensate! Dato che mi sembra un episodio interessante, ho deciso di registrarlo ora.
Il tema di questo episodio è la lingua latina, più nello specifico il rapporto degli studenti italiani con il latino, ma anche il rapporto che ho io con la lingua di Cesare. Seguite il link nella descrizione dell’episodio per leggerne la trascrizione.
Il latino, come quasi tutti gli studenti che lo apprendono, l’ho studiato al liceo. Ho fatto il liceo scientifico (andate a risentirvi l’episodio sulla scuola in Italia se non sapete cos’è un liceo) e a liceo scientifico si è obbligati a imparare il latino.
Per chi non lo sapesse, il latino che si impara nella scuola italiana è il latino classico, che parlavano gli antichi romani ai tempi della repubblica e dell’impero romano. Con il passare dei secoli la lingua si è deteriorata – oppure, per non dare giudizi di merito, è cambiata – suddividendosi in tutte le lingue romanze che conosciamo noi. L’italiano, per ovvie ragioni geografiche e storiche, è la lingua più simile al latino. Effettivamente leggendo testi latini, pur non comprendendoli, magari a causa delle differenze nel sistema grammaticale, abbiamo tuttavia un grande senso di familiarità. Inoltre – e questo credo sia una peculiarità italiana – la pronuncia che apprendiamo è la cosiddetta “pronuncia ecclesiastica”. Che cosa significa? Beh, il latino dopo la caduta dell’impero romano è rimasto la lingua della chiesa e dello Stato della chiesa, del Vaticano. La pronuncia, però, è cambiata. Anche durante le celebrazioni ufficiali, la pronuncia, appunto ecclesiastica, era più simile alla pronuncia delle nuove lingue (o dialetti) che erano andati a formarsi. Quindi il latino ecclesiastico è una sorta di latino pronunciato all’italiana.
Copione = script
Per chi non lo sapesse = for those who don’t know
Con il passare dei secoli = with the passing of centuries
Giudizio di merito = value judgment
Pur non comprendendoli = anche non capendoli, anche non li capiamo
Ecclesiastico = relativo alla chiesa
Facciamo degli esempi:
– in latino si diceva “kentum”, non centum.
– in latino si diceva “winum”, non vinum.
– in latino si diceva “kaesar”, non cesar.
– in latino si diceva “Genua”, non Genua, per parlare della città che oggi conosciamo come Genova.
Potrei apportare molti altri esempi.
Il sistema vocalico era persino più complicato, dunque non ne parlerò. Che io sappia, tuttavia, in altri paesi si cerca di imparare una pronuncia più corretta dal punto di vista filologico, quindi più simile a quella originale. Va detto che, non essendoci registratori, non è possibile sapere con certezza come parlassero i romani, ma è possibile fare stime accurate.
Parliamo del rapporto degli studenti italiani con il latino. Innanzitutto è importante sottolineare che il latino ha la reputazione di materia complicata e, per alcuni, persino del tutto inutile. La domanda classica che molti si pongono (ma non solo nel caso del latino) è “ma a che serve imparare una lingua morta, che non si parla da 2000 anni?”.
Vi dico subito che non sono qui per dire quanto sia bello imparare il latino, ma nemmeno per dire quanto sia noioso e inutile. Nel mio caso è stato entrambe le cose: a volte interessante, a volte assolutamente frustrante. Da un certo punto di vista sono contento di avere le conoscenze che ho oggi, perché mi aiutano a comprendere meglio l’influenza del latino sulla mia lingua, ma anche su tante altre lingue. Persino il russo è pieno zeppo di parole di origine latina che, come di solito accade (lo stesso accade in inglese), sono di un registro più alto e formale rispetto alle parole, per così dire, “autoctone“.
Dall’altro lato mi chiedo: non sarebbe stato forse più proficuo dedicare tutte queste ore umane allo studio di qualche altra materia, magari più utile al giorno d’oggi? Per fare un esempio, programmazione?
Non è una domanda retorica, me lo chiedo per davvero. Secondo me porsi questo interrogativo è lecito.
Non essendoci registratori = dato che non c’erano registratori (recorders)
Del tutto = completamente
Pieno zeppo = completamente pieno / chock-full
Autoctono = locale / native
Proficuo = profitable, beneficial
Un aspetto dello studio del latino a scuola che non mi piace affatto è la metodologia con cui viene insegnato. Questo non è molto diverso alla maniera in cui vengono insegnate altre lingue straniere ma, se vogliamo, nel caso del latino è persino peggio. Infatti l’apprendimento scolastico del latino non ha alcuna componente attiva: non si parla, non si ascolta. Si impara solamente la grammatica e si traduce, solitamente dal latino verso l’italiano, facendo una “versione”, ovvero uno “spostamento”, una traduzione. I test (verifiche) di Latino spesso consistevano in versioni, traduzioni. Mi ricordo scene di miei compagni che copiavano grazie all’ausilio dei già esistenti smartphone le versioni dal telefono, facendo traduzioni in italiano decisamente superiori alle loro capacità, a mio modo di vedere in maniera alquanto sospetta. In maniera inspiegabile però la facevano franca quasi sempre e non destavano dubbi nei professori!
Insomma, il latino piaceva e piace a pochi, questo è fuor di dubbio. C’è un aspetto che però a me ha sempre affascinato, ovvero l’etimologia del latino e il lascito del latino all’italiano. Successivamente, questo è stato utile anche nell’imparare altre lingue, romanze e non. Vi faccio alcuni esempi di etimologie interessanti. Il primo riguarda la parola “considerare”, composto di “cum” (“con”) e “sidus”, stella. Abbiamo altre parole che derivano da “sidus”, come “distanza siderale”, ovvero una grande distanza, un freddo siderale (molto freddo), facendo un allusione al freddo dello spazio. Ma che c’entrano le stelle con “considerare”? Beh, gli antichi guardavano le stelle per riflettere sul destino. In un certo senso, mettevano insieme le stelle e, un po’ come fanno gli astrologi, facevano predizioni sul futuro.
Copiare = (qui) copiare le risposte di qualcuno in un test a scuola / to cheat on a test by “copying” someone’s answers
Pensate anche a “desiderare”, in cui al posto di “cum” abbiamo “de”, che indica una direzione dall’alto verso il basso oppure un’assenza (come un caffè decaffeinato, senza caffeina). In questo caso, l’assenza di una stella (o di un astro) rappresentava una delusione, una mancanza. Quindi, “si desidera” qualcosa che non si ha.
Oppure all’inglese “despise”, che viene dal latino (tramite il passaggio in francese) “despicere”. “spicere” significa guardare. Pensate a “spettatore”, “aspettare”, “rispettare”, “ispettore”, ecc. In questo caso, “despicere” significava guardare (spicere) dall’alto verso il basso (de). Chi guarda dall’alto in basso.. beh, prova sdegno! In italiano diciamo “disprezzare“, che però deriva dalla parola prezzo, o in latino “pretium”, ovvero abbassare il valore di qualcosa (contrario di “apprezzare”).
Di esempi simili ce ne sono vagonate, dunque mi fermo qui prima che sia troppo tardi e che l’episodio diventi lunghissimo. Al giorno d’oggi però il latino mi aiuta a notare tante piccole cose di questo tipo. Per un nerd delle lingue come me è una fonte di una certa soddisfazione e sorpresa.
Al giorno d’oggi credo di essermi dimenticato molto di quanto sapevo del latino, com’è normale che sia dopo molto tempo che qualcosa viene abbandonato. Chissà, un giorno potrei ritоrnarci e riscoprirlo un po’.
E voi avete mai imparato il latino? Vi affascina come lingua o non vi interessa? Scrivetemi nei commenti sul sito.
Questo era tutto per oggi, se vi è piaciuto questo episodio riascoltatelo più di una volta per memorizzare le parole e le strutture. Inoltre io ed Erika abbiamo aperto una pagina Teespring di merchandise. Se trovate Podcast Italiano utile e volete aiutarci potete, oltre a fare una donazione su PayPal (che è sempre apprezzato), anche comprare una maglietta, una borsa, una tazza con su scritto “Podcast Italiano”. Perché no? è un modo di supportare noi e di ricevere qualcosa in cambio. Quindi andate a dare un’occhiata alla collezione, sempre seguendo il link nella descrizione. Ho fatto anche la rima!
Detto questo, grazie per l’ascolto. Ci sentiamo nel prossimo episodio!
Alla prossima.
Sdegno = indignation, disdain
Disprezzare = to despise
Ce ne sono vagonate = there are truckloads of them
Ho fatto la rima = I even made it rhyme