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Gli italiani e i portoghesi sono simili? Con Leonardo Coelho

Principiante
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53

January 16, 2025

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Note e risorse

In questo episodio, intervisto Leo, un amico portoghese che parla un italiano eccezionale. Insieme confrontiamo le differenze e somiglianze tra italiani e portoghesi, parliamo della sua esperienza con la lingua italiana e del suo segreto per raggiungere un livello così alto.


Scopri il canale YouTube, il podcast e l'account Instagram di Leo.
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Trascrizione

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Benvenuto o benvenuta a Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi. Questa è un’intervista al mio amico Leo. Leo è portoghese ma parla un italiano eccezionale e oggi ci racconta la sua storia, ci racconta come ha imparato l’italiano e come ha raggiunto questo livello così alto, ma ci parla anche delle somiglianze e delle differenze tra italiani e portoghesi. Prima di incominciare ti ricordo che trovi la trascrizione con il glossario che è molto utile perché ti insegna, ti spiega tutte le parole che non conosci, sul mio sito web podcastitaliano.com. Trovi il link per accedere alla trascrizione di questo episodio nelle note di questo episodio su Spotify, Apple Podcast o dove mi stai ascoltando. Buon ascolto!

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Trascrizione interattiva dell'episodio

Davide: Ciao Leo, benvenuto a Podcast Italiano Principiante.

Leo: Ciao Davide, grazie per l'invito.

Davide: Leo, sono contento di parlare con te anche in questo... in questo nuovo luogo virtuale, perché sei uno dei migliori parlanti di italiano non madrelingua che conosco. E quindi... e sei anche portoghese, il che è interessante per questa rubrica che ho iniziato, in cui paragoniamo popoli che parlano lingue romanze. Voglio partire quindi …quindi da questo. Tu hai avuto un contatto forte con l'Italia, con gli italiani. So che hai fatto anche l'Erasmus in Italia, e quindi volevo chiederti un po' quali sono secondo te le differenze o le somiglianze tra gli italiani e i portoghesi.

Leo: Allora, innanzitutto, per chi non lo sapesse, l'Erasmus è un programma di scambio universitario. E io ho vissuto dieci mesi in Italia, più precisamente a Roma. E, dopo quei dieci mesi, ho continuato a frequentare italiani a Lisbona, la mia città, e quindi, anche se ho vissuto solo dieci mesi in Italia, direi che ho assorbito la cultura italiana molto di più quando ero già di ritorno in Portogallo. Perché quando ero in Italia avevo amici stranieri come me, non italiani e, dopo essere tornato a Lisbona da Roma, ho fatto amici italiani e quindi lì ho vissuto di più la cultura italiana. E quindi le somiglianze, differenze le ho notate più dopo aver vissuto in Italia, già in Portogallo, con le persone italiane che ho conosciuto.

Davide: Perché... perché, se non sbaglio… tu quando... quando eri in Italia, il tuo italiano non era ancora così... così buono, no? Stavi iniziando a impararlo.

Leo: Certo. Direi che ho raggiunto un livello già molto alto in Italia. Quindi, quando sono arrivato all'inizio dei dieci mesi, avevo un italiano molto basico perché avevo cominciato a studiarlo... un mese prima, due mesi prima. Poi, durante quei dieci mesi, ho fatto progressi. Perché mi sono sforzato? Il fatto che l'italiano mi piacesse così tanto, diciamo il mio interesse nella lingua e nella cultura italiana, mi ha spinto a impararlo molto bene quando ero in Italia, anche se la mia vita di tutti i giorni non mi obbligava a dover parlarlo bene. Capisci?

Davide: Quindi lo studiavi ma non è che poi lo usassi molto, poi, a Roma, nella vita di tutti i giorni. Quindi, di fatto, poi l'hai parlato più in Portogallo, quando sei tornato. E questo è anche importante dirlo, perché molti pensano “ah ma lui è andato in Italia, ha vissuto un anno… quindi è per questo che parla così bene”. No, questo in realtà non è stato ciò che ha fatto la differenza maggiore, nel tuo caso.

Leo: No, e io conosco un sacco di gente che ha vissuto un anno in Italia e non ha imparato bene l'italiano, quindi...

Davide: Ah, certo.

Leo: Quindi, la tua domanda era “differenze e somiglianze”?

Davide: Sì. Sulle differenze, sì sì.

Leo: Allora, io direi che siamo molto molto simili. Per me gli italiani, soprattutto quelli del Sud, sono il popolo più simile che io abbia trovato a noi portoghesi. Siamo molto mammoni. Che è una parola che noi non abbiamo, che però mi piace. Cioè i ragazzi, e quando dico ragazzi dico fino ai 30 anni d'età, forse anche di più, portoghesi e italiani, soprattutto nel Sud, se non sbaglio, d'Italia, sono molto, come si dice...

Davide: Legati.

Leo: Legati…

Davide: Sì, esatto.

Leo: …alle loro madri e un po' incapaci di fare... di fare qualsiasi cosa a casa, cioè di cucinare per se stessi, diciamo che...

Davide: E poi vivono fisicamente con i genitori fino a quell'età, no?

Leo: Appunto, siamo dei popoli che escono da casa dei suoi genitori… siamo tra i popoli che lo fanno più tardi, sia in Europa che nel mondo. Poi, uno potrebbe dire che è anche un... una questione economica, non siamo in grado di farlo, però è anche molto molto culturale, secondo me.

Davide: Sì, sì.

Leo: Quindi mammoni, questo stare a casa, cultura di famiglia che c'entra un po' anche con questo. Per esempio Natali, riunioni familiari con tanta tanta gente, dove si mangia tanto. Diciamo che diamo un'importanza molto grande alla famiglia. E siamo anche Paesi un po' conservatori, direi, almeno per essere in Europa. E questo lo vedi un po', questo forse sarà un po’ polemico quello che sto per dire, però lo vedi un po' nell'atteggiamento delle ragazze e dei ragazzi, diciamo, nel rimorchio. Cioè, vedi che...

Davide: Nelle relazioni.

Leo: Nelle relazioni. Vedi che le ragazze italiane, anche quelle portoghesi, magari sentono che possono essere giudicate dalla società se... sono sessualmente troppo libere.

Davide: Ah, sì.

Leo: E, per quello, tra i ragazzi maschi italiani e portoghesi c'è questa idea che “ah, le portoghesi se fanno le difficili, le italiani se fanno le difficili”. Questo viene un po' dalla cultura un po' conservatrice che le giudica. E questo, l'esempio della Spagna e anche della Francia, sono buoni esempi di due Paesi culturalmente molto simili ai nostri, però dove non c'è questo giudizio verso le ragazze, per esempio.

Davide: Interessante questo. Sì, è anche... probabilmente anche... questo è anche legato al… a due cose. In parte alla religione, anche se la religione anche in Spagna, in teoria, è un elemento tradizionale; e poi, in Italia, alla fine, la religione è diventata... un elemento quasi di tradizione, appunto, ma non realmente sentito. L'altra cosa forse è anche la popolazione molto anziana. Non so se il Portogallo è come l'Italia, ma l'Italia è tra i Paesi più anziani al mondo e questo ha un effetto sulle idee, sulla cultura.

Leo: Questo è un altro punto in comune: siamo molto vecchi, c'è una popolazione molto anziana, che ha un problema di tasso di nascite, ma anche di fuga di cervelli.

Davide: E anche di vita lunga. Cioè se vivi tanto e, quindi, hai tanti anziani. Questa è una cosa positiva, però, c'è anche tanta gente che va via.

Leo: Sì, però ci sono altri Paesi che hanno vita… dove le persone hanno una vita lunga, però ci sono tanti giovani. Il problema non è che ci sono troppi vecchi, è che non ci sono abbastanza giovani. E siamo due paesi con una forte storia di immigrazione, che è un'altra cosa in comune.

Davide: Di emigrazione, intendi?

Leo: Di emigrazione, sì. Cioè di persone che escono dall'Italia o dal Portogallo per andare in un altro posto.

Davide: Certo, certo.

Leo: Nel passato e anche negli ultimi anni. Poi, differenze: io direi che ci sono alcune differenze che, secondo me, avvengono dal fatto che noi siamo un Paese molto più piccolo. Che sono, da parte nostra: una certa apertura ad altre culture, all'apprendimento di altre lingue, e forse una una certa consapevolezza del fatto che siamo piccoli. Anche perché il mondo lusofono, il mondo di lingua portoghese, è dominato dal Brasile. Quindi noi cresciamo con questo... con questa consapevolezza che non siamo il centro del nostro universo.

Davide: Mmm, ok.

Leo: Perché consumiamo film americani in inglese, cresciamo con esposizione ad altre... ad altre culture. Mentre che gli italiani hanno un po’ di meno questa... un italiano che nasce e cresce in Italia, a meno che cerchi di imparare altre lingue o che cerchi altre culture, può pensare che si può fare tutta la vita in Italia.

Davide: Sì, è vero. Perché poi è così, è oggettivamente così. Io conosco persone che fanno quella vita. Poi, io penso che sia più bello, insomma, avere... orizzonti un po' più ampi, però, puoi benissimo vivere in italiano, guardare tutti i film, serie tv doppiate in italiano, questa è un'altra differenza tra i nostri Paesi.

Leo: Esatto. Quindi, l'italiano medio è magari più italocentrico di quanto il portoghese... un portoghese medio lo sia per il suo Paese.

Davide: Sì. Sì, e forse questa è una necessità dei Paesi più piccoli, credo, no? Che tendono a guardare più al di fuori, oltre i propri confini, credo.

Leo: Esatto.

Davide: Perfetto. Quindi, parlando di cultura italiana, che tu conosci bene, hai frequentato tanto, soprattutto fuori dall'Italia, ma poi... insomma, sei venuto tante volte in Italia, ci siamo visti in Italia, quindi hai una grande familiarità con la cultura italiana. C'è qualcosa che vorresti prendere, rubare alla cultura italiana che voi non avete o che magari hai già preso e hai già fatto parte, reso parte della tua vita?

Leo: Allora, quello che voi avete che noi non abbiamo è la capacità di esportare e promuovere la propria cultura. Perché, anche se voi siete un Paese che ha tanto da offrire, magari per capita avete forse più da offrire che la maggior parte dei Paesi, diciamola così, è ancora più sproporzionato il quanto il mondo conosce l'Italia. Se tu apri un ristorante italiano in qualsiasi parte del mondo, avrà successo; tutti sanno che cos'è una pizza, tutti sanno che cos'è la pasta, capisci? Il portogallo, invece, ha tanto da offrire, anche a livello di cibo, di cultura, eccetera, eccetera, però siamo molto sconosciuti e non sappiamo venderci, tra virgolette.

Davide: Secondo te, sappiamo venderci meglio di voi?

Leo: E questo non è solo un saper vendersi, secondo me ha anche a vedere con... l'emigrazione di cui parlavamo prima. Io ho questa teoria, che le comunità italiane di emigranti rimangono più italiane nel posto dove vanno, e i portoghesi si mescolano di più nei Paesi dove vanno.

Davide: Io penso che anche gli italiani si mescolino abbastanza, generalmente, anche perché vedi che spesso poi, la lingua... che poi nel nostro caso non era nemmeno italiano, nella maggior parte dei casi, si perdeva dopo una generazione o due al massimo, no? Però forse c'è più un senso di orgoglio, di identità, che quello, forse... forse rimane un po' di più. Però non so, la situa... non conosco la situazione portoghese.

Leo: Sì, io non dico che non si mescolino gli italiani, dico che, per rapporto l'uno con l'altro, c'è forse più... esportazione di cultura italiana con gli emigranti che escono dall'Italia, se paragoni con, per esempio, i portoghesi.

Davide: C'è anche, in alcuni casi, secondo alcuni storici, costruzione proprio di cultura italiana fuori dall'Italia. Per esempio, adesso, ci sono storici che spiegano, che dicono... in maniera convincente, secondo me, che la cucina italiana si è formata molto all**'estero** ed è tornata in Italia. E c'è anche un fenomeno che si chiama... un fenomeno sociologico che si chiama pizza effect per cui (qua parliamo di cibo), un cibo diventa famoso non nel Paese con cui si associa ma all'estero, e poi torna nel paese originario. Anche il kebab è una cosa simile. E quindi sì, la cultura italiana è anche molto italo-americana, ma anche italo-brasiliana, italo-argentina. E questo gli italiani a volte non lo vogliono ammettere, ma...

Leo: Però è vero.

Davide: È un altro discorso, però è importante riconoscere l'importanza dell'emigrazione.

Leo: Ed è tutto, per quello che vorrei rubare.

Davide: La nostra capacità di venderci.

Leo: Anche i gesti.

Davide: Anche i gesti, ok.

Leo: Sì. Anche gesti perché io sono sempre stato uno che… ho sempre parlato molto con le mani, anche prima di aver imparato l'italiano e di aver creato il mio canale YouTube dove sono molto più espressivo. Già da bambino spesso...

Davide: Gesticolavi o no?

Leo: …tipo, facevo cadere... il mio bicchiere d’acqua!

Davide: Ah, gli oggetti. Urtavi gli oggetti per… perché muovi le mani troppo.

Leo: Esatto, perché li colpivo con le mani. Cioè era diventato un meme nella mia famiglia che io ogni pranzo facevo cadere il mio bicchiere perché...

Davide: Ti scaldavi. Beh in questo eri già italiano allora, prima ancora di diventarlo culturalmente.

Leo: Esatto, esatto. E quindi volevo rubare i gesti nel senso che… voi avete tanti gesti che significano cose. Specifici, precisi. E quindi sarebbe bello avere anche questo in portoghese.

Davide: Interessante. C'è qualcosa, invece, che non ti piace per niente?

Leo: Guarda, forse la caratteristica che non mi piace, sia negli italiani che nei portoghesi medi, diciamo, sarebbe questo aspettare che, tra virgolette, lo Stato o che, tra virgolette, i genitori o... altre persone vengono a risolvere i nostri problemi, e vogliamo solo la sicurezza di un lavoro fisso, una situazione tranquilla e quindi un aspettare che...

Davide: …Sì, che il mondo ti dia le cose al posto di costruire il tuo destino, per usare...

Leo: Se parliamo sempre della Spagna o della Francia, in Francia per esempio hanno molto la cultura del fare proteste se le cose non vanno bene. Noi portoghesi non siamo così, siamo molto più passivi. E anche gli italiani, secondo me.

Davide: Eccome. Eccome, sì. Sì, siamo passivi, siamo passivi e siamo... mi vengono in mente alcuni aggettivi. Siamo arrendevoli, cioè ci arrendiamo alle circostanze negative; e siamo, diciamo, poco intraprendenti e siamo... siamo passivi spesso. Questo anche nella politica, come dicevi, no? Abbiamo tanti problemi, penso sia il Portogallo che l'Italia, però siamo disfattisti, non so se lo conosci questo. Una persona disfattista è una persona sempre negativa che dice “eh ma cosa vuoi fare, non puoi cambiare le cose, non puoi avere un impatto…

Leo: Esatto.

Davide: …è inutile, è tutto inutile”. Questo è il disfattismo. E siamo molto disfattisti, credo, entrambi i popoli. Bene, passando alla prossima domanda, tu hai chiaramente un livello di italiano altissimo, stellare.

Leo: Grazie.

Davide: Abbiamo parlato anche su YouTube, in un vecchio video, su come l'hai raggiunto, però… qui voglio chiederti, in particolare, come ha influenzato il tuo rapporto con gli italiani, il fatto di sapere l'italiano così bene. Ovviamente... insomma, ci è voluto tempo, però sei arrivato a un livello molto alto.

Leo: Sì, allora io direi che, e questo lo noto sia nell'italiano che in altre lingue che parlo a questo livello, o ancora meglio, tipo l'inglese, lo spagnolo (sono le due altre lingue). Noto che, quando parli una lingua straniera a un livello in cui spesso ti prendono per madrelingua, spesso... pensano che tu sia madrelingua, che a volte mi succede in Italia, ci sono conseguenze, che sono le conseguenze di parlare con una persona del tuo Paese o parlare con uno straniero. Ci sono tante, come si dice, assumptions.

Davide: Sì, tante cose che dai per scontato… o per scontate.

Leo: Esatto, alle quali non devi neanche pensare quando stai parlando con uno del tuo Paese. Sai che lui o lei sa… ha le stesse... gli stessi riferimenti culturali, gli stessi... no? Cioè…

Davide: Certo.

Leo: …Se io stessi parl... se io ti dovessi spiegare qualcosa della politica del Portogallo, tu sei italiano, devo darti un sacco di...

Davide: Certo.

Leo: Di... di...

Davide: … di contesto. Però questo non può essere anche negativo, nel senso che, a volte, magari, gli italiani pensano che sei più italiano a livello culturale di quanto lo sei e... danno per scontate cose che non conosci, magari.

Leo: Sì, certo. Io non ho detto che fosse positivo, solo che è un… una gran...

Davide: È un'influenza.

Leo: …Influenza, perché è essere trattato come se io fossi uno del posto. Poi, quando finalmente… questa è una cosa che io cerco di rivelare appena posso. Quando, finalmente, gli italiani che mi conoscono per la prima volta... si rendono conto, gli dico che non sono italiano, lì c'è un rispetto e un'ammirazione per il fatto che io abbia imparato la lingua così bene. Che è anche più positivo di prima, quando pensavano che io fossi italiano.

Davide: Sì, e poi c'è anche questa cosa... tu ovviamente parli italiano benissimo e pochi arrivano al tuo livello, quindi non lo dico per togliere alcunché al tuo livello. Però gli italiani tendono anche a pensare che l'italiano sia una lingua impossibile da imparare. C'è questa idea che l'italiano è difficilissimo quando, insomma, se sei spagnolo o portoghese è una delle lingue più facili in assoluto da imparare.

Leo: Esatto.

Davide: Detto questo, parlarlo a questo livello è comunque difficile. Però ecco, c'è questo stereotipo che abbiamo, non so se tutti i popoli ce l'hanno.

Leo: Io aggiungerei un'altra cosa dell'italiano che... forse, sicuramente, esiste in altre lingue. Ma almeno paragonando l'italiano con il portoghese del Portogallo, è che noi siamo un Paese piccolo e, diciamo, con una varietà di accenti più bassa. Mentre che l'italiano, essendo una lingua recente in cui tante persone, soprattutto più anziani, magari non i giovani, però… la parlano con influenza delle loro… dei loro dialetti locali, è una lingua con talmente tanta variabilità di accenti e di pronuncia, di… si, di pronuncia, che è più facile…

Davide: Soprattutto.

Leo: …soprattutto, che se la parli già a un certo livello, è più facile farsi passare per italiano, perché qualsiasi italiano che tu conosca, partirà dal principio che sei italiano, ma da un'altra parte dell'Italia.

Davide: Mh. E quindi dicono magari “sento un accento strano, ma magari… che ne so è l'accento di un posto che non ho mai sentito”, tipo tipo l'Abruzzo, le Marche, il Molise.

Leo: Esatto. Esatto, quelli del Sud pensano che sono del Nord, quelli del Nord pensano che sono del Sud-centro, quelli del centro... cioè, ho un accento un po' più centrale, tra virgolette, però ho un accento abbastanza neutro, che fa sì che gli italiani pensino che io... sono italiano ma da un'altra parte, che non la mia.

Davide: Sì, è realistico, diciamo.

Leo: Esatto.

Davide: Hai un'esperienza divertente o imbarazzante legata all'Italia, agli italiani? Immagino di sì, però… scegline una.

Leo: Allora sì, però richiede... devo dare un po' di contesto, e questo lo sai anche tu. Cioè lo sai se comincio a dirlo. Io con...

Davide: Ok.

Leo: Allora… ed è anche legato alla lingua. Con un mio amico romano, che si chiama Matteo, che tu conosci, il grande Matteo Libertini.

Davide: Che salutiamo, se ci stesse ascoltando. Sicuramente…

Leo: Salutiamo, semmai… sicuramente non ci ascolterà, però! Però, lui è stata una delle persone con cui ho più parlato l'italiano nella mia vita. E c'era un periodo in cui, praticamente, eravamo insieme tutti i giorni, a Lisbona. E quindi, diciamo, che io non sono madrelingua, quindi tutto l'italiano che ho parlato nella mia vita è stato tra, diciamo, il 2015 e adesso. E quindi, nel 2017, quando lui abitava a Lisbona eravamo insieme, 17-18, fino a lì avevo... tre anni di italiano che, se tu li condensi, i momenti in cui veramente ho parlato italiano, sarebbero stati tipo… quattro mesi di vivere come un madrelingua a parlare tutti i giorni, no? Se condensi tutto. E quindi, se sommiamo, cioè se facciamo la percentuale di di tutto l'italiano che ho parlato nella mia vita fino a quel punto, 2018, diciamo che un quarto lo avrei parlato con lui. Quindi un'influenza importante. Il problema è che, a un certo punto, abbiamo cominciato a parlare in un modo strano per far ridere, con un accento stranissimo, mezzo inglese, che non farò in questo podcast, che però tu conosci bene perché l'abbiamo già fatto nella tua presenza.

Davide: C’è un po' un inside joke tra di voi…

Leo: Questo è un inside joke.

Davide: Che non so com'è nato, ma che è molto strano per chi non... vi conosce, lo dico per esperienza.

Leo: Esatto. Però devi tenere in considerazione che, per me, quel parlato strano, a un certo punto, corrispondeva al 20% di tutto l'italiano che io avevo parlato. Quindi era molto facile cadere in quel modo di parlare anche con altre persone, altri italiani che non erano nella inside joke e che quindi...cioè sembrava…

Davide: Rimanevano un po'...

Leo: Rimanevano stupiti da questa persona strana che parla in maniera... che parla come un imbecille. Quindi questa è… cioè, questa è la storia, bisogna un po' di contesto.

Davide: Ho notato che a volte ti viene fuori con persone che, insomma, non sanno cosa stai facendo e probabilmente non capiscono niente.

Leo: Esatto, e non lo faccio apposta, è quello il problema!

Davide: La colpa è di Matteo.

Leo: La colpa è di Matteo. Dunque...

Davide: E per concludere, un segreto per arrivare al tuo livello di italiano. Insomma, potresti dire molte cose, ma una cosa che consigli. A chi ha un livello principiante, quindi capisce un po' di italiano e vuole... Arrivare al tuo livello o, insomma, comunque, a un livello buono.

Leo: Allora, dalla nostra conversazione oggi si sarà capito che amo l'Italia e la sua cultura e il popolo italiano, e ho tanti amici italiani, compreso te, e c'è stato un periodo nella mia vita in cui passavo tanto tempo con italiani quindi... si sarà capito che avevo già la motivazione, quasi, chiamiamola ossessione, e relazioni con altre persone nella lingua, quindi non devo dire nessuno di questi segreti, che sono cose molto importanti. Quello che sì, ti posso dire, è che è possibile avere tutte queste opportunità per imparare la lingua: amici, momenti in cui parli con persone, con madrelingua, e anche questa stessa, diciamo, motivazione che ho io. È possibile avere tutto questo e comunque non fare tanti progressi. E io una cosa che ho, sia per l'italiano che per altre lingue, che però è molto precisa e ti posso dire, mi viene molto naturalmente ma, secondo me, si può anche sviluppare, è che io cerco costantemente di analizzare il modo come mi parlano o uno… come, qualcuno che parla la lingua che sto imparando, la parla. Sia persone nella vita reale che quando guardo tv, tipo quando guardo film, quando guardo video, ascolto podcast. Quindi, oltre a provare a capire quello che mi dicono, analizzo anche la forma come hanno costruito la frase, le parole che hanno usato, e mi faccio la domanda: “se io dovessi dire quella stessa cosa, sarei riuscito a costruire quella frase in quel modo? O avrei, magari, costruito una frase che si può capire, che però non segue la struttura naturale dell'italiano?”

Davide: Sì, che non è idiomatica.

Leo: Che non è idiomatica, che non è...

Davide: Che non è naturale.

Leo: O che, anche se grammaticalmente è accettabile in italiano, non è il modo più naturale in cui un italiano dice quella frase, per esempio, o parola, o quello che sia. Quindi questo è il consiglio.

Davide: Mi piace, è molto specifico, è una cosa che faccio anch'io e che fanno, credo, molti o tutti i poliglotti. Il grande Steve Kaufman la chiama the ability to notice, è un po' quello, l'abilità di accorgersi di come è espresso un concetto. Non solo di capirlo, ma… insomma… accorgersi dei dettagli. Bene, grazie Leo.

Leo: Grazie a te.

Davide: Abbiamo fatto tante cose, insomma, tanti contenuti in passato, quindi chi fosse curioso, può trovare cercando su YouTube o… su YouTube, in realtà, solo su YouTube, credo è la prima volta qui sul mio... su uno dei miei due podcast. E, ovviamente, se stai imparando il portoghese cerca Portuguese with Leo. La migliore risorsa per il portoghese europeo.

Leo: Grazie.

Davide: E forse anche in generale…

Leo: Grazie.

Davide: … mi sbilancio.

Leo: Grazie mille Davide. È stato un piacere come sempre, e… alla prossima.

Davide: Alla prossima. Ciao.

Leo: Ciao.

Spero che ti sia piaciuto l’episodio. Grazie dell’ascolto! Se non l’hai ancora fatto e vuoi leggere la trascrizione gratuitamente, magari per andare a controllare una parola o un’espressione che non conoscevi, e ti consiglio di farlo perché è molto utile, puoi farlo seguendo il link nelle note di questo episodio. Un saluto!

Benvenuto o benvenuta a Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi. Questa è un’intervista al mio amico Leo. Leo è portoghese ma parla un italiano eccezionale e oggi ci racconta la sua storia, ci racconta come ha imparato l’italiano e come ha raggiunto questo livello così alto, ma ci parla anche delle somiglianze e delle differenze tra italiani e portoghesi. Prima di incominciare ti ricordo che trovi la trascrizione con il glossario che è molto utile perché ti insegna, ti spiega tutte le parole che non conosci, sul mio sito web podcastitaliano.com. Trovi il link per accedere alla trascrizione di questo episodio nelle note di questo episodio su Spotify, Apple Podcast o dove mi stai ascoltando. Buon ascolto!

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Trascrizione interattiva dell'episodio

Davide: Ciao Leo, benvenuto a Podcast Italiano Principiante.

Leo: Ciao Davide, grazie per l'invito.

Davide: Leo, sono contento di parlare con te anche in questo... in questo nuovo luogo virtuale, perché sei uno dei migliori parlanti di italiano non madrelingua che conosco. E quindi... e sei anche portoghese, il che è interessante per questa rubrica che ho iniziato, in cui paragoniamo popoli che parlano lingue romanze. Voglio partire quindi …quindi da questo. Tu hai avuto un contatto forte con l'Italia, con gli italiani. So che hai fatto anche l'Erasmus in Italia, e quindi volevo chiederti un po' quali sono secondo te le differenze o le somiglianze tra gli italiani e i portoghesi.

Leo: Allora, innanzitutto, per chi non lo sapesse, l'Erasmus è un programma di scambio universitario. E io ho vissuto dieci mesi in Italia, più precisamente a Roma. E, dopo quei dieci mesi, ho continuato a frequentare italiani a Lisbona, la mia città, e quindi, anche se ho vissuto solo dieci mesi in Italia, direi che ho assorbito la cultura italiana molto di più quando ero già di ritorno in Portogallo. Perché quando ero in Italia avevo amici stranieri come me, non italiani e, dopo essere tornato a Lisbona da Roma, ho fatto amici italiani e quindi lì ho vissuto di più la cultura italiana. E quindi le somiglianze, differenze le ho notate più dopo aver vissuto in Italia, già in Portogallo, con le persone italiane che ho conosciuto.

Davide: Perché... perché, se non sbaglio… tu quando... quando eri in Italia, il tuo italiano non era ancora così... così buono, no? Stavi iniziando a impararlo.

Leo: Certo. Direi che ho raggiunto un livello già molto alto in Italia. Quindi, quando sono arrivato all'inizio dei dieci mesi, avevo un italiano molto basico perché avevo cominciato a studiarlo... un mese prima, due mesi prima. Poi, durante quei dieci mesi, ho fatto progressi. Perché mi sono sforzato? Il fatto che l'italiano mi piacesse così tanto, diciamo il mio interesse nella lingua e nella cultura italiana, mi ha spinto a impararlo molto bene quando ero in Italia, anche se la mia vita di tutti i giorni non mi obbligava a dover parlarlo bene. Capisci?

Davide: Quindi lo studiavi ma non è che poi lo usassi molto, poi, a Roma, nella vita di tutti i giorni. Quindi, di fatto, poi l'hai parlato più in Portogallo, quando sei tornato. E questo è anche importante dirlo, perché molti pensano “ah ma lui è andato in Italia, ha vissuto un anno… quindi è per questo che parla così bene”. No, questo in realtà non è stato ciò che ha fatto la differenza maggiore, nel tuo caso.

Leo: No, e io conosco un sacco di gente che ha vissuto un anno in Italia e non ha imparato bene l'italiano, quindi...

Davide: Ah, certo.

Leo: Quindi, la tua domanda era “differenze e somiglianze”?

Davide: Sì. Sulle differenze, sì sì.

Leo: Allora, io direi che siamo molto molto simili. Per me gli italiani, soprattutto quelli del Sud, sono il popolo più simile che io abbia trovato a noi portoghesi. Siamo molto mammoni. Che è una parola che noi non abbiamo, che però mi piace. Cioè i ragazzi, e quando dico ragazzi dico fino ai 30 anni d'età, forse anche di più, portoghesi e italiani, soprattutto nel Sud, se non sbaglio, d'Italia, sono molto, come si dice...

Davide: Legati.

Leo: Legati…

Davide: Sì, esatto.

Leo: …alle loro madri e un po' incapaci di fare... di fare qualsiasi cosa a casa, cioè di cucinare per se stessi, diciamo che...

Davide: E poi vivono fisicamente con i genitori fino a quell'età, no?

Leo: Appunto, siamo dei popoli che escono da casa dei suoi genitori… siamo tra i popoli che lo fanno più tardi, sia in Europa che nel mondo. Poi, uno potrebbe dire che è anche un... una questione economica, non siamo in grado di farlo, però è anche molto molto culturale, secondo me.

Davide: Sì, sì.

Leo: Quindi mammoni, questo stare a casa, cultura di famiglia che c'entra un po' anche con questo. Per esempio Natali, riunioni familiari con tanta tanta gente, dove si mangia tanto. Diciamo che diamo un'importanza molto grande alla famiglia. E siamo anche Paesi un po' conservatori, direi, almeno per essere in Europa. E questo lo vedi un po', questo forse sarà un po’ polemico quello che sto per dire, però lo vedi un po' nell'atteggiamento delle ragazze e dei ragazzi, diciamo, nel rimorchio. Cioè, vedi che...

Davide: Nelle relazioni.

Leo: Nelle relazioni. Vedi che le ragazze italiane, anche quelle portoghesi, magari sentono che possono essere giudicate dalla società se... sono sessualmente troppo libere.

Davide: Ah, sì.

Leo: E, per quello, tra i ragazzi maschi italiani e portoghesi c'è questa idea che “ah, le portoghesi se fanno le difficili, le italiani se fanno le difficili”. Questo viene un po' dalla cultura un po' conservatrice che le giudica. E questo, l'esempio della Spagna e anche della Francia, sono buoni esempi di due Paesi culturalmente molto simili ai nostri, però dove non c'è questo giudizio verso le ragazze, per esempio.

Davide: Interessante questo. Sì, è anche... probabilmente anche... questo è anche legato al… a due cose. In parte alla religione, anche se la religione anche in Spagna, in teoria, è un elemento tradizionale; e poi, in Italia, alla fine, la religione è diventata... un elemento quasi di tradizione, appunto, ma non realmente sentito. L'altra cosa forse è anche la popolazione molto anziana. Non so se il Portogallo è come l'Italia, ma l'Italia è tra i Paesi più anziani al mondo e questo ha un effetto sulle idee, sulla cultura.

Leo: Questo è un altro punto in comune: siamo molto vecchi, c'è una popolazione molto anziana, che ha un problema di tasso di nascite, ma anche di fuga di cervelli.

Davide: E anche di vita lunga. Cioè se vivi tanto e, quindi, hai tanti anziani. Questa è una cosa positiva, però, c'è anche tanta gente che va via.

Leo: Sì, però ci sono altri Paesi che hanno vita… dove le persone hanno una vita lunga, però ci sono tanti giovani. Il problema non è che ci sono troppi vecchi, è che non ci sono abbastanza giovani. E siamo due paesi con una forte storia di immigrazione, che è un'altra cosa in comune.

Davide: Di emigrazione, intendi?

Leo: Di emigrazione, sì. Cioè di persone che escono dall'Italia o dal Portogallo per andare in un altro posto.

Davide: Certo, certo.

Leo: Nel passato e anche negli ultimi anni. Poi, differenze: io direi che ci sono alcune differenze che, secondo me, avvengono dal fatto che noi siamo un Paese molto più piccolo. Che sono, da parte nostra: una certa apertura ad altre culture, all'apprendimento di altre lingue, e forse una una certa consapevolezza del fatto che siamo piccoli. Anche perché il mondo lusofono, il mondo di lingua portoghese, è dominato dal Brasile. Quindi noi cresciamo con questo... con questa consapevolezza che non siamo il centro del nostro universo.

Davide: Mmm, ok.

Leo: Perché consumiamo film americani in inglese, cresciamo con esposizione ad altre... ad altre culture. Mentre che gli italiani hanno un po’ di meno questa... un italiano che nasce e cresce in Italia, a meno che cerchi di imparare altre lingue o che cerchi altre culture, può pensare che si può fare tutta la vita in Italia.

Davide: Sì, è vero. Perché poi è così, è oggettivamente così. Io conosco persone che fanno quella vita. Poi, io penso che sia più bello, insomma, avere... orizzonti un po' più ampi, però, puoi benissimo vivere in italiano, guardare tutti i film, serie tv doppiate in italiano, questa è un'altra differenza tra i nostri Paesi.

Leo: Esatto. Quindi, l'italiano medio è magari più italocentrico di quanto il portoghese... un portoghese medio lo sia per il suo Paese.

Davide: Sì. Sì, e forse questa è una necessità dei Paesi più piccoli, credo, no? Che tendono a guardare più al di fuori, oltre i propri confini, credo.

Leo: Esatto.

Davide: Perfetto. Quindi, parlando di cultura italiana, che tu conosci bene, hai frequentato tanto, soprattutto fuori dall'Italia, ma poi... insomma, sei venuto tante volte in Italia, ci siamo visti in Italia, quindi hai una grande familiarità con la cultura italiana. C'è qualcosa che vorresti prendere, rubare alla cultura italiana che voi non avete o che magari hai già preso e hai già fatto parte, reso parte della tua vita?

Leo: Allora, quello che voi avete che noi non abbiamo è la capacità di esportare e promuovere la propria cultura. Perché, anche se voi siete un Paese che ha tanto da offrire, magari per capita avete forse più da offrire che la maggior parte dei Paesi, diciamola così, è ancora più sproporzionato il quanto il mondo conosce l'Italia. Se tu apri un ristorante italiano in qualsiasi parte del mondo, avrà successo; tutti sanno che cos'è una pizza, tutti sanno che cos'è la pasta, capisci? Il portogallo, invece, ha tanto da offrire, anche a livello di cibo, di cultura, eccetera, eccetera, però siamo molto sconosciuti e non sappiamo venderci, tra virgolette.

Davide: Secondo te, sappiamo venderci meglio di voi?

Leo: E questo non è solo un saper vendersi, secondo me ha anche a vedere con... l'emigrazione di cui parlavamo prima. Io ho questa teoria, che le comunità italiane di emigranti rimangono più italiane nel posto dove vanno, e i portoghesi si mescolano di più nei Paesi dove vanno.

Davide: Io penso che anche gli italiani si mescolino abbastanza, generalmente, anche perché vedi che spesso poi, la lingua... che poi nel nostro caso non era nemmeno italiano, nella maggior parte dei casi, si perdeva dopo una generazione o due al massimo, no? Però forse c'è più un senso di orgoglio, di identità, che quello, forse... forse rimane un po' di più. Però non so, la situa... non conosco la situazione portoghese.

Leo: Sì, io non dico che non si mescolino gli italiani, dico che, per rapporto l'uno con l'altro, c'è forse più... esportazione di cultura italiana con gli emigranti che escono dall'Italia, se paragoni con, per esempio, i portoghesi.

Davide: C'è anche, in alcuni casi, secondo alcuni storici, costruzione proprio di cultura italiana fuori dall'Italia. Per esempio, adesso, ci sono storici che spiegano, che dicono... in maniera convincente, secondo me, che la cucina italiana si è formata molto all**'estero** ed è tornata in Italia. E c'è anche un fenomeno che si chiama... un fenomeno sociologico che si chiama pizza effect per cui (qua parliamo di cibo), un cibo diventa famoso non nel Paese con cui si associa ma all'estero, e poi torna nel paese originario. Anche il kebab è una cosa simile. E quindi sì, la cultura italiana è anche molto italo-americana, ma anche italo-brasiliana, italo-argentina. E questo gli italiani a volte non lo vogliono ammettere, ma...

Leo: Però è vero.

Davide: È un altro discorso, però è importante riconoscere l'importanza dell'emigrazione.

Leo: Ed è tutto, per quello che vorrei rubare.

Davide: La nostra capacità di venderci.

Leo: Anche i gesti.

Davide: Anche i gesti, ok.

Leo: Sì. Anche gesti perché io sono sempre stato uno che… ho sempre parlato molto con le mani, anche prima di aver imparato l'italiano e di aver creato il mio canale YouTube dove sono molto più espressivo. Già da bambino spesso...

Davide: Gesticolavi o no?

Leo: …tipo, facevo cadere... il mio bicchiere d’acqua!

Davide: Ah, gli oggetti. Urtavi gli oggetti per… perché muovi le mani troppo.

Leo: Esatto, perché li colpivo con le mani. Cioè era diventato un meme nella mia famiglia che io ogni pranzo facevo cadere il mio bicchiere perché...

Davide: Ti scaldavi. Beh in questo eri già italiano allora, prima ancora di diventarlo culturalmente.

Leo: Esatto, esatto. E quindi volevo rubare i gesti nel senso che… voi avete tanti gesti che significano cose. Specifici, precisi. E quindi sarebbe bello avere anche questo in portoghese.

Davide: Interessante. C'è qualcosa, invece, che non ti piace per niente?

Leo: Guarda, forse la caratteristica che non mi piace, sia negli italiani che nei portoghesi medi, diciamo, sarebbe questo aspettare che, tra virgolette, lo Stato o che, tra virgolette, i genitori o... altre persone vengono a risolvere i nostri problemi, e vogliamo solo la sicurezza di un lavoro fisso, una situazione tranquilla e quindi un aspettare che...

Davide: …Sì, che il mondo ti dia le cose al posto di costruire il tuo destino, per usare...

Leo: Se parliamo sempre della Spagna o della Francia, in Francia per esempio hanno molto la cultura del fare proteste se le cose non vanno bene. Noi portoghesi non siamo così, siamo molto più passivi. E anche gli italiani, secondo me.

Davide: Eccome. Eccome, sì. Sì, siamo passivi, siamo passivi e siamo... mi vengono in mente alcuni aggettivi. Siamo arrendevoli, cioè ci arrendiamo alle circostanze negative; e siamo, diciamo, poco intraprendenti e siamo... siamo passivi spesso. Questo anche nella politica, come dicevi, no? Abbiamo tanti problemi, penso sia il Portogallo che l'Italia, però siamo disfattisti, non so se lo conosci questo. Una persona disfattista è una persona sempre negativa che dice “eh ma cosa vuoi fare, non puoi cambiare le cose, non puoi avere un impatto…

Leo: Esatto.

Davide: …è inutile, è tutto inutile”. Questo è il disfattismo. E siamo molto disfattisti, credo, entrambi i popoli. Bene, passando alla prossima domanda, tu hai chiaramente un livello di italiano altissimo, stellare.

Leo: Grazie.

Davide: Abbiamo parlato anche su YouTube, in un vecchio video, su come l'hai raggiunto, però… qui voglio chiederti, in particolare, come ha influenzato il tuo rapporto con gli italiani, il fatto di sapere l'italiano così bene. Ovviamente... insomma, ci è voluto tempo, però sei arrivato a un livello molto alto.

Leo: Sì, allora io direi che, e questo lo noto sia nell'italiano che in altre lingue che parlo a questo livello, o ancora meglio, tipo l'inglese, lo spagnolo (sono le due altre lingue). Noto che, quando parli una lingua straniera a un livello in cui spesso ti prendono per madrelingua, spesso... pensano che tu sia madrelingua, che a volte mi succede in Italia, ci sono conseguenze, che sono le conseguenze di parlare con una persona del tuo Paese o parlare con uno straniero. Ci sono tante, come si dice, assumptions.

Davide: Sì, tante cose che dai per scontato… o per scontate.

Leo: Esatto, alle quali non devi neanche pensare quando stai parlando con uno del tuo Paese. Sai che lui o lei sa… ha le stesse... gli stessi riferimenti culturali, gli stessi... no? Cioè…

Davide: Certo.

Leo: …Se io stessi parl... se io ti dovessi spiegare qualcosa della politica del Portogallo, tu sei italiano, devo darti un sacco di...

Davide: Certo.

Leo: Di... di...

Davide: … di contesto. Però questo non può essere anche negativo, nel senso che, a volte, magari, gli italiani pensano che sei più italiano a livello culturale di quanto lo sei e... danno per scontate cose che non conosci, magari.

Leo: Sì, certo. Io non ho detto che fosse positivo, solo che è un… una gran...

Davide: È un'influenza.

Leo: …Influenza, perché è essere trattato come se io fossi uno del posto. Poi, quando finalmente… questa è una cosa che io cerco di rivelare appena posso. Quando, finalmente, gli italiani che mi conoscono per la prima volta... si rendono conto, gli dico che non sono italiano, lì c'è un rispetto e un'ammirazione per il fatto che io abbia imparato la lingua così bene. Che è anche più positivo di prima, quando pensavano che io fossi italiano.

Davide: Sì, e poi c'è anche questa cosa... tu ovviamente parli italiano benissimo e pochi arrivano al tuo livello, quindi non lo dico per togliere alcunché al tuo livello. Però gli italiani tendono anche a pensare che l'italiano sia una lingua impossibile da imparare. C'è questa idea che l'italiano è difficilissimo quando, insomma, se sei spagnolo o portoghese è una delle lingue più facili in assoluto da imparare.

Leo: Esatto.

Davide: Detto questo, parlarlo a questo livello è comunque difficile. Però ecco, c'è questo stereotipo che abbiamo, non so se tutti i popoli ce l'hanno.

Leo: Io aggiungerei un'altra cosa dell'italiano che... forse, sicuramente, esiste in altre lingue. Ma almeno paragonando l'italiano con il portoghese del Portogallo, è che noi siamo un Paese piccolo e, diciamo, con una varietà di accenti più bassa. Mentre che l'italiano, essendo una lingua recente in cui tante persone, soprattutto più anziani, magari non i giovani, però… la parlano con influenza delle loro… dei loro dialetti locali, è una lingua con talmente tanta variabilità di accenti e di pronuncia, di… si, di pronuncia, che è più facile…

Davide: Soprattutto.

Leo: …soprattutto, che se la parli già a un certo livello, è più facile farsi passare per italiano, perché qualsiasi italiano che tu conosca, partirà dal principio che sei italiano, ma da un'altra parte dell'Italia.

Davide: Mh. E quindi dicono magari “sento un accento strano, ma magari… che ne so è l'accento di un posto che non ho mai sentito”, tipo tipo l'Abruzzo, le Marche, il Molise.

Leo: Esatto. Esatto, quelli del Sud pensano che sono del Nord, quelli del Nord pensano che sono del Sud-centro, quelli del centro... cioè, ho un accento un po' più centrale, tra virgolette, però ho un accento abbastanza neutro, che fa sì che gli italiani pensino che io... sono italiano ma da un'altra parte, che non la mia.

Davide: Sì, è realistico, diciamo.

Leo: Esatto.

Davide: Hai un'esperienza divertente o imbarazzante legata all'Italia, agli italiani? Immagino di sì, però… scegline una.

Leo: Allora sì, però richiede... devo dare un po' di contesto, e questo lo sai anche tu. Cioè lo sai se comincio a dirlo. Io con...

Davide: Ok.

Leo: Allora… ed è anche legato alla lingua. Con un mio amico romano, che si chiama Matteo, che tu conosci, il grande Matteo Libertini.

Davide: Che salutiamo, se ci stesse ascoltando. Sicuramente…

Leo: Salutiamo, semmai… sicuramente non ci ascolterà, però! Però, lui è stata una delle persone con cui ho più parlato l'italiano nella mia vita. E c'era un periodo in cui, praticamente, eravamo insieme tutti i giorni, a Lisbona. E quindi, diciamo, che io non sono madrelingua, quindi tutto l'italiano che ho parlato nella mia vita è stato tra, diciamo, il 2015 e adesso. E quindi, nel 2017, quando lui abitava a Lisbona eravamo insieme, 17-18, fino a lì avevo... tre anni di italiano che, se tu li condensi, i momenti in cui veramente ho parlato italiano, sarebbero stati tipo… quattro mesi di vivere come un madrelingua a parlare tutti i giorni, no? Se condensi tutto. E quindi, se sommiamo, cioè se facciamo la percentuale di di tutto l'italiano che ho parlato nella mia vita fino a quel punto, 2018, diciamo che un quarto lo avrei parlato con lui. Quindi un'influenza importante. Il problema è che, a un certo punto, abbiamo cominciato a parlare in un modo strano per far ridere, con un accento stranissimo, mezzo inglese, che non farò in questo podcast, che però tu conosci bene perché l'abbiamo già fatto nella tua presenza.

Davide: C’è un po' un inside joke tra di voi…

Leo: Questo è un inside joke.

Davide: Che non so com'è nato, ma che è molto strano per chi non... vi conosce, lo dico per esperienza.

Leo: Esatto. Però devi tenere in considerazione che, per me, quel parlato strano, a un certo punto, corrispondeva al 20% di tutto l'italiano che io avevo parlato. Quindi era molto facile cadere in quel modo di parlare anche con altre persone, altri italiani che non erano nella inside joke e che quindi...cioè sembrava…

Davide: Rimanevano un po'...

Leo: Rimanevano stupiti da questa persona strana che parla in maniera... che parla come un imbecille. Quindi questa è… cioè, questa è la storia, bisogna un po' di contesto.

Davide: Ho notato che a volte ti viene fuori con persone che, insomma, non sanno cosa stai facendo e probabilmente non capiscono niente.

Leo: Esatto, e non lo faccio apposta, è quello il problema!

Davide: La colpa è di Matteo.

Leo: La colpa è di Matteo. Dunque...

Davide: E per concludere, un segreto per arrivare al tuo livello di italiano. Insomma, potresti dire molte cose, ma una cosa che consigli. A chi ha un livello principiante, quindi capisce un po' di italiano e vuole... Arrivare al tuo livello o, insomma, comunque, a un livello buono.

Leo: Allora, dalla nostra conversazione oggi si sarà capito che amo l'Italia e la sua cultura e il popolo italiano, e ho tanti amici italiani, compreso te, e c'è stato un periodo nella mia vita in cui passavo tanto tempo con italiani quindi... si sarà capito che avevo già la motivazione, quasi, chiamiamola ossessione, e relazioni con altre persone nella lingua, quindi non devo dire nessuno di questi segreti, che sono cose molto importanti. Quello che sì, ti posso dire, è che è possibile avere tutte queste opportunità per imparare la lingua: amici, momenti in cui parli con persone, con madrelingua, e anche questa stessa, diciamo, motivazione che ho io. È possibile avere tutto questo e comunque non fare tanti progressi. E io una cosa che ho, sia per l'italiano che per altre lingue, che però è molto precisa e ti posso dire, mi viene molto naturalmente ma, secondo me, si può anche sviluppare, è che io cerco costantemente di analizzare il modo come mi parlano o uno… come, qualcuno che parla la lingua che sto imparando, la parla. Sia persone nella vita reale che quando guardo tv, tipo quando guardo film, quando guardo video, ascolto podcast. Quindi, oltre a provare a capire quello che mi dicono, analizzo anche la forma come hanno costruito la frase, le parole che hanno usato, e mi faccio la domanda: “se io dovessi dire quella stessa cosa, sarei riuscito a costruire quella frase in quel modo? O avrei, magari, costruito una frase che si può capire, che però non segue la struttura naturale dell'italiano?”

Davide: Sì, che non è idiomatica.

Leo: Che non è idiomatica, che non è...

Davide: Che non è naturale.

Leo: O che, anche se grammaticalmente è accettabile in italiano, non è il modo più naturale in cui un italiano dice quella frase, per esempio, o parola, o quello che sia. Quindi questo è il consiglio.

Davide: Mi piace, è molto specifico, è una cosa che faccio anch'io e che fanno, credo, molti o tutti i poliglotti. Il grande Steve Kaufman la chiama the ability to notice, è un po' quello, l'abilità di accorgersi di come è espresso un concetto. Non solo di capirlo, ma… insomma… accorgersi dei dettagli. Bene, grazie Leo.

Leo: Grazie a te.

Davide: Abbiamo fatto tante cose, insomma, tanti contenuti in passato, quindi chi fosse curioso, può trovare cercando su YouTube o… su YouTube, in realtà, solo su YouTube, credo è la prima volta qui sul mio... su uno dei miei due podcast. E, ovviamente, se stai imparando il portoghese cerca Portuguese with Leo. La migliore risorsa per il portoghese europeo.

Leo: Grazie.

Davide: E forse anche in generale…

Leo: Grazie.

Davide: … mi sbilancio.

Leo: Grazie mille Davide. È stato un piacere come sempre, e… alla prossima.

Davide: Alla prossima. Ciao.

Leo: Ciao.

Spero che ti sia piaciuto l’episodio. Grazie dell’ascolto! Se non l’hai ancora fatto e vuoi leggere la trascrizione gratuitamente, magari per andare a controllare una parola o un’espressione che non conoscevi, e ti consiglio di farlo perché è molto utile, puoi farlo seguendo il link nelle note di questo episodio. Un saluto!

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