6 differenze tra italiano del nord e del sud
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Trascription
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Ciao a tutti e bentornati su Podcast Italiano.
Io mi chiamo Davide e in questo canale trovate contenuti per imparare l’italiano in maniera naturale. Vi ricordo che potete trovare la trascrizione di questo video sul mio
sito, “Podcast Italiano”, link in descrizione, e potete anche risentire questa spiegazione in formato podcast.
Oggi volevo parlarvi delle differenze tra italiano del nord e italiano del sud. Attenzione! Non sto parlando di dialetti. Abbiamo tantissimi dialetti in Italia ma questo è un discorso a parte. Sto solamente parlando delle varie varietà di italiano che parliamo nelle regioni del nostro paese. Con sud intendo non solamente il sud ma anche la Sicilia, che fa parte del sud e buona parte del centro, che si comporta allo stesso modo del sud sotto molti aspetti. Anche se ci sono delle differenze che però non tratterò oggi (I won’t deal with today). La Toscana soprattutto si comporta in una maniera abbastanza diversa, però non voglio entrare in queste distinzioni troppo specifiche, voglio darvi delle differenze generali. Io vivo a Torino, nel nord Italia, e quindi il mio modo di parlare presenta delle caratteristiche dell’italiano del nord. È vero che in questo canale, nel mio podcast cerco di, come dire, “ammorbidirle” (soften them), “limarle” (smoothen them out) leggermente, però sicuramente io parlo come una persona del nord. Cominciamo con le differenze.
1. Essere vs stare
La prima è l’utilizzo della parola “essere” al nord e della parola “stare” al centro-sud per indicare la posizione. Ovvero, al nord noi diciamo cose come per esempio:
“sono a casa”, “sono a scuola”, ecc.
Mentre al sud è comune sentire:
“sto a casa”, “sto a scuola”.
2. Verbo trans. (+a) + persona
La seconda differenza, anche questa grammaticale, riguarda l’utilizzo della preposizione “a” dopo verbi transitivi quando l’oggetto è una persona. Mi spiego.
Al nord e nell’italiano standard diciamo:
“chiamo Giovanni”.
Al sud è comune sentire dire
“chiamo A Giovanni”.
Al nord diremmo “vedere un amico”, al sud si può sentire “vedere A un amico”.
Al nord “salutiamo un dottore”, al sud “salutiamo A un dottore”.
Va detto che sia per quanto riguarda la prima differenza che la seconda differenza di cui vi ho parlato l’uso del sud viene considerato scorretto, o almeno nell’italiano standard non si parla (dice*) così. Però a me non interessa dire cosa è giusto e cosa è sbagliato, voglio semplicemente spiegarvi quali sono le differenze. È interessante notare, tra l’altro, che se parlate lo spagnolo entrambe queste differenze mostrano che al sud si parla come in spagnolo. Quindi:
“sto a casa” = “estoy en casa”.
Stessa cosa “salutare al dottore” si dice al sud e in spagnolo si dice “saludar AL doctor”.
3. Troncamento degli infiniti
Terza differenza. Al centro-sud è comune troncare (cut off) oppure tagliare gli infiniti. Questo è tipico di un registro soprattutto “colloquiale”, quindi anche una persona del sud non parlerebbe in questo modo quando cerca di parlare con un registro sorvegliato (high, formal register) ovvero più formale. Però è comune nel linguaggio colloquiale, quindi:
al posto di andare -> “andà”
vedere -> “vedè”, ecc.
Quindi [al nord] possiamo dire “dobbiamo andare a vedere un film”, una persona del sud potrebbe dire “dobbiamo andà a vedà un film”.
4. Uso del passato remoto
Quarta differenza, anche questa grammaticale. Al sud il passato remoto è ancora utilizzato, direi generalmente è più utilizzato che al nord. Al nord il passato remoto è un tempo praticamente morto. Non si usa quasi mai, se non nel linguaggio formale, nel linguaggio scritto, nei libri. Ma nel linguaggio colloquiale praticamente il passato remoto non si usa mai e non è nemmeno necessario impararlo se vivete al nord o parlate con persone del nord. Al sud invece è ancora molto usato, sicuramente molto più usato che al nord. Al nord diremmo esclusivamente:
“stamattina sono andato al mercato”,
mentre al sud si può dire:
“stamattina andai al mercato”.
“Ieri mattina siamo andati in spiaggia”,
“ieri mattina andammo in spiaggia”.
Questi sono esempi estremi perché stiamo parlando di periodi… di momenti molto vicini al presente quindi sembra (è*) molto strano per una persona del nord sentire il passato remoto, che è associato a periodi lontani, storici, appunto, remoti. Е anche questo è simile allo spagnolo: se sapete lo spagnolo il preterito, che corrisponde al passato
remoto italiano, è molto molto usato. Mentre il francese da questo
punto di vista ricorda l’italiano del nord: in francese praticamente l’equivalente
del passato remoto non si usa più, sempre nel linguaggio colloquiale dico.
5. Uso delle consonanti doppie
Parliamo ora di pronuncia, nello specifico della pronuncia delle consonanti doppie.
Al sud la tendenza è di raddoppiare (to double) le consonanti quando in realtà sulla carta c’è scritta una sola consonante. Non dovrebbe pronunciarsi in quel modo secondo l’ortografia. Mentre al nord la tendenza è quella di rimuovere le consonanti doppie (anche) quando sono scritte doppie, quindi pronunciarle come se fossero singole. Facciamo qualche esempio di raddoppiamento al centro-sud:
“Ho detto” diventa “ho (d)detto”.
“È bello” – “è (b)bello”
“la gente” – “la (g)gente”,
“chi sei” – “chi (s)sei”,
“può darsi” – “può (d)darsi”
“qualche volta” – “qualche (v)volta
“andiamo a Roma” – “andiamo a (r)Roma”.
Inoltre la b e la g si raddoppiano anche all’interno delle parole. Quindi:
“probabilmente” diventa “pro(b)ba(b)bilmente”, oppure
“regina” diventa “re(g)gina.
Invece al nord non pronunciamo le doppie a sufficienza. Secondo me questo si fa un po’ meno di quanto si fa il contrario al sud (this is than less often than the opposite is done in the south). Però per esempio qui a Budapest ho alcuni amici veneti e mi sono accorto che loro molto più di me non pronunciano alcune consonanti doppie. Non so sinceramente le regole, come funziona, in quali casi lo fanno i quali non lo fanno però pensando al modo in cui parlano una parola come “sottosopra” potrebbe diventare “sotosopra”, Al posto di “sotto” – “soto”, “sotosopra”.
Ci sono però dei suoni che direi in maniera abbastanza universale al nord diventano singoli ma dovrebbero essere doppi in italiano standard, e lo sono al centro-sud. Ovvero i suoni “sc” e “gn”.
“Coscienza” al nord si dice “/ko’ʃɛntsa/”
“uscire – “/u’ʃire/”
“bagno” – “/’baɲo/”
“lasagna” – “la’saɲa”.
Tra l’altro è divertente perché io per 20 anni della mia vita ho pronunciato queste consonanti come si pronunciano a nord per 20 anni della mia vita ho pronunciato queste consonanti come si pronunciano a nord, senza sapere che questo era un tratto marcato (heavy trait) della mia pronuncia nordica. Per me era giusto così. Poi ho scoperto che in italiano standard è corretto, è obbligatorio raddoppiare questi suoni.
Quindi “uscire” (/uʃ’ʃire/) “lasciare” (/laʃ’ʃare/) ecc.
L’accento italiano standard
Aprendo una parentesi (on a sidenote) riguardo l’accento italiano standard. In realtà è qualcosa di abbastanza arbitrario, perché troverete… non troverete quasi nessuno che parla in quella maniera al di fuori dei telegiornali (news programs) – e anche lì spesso ci sono degli accenti romani, milanesi, perché lì ci sono gli studi televisivi. Oppure nei film, soprattutto i film doppiati (dubbed film): quelli sono un buon esempio di ciò che si ritiene italiano standard, un esempio di dizione neutra. Nessuno in realtà parla così, in italiano
c’è una varietà di accenti, oltre che di dialetti. Ovviamente sono collegate le due cose. Ma ci sono tantissimi accenti e nessuno parla in una maniera neutra, quasi nessuno se… non hai studiato dizione. E nemmeno in Toscana c’è un accento neutro, in Toscana c’è un accento molto curioso, molto interessante, molto, anche, divertente – si chiama gorgia toscana – ma non è un accento… non corrisponde all’accento standard che si sente nei film doppiati, assolutamente no.
6. Pronuncia della “s”
Un’ultima differenza è la pronuncia della lettera S in due posizioni.
S intervocalica
La prima è tra le vocali. Infatti la “s inter-vocalica”, si dice, al
nord si pronuncia /z/, /ˈkaza/, /ˈkoza/, /ˈskuza/ Mentre al sud, centro-sud si pronuncia con il suono /s/, quindi /ˈkasa/, /ˈkosa/, /ˈskusa/.
S dopo L, N, R
La seconda posizione invece è la s dopo le lettere l, n, ed r.
Per quanto riguarda la “s” dopo la “l” e dopo la “r” al nord si pronuncia come una /s/:
salsa, oppure sorso.
Mentre per quanto riguarda la “s” dopo la “n” si pronuncia come una /z/, quindi /tranzi’tivo/, verbo transitivo.
// Interviene Davide del futuro per dirvi che in realtà questa è un imprecisione, perché ci sono tantissimi esempi di parole in cui “ns” si legge /ns/ come “ansia”, “penso”. Quindi non è vero quello che ho detto, anzi l’eccezione sono le parole in cui si legge /nz/, come “transitivo”. E comunque è una cosa che si fa solamente al nord. //
Al sud, invece, la s… al posto di /z/ o di /s/ si dice z (/ts/).
Quindi “salza”, “sorzo”, “tranzitivo”, per esempio. E si potrebbero fare tanti esempi.
Ora non so se questa pronuncia è universale (al sud), però sicuramente molto molto diffusa al centro e al sud. Di differenze ce ne sarebbero a vagonate (moltissime, by the truckload), ce ne sarebbero tante altre, però questo video deve finire. Queste erano le più comuni, per lo meno.
Quindi vi ringrazio per la visione, riascoltate questo episodio in versione audio o vedetelo in versione video se lo state ascoltando, scrivetemi nei commenti se avete domande, se avete sentito altre differenze, e ditemi quale accento d’Italia vi piace di più o quale varietà d’Italiano* vi piace di più. Per esempio a me piace molto italiano di Roma.
Detto questo, ci vediamo nel prossimo video. Iscrivetevi, mettete like e parlate ad altre persone di Podcast Italiano, se conoscete altre persone che stanno imparando questa bellissima lingua.
Ci vediamo nel prossimo video. Ciao!