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Gli opposti si attraggono (storia)

Principiante
#
57

February 13, 2025

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Note e risorse

In questa storia romantica per San Valentino, seguiamo le vicende di due giovani musicisti: Beatrice, pianista classica italiana, e William, trombettista jazz inglese.

Scopri La Storia di Italo, il mio corso per raggiungere il livello intermedio.

Trascrizione

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Benvenuto o benvenuta. Questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi. Oggi torniamo alle nostre storie, con una storia a tema San Valentino. Prima di iniziare, ti ricordo che la trascrizione con il glossario si trova sul mio sito, podcastitaliano.com, ti lascio il link nelle note dell’episodio. La trascrizione è gratuita ed è molto utile quindi vai a dare un’occhiata se ne hai bisogno, se ti serve. Incominciamo!

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Trascrizione interattiva dell'episodio

L’aria di febbraio è frizzante e il tramonto dipinge Roma di sfumature rosa e arancioni. Il sole illumina un bellissimo palazzo rinascimentale: ha il tetto rosso, i muri di pietra, grandi finestre ed eleganti balconi di marmo. Questo palazzo è grandissimo e ha circa dieci piani. Di fronte c’è un altro palazzo, più piccolo ma ugualmente affascinante: è più modesto e semplice, con muri di mattoni e finestre piccole. Questi due palazzi sono molto diversi, eppure si trovano sulla stessa strada.

Questa via è molto trafficata: le persone passeggiano mentre guardano le vetrine dei negozi alla ricerca del regalo di San Valentino perfetto per il proprio partner. Oggi, infatti, è 12 febbraio, e fra due giorni sarà San Valentino.

Il sole è tramontato, e la luna splende nel cielo. All’improvviso, nel buio della sera, in un appartamento al terzo piano del palazzo più piccolo, si accende una luce. Una ragazza guarda fuori dalla finestra, col viso illuminato e lo sguardo perso. Poi si gira, fa qualche passo e si siede al pianoforte. Inizia a suonare.

Beatrice è una giovane ragazza di 25 anni, suona il pianoforte e studia al conservatorio. È una persona tranquilla, silenziosa e molto dolce. Ama leggere, cucinare ed è vegetariana. Ama l’Opera e la musica classica: spesso suona il “Notturno” di Chopin o il “Chiaro di Luna” di Debussy. Quando suona il pianoforte si sente meglio; suonare è per lei uno sfogo, un modo per esprimere le sue emozioni.

Quando Beatrice inizia a suonare, si accende una luce anche nel palazzo davanti, quello più grande ed elegante. La luce si accende all’ottavo piano, dove William, un giovane di 28 anni, sta guardando fuori dalla finestra. William ha i capelli scuri, gli occhi azzurri e un sorriso simpatico. È inglese, di Londra per la precisione, ma studia in un conservatorio di Roma e parla italiano perfettamente. William non è come Beatrice, anzi: è tutto l’opposto. Mangia la carne, non gli piace leggere, odia cucinare e quando può mangia fuori. Non ascolta la musica classica né l’Opera, ma ama il jazz: ha una grande passione per il ritmo e per l’improvvisazione. Ama questo genere musicale perché lo fa sentire libero, perché non segue schemi rigidi.

Eppure, ogni sera, quando Beatrice suona il pianoforte, William la ascolta con attenzione, quasi con rispetto. E non si limita a quello: William inizia a fantasticare. Chiude gli occhi e inizia ad immaginare Beatrice. Immagina le sue dita che si muovono, leggere, sui tasti del pianoforte. Immagina il suo viso concentrato, mentre legge le note sullo spartito. Ma poi sorride, scuote la testa e prende la sua tromba: non può resistere; deve rispondere a Beatrice con un po’ della sua musica.

Il suono caldo della tromba attraversa la strada, scendendo dall’ottavo piano, dove abita William, al terzo piano dell’altro palazzo, dove abita Beatrice. Beatrice si ferma per un istante, poi sorride: attraverso la musica, ogni sera, lei entra nel mondo di William e William nel suo.

Chissà chi è. Chissà come si chiama…”

Questa sera, più del solito, Beatrice è incuriosita da William. Lo vede dalla finestra: è rilassato, appoggiato al davanzale con la tromba in mano, gli occhi socchiusi mentre suona qualche nota distratta. Senza pensarci troppo, Beatrice fa una cosa che non ha mai fatto: apre la finestra. L’aria è fredda, ma a lei non importa. Il rumore della città entra nella stanza. William, sorpreso, sorride, e apre anche lui la finestra. Si guardano, si sorridono, ma nessuno dei due parla. Poi, all’improvviso, William si sistema la giacca e, con fare teatrale, inizia a suonare la tromba. Suona un pezzo vivace, ritmico, frizzante. Beatrice ride, scuote la testa e si siede al piano: anche lei inizia a suonare.

È un botta e risposta: lui suona una melodia, lei risponde con una variazione. Lui suona veloce, lei lentamente. Lui suona lentamente, lei veloce. Sembra una sfida, ma è anche una conversazione, un modo di parlarsi… senza parole. La musica riempie la strada, trasformandola in un piccolo teatro sotto la luna piena. Quando finiscono di suonare, Beatrice lo guarda e sorride, battendo le mani come si fa alla fine di un concerto. William la guarda e fa un inchino, con un gesto esagerato e teatrale. Beatrice diventa rossa.

Quella notte, nessuno dei due riesce a dormire. William passa la notte in bianco, a guardare la finestra di Beatrice. Beatrice, intanto, è a letto e sta fissando il soffitto.

Abitiamo nella stessa via da un anno. Suoniamo alla stessa ora quasi ogni sera. Praticamente suoniamo insieme. Eppure non ci siamo mai incontrati. Forse un giorno…” pensa Beatrice, che si addormenta prima di concludere la frase.

Passano i giorni e l’aria di febbraio si fa più dolce: San Valentino arriva in un lampo. La città si riempie di coppie che si scambiano baci, fiori, cioccolatini, e promesse d’amore. Intanto Beatrice esce dal conservatorio con gli spartiti sotto il braccio. Non vede l’ora di arrivare a casa, sedersi al pianoforte e suonare… con William.

Mentre cammina verso il cancello del conservatorio, sente una melodia familiare: una tromba che suona il jazz. Uno stile che ormai conosce bene. Si ferma di colpo e si guarda intorno. Il cuore le batte forte. E poi… lo vede.

William è lì, appoggiato a un lampione, con la tromba tra le mani e lo sguardo nostalgico. Beatrice rimane immobile per un attimo: è bellissimo. Lui alza un sopracciglio, poi, senza smettere di sorridere, le fa un piccolo inchino.

Finalmente ci incontriamo.”

Beatrice ride nervosamente: “Finalmente!”

Ti va di fare due passi? Così parliamo… a voce, stavolta, senza strumenti.”

Beatrice esita per un istante, poi accetta: “Certo.”

I due entrano in un piccolo bar in centro. Le luci sono soffuse, proprio come quelle delle loro stanze. Il profumo di caffè e dolci appena sfornati riempie l’aria. Si siedono a un tavolino e, finalmente, incominciano a parlare. Purtroppo, però, la magia del primo incontrodura poco.

Cosa prendi?

Prendo un tè col limone e lo zucchero. E tu?”

“Un caffè nero. Senza zucchero.”

“Ti piacciono i sapori forti!”

“Sì… allora… anche tu studi al conservatorio, vero?” chiede lui.

“Sì. Amo la musica classica.” risponde lei.

William alza le sopracciglia: “La musica classica, eh? Che noia. Io preferisco il jazz. Mi piace il ritmo, l’improvvisazione, l’imprevedibilità…”

Beatrice lo interrompe: “A me, invece, piace la prevedibilità. La disciplina, la precisione…”

William beve un sorso di caffè bollente: “E… che altro ti piace?”

Mi piace leggere! Amo la letteratura italiana! Dante, Boccaccio, Petrarca…”

William ride: “Non li conosco! Io sono inglese, al massimo ho letto Shakespeare, una volta, a scuola. Comunque leggere non fa per me. Non mi piace stare fermo. Io preferisco scrivere e vivere le storie, non leggerle...”

Beatrice è perplessa. Lei passa ore ed ore a leggere, ogni volta immersa in un romanzo diverso. E ora si trova davanti a qualcuno che non ha mai letto Dante, né Petrarca. Allora nasconde la delusione con una battuta: “Dai, almeno sul cibo saremo simili! Cosa ti piace mangiare?”

La carne! Sono praticamente carnivoro. Non mi piacciono molto i dolci, anche se i dolci italiani non sono niente male!”

Beatrice sente il battito accelerare.

Io sono vegetariana,” risponde, “e sono molto golosa. Potrei mangiare solo dolci per tutta la vita. Eheh…”.

Insomma, questo primo incontro non sta andando proprio bene. Tutto sembra dividerli: il cibo, la lettura, la cultura, e persino la musica. Lui è inglese, lei italiana. Lui odia leggere, lei ama la letteratura. Lui mangia carne, lei verdure. Lui suona il jazz, lei la musica classica.

William e Beatrice si guardano per un lungo istante. Entrambi sono confusi, un po’ delusi. Avevano sognato questo incontro per tanto tempo, e ora… ora si rendono conto di non avere nulla in comune.

Questo appuntamento non sta andando proprio bene!

Ah, è un appuntamento?” dice William sorridendo.

Beh… senti, forse è stata un’idea stupida.” dice Beatrice, abbassando lo sguardo.

William rimane in silenzio per un momento. Poi sorride, e le dice: “O forse ci stiamo concentrando sulle cose sbagliate…

Lei lo guarda, confusa.

“Allora, facciamo così,” continua lui. “Torniamo a casa. Apriamo le finestre… e suoniamo. Insieme. Come facciamo sempre.”

Beatrice lo guarda, poi sorride e accetta. I due tornano a casa, ognuno nel proprio appartamento. Accendono le luci e spalancano le finestre. Beatrice inizia a suonare un pezzo classico, lento e malinconico. William ascolta, poi porta la tromba alle labbra e aggiunge qualche nota jazz. Si guardano, si sorridono. Si sfidano, si cercano, si rincorrono.

Appena finiscono di suonare, William le grida dalla finestra: “Hai fame?”

Beatrice ride. “Perché, vuoi invitarmi a cena?”

C’è un ristorante vegetariano vicino casa. Possiamo andarci insieme!

Lei si appoggia al davanzale. “E poi?”

Un locale di jazz.”

Beatrice esita.

Dai, dammi un’altra possibilità!

Beatrice sorride e accetta. I due vanno al ristorante e assaggiano tanti piatti vegetariani nuovi. William resta stupito da quanto è buona la cucina vegetariana. Poi parlano per ore e scoprono di essere in sintonia su molte cose. Infine entrano in un locale dove un gruppo suona musica jazz dal vivo e ballano, ridono e si divertono.

In quel momento, entrambi capiscono.

Capiscono che in amore bisogna scendere a compromessi. Che le differenze non devono per forza dividere le persone. Il jazz, con un po’ di musica classica, diventa più dolce. La musica classica, con un po’ di jazz, diventa più energica. E così è anche l’amore. Gli opposti, infatti, non solo si attraggono, ma si arricchiscono a vicenda e si completano.

Spero che questa storia ti sia piaciuta. Ti ricordo che puoi trovare la trascrizione con il glossario sul mio sito. Il link è nelle note dell’episodio. E se ti interessa imparare con un corso che ti aiuta a raggiungere il livello intermedio, e narra, racconta la storia di un ragazzo americano che scopre le sue origini italiane, beh ti piacerà molto La Storia di Italo, il mio corso per chi sa un po’ di italiano proprio come te, probabilmente. Puoi scoprirlo sul mio sito. Detto questo, buon San Valentino e alla prossima. Ciao!

Benvenuto o benvenuta. Questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi. Oggi torniamo alle nostre storie, con una storia a tema San Valentino. Prima di iniziare, ti ricordo che la trascrizione con il glossario si trova sul mio sito, podcastitaliano.com, ti lascio il link nelle note dell’episodio. La trascrizione è gratuita ed è molto utile quindi vai a dare un’occhiata se ne hai bisogno, se ti serve. Incominciamo!

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Trascrizione interattiva dell'episodio

L’aria di febbraio è frizzante e il tramonto dipinge Roma di sfumature rosa e arancioni. Il sole illumina un bellissimo palazzo rinascimentale: ha il tetto rosso, i muri di pietra, grandi finestre ed eleganti balconi di marmo. Questo palazzo è grandissimo e ha circa dieci piani. Di fronte c’è un altro palazzo, più piccolo ma ugualmente affascinante: è più modesto e semplice, con muri di mattoni e finestre piccole. Questi due palazzi sono molto diversi, eppure si trovano sulla stessa strada.

Questa via è molto trafficata: le persone passeggiano mentre guardano le vetrine dei negozi alla ricerca del regalo di San Valentino perfetto per il proprio partner. Oggi, infatti, è 12 febbraio, e fra due giorni sarà San Valentino.

Il sole è tramontato, e la luna splende nel cielo. All’improvviso, nel buio della sera, in un appartamento al terzo piano del palazzo più piccolo, si accende una luce. Una ragazza guarda fuori dalla finestra, col viso illuminato e lo sguardo perso. Poi si gira, fa qualche passo e si siede al pianoforte. Inizia a suonare.

Beatrice è una giovane ragazza di 25 anni, suona il pianoforte e studia al conservatorio. È una persona tranquilla, silenziosa e molto dolce. Ama leggere, cucinare ed è vegetariana. Ama l’Opera e la musica classica: spesso suona il “Notturno” di Chopin o il “Chiaro di Luna” di Debussy. Quando suona il pianoforte si sente meglio; suonare è per lei uno sfogo, un modo per esprimere le sue emozioni.

Quando Beatrice inizia a suonare, si accende una luce anche nel palazzo davanti, quello più grande ed elegante. La luce si accende all’ottavo piano, dove William, un giovane di 28 anni, sta guardando fuori dalla finestra. William ha i capelli scuri, gli occhi azzurri e un sorriso simpatico. È inglese, di Londra per la precisione, ma studia in un conservatorio di Roma e parla italiano perfettamente. William non è come Beatrice, anzi: è tutto l’opposto. Mangia la carne, non gli piace leggere, odia cucinare e quando può mangia fuori. Non ascolta la musica classica né l’Opera, ma ama il jazz: ha una grande passione per il ritmo e per l’improvvisazione. Ama questo genere musicale perché lo fa sentire libero, perché non segue schemi rigidi.

Eppure, ogni sera, quando Beatrice suona il pianoforte, William la ascolta con attenzione, quasi con rispetto. E non si limita a quello: William inizia a fantasticare. Chiude gli occhi e inizia ad immaginare Beatrice. Immagina le sue dita che si muovono, leggere, sui tasti del pianoforte. Immagina il suo viso concentrato, mentre legge le note sullo spartito. Ma poi sorride, scuote la testa e prende la sua tromba: non può resistere; deve rispondere a Beatrice con un po’ della sua musica.

Il suono caldo della tromba attraversa la strada, scendendo dall’ottavo piano, dove abita William, al terzo piano dell’altro palazzo, dove abita Beatrice. Beatrice si ferma per un istante, poi sorride: attraverso la musica, ogni sera, lei entra nel mondo di William e William nel suo.

Chissà chi è. Chissà come si chiama…”

Questa sera, più del solito, Beatrice è incuriosita da William. Lo vede dalla finestra: è rilassato, appoggiato al davanzale con la tromba in mano, gli occhi socchiusi mentre suona qualche nota distratta. Senza pensarci troppo, Beatrice fa una cosa che non ha mai fatto: apre la finestra. L’aria è fredda, ma a lei non importa. Il rumore della città entra nella stanza. William, sorpreso, sorride, e apre anche lui la finestra. Si guardano, si sorridono, ma nessuno dei due parla. Poi, all’improvviso, William si sistema la giacca e, con fare teatrale, inizia a suonare la tromba. Suona un pezzo vivace, ritmico, frizzante. Beatrice ride, scuote la testa e si siede al piano: anche lei inizia a suonare.

È un botta e risposta: lui suona una melodia, lei risponde con una variazione. Lui suona veloce, lei lentamente. Lui suona lentamente, lei veloce. Sembra una sfida, ma è anche una conversazione, un modo di parlarsi… senza parole. La musica riempie la strada, trasformandola in un piccolo teatro sotto la luna piena. Quando finiscono di suonare, Beatrice lo guarda e sorride, battendo le mani come si fa alla fine di un concerto. William la guarda e fa un inchino, con un gesto esagerato e teatrale. Beatrice diventa rossa.

Quella notte, nessuno dei due riesce a dormire. William passa la notte in bianco, a guardare la finestra di Beatrice. Beatrice, intanto, è a letto e sta fissando il soffitto.

Abitiamo nella stessa via da un anno. Suoniamo alla stessa ora quasi ogni sera. Praticamente suoniamo insieme. Eppure non ci siamo mai incontrati. Forse un giorno…” pensa Beatrice, che si addormenta prima di concludere la frase.

Passano i giorni e l’aria di febbraio si fa più dolce: San Valentino arriva in un lampo. La città si riempie di coppie che si scambiano baci, fiori, cioccolatini, e promesse d’amore. Intanto Beatrice esce dal conservatorio con gli spartiti sotto il braccio. Non vede l’ora di arrivare a casa, sedersi al pianoforte e suonare… con William.

Mentre cammina verso il cancello del conservatorio, sente una melodia familiare: una tromba che suona il jazz. Uno stile che ormai conosce bene. Si ferma di colpo e si guarda intorno. Il cuore le batte forte. E poi… lo vede.

William è lì, appoggiato a un lampione, con la tromba tra le mani e lo sguardo nostalgico. Beatrice rimane immobile per un attimo: è bellissimo. Lui alza un sopracciglio, poi, senza smettere di sorridere, le fa un piccolo inchino.

Finalmente ci incontriamo.”

Beatrice ride nervosamente: “Finalmente!”

Ti va di fare due passi? Così parliamo… a voce, stavolta, senza strumenti.”

Beatrice esita per un istante, poi accetta: “Certo.”

I due entrano in un piccolo bar in centro. Le luci sono soffuse, proprio come quelle delle loro stanze. Il profumo di caffè e dolci appena sfornati riempie l’aria. Si siedono a un tavolino e, finalmente, incominciano a parlare. Purtroppo, però, la magia del primo incontrodura poco.

Cosa prendi?

Prendo un tè col limone e lo zucchero. E tu?”

“Un caffè nero. Senza zucchero.”

“Ti piacciono i sapori forti!”

“Sì… allora… anche tu studi al conservatorio, vero?” chiede lui.

“Sì. Amo la musica classica.” risponde lei.

William alza le sopracciglia: “La musica classica, eh? Che noia. Io preferisco il jazz. Mi piace il ritmo, l’improvvisazione, l’imprevedibilità…”

Beatrice lo interrompe: “A me, invece, piace la prevedibilità. La disciplina, la precisione…”

William beve un sorso di caffè bollente: “E… che altro ti piace?”

Mi piace leggere! Amo la letteratura italiana! Dante, Boccaccio, Petrarca…”

William ride: “Non li conosco! Io sono inglese, al massimo ho letto Shakespeare, una volta, a scuola. Comunque leggere non fa per me. Non mi piace stare fermo. Io preferisco scrivere e vivere le storie, non leggerle...”

Beatrice è perplessa. Lei passa ore ed ore a leggere, ogni volta immersa in un romanzo diverso. E ora si trova davanti a qualcuno che non ha mai letto Dante, né Petrarca. Allora nasconde la delusione con una battuta: “Dai, almeno sul cibo saremo simili! Cosa ti piace mangiare?”

La carne! Sono praticamente carnivoro. Non mi piacciono molto i dolci, anche se i dolci italiani non sono niente male!”

Beatrice sente il battito accelerare.

Io sono vegetariana,” risponde, “e sono molto golosa. Potrei mangiare solo dolci per tutta la vita. Eheh…”.

Insomma, questo primo incontro non sta andando proprio bene. Tutto sembra dividerli: il cibo, la lettura, la cultura, e persino la musica. Lui è inglese, lei italiana. Lui odia leggere, lei ama la letteratura. Lui mangia carne, lei verdure. Lui suona il jazz, lei la musica classica.

William e Beatrice si guardano per un lungo istante. Entrambi sono confusi, un po’ delusi. Avevano sognato questo incontro per tanto tempo, e ora… ora si rendono conto di non avere nulla in comune.

Questo appuntamento non sta andando proprio bene!

Ah, è un appuntamento?” dice William sorridendo.

Beh… senti, forse è stata un’idea stupida.” dice Beatrice, abbassando lo sguardo.

William rimane in silenzio per un momento. Poi sorride, e le dice: “O forse ci stiamo concentrando sulle cose sbagliate…

Lei lo guarda, confusa.

“Allora, facciamo così,” continua lui. “Torniamo a casa. Apriamo le finestre… e suoniamo. Insieme. Come facciamo sempre.”

Beatrice lo guarda, poi sorride e accetta. I due tornano a casa, ognuno nel proprio appartamento. Accendono le luci e spalancano le finestre. Beatrice inizia a suonare un pezzo classico, lento e malinconico. William ascolta, poi porta la tromba alle labbra e aggiunge qualche nota jazz. Si guardano, si sorridono. Si sfidano, si cercano, si rincorrono.

Appena finiscono di suonare, William le grida dalla finestra: “Hai fame?”

Beatrice ride. “Perché, vuoi invitarmi a cena?”

C’è un ristorante vegetariano vicino casa. Possiamo andarci insieme!

Lei si appoggia al davanzale. “E poi?”

Un locale di jazz.”

Beatrice esita.

Dai, dammi un’altra possibilità!

Beatrice sorride e accetta. I due vanno al ristorante e assaggiano tanti piatti vegetariani nuovi. William resta stupito da quanto è buona la cucina vegetariana. Poi parlano per ore e scoprono di essere in sintonia su molte cose. Infine entrano in un locale dove un gruppo suona musica jazz dal vivo e ballano, ridono e si divertono.

In quel momento, entrambi capiscono.

Capiscono che in amore bisogna scendere a compromessi. Che le differenze non devono per forza dividere le persone. Il jazz, con un po’ di musica classica, diventa più dolce. La musica classica, con un po’ di jazz, diventa più energica. E così è anche l’amore. Gli opposti, infatti, non solo si attraggono, ma si arricchiscono a vicenda e si completano.

Spero che questa storia ti sia piaciuta. Ti ricordo che puoi trovare la trascrizione con il glossario sul mio sito. Il link è nelle note dell’episodio. E se ti interessa imparare con un corso che ti aiuta a raggiungere il livello intermedio, e narra, racconta la storia di un ragazzo americano che scopre le sue origini italiane, beh ti piacerà molto La Storia di Italo, il mio corso per chi sa un po’ di italiano proprio come te, probabilmente. Puoi scoprirlo sul mio sito. Detto questo, buon San Valentino e alla prossima. Ciao!

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