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Dove si parla italiano fuori dall'Italia: Europa 🇪🇺

February 7, 2024

Trascrizione

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L'italiano non è di certo una lingua globale parlata da centinaia di milioni di persone, come l'inglese, il francese, lo spagnolo, l'arabo, il russo. Tuttavia, contrariamente a quanto molti potrebbero pensare, l'italiano non si parla solo in Italia. Oggi vi voglio parlare dei paesi in cui l'italiano è diffuso fuori dall'Italia, iniziando dall'Europa.

Mi chiamo Davide e questo è Podcast Italiano un canale per chi ama o impara la lingua italiana. Se impari l'italiano considera di attivare i sottotitoli. Troverai la trascrizione di questo video sul mio sito. Link in descrizione.

Trascrizione con glossario e audio isolato (Podcast Italiano Club)

L'Italia nasce nel XII secolo come stato, ma la lingua italiana ha una storia molto più lunga. Tutti gli stati che confluirono nel Regno d'Italia avevano da molto tempo un concetto comune di lingua colta, quella che oggi chiamiamo italiano e proviene dal toscano letterario, lo sapete. Capiamoci, a quei tempi solo un'élite molto minoritaria si preoccupava di queste cose e la gente parlava la propria lingua regionale. Ma quella élite minoritaria era allo stesso tempo quella che deteneva il potere, che produceva letteratura, quella che insegnava e quindi aveva una grande influenza. Perché vi racconto tutto ciò? Perché alcuni Stati italiani, come Napoli e la Sicilia, Genova, Piemonte, Lombardia e soprattutto Venezia hanno avuto una presenza in molti luoghi che oggi non formano parte dell'Italia, il che significa che dove arrivavano le loro genti arrivava anche il loro concetto di lingua colta, motivo per cui oggi l'italiano è in qualche forma presente fuori dall'Italia.

In alcuni casi la lingua storicamente parlata in questi territori non era nemmeno l'italiano, bensì un'altra lingua italiana o dialetto, come diciamo in Italia. Tuttavia, trovandosi nell'orbita culturale italiana, la lingua regionale è andata persa a favore dell'italiano letterario toscano, come d'altronde è successo o sta succedendo in molte parti d'Italia. Scopriamo dunque di che luoghi si tratta. Il nostro viaggio incomincia dalla Svizzera.

Dell'italiano della Svizzera in realtà ho già parlato in un recente appassionante video. Non l'avete visto? Molto male. Sono molto offeso. Ma riassumendo, l'italiano è una delle quattro lingue ufficiali del paese, insieme al francese, al romancio e al tedesco. La popolazione italofona consta di circa 670.000 parlanti, poco più dell'8% della popolazione del paese. L'italiano è parlato principalmente nel Canton Ticino, uno dei cantoni elvetici, dove in passato però si parlava il ticinese, variante del lombardo. La scolarizzazione, i media e il prestigio hanno fatto sì che l'italiano piano piano abbia preso il posto del ticinese, nello specifico un italiano regionale molto simile a quello parlato in Lombardia.

Quindi io invito davvero tutti i ticinesi a farlo. Prima saremo in tanti a essere vaccinati, prima questo Cantone uscirà dalla crisi che tutti cominciamo a non più sopportare.

Detto ciò, guarda il video sull'italiano in Svizzera dopo questo ovviamente. Tra l'altro ho anche pubblicato di recente un podcast con Gabriele Chierici, un vero svizzero sulla vita nella Svizzera italofona. L'hai già ascoltato? Ti lascio il link in descrizione. Lasciamo alle spalle la Svizzera e entriamo in territorio italiano per uscirne di nuovo quasi subito. Siamo in Slovenia, nella penisola d'Istria. L'italiano è una lingua minoritaria riconosciuta in Slovenia ed è co-ufficiale, insieme con lo sloveno, in alcune località. Nello specifico in quattro: Pirano, Capodistria, Isola d'Istria e Ancarano. Questi sono i toponimi italiani. In sloveno sarebbero rispettivamente Piran, Koper, Izola e Ankaran. Secondo un censimento del 2002 — non ne ho trovati di più recenti — 3762 persone ritenevano che la loro lingua madre fosse l'italiano, ovvero lo 0,2% della popolazione. Nonostante il dato basso, il 15% afferma di parlare italiano come seconda lingua, la seconda cifra più alta dell'intera Unione Europea, superata solo da Malta, e il 5% afferma di utilizzare l'italiano nella vita quotidiana, la percentuale più alta nell'Unione Europea dopo la stessa Italia. La stragrande maggioranza di loro vive lungo la costa slovena, dove i contatti quotidiani con l'Italia sono molto frequenti.

Per andare oltre a quella che è stata, sono stati gli accadimenti della storia, le vicende anche dolorose del Novecento, per ricongiungersi in una prospettiva europea rivolta al presente e al futuro.

Rimaniamo in Istria ma scendiamo leggermente a sud ed entriamo in territorio croato. L'italiano è ufficiale anche nell'Istria croata. Tra l'altro alla Croazia appartiene quasi l'intera penisola. Secondo l'ultimo censimento dell'Istituto Nazionale croato di statistica, nel 2022 il 5,4% degli istrioti dichiarava di parlare italiano. Nella regione sono presenti undici scuole primarie e quattro istituti secondari in cui la lingua primaria è l'italiano. Nel sondaggio è stato chiesto, oltre alla lingua, anche chi si sentiva italiano e questo è interessante. Abbiamo visto che la percentuale degli italofoni in Istria era del 5,4% ed è leggermente superiore alla percentuale delle persone che si considerano italiane, che rappresentano il 5,1% della popolazione della regione. L'italiano è co-ufficiale con il croato in 19 comuni del paese, tutti ovviamente in Istria. 

…ultimo mercoledì di febbraio è stata celebrata la giornata delle magliette rosa, ovvero la giornata della lotta contro il bullismo. Gli allievi delle scuole istriane hanno mandato un messaggio chiaro: stop alla violenza.

Dunque la presenza italiana in Istria, sia in Slovenia che in Croazia, è relativamente numerosa. Perché? Grazie per la domanda. L'Istria è stata per molto tempo sotto l'orbita politica di Venezia prima e dell'Italia poi. La popolazione istriota era un misto di italiani e slavi divisi quasi equamente, ma la convivenza sia qui sia nella vicina Dalmazia, dove c'è stata anche una certa presenza veneta ma inferiore, non è stata esattamente pacifica, per usare un eufemismo, come vedremo fra poco. Comunque la lingua parlata in Istria dalla maggioranza della popolazione di origine veneto-italiana, come spesso accade, non era l'italiano ma il veneto. Oggi la generazione più giovane di croati provenienti da famiglie italiane impara l'italiano a scuola e lo usa con altri discendenti di italiani. Ma il veneto, a quanto sembra, sopravvive ancora. Quanto sia vitale non lo so, dunque fatemi sapere se vivete da quelle parti, lasciatemi un commento. Sta di fatto che il governo croato nel 2021 e a quanto pare anche quello sloveno qualche anno prima, nel 2016, hanno addirittura riconosciuto la varietà istro-veneta, il veneto di Istria, appunto, che si prevede in futuro verrà insegnata nelle scuole e avrà i propri media ufficiali. Slovenia e Croazia da questo punto di vista sono più avanti rispetto all'Italia, dove lingue storicamente molto importanti ma oggi a rischio, tra cui anche il veneto, non hanno alcun riconoscimento. Quanto alla Dalmazia, sebbene la Repubblica di Venezia abbia controllato storicamente molti territori anche in questa regione, l'italiano non divenne mai la lingua franca della zona, ma solo quella dell'élite al governo, perché l'élite locale parlava il dalmata, una lingua romanza ormai estinta, e la popolazione, in base alla propria appartenenza etnica, latini o slavi, parlava o il dalmata o lingue slave.

Dopo la seconda guerra mondiale la zona fu ceduta alla Jugoslavia comunista di Tito e ci fu un'enorme emigrazione di italiani dall'Istria e dalla Dalmazia all'Italia, nota come esodo giuliano dalmata. È un tema estremamente complicato e controverso. Semplificando al massimo, si stima che 300.000 italiani furono costretti a emigrare a seguito dei massacri del governo di Tito, che a loro volta erano una sorta di vendetta per le persecuzioni avvenute per mano dell'esercito italiano qualche anno prima e per l'italianizzazione forzata avvenuta durante i venti anni di governo fascista. Insomma, come potete immaginare, ancora oggi è una ferita aperta nonché un tema estremamente politicizzato. Siccome non è questa la sede per approfondirlo, attraversiamo il Mar Adriatico per entrare nella Repubblica di San Marino.

Ma prima…

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A me piace un sacco l'idea di imparare attraverso una storia, un contesto, e questo vale sia per il vocabolario e la grammatica. Ma ogni tanto ha senso anche avere un approccio un pochino più analitico. E infatti il corso è strutturato e ha lezioni anche di grammatica, di vocabolario, di cultura, di lingua colloquiale. Dunque non è solo input, ma è tutto un percorso strutturato con approfondimenti su vari aspetti della lingua. Oltre a ciò, comprando il corso avrai anche accesso a una comunità di insegnanti e studenti che ti guideranno e ti daranno assistenza nel tuo percorso di apprendimento. I loro corsi sono perfetti per chi sposa la mia filosofia, quindi ti invito davvero a andarli a scoprire ai link in descrizione e se compri attraverso i miei link avrai uno sconto di 200€ su entrambi, quindi 97€ al posto di 297. Mica male come offerta. Grazie a tutti per il sostegno e proseguiamo.

Situata al confine tra Emilia Romagna e Marche, la Repubblica di San Marino, con i suoi 61 km quadrati e 34.000 abitanti è un vero e proprio stato. Merita una visita, anche solo per il fatto che è la Repubblica più antica d'Europa, presieduta da due capi di Stato chiamati Capitani Reggenti, che vengono cambiati ogni sei mesi. La lingua tradizionale parlata dalla popolazione locale sammarinese è il romagnolo.

[clip in romagnolo] 

…lingua gallo-italica, quindi una lingua dell'Italia settentrionale che condivide molti tratti con il Veneto, il ligure, il lombardo e via dicendo. Ma la lingua ufficiale, l'unica lingua ufficiale, è l'italiano. Tutta l'amministrazione, l'istruzione, i mezzi di comunicazione sono in italiano. Il rapporto tra lingua locale e lingua amministrativa e alta è di fatto lo stesso che si è sviluppato in molte parti d'Italia, con le generazioni più giovani che abbandonano sempre più il romagnolo a favore dell'italiano.

Vi posso assicurare, perché un po’ per la mia attività in Consiglio mi sono, diciamo, abbastanza preparato su questo tema. Vi posso dire, senza tema di essere smentito, che la DC è il partito più democratico che esista a San Marino. 

Attraversiamo ora Marche, Umbria e Lazio e arriviamo nella Città eterna, nell'urbe: Roma. Ma ci restiamo poco perché attraversiamo un nuovo confine che ci porta all'interno della Città del Vaticano. Eh sì, a volte ce ne dimentichiamo, ma l'italiano si parla anche nel Vaticano che, seppur minuscolo, anzi il più piccolo stato al mondo, è un paese sovrano in cui il capo di Stato è il vescovo di Roma. Molte persone pensano che il latino sia la lingua ufficiale dello Stato, ma la verità è che il Vaticano non ha una lingua ufficiale. Il latino è certamente la lingua più prestigiosa per la Chiesa, nonché la lingua ufficiale della Santa Sede, ed è ancora talvolta utilizzato in alcune liturgie, traduzioni e scritti di vario genere. La Santa Sede è la sede di una organizzazione, la Chiesa Cattolica, che è situata in uno Stato, la Città del Vaticano. Sì, è un po’ complicato. Tuttavia la Santa Sede non è il Vaticano. Sono due entità separate. Sebbene il Vaticano non abbia una lingua ufficiale, dal 1929 promulga le sue leggi e regolamenti in italiano. E poi il Papa in Italia almeno parla italiano, non latino. L'italiano è la lingua più usata dai papi che sono a capo di una confessione con più di 1.000.000.000 di fedeli. E questo, in un mondo che parla sempre più inglese, è secondo me un dato molto rilevante.

I prossimi mesi ci condurranno all'apertura della Porta Santa con cui daremo inizio al Giubileo. Vi chiedo di intensificare la preghiera per prepararci a vivere bene questo evento di grazia.

Per quanto riguarda la popolazione, che lingua parlano i vaticanesi? Beh, le persone con cittadinanza vaticana non sono, per ovvie ragioni, nate in Vaticano. Si tratta di sacerdoti, funzionari e lavoratori provenienti da molti paesi, anche se la maggioranza è italiana e questa è la lingua veicolare maggiormente usata dalla popolazione. 

Usciamo dal Vaticano e salutiamo la Santa Sede, ma rimaniamo a Roma, dove ha sede un'altra organizzazione molto interessante. Bel nome, vero? Ebbene, questo è il nome ufficiale di quello che popolarmente è conosciuto come Ordine di Malta, un ordine di cavalieri (sì, avete sentito bene) fondato nel XII secolo, quasi 1000 anni fa. E che, finita l'epoca delle crociate, dopo essere passati da Gerusalemme, Rodi e Cipro, si stabilirono permanentemente a Malta grazie al re Carlo I di Spagna, aka Carlo V d'Asburgo, quello dell'impero su cui non tramontava mai il sole. Magari vi ricordate qualcosa. Mi direte “Davide, ma non è un paese, è un soggetto di diritto internazionale”. Cari amici giuristi pedantoni che state scrivendo, sì, lo so, il suo status giuridico è strano. Tuttavia la sua lingua ufficiale è l'italiano. Quindi questo per me è quello che conta. E tra l'altro la maggior parte dei Paesi ha ambasciatori nell'ordine di Malta.

E perché questo ordine di nobili cavalieri ha scelto l'italiano come lingua ufficiale? Vi chiederete. La prima lingua ufficiale fu ovviamente il latino. Seguì il francese, che era la lingua più utilizzata dalla diplomazia europea nel Medioevo. Tuttavia, durante il tardo Medioevo l'italiano acquisì una certa importanza nel Mediterraneo. Era la lingua del commercio e delle banche e quando l'ordine si trasferì a Rodi, quest'isola aveva una forte influenza veneziana e toscana, motivo per cui la lingua italiana divenne sempre più comune tra i cavalieri e nel XII secolo la lingua ufficiale dell'ordine. Poi, per colpa di Napoleone, L'ordine dovette lasciare Malta dove si era stabilito nel frattempo e dopo varie peregrinazioni, finì per stabilirsi a Roma nel 1834. Attualmente l'ordine non ha più un carattere militare e si dedica ad opere di beneficenza e attività umanitarie. Il Gran Maestro, il suo leader, ora presiede un Consiglio di Stato e di governo che amministra le relazioni diplomatiche dell'Ordine e le sue attività in tutto il mondo. Tutte le decisioni, i suoi consigli e i suoi atti sono sì, in lingua italiana.

Io, John Timothy Dunlap, solamente prometto e giuro su questo sacratissimo Legno della Croce e sui santi Vangeli di Dio di osservare la Carta costituzionale, i codici e le regole e le lodevoli consuetudini dell'ordine nostro.

E a proposito di Malta, prendiamo un aereo da Roma che facciamo prima e atterriamo nell'isola, un tempo terra dei nostri cari cavalieri. La Repubblica di Malta ha due lingue ufficiali, maltese e inglese. Niente italiano. Tra l'altro ti consiglio vivamente di guardarti un video di persone che parlano maltese. Ovviamente dopo questo video. È una lingua semitica, una lingua araba ma piena di prestiti dal siciliano e dall'italiano. Una meraviglia per le orecchie. 

[clip del maltese]

Secondo un sondaggio del governo maltese del 2022, il 96% della popolazione parla inglese, il 90 maltese, il 62 italiano e il venti francese. Interessante confrontare questa statistica con un'altra fatta nel 1995: il 98% della popolazione parlava allora maltese, il 76 inglese, il 36 italiano e il dieci francese. L'uso dell'italiano è quindi quasi raddoppiato in poco meno di 30 anni. Dal XIV al XIX secolo l'isola fu sotto il controllo dei nostri amici cavalieri dell'Ordine di Malta, come abbiamo detto poc'anzi. La maggior parte di loro era francese e il francese era sicuramente una lingua piuttosto usata e importante, ma la lingua ufficiale dell'ordine era l'italiano. A ciò bisogna aggiungere che la maggioranza della popolazione parlava maltese con influenza linguistica siciliana, perché l'isola era stata controllata dal Regno di Sicilia nel Medioevo, durante le guerre napoleoniche, come abbiamo visto poco fa, l'isola in affitto ai Cavalieri dell'Ordine fu occupata dai francesi e nel 1814 entrò a far parte dell'Impero britannico, che avviò un processo di anglicizzazione dell'isola. L'italiano perse il suo status di lingua ufficiale e il suo uso si è sempre più ristretto. Curiosamente, dagli anni ‘60, con l'avvento della televisione, perché a Malta si vedeva anche la TV italiana, la lingua ha iniziato a tornare di moda tra i giovani. Abiti a Malta? Sono curioso di sapere quanto e come è usato l'italiano sull'isola e com'è la convivenza con inglese, maltese e francese. Quindi fammi sapere.

Per molti di noi maltesi l'Italia rappresenta la nostra seconda casa, un paese con cui condividiamo non solo la geografia, però anche una grande parte della nostra storia, la cultura e anche la lingua.

L'italiano è poi una lingua ufficiale nell'Unione Europea. L'importanza culturale italiana, sia nel passato che oggi, fa sì che molti europei studino l'italiano come seconda o terza lingua e magari tu sei uno di loro. In ogni caso, termina qui il viaggio attraverso l'Europa italofona, grazie al quale siamo passati dalle montagne della Svizzera a un'isola del Mediterraneo governata da cavalieri medievali. Non male, vero? Restate sintonizzati per la seconda parte in cui parleremo dell'italiano nel resto del mondo. Provate StoryLearning e ci vediamo. Ciao!

 

Trascrizione con glossario e audio isolato (sul PI Club)

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