5 miti sull’Italia
Note e risorse
In questo episodio, sfatiamo alcuni falsi miti e luoghi comuni sull'Italia. Dall'idea che sia un paese arretrato, al mito della bellezza perpetua, dalla questione religiosa fino all'economia e alla lingua.
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Trascrizione
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Questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano, per chi ha un livello principiante, e vuole migliorare, vuole fare progressi e vuole raggiungere il livello intermedio. Io mi chiamo Davide e ti ricordo che troverai la trascrizione con il glossario, quindi tutto il vocabolario difficile di questo episodio, sul mio sito podcastitaliano.com. Trovi il link diretto nelle note di questo episodio, nella descrizione che può essere su Spotify oppure Apple Podcast, o dove mi stai ascoltando.
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Trascrizione interattiva dell'episodio
Bene, oggi ho una voce un pochino strana perché ieri sono stato a una festa che aveva un karaoke, quindi ho cantato molto forte e oggi questa è la voce, questo è il risultato. Ma spero che non ti dia fastidio, anzi, magari…magari ti piace anche di più questa voce così suadente, così bassa. Detto questo, oggi non ho un testo per te, non ho un testo preparato, quindi questo sarà un monologo più o meno improvvisato, ma so anche che, ad alcuni di voi, piacciono questi episodi. In questi monologhi abbiamo parlato, ho parlato, di… per esempio che cosa mi piace dell’Italia, di che cosa non mi piace dell’Italia, abbiamo parlato di abitudini italiane… e oggi voglio parlarti di false idee, di luoghi comuni, potremmo dire, che sono falsi, sull’Italia; di stereotipi che non sono veri, che non corrispondono alla realtà, ok? E mi sono scritto alcuni punti, vediamo… spero di essere chiaro nella mia spiegazione, perché non ho preparato molto questo episodio, sarò onesto e trasparente con te, ok?
Ma il punto numero uno, la falsa idea numero uno, è che l’Italia è un Paese arretrato. Secondo me questa è un’idea che, in alcune parti del mondo occidentale, soprattutto, ancora esiste; cioè, questa idea di Italia come Paese ancora rurale, quindi molto legato alla vita di campagna che, insomma, sarebbe un Paese abbastanza povero, magari un Paese dei più poveri in Europa, ok? Ora, io immagino che, se tu conosci un po’ l’Italia, se hai un interesse per l’Italia, non sarai convinto di questa cosa, o convinta di questa cosa. O almeno lo spero. Però, ecco, è un’idea ancora abbastanza diffusa ed è un’idea che corrisponde alla realtà se prendiamo l’Italia fino, più o meno, alla Seconda guerra mondiale. L'Italia era un Paese poverissimo e molto arretrato con qualche eccezione ma, in generale, arretrato, fino alla Seconda guerra mondiale. Poi c’è stato il famoso periodo del boom economico, del miracolo economico, tra gli anni 50 e anni 60, e questo è stato un periodo che ha cambiato radicalmente il volto dell’Italia. È stato un periodo di crescita economica incredibile, che ha cambiato l’Italia, ha cambiato la sua industria, la sua economia… e anche, in un certo senso, la società e la cultura. È cambiato un po’ tutto nel periodo del boom economico. Dopo quel periodo, l’Italia non ha mai raggiunto gli stessi livelli di… di crescita, di velocità, e quindi questo è un po’ il problema che abbiamo oggi: l’Italia, ormai, è dagli anni 90 in una sorta di stagnazione che… che va avanti e da cui non è facile uscire. Quindi, come forse ho già detto in un altro episodio, è giusto preoccuparsi del futuro del Paese, dell’Italia, perché non sappiamo che cosa succederà in futuro, e diciamo che ci sono vari aspetti un po’ preoccupanti sulle prospettive del Paese; però l’Italia è un Paese, comunque, tra i più ricchi al mondo e tra i più avanzati al mondo, e tra le economie più grandi del mondo. Ripeto: ci sono problemi, nel senso che, questa economia non sembra crescere più di tanto, però, ecco, l’idea che l’Italia sia un Paese contadino, campagnolo e arretrato non corrisponde alla realtà.
La seconda idea falsa è che l’Italia è un Paese sempre bello. Ecco, immagino che molti di voi, molti studenti, abbiano l’idea di… belle bellezze. Abbiano in mente queste immagini di… di posti italiani bellissimi, di città, come Roma, Firenze, Venezia, Napoli, Palermo… oppure si immaginino le bellezze naturali italiane che, di certo, non mancano. Bisogna, però, anche dire che l’Italia, come forse ogni Paese, non è sempre bella. Per esempio, in Italia, ci sono molte periferie, le zone più esterne delle grandi città, delle grandi metropoli, per esempio di Roma, di Milano, di Torino, di Napoli, che si sono sviluppate, appunto, negli anni 50 e 60, soprattutto durante quella crescita miracolosa di cui parlavo prima, quella forte crescita del boom economico, ecco. E queste sono zone, spesso, onestamente, brutte. E io adesso abito in una di queste zone. Spero di non abitarci troppo a lungo, però, abito in una periferia di Torino fondamentalmente; in realtà, è fuori Torino, ma comunque è una zona che si è sviluppata negli anni 50 e 60 che prima non esisteva, era… era campagna, punto. Non… no… non era urbanizzata. E ci sono molte zone di questo tipo in Italia. Probabilmente sono zone che uno non visita da turista, quando viene in Italia per turismo, però esistono. E tanti italiani abitano in questi posti, anche perché sono posti che sono molto urbanizzate, dove ci sono palazzi, condomini, e quindi abitano tante persone. Molti italiani, questa è la realtà di molti italiani, in realtà… ed è più comune che abitino in questi posti che non, per esempio, in borghi sperduti oppure nel centro di Firenze, ecco. Quindi questa è una cosa che bisogna capire.
Il terzo mito, la terza idea falsa, diciamo, che è in parte falsa, secondo me, è che l’Italia è un Paese molto religioso. Ora, l’Italia è un Paese religioso ma con una religione un po’ “di facciata”. Che significa “di facciata”? Significa che è una religione non troppo sincera, non troppo sentita. Ora, anche questo è uno dei cambiamenti che sono avvenuti nel… nello scorso secolo, nel XX secolo, soprattutto dopo la Seconda guerra mondiale. L’Italia, prima, era un Paese molto religioso, poi però le cose sono cambiate, la crescita economica, il benessere, insomma… la secolarizzazione ha colpito anche l’Italia. Cioè, la… questo cambiamento verso una società meno religiosa. Oggi la società italiana mantiene molti elementi di religione, ma sono più elementi tradizionali. La maggior parte… direi, sì, la maggior parte delle persone non va in chiesa, non… sì, si definisce, magari, “cristiano” o “cristiana” ma non non pratica la religione davvero. E, quindi, è falsa secondo me l’idea dell’Italia come un Paese molto religioso. Sono più religiosi, per esempio, gli Stati Uniti, dove ci sono più persone che che praticano la propria fede, che vanno, effettivamente, in chiesa. In Italia la religione è più un elemento di tradizione e di cultura; andiamo ai funerali in chiesa perché siamo abituati a fare così, anzi, i funerali si fanno in chiesa. In realtà non per forza, però è… è la prassi, no? È la tradizione. Ci sposiamo… adesso sempre di più anche “non in chiesa”, ma ci sono molte persone “non religiose” o “non particolarmente religiose” che si sposano in chiesa perché… “beh, perché è più bello”, ‘perché è tradizionale", “perché si è sempre fatto così” e quindi, con questo voglio… , come dire, farti capire che la religione è un elemento di tradizione, in Italia.
Poi, poi… vediamo che cosa mi sono scritto. Voglio parlare anche di questo. L’Italia come Paese-grande produttore di cibo e basta. Come grande… potremmo dire “fattoria del mondo”, una fattoria che produce ogni tipo, ogni sorta, di cibo buonissimo per tutto il mondo. In realtà, l’Italia non è autosufficiente: anzi, l’Italia importa più cibo di quanto ne esporti. Quindi noi italiani dipendiamo dall’estero come quantità di prodotti alimentari. Non basterebbero, non bastano, semplicemente. E la seconda cosa è che, sì, esportiamo tanto cibo, così come esportiamo anche bevande, vino e esportiamo anche prodotti di moda; sono settori importanti, sicuramente, nell’economia italiana. Ma in realtà l’Italia è leader in settori che nessuno conosce, e anche a volte gli stessi italiani, a dire il vero. Perché noi stessi, noi italiani, ci raccontiamo… raccontiamo a noi stessi la storia della fattoria del mondo, ma in realtà noi produciamo, per esempio, un sacco di elicotteri; l’Italia è tra i leader nella produzione di elicotteri, e anche di aerei militari; oppure… siamo… credo, mi pare, i massimi principali produttori al mondo di occhiali, con un’azienda gigantesca che si chiama Luxottica. Oppure… forse, una cosa che uno si può aspettare, è il design di mobili… mobili per la casa e oggetti per la casa. L’Italia è anche tra i maggiori produttori aerospaziali, ok? Quindi componenti per l’industria spaziale. L’Italia è molto forte nell’industria farmaceutica, e anche nel settore della chimica; e poi sì, il settore tessile, quindi la produzione di abbigliamento, di vestiti, ok? Questo senz’altro. Ma anche, poi, meccanica di precisione: macchinari industriali, i robot industriali, ok? Che si usano in tutto il mondo. Alcune di queste, i robot industriali, l’industria aerospaziale, l’industria chimica, l’industria farmaceutica… non sono forse così interessanti al grande pubblico; non corrispondono all’immagine dell’Italia come produttore, grande produttore di pasta e di olio d’oliva, e di vini e di… non lo so, Aperol spritz, e tutte queste cose buonissime, che sicuramente produciamo, ma che in realtà sono una parte minoritaria della… di quello che esportiamo. E hanno un impatto economico non così grande, non così grande. Quindi, questo si ricollega a quello che dicevo prima: l’Italia è un Paese con un’industria molto grande, che ha problemi, però, ecco, non… non produciamo solo pasta e vino. Ecco, per intenderci.
Concludo con un mito linguistico, forse, che… non so, in realtà, quante persone credono a questa cosa, però… diciamo che non è un… è un mito in parte. Cioè, il fatto che, andando in Italia, uno non può comunicare ovunque vada con l’italiano, perché, insomma, ci sono così tanti dialetti o lingue regionali e quindi… insomma, uno non andrà lontano con la propria conoscenza dell’italiano. Questo è abbastanza un mito, nel senso che… è vero che in Italia si parlano tante lingue, sono ancora vive tante lingue, ma il 99% degli italiani sa l’italiano. Non tutti benissimo, ok? Ci sono ancora persone che non parlano in italiano standard, magari è influenzato dal dialetto… è un italiano un po’ “popolare”, come dicono i linguisti, non è…non rispecchia l’italiano standard, e magari è un po’ più semplice, però, ecco, io sono sicuro che pochissimi italiani non capiscono l’italiano. Poi, magari, tu non capirai loro, però ecco, anche questo non mi sembra così realistico, così difficile. Quindi, non ti preoccupare, non… se non sei mai andato in Italia, puoi stare tranquillo/ tranquilla, in Italia, con l’italiano, andrai ovunque. Anche perché… insomma, io non parlo altri dialetti italiani, e parlo solo italiano e non ho mai avuto grandi problemi in Italia. Quindi non ne avrai neanche tu, quindi puoi stare sereno o serena da questo punto di vista.
Bene, queste erano le cose a cui ho pensato. Spero che ti sia piaciuto questo episodio. Se ti piace Podcast Italiano Principiante, magari lascia una un voto positivo su Spotify o nelle altre app e se puoi anche una recensione, per esempio su Apple podcast puoi lasciare una recensione, questo aiuta molto. Parla di questo podcast a studenti, amici. Diffondilo, diffondi il verbo, diffondi la parola, perché questo aiuta molto. E poi, ti ricordo che, se stai imparando l’italiano e vuoi raggiungere il livello intermedio, ho un corso che ti aiuterà a farlo. Si basa su una storia davvero avvincente, appassionante, divertente, che si chiama La Storia di Italo. E questo corso fonde la narrazione, il racconto e la storia, con la grammatica e la lingua. Quindi, questo è tutto ciò che ti volevo dire. La Storia di Italo la trovi, come sempre, nelle note dell’episodio. Io ti saluto, alla prossima. Ciao.
Questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano, per chi ha un livello principiante, e vuole migliorare, vuole fare progressi e vuole raggiungere il livello intermedio. Io mi chiamo Davide e ti ricordo che troverai la trascrizione con il glossario, quindi tutto il vocabolario difficile di questo episodio, sul mio sito podcastitaliano.com. Trovi il link diretto nelle note di questo episodio, nella descrizione che può essere su Spotify oppure Apple Podcast, o dove mi stai ascoltando.
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Trascrizione interattiva dell'episodio
Bene, oggi ho una voce un pochino strana perché ieri sono stato a una festa che aveva un karaoke, quindi ho cantato molto forte e oggi questa è la voce, questo è il risultato. Ma spero che non ti dia fastidio, anzi, magari…magari ti piace anche di più questa voce così suadente, così bassa. Detto questo, oggi non ho un testo per te, non ho un testo preparato, quindi questo sarà un monologo più o meno improvvisato, ma so anche che, ad alcuni di voi, piacciono questi episodi. In questi monologhi abbiamo parlato, ho parlato, di… per esempio che cosa mi piace dell’Italia, di che cosa non mi piace dell’Italia, abbiamo parlato di abitudini italiane… e oggi voglio parlarti di false idee, di luoghi comuni, potremmo dire, che sono falsi, sull’Italia; di stereotipi che non sono veri, che non corrispondono alla realtà, ok? E mi sono scritto alcuni punti, vediamo… spero di essere chiaro nella mia spiegazione, perché non ho preparato molto questo episodio, sarò onesto e trasparente con te, ok?
Ma il punto numero uno, la falsa idea numero uno, è che l’Italia è un Paese arretrato. Secondo me questa è un’idea che, in alcune parti del mondo occidentale, soprattutto, ancora esiste; cioè, questa idea di Italia come Paese ancora rurale, quindi molto legato alla vita di campagna che, insomma, sarebbe un Paese abbastanza povero, magari un Paese dei più poveri in Europa, ok? Ora, io immagino che, se tu conosci un po’ l’Italia, se hai un interesse per l’Italia, non sarai convinto di questa cosa, o convinta di questa cosa. O almeno lo spero. Però, ecco, è un’idea ancora abbastanza diffusa ed è un’idea che corrisponde alla realtà se prendiamo l’Italia fino, più o meno, alla Seconda guerra mondiale. L'Italia era un Paese poverissimo e molto arretrato con qualche eccezione ma, in generale, arretrato, fino alla Seconda guerra mondiale. Poi c’è stato il famoso periodo del boom economico, del miracolo economico, tra gli anni 50 e anni 60, e questo è stato un periodo che ha cambiato radicalmente il volto dell’Italia. È stato un periodo di crescita economica incredibile, che ha cambiato l’Italia, ha cambiato la sua industria, la sua economia… e anche, in un certo senso, la società e la cultura. È cambiato un po’ tutto nel periodo del boom economico. Dopo quel periodo, l’Italia non ha mai raggiunto gli stessi livelli di… di crescita, di velocità, e quindi questo è un po’ il problema che abbiamo oggi: l’Italia, ormai, è dagli anni 90 in una sorta di stagnazione che… che va avanti e da cui non è facile uscire. Quindi, come forse ho già detto in un altro episodio, è giusto preoccuparsi del futuro del Paese, dell’Italia, perché non sappiamo che cosa succederà in futuro, e diciamo che ci sono vari aspetti un po’ preoccupanti sulle prospettive del Paese; però l’Italia è un Paese, comunque, tra i più ricchi al mondo e tra i più avanzati al mondo, e tra le economie più grandi del mondo. Ripeto: ci sono problemi, nel senso che, questa economia non sembra crescere più di tanto, però, ecco, l’idea che l’Italia sia un Paese contadino, campagnolo e arretrato non corrisponde alla realtà.
La seconda idea falsa è che l’Italia è un Paese sempre bello. Ecco, immagino che molti di voi, molti studenti, abbiano l’idea di… belle bellezze. Abbiano in mente queste immagini di… di posti italiani bellissimi, di città, come Roma, Firenze, Venezia, Napoli, Palermo… oppure si immaginino le bellezze naturali italiane che, di certo, non mancano. Bisogna, però, anche dire che l’Italia, come forse ogni Paese, non è sempre bella. Per esempio, in Italia, ci sono molte periferie, le zone più esterne delle grandi città, delle grandi metropoli, per esempio di Roma, di Milano, di Torino, di Napoli, che si sono sviluppate, appunto, negli anni 50 e 60, soprattutto durante quella crescita miracolosa di cui parlavo prima, quella forte crescita del boom economico, ecco. E queste sono zone, spesso, onestamente, brutte. E io adesso abito in una di queste zone. Spero di non abitarci troppo a lungo, però, abito in una periferia di Torino fondamentalmente; in realtà, è fuori Torino, ma comunque è una zona che si è sviluppata negli anni 50 e 60 che prima non esisteva, era… era campagna, punto. Non… no… non era urbanizzata. E ci sono molte zone di questo tipo in Italia. Probabilmente sono zone che uno non visita da turista, quando viene in Italia per turismo, però esistono. E tanti italiani abitano in questi posti, anche perché sono posti che sono molto urbanizzate, dove ci sono palazzi, condomini, e quindi abitano tante persone. Molti italiani, questa è la realtà di molti italiani, in realtà… ed è più comune che abitino in questi posti che non, per esempio, in borghi sperduti oppure nel centro di Firenze, ecco. Quindi questa è una cosa che bisogna capire.
Il terzo mito, la terza idea falsa, diciamo, che è in parte falsa, secondo me, è che l’Italia è un Paese molto religioso. Ora, l’Italia è un Paese religioso ma con una religione un po’ “di facciata”. Che significa “di facciata”? Significa che è una religione non troppo sincera, non troppo sentita. Ora, anche questo è uno dei cambiamenti che sono avvenuti nel… nello scorso secolo, nel XX secolo, soprattutto dopo la Seconda guerra mondiale. L’Italia, prima, era un Paese molto religioso, poi però le cose sono cambiate, la crescita economica, il benessere, insomma… la secolarizzazione ha colpito anche l’Italia. Cioè, la… questo cambiamento verso una società meno religiosa. Oggi la società italiana mantiene molti elementi di religione, ma sono più elementi tradizionali. La maggior parte… direi, sì, la maggior parte delle persone non va in chiesa, non… sì, si definisce, magari, “cristiano” o “cristiana” ma non non pratica la religione davvero. E, quindi, è falsa secondo me l’idea dell’Italia come un Paese molto religioso. Sono più religiosi, per esempio, gli Stati Uniti, dove ci sono più persone che che praticano la propria fede, che vanno, effettivamente, in chiesa. In Italia la religione è più un elemento di tradizione e di cultura; andiamo ai funerali in chiesa perché siamo abituati a fare così, anzi, i funerali si fanno in chiesa. In realtà non per forza, però è… è la prassi, no? È la tradizione. Ci sposiamo… adesso sempre di più anche “non in chiesa”, ma ci sono molte persone “non religiose” o “non particolarmente religiose” che si sposano in chiesa perché… “beh, perché è più bello”, ‘perché è tradizionale", “perché si è sempre fatto così” e quindi, con questo voglio… , come dire, farti capire che la religione è un elemento di tradizione, in Italia.
Poi, poi… vediamo che cosa mi sono scritto. Voglio parlare anche di questo. L’Italia come Paese-grande produttore di cibo e basta. Come grande… potremmo dire “fattoria del mondo”, una fattoria che produce ogni tipo, ogni sorta, di cibo buonissimo per tutto il mondo. In realtà, l’Italia non è autosufficiente: anzi, l’Italia importa più cibo di quanto ne esporti. Quindi noi italiani dipendiamo dall’estero come quantità di prodotti alimentari. Non basterebbero, non bastano, semplicemente. E la seconda cosa è che, sì, esportiamo tanto cibo, così come esportiamo anche bevande, vino e esportiamo anche prodotti di moda; sono settori importanti, sicuramente, nell’economia italiana. Ma in realtà l’Italia è leader in settori che nessuno conosce, e anche a volte gli stessi italiani, a dire il vero. Perché noi stessi, noi italiani, ci raccontiamo… raccontiamo a noi stessi la storia della fattoria del mondo, ma in realtà noi produciamo, per esempio, un sacco di elicotteri; l’Italia è tra i leader nella produzione di elicotteri, e anche di aerei militari; oppure… siamo… credo, mi pare, i massimi principali produttori al mondo di occhiali, con un’azienda gigantesca che si chiama Luxottica. Oppure… forse, una cosa che uno si può aspettare, è il design di mobili… mobili per la casa e oggetti per la casa. L’Italia è anche tra i maggiori produttori aerospaziali, ok? Quindi componenti per l’industria spaziale. L’Italia è molto forte nell’industria farmaceutica, e anche nel settore della chimica; e poi sì, il settore tessile, quindi la produzione di abbigliamento, di vestiti, ok? Questo senz’altro. Ma anche, poi, meccanica di precisione: macchinari industriali, i robot industriali, ok? Che si usano in tutto il mondo. Alcune di queste, i robot industriali, l’industria aerospaziale, l’industria chimica, l’industria farmaceutica… non sono forse così interessanti al grande pubblico; non corrispondono all’immagine dell’Italia come produttore, grande produttore di pasta e di olio d’oliva, e di vini e di… non lo so, Aperol spritz, e tutte queste cose buonissime, che sicuramente produciamo, ma che in realtà sono una parte minoritaria della… di quello che esportiamo. E hanno un impatto economico non così grande, non così grande. Quindi, questo si ricollega a quello che dicevo prima: l’Italia è un Paese con un’industria molto grande, che ha problemi, però, ecco, non… non produciamo solo pasta e vino. Ecco, per intenderci.
Concludo con un mito linguistico, forse, che… non so, in realtà, quante persone credono a questa cosa, però… diciamo che non è un… è un mito in parte. Cioè, il fatto che, andando in Italia, uno non può comunicare ovunque vada con l’italiano, perché, insomma, ci sono così tanti dialetti o lingue regionali e quindi… insomma, uno non andrà lontano con la propria conoscenza dell’italiano. Questo è abbastanza un mito, nel senso che… è vero che in Italia si parlano tante lingue, sono ancora vive tante lingue, ma il 99% degli italiani sa l’italiano. Non tutti benissimo, ok? Ci sono ancora persone che non parlano in italiano standard, magari è influenzato dal dialetto… è un italiano un po’ “popolare”, come dicono i linguisti, non è…non rispecchia l’italiano standard, e magari è un po’ più semplice, però, ecco, io sono sicuro che pochissimi italiani non capiscono l’italiano. Poi, magari, tu non capirai loro, però ecco, anche questo non mi sembra così realistico, così difficile. Quindi, non ti preoccupare, non… se non sei mai andato in Italia, puoi stare tranquillo/ tranquilla, in Italia, con l’italiano, andrai ovunque. Anche perché… insomma, io non parlo altri dialetti italiani, e parlo solo italiano e non ho mai avuto grandi problemi in Italia. Quindi non ne avrai neanche tu, quindi puoi stare sereno o serena da questo punto di vista.
Bene, queste erano le cose a cui ho pensato. Spero che ti sia piaciuto questo episodio. Se ti piace Podcast Italiano Principiante, magari lascia una un voto positivo su Spotify o nelle altre app e se puoi anche una recensione, per esempio su Apple podcast puoi lasciare una recensione, questo aiuta molto. Parla di questo podcast a studenti, amici. Diffondilo, diffondi il verbo, diffondi la parola, perché questo aiuta molto. E poi, ti ricordo che, se stai imparando l’italiano e vuoi raggiungere il livello intermedio, ho un corso che ti aiuterà a farlo. Si basa su una storia davvero avvincente, appassionante, divertente, che si chiama La Storia di Italo. E questo corso fonde la narrazione, il racconto e la storia, con la grammatica e la lingua. Quindi, questo è tutto ciò che ti volevo dire. La Storia di Italo la trovi, come sempre, nelle note dell’episodio. Io ti saluto, alla prossima. Ciao.
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