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#10 - La storia di Italo (2018), capitolo 5

Principiante

August 31, 2018

Trascrizione

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Ciao a tutti. Benvenuti o bentornati su Podcast Italiano. Questo è il quarto capitolo de “La Storia di Italo”, una storia di livello principiante per chi impara l’italiano. La storia è scritta e narrata da me, Davide Gemello, ed Erika Porreca. La musica è scritta da me. Se non avete sentito il primo, il secondo, il terzo ed il quarto episodio, ascoltateli prima di ascoltare questo. Leggete anche la trascrizione e la traduzione di questo episodio in inglese su podcastitaliano.com.
Buon ascolto!


Esco dal negozio di sartoria con la testa piena di pensieri e domande. La più importante è: troverò mai mio padre? Non so nemmeno se vive ancora a Torino. Non so nemmeno se è vivo. Forse ho sbagliato tutto.
I leave the tailor’s shop, with my mind full of thoughts and questions. The most important of all is: will I ever find my father? I don’t even know if he still lives in Turin. I don’t even know if he’s alive. Maybe I got it all wrong.
Ho perso un po’ del mio entusiasmo, ma non voglio mollare. Prima di uscire dalla sartoria, Marta mi ha consigliato di cercare il nome Carlo Rastrelli sulla “guida telefonica”.
I’ve lost some of my enthusiasm, but I don’t want to give up. Before going out of the tailor’s shop, Marta recommended looking up the name Carlo Rastrelli on the phone book.

Entro in un bar, ordino un cappuccino – “un cappuccino per favore” – e chiedo se hanno una guida telefonica. Mi danno un librone che contiene nomi, numeri e indirizzi di tutti gli abitanti di Torino in ordine alfabetico.
I enter a café, I ask for a cappuccino – “a cappuccino, please“ – and I ask if they have a phone book. They give a me big book that contains names, phone numbers and addresses of all the citizens of Turin, in alphabetical order.

Apro la pagina della lettera R, cerco il nome Rastrelli: ci sono tre persone di nome Carlo Rastrelli che vivono a Torino. Copio su un foglio i numeri e gli indirizzi.
I open it on the letter R (?), I look for “Rastrelli”: there are three people named Carlo Rastrelli who live in Turin.

Improvvisamente, mi sento molto stanco. Voglio chiamare questi numeri, ma lo farò domani. Un po’ per paura di ricevere altri no, un po’ perché la giornata di oggi è stata già molto difficile.
Suddenly, I feel very tired. I want to call these numbers, but I’ll do it tomorrow. Both because I’m afraid to get more no’s and because today was a hard day.

Torno in albergo e, senza cenare, mi sdraio sul letto, sfinito. Quando mi sveglio, il giorno dopo, piove.
I go back to my hotel and, without eating dinner, I lie down on my bed, exhausted.
When I wake up the next day, it’s raining.

Torino è coperta da un cielo grigio e cupo, e questo peggiora il mio umore. Guardo i numeri e gli indirizzi che ho copiato dalla guida telefonica. Coraggio, mi dico.
Turin is covered by a grey, gloomy sky which worsens my mood. I look at the numbers and the addresses I copied from the phone book. Let’s do this, I tell  myself.

Dal telefono dell’albergo chiamo il primo numero della lista. Squilla, il mio cuore batte forte. Squilla ancora e il mio cuore batte ancora più forte. Nessuna risposta. Impreco.
Using the hotel’s telephone, I call the first number on the list. It’s ringing, my heart starts beating fast (right?). There’s no answer. I curse.

Chiamo il secondo numero. Risponde una voce femminile: “Si, pronto?” “Pronto, buongiorno, sto cercando il signor Carlo Rastrelli”
I call the second number. A female voice answers: “Hello?”
“Hello, good morning, I’m looking for Mr. Carlo Rastrelli”.


La voce della donna cambia tono, sembra preoccupata.
“No… non c’è in questo momento. Mi spiace, arrivederci”
“No, aspetti!” la prego. “E’ importante”
The woman’s tone changes, she seems worried.
“No.. he’s not home right now. I’m sorry, bye”
“No, wait!” I beg her. “It’s important!”

Inizio a spiegare la mia storia, che ormai so dire a memoria.
“Si, effettivamente Carlo ha lavorato alla Fiat per molti anni” mi conferma.
“Allora potrebbe essere lui!” dico felicissimo. “Quando posso richiamarlo?”
I start telling her my story, which I know by heart by now.
“Yes, Carlo did indeed work at Fiat for many years” she confirms.
“Then it could be him!” I say ecstatically. “When can I call him back?”

“Guardi.. forse sarebbe meglio parlarne di persona. Venga a casa, le offro un tè” mi risponde la donna, che ha detto di essere la seconda moglie di Carlo, quindi non mia madre.
La sua voce è tremante.
“Posso venire anche subito” dico.
“Look.. maybe it’d be better to talk about this in person. Come to my house, I’ll offer you some tea” replies the woman, who said she was Carlo’s second wife, so not my mother.
Her voice is trembling.
“I can come right away” I say.

Un’ora dopo, arrivo all’indirizzo che avevo trovato sulla guida. A Torino piove fortissimo. Suono il campanello. Mi apre una donna bionda, di circa 60 anni.
“Claudia, piacere”, dalla sua voce capisco che è con lei che ho parlato al telefono prima.
“Piacere, Italo”.
One hour later, I arrive at the address I had found on the phone book. It’s raining heavily in Turin. I ring the doorbell. A blonde woman who looks around sixty years old opens the door.
“Claudia, nice to meet you.” From her voice it’s clear it was her I was talking to on the phone earlier.
“Italo, nice to meet you.”

Ci stringiamo la mano, mi siedo sul divano e la donna mi offre del tè.
Poi, con franchezza, mi dice: “Carlo è scomparso”
Non posso crederci, chiedo spiegazioni.
We shake hands, I sit down on the couch and the woman offers me some tea.
Then, she says bluntly: “Carlo has disappeared”
I can’t believe it, I ask for an explanations.

Mi porge un biglietto, dove leggo una scritta in corsivo: “Perdonami. Carlo”
Sono sconvolto. Come è possibile?
“Dobbiamo cercarlo” dico, e Claudia è d’accordo con me.
“C’è una persona che voglio avvisare e che può aiutarci” mi dice poi.
“Chi?”
She hands me a note, where I read in cursive: “Forgive me. Carlo”
I’m shocked. How can that be?’
“We have to look for him” I say, and Claudia agrees with me.
“There’s somebody who I want to warn. She might help us” she adds.
“Who is that?”

“L’ex moglie di Carlo. Siamo in buoni rapporti, ho il suo numero e il suo indirizzo.”
“Come… come si chiama?” subito penso che se si chiama Paola, potrebbe essere mia madre.
“Paola”
“Carlo’s ex-wife. We’re on good terms, I have her number and address.”
“What’s.. what’s her name?” I immediately think that if her name is Paola she could be my mother.
“Paola”


Il mio cuore inizia a battere fortissimo. Sono emozionatissimo. Non voglio illudermi, ma ci sono tanti indizi a mio favore.
Claudia chiama subito Paola, che ci invita a casa sua.
Abita poco lontano. Con la macchina di Claudia arriviamo in fretta davanti al suo palazzo.
Prima di suonare il campanello, faccio un bel respiro. Poi un altro.
My heart starts beating fast. I’m so excited. I don’t want to delude myself, but there are many clues on my side.
Claudia promptly phones Paola, who invites us to her place.
She lives nearby. With Claudia’s car we arrive in front of her building very quickly.
I take a deep breath before ringing the doorbell. Then I take another one.

Paola apre il portone, saliamo le scale fino al terzo piano. Paola ci sente arrivare, apre la porta e la vedo. Non so spiegare in che modo, ma mi somiglia, mi somiglia moltissimo. Mi somiglia troppo. Sarà il naso all’insù, saranno gli occhi azzurrissimi e così simili ai miei.
Paola opens the gate, we walk up the stairs to the third floor. Paola hears us coming, she opens the door and I see her. I can’t explain how, but she looks like me, she looks so much like me. Too much. It might be her upturned nose, it might her light blue eyes that look so much like mine.

Anche lei è colpita nel vedermi.
“Sono… sono Italo” le dico. Sente il mio accento straniero, sente il mio nome, vede il mio viso.
Scoppia in lacrime e mi abbraccia.
She is also shocked to see me.
“I’m.. I’m Italo” I say to her. She hears my foreign accent, she hears my name, she sees my face.
She bursts into tears and hugs me.

Non c’è bisogno di spiegazioni, non c’è bisogno di parole. Ci stringiamo fortissimo, anche io inizio a piangere.

“Non ci credo, non ci credo…” dice Paola, anzi mia madre, tra i singhiozzi. “Ti ho aspettato, ti ho aspettato per così tanti anni… mi sei mancato tanto, tanto!”
There’s no need for explanations, no need for words. We hold each other tight and I start to cry, too.
“I can’t believe it, I can’t believe it” sobs Paola, I mean, my mother.

Non ho mai provato così tanta felicità nella mia vita. Anche il sole fuori  è tornato a splendere Piango ancora e rido come un bambino.
Sono così contento di averla ritrovata, di aver ritrovato mia madre.
I’ve never experienced so much happiness in my life. Even the sun is shining again outside.
I keep crying and laughing like a child.
I’m so happy I found her, my mother.


“Ti ho trovata, mamma”
“Sei ritornato, figlio mio”
Sono così contento che lei sia altrettanto felice. Non ci sono dubbi: è lei. Ci siamo riconosciuti immediatamente, e io ho sentito qualcosa scaldarsi dentro il petto. Anche lei, scommetto. La gioia di questo istante non si può descrivere a parole.
“I found you, mom”
“You came back, my son”
I am so happy that she is as happy as I am. There’s no mistaking it: it’s her. We recognized each other immediately and I felt something warm up in my chest. I bet she did, too. The joy of this moment cannot be described in words.


Dopo questo abbraccio, però, so che ci sarà un problema serio da affrontare: mio padre è scomparso, non sappiamo dove e non sappiamo perché.
After the hug, however, I know that there will be a serious problem to face: my father has disappeared, we don’t know where or why.

Ma per un attimo, nell’attimo di questo abbraccio, ogni problema smette di esistere. Mi sento solo felice e completamente al sicuro… il suo profumo e la sua pelle mi riportano improvvisamente alla mente abbracci dimenticati di quasi trent’anni fa. E, per un attimo, sembra che quel tempo non sia mai trascorso.
But for a moment, in the instant of this hug, all problems cease to exist. I just feel happy and completely safe… her smell and her skin suddenly bring back to my mind forgotten hugs of almost thirty years ago. And, for a moment, it seems as though all this time has never gone by.

D. Siamo dunque arrivati alla fine de ‘La storia di Italo’ e sono in compagnia di Erika. Se questo fosse un film questi sarebbero i titoli di coda, uno schermo nero con tutti i nomi che  hanno partecipato alla produzione. In realtà siamo solamente due (tre se aggiungiamo Elisa che ha partecipato e che voglio anche ringraziare). Voglio ringraziare voi ascoltatori che avete ci avete sostenuto nella creazione di questo progetto molto ambizioso, comunque creativo e originale per noi. Volevo ringraziare Erika che ha scritto la maggior parte della della storia. Volevo chiederti la tua esperienza, com’è stato per te cimentarsi in questo progetto?

E. Sicuramente molto divertente. Innanzitutto  scrivere la storia, che è una cosa che mi è piaciuto tantissimo fare, perché comunque bisognava inventarla da zero e bisognava creare i personaggi, bisognava scrivere in un italiano semplice (o almeno ci abbiamo provato).. insomma, bisognava fare tante cose che non avevo mai fatto, quindi è stato molto divertente. È stato anche divertente poi fare le varie voci, con più o meno successo, ma è stato è stato simpatico .

D. Scriveteci il vostro parere sulla storia, come vi è sembrata, sulla difficoltà dell’italiano, sulla nostra interpretazione, sulla musica, sugli effetti sonori, perché ci interessa per migliorare in futuro e adattarci alle vostre esigenze. Condividete questa storia con chi sta imparando l’italiano. Questo è molto importante per noi, perché personalmente questo il progetto di cui sono maggiormente orgoglioso. Vorrei anche chiedervi di lasciare delle recensioni su iTunes, perché queste ci aiutano molto. Menzionate ‘la storia di Italo’, scrivete che se volete imparare l’italiano e siete principianti potete farlo su Podcast Italiano.

E. E soprattutto ringraziate Davide per il lavoro enorme che ha fatto con la musica e gli effetti sonori. Ah, ragazzi ancora una cosa..

D. Ci stavamo dimenticando, Erika. Ci vediamo nella seconda stagione della storia di Italo. Ciao!

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