La magia del Natale
Note e risorse
La storia di un uomo d'affari che riscopre la magia del Natale grazie a un incontro magico.
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Trascrizione
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Questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po' di italiano e vuole migliorare, vuole fare i progressi. Il Natale si sta avvicinando, il che significa storia di Natale. Abbiamo scritto una storia che oggi ti proponiamo e che leggerà la nostra Irene. Prima di iniziare con la storia però ti ricordo che trovi la trascrizione con il glossario molto dettagliato, con tante spiegazioni, è molto molto utile, di questo episodio su podcastitaliano.com, il nostro sito. Trovi il link diretto nelle note di questo episodio. Penso che la trascrizione sia molto molto interessante, molto utile, quindi dai un'occhiata. E ora sentiamo l'episodio.
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Trascrizione interattiva dell'episodio
È il pomeriggio del 23 dicembre, il giorno prima della vigilia di Natale. Emanuele si sveglia e guarda l’orologio: sono le sei e mezza di pomeriggio. Si alza, va in bagno e, mentre si lava i denti, si guarda allo specchio. Il suo riflesso mostra un uomo di mezza età stanco, con le occhiaie, triste e disilluso.
“Ho dormito tutto il giorno. Ero proprio stanco…”
Emanuele è un uomo d’affari ricco, che nella vita ha tutto: una famiglia, una bella casa, una grande macchina, fama e successo. Allo stesso tempo, però, non riesce ad essere felice. Dicono che quando si ha tutto, è difficile riuscire a capire il valore delle cose e che il denaro non può comprare la felicità. Ed è così che si sente Emanuele, visto che, anche se può avere tutto quello che vuole, nulla gli dà gioia. Neanche il Natale.
Emanuele paga l’hotel in cui ha dormito e inizia a camminare in direzione della stazione. Deve prendere il treno per tornare a casa, dalla sua famiglia, per Natale. È una giornata freddissima, e inizia a nevicare. Emanuele infila le mani nelle tasche del cappotto, e pensa: “Non ci credo, ho dormito tutto il giorno. Forse lavoro troppo… o forse è l’inverno che mi fa venire sonno. Odio l’inverno, odio il freddo, odio la neve e odio il Natale”. Per lui il Natale è una perdita di tempo e di denaro.
Emanuele continua a camminare verso la stazione, senza accorgersi che il paesaggio, intorno a lui, si è trasformato. La neve ha ricoperto, lentamente, l’intera città. Le strade brillano di luci dorate.
“Queste luci sono solo uno spreco di soldi e di elettricità” pensa Emanuele.
I fiocchi di neve cadono dolcemente, coprendo i tetti e gli alberi.
“Deve essere uno spreco di tempo spazzare via tutta quella neve” pensa Emanuele.
Intanto i bambini fanno i pupazzi di neve e le vetrine dei negozi risplendono di decorazioni scintillanti. Gli innamorati passeggiano, mano nella mano, bevendo vin brulé, e i cori cantano splendide canzoni natalizie. L’aria fredda si riscalda, col profumo di caldarroste e di cannella che viene dalle pasticcerie della città, e le famiglie, incantate dalla magia del Natale, si fermano a scattare foto sotto un grande albero illuminato nella piazza principale.
“Ma tutta questa gente non ha niente da fare? Dovrebbero andare a lavorare invece di perdere tempo con questa sciocchezza del Natale!”
Emanuele cammina tra la gente, osservando le persone felici e sorridenti, senza capire perché sono tanto contente. “Ma perché sono tutti così felici di prendere freddo e spendere soldi in regali inutili?” si chiede, infastidito.
Finalmente arriva in stazione. Mentre osserva i tabelloni delle partenze, si rende conto che si è dimenticato di comprare qualcosa per sua figlia. Non vede la sua famiglia da due settimane, e sicuramente la bambina si aspetta di ricevere qualcosa per Natale.
“Ah! Odio il Natale. Ok, devo solo comprare un regalo. Quanto può essere difficile? Sono ricco, posso comprare qualsiasi cosa.”
Emanuele entra di corsa in un negozio a caso e inizia ad osservare gli scaffali pieni di giocattoli. “Quante cose inutili” pensa. Alla fine sceglie una cosa a caso: una sciarpa.
“Questa sciarpa è per la sua bambina?” chiede il proprietario del negozio, un uomo robusto dalla lunga e folta barba bianca.
“Sì” risponde Emanuele.
“Sarà molto felice di ricevere… una sciarpa… a Natale…” dice ironicamente il negoziante.
“Ahah. Che simpatico. Dai, Babbo Natale, muoviti, che vado di fretta. Fammi pagare” risponde Emanuele.
“Va bene, non c’è bisogno di arrabbiarsi. Dicevo solo che, magari, sua figlia preferirebbe un gioco ad una sciarpa…comunque… ecco lo scontrino. Buon Natale!”
Emanuele non risponde. Si limita a pagare. Dopo aver pagato esce dal negozio, senza salutare, e inizia a camminare verso il treno. All’improvviso, però, sente qualcosa che… lo colpisce. Come un pugno allo stomaco. Si rende conto che non sa cosa desidera sua figlia per Natale. È stato così impegnato a lavorare tutto l’anno che non ha mai pensato di chiederglielo.
“Cosa vorrebbe trovare sotto l’albero la piccola Lucrezia?”
Emanuele si sente improvvisamente un uomo piccolo. E questa sensazione, di sentirsi piccolo, inizia a diventare realtà. E diventa piccolo, piccolo, e ancora più piccolo. La busta con il regalo diventa, all’improvviso, troppo pesante per lui. E mentre lui continua a diventare sempre più piccolo, le persone non lo vedono più, e quasi lo calpestano. Il rumore delle scarpe della gente diventa come un martello: assordante. Così come i suoi sensi di colpa.
“Aiuto! Aiuto!” urla, ma nessuno lo sente. Emanuele ha paura e, prima di essere schiacciato, riesce a rientrare nel negozio di giocattoli portando con sé, o meglio “trascinando”, la busta con dentro la sciarpa. Emanuele è disorientato, non capisce che succede e, per prendere tempo, decide di nascondersi in un villaggio di Natale in miniatura.
“Che sta succedendo? Perché… perché sono così piccolo?”
“Perché sei una brutta persona!” gli risponde qualcuno.
Emanuele si volta e vede che c’è un’altra persona piccola come lui: è una signora anziana. “E Lei chi è? Anche Lei è piccola come me! Perché, cosa Le è successo?”
“Non sei molto sveglio, lo sai? Sei stato cattivo e per questo sei diventato piccolo! Questa è la magia del Natale. Magari così capirai che anche le cose piccole, come sei tu adesso, hanno valore. Ma che te lo dico a fare… ah! Tu sei come me, non apprezzerai mai il Natale!”
“Ma questo non è possibile!” dice Emanuele, guardando sorpreso l’anziana signora.
“È Natale, tutto è possibile!” dice la signora.
“E adesso come faccio a tornare grande?”
“Devi capire dove hai sbagliato.”
“Io non ho sbagliato niente!”
“E allora resterai piccolo per sempre! Meno male, sono contenta. Finalmente un po’ di compagnia. Sono 10 anni che sto qui da sola.”
“10 anni? E in 10 anni non ha capito come tornare grande?”
“No. L’unica cosa che ho capito è che odio il Natale!” risponde la vecchia signora.
Emanuele si siede sulla neve finta del villaggio in miniatura e inizia a riflettere. “Cosa posso fare?” pensa, mentre osserva una famiglia che entra nel negozio di giocattoli.
La famiglia è composta da tre persone: mamma, papà e figlia. La bambina tiene stretta la mano della sua mamma. Ha gli occhi grandi e curiosi, il naso arrossato dal freddo, ed è vestita con abiti vecchi e logori. Si ferma incantata davanti a ogni gioco, sorride, poi guarda la mamma e smette di sorridere. La mamma scuote la testa e il padre fa un respiro profondo.
“Non possiamo permetterci niente, tesoro. Qui costa tutto troppo per noi”, dice la mamma, con voce dolce e dispiaciuta. La bambina abbassa lo sguardo, i suoi occhi si riempiono di tristezza. “Va bene. Posso continuare a guardare?”, mormora, con voce delusa. La mamma dice di sì. La bambina cammina lentamente, si guarda intorno, senza fretta, finché si ferma davanti al piccolo villaggio in miniatura in cui si nasconde Emanuele. Si avvicina al villaggio, lo guarda con occhi pieni di lacrime e sussurra: “Vorrei tanto ricevere una sciarpa per Natale. Fa così freddo...”
Le parole della bambina colpiscono molto Emanuele. Sente quasi… il cuore spezzarsi. I suoi occhi si riempiono di lacrime e tenerezza. Certo, adesso Emanuele è piccolo, ma il suo cuore sembra più grande di prima, perché finalmente riesce ad emozionarsi. Quella bambina vuole una sciarpa per Natale. Una semplice sciarpa. E così, senza pensarci troppo, Emanuele si alza e si avvicina silenziosamente alla bambina, trascinando con sé la busta con la sciarpa che aveva comprato per sua figlia Lucrezia.
Emanuele lascia la busta proprio ai piedi della bambina, e poi si nasconde sotto uno scaffale per vedere cosa succede. La bambina trova la busta, la apre e scopre che dentro c’è una sciarpa, con uno scontrino, che significa che la sciarpa è già stata pagata. Allora guarda la mamma, e la mamma guarda il negoziante, che gli dice: “Qualcuno ha pagato la sciarpa e poi l**’ha dimenticata** qui. Allora… potete prenderla, se volete, non dovete pagarla. È vostra”.
Gli occhi della bambina si illuminano di felicità: prende la sciarpa e la indossa. La famiglia esce dal negozio, felice e sorridente, dicendo “questo è un miracolo di Natale!”
Emanuele rimane lì, immobile, a godersi la scena. In quel momento, qualcosa dentro di lui inizia a cambiare. La tristezza che provava si trasforma improvvisamente in gioia: grazie a quel piccolo gesto, ha capito finalmente la magia del Natale. Il Natale non è dare e ricevere, ma imparare ad essere grati e a non dare per scontato nulla della vita. Così, inizia a percepire un forte calore che lo avvolge e, lentamente, inizia a crescere. Di nuovo. Cresce, cresce sempre di più, fino a tornare grande come prima.
Il negoziante si avvicina a Emanuele e si congratula con lui: “Bravo. Finalmente ha capito come funziona la magia del Natale”.
Emanuele, ancora un po’ confuso, risponde al negoziante: “Non so cosa è successo. Mi sentivo così arrabbiato e distante da tutto, ma ora… qualcosa è cambiato dentro di me.”
Il negoziante sorride di nuovo: “Oggi ha messo da parte i soldi e il lavoro, e ha usato il Natale per rendere felice quella bambina. E questo l’ha fatta crescere come persona. Non è mai troppo tardi per cambiare.”
Emanuele ascolta le parole del vecchio negoziante e, senza pensarci troppo, si dirige verso il piccolo villaggio di Natale in miniatura.
“Voglio comprare questo villaggio. È un regalo per mia figlia”.
“Glielo incarto subito!”
“La ringrazio” dice Emanuele, mentre guarda la piccola signora ancora nascosta nella casa in miniatura. “Spero di riuscire a compiere un’altra buona azione, oggi: voglio regalare un Natale magico a chi non ha ancora capito quanto è forte lo spirito del Natale”.
Dopo aver pagato, Emanuele saluta il negoziante con un gioioso “buon Natale!”, poi prende il treno e torna a casa. Appena arriva, abbraccia la sua famiglia con una nuova consapevolezza: il Natale non è solo una festa, ma anche un’opportunità per riscoprire il valore delle piccole cose.
Lucrezia, sua figlia, scarta il suo regalo, e trova il posto perfetto per il villaggio di Natale in miniatura: la sua stanza. La vecchina, che si nasconde ancora nel villaggio, osserva Lucrezia giocare e, proprio come Emanuele, inizia a sentire il cuore scaldarsi. È pronta a compiere la sua buona azione per ridiventare grande. Intanto, Emanuele, seduto sul divano, con una cioccolata calda nella tazza e con una coperta sulle gambe, osserva la sua famiglia e, felice, si ripromette di custodire per sempre il segreto della magia del Natale nel suo cuore.
Spero che questo episodio ti sia piaciuto. Ti ricordo che abbiamo una storia, un'intera storia, un intero corso basato su una storia che si chiama “La storia di Italo”. Se ti piace imparare attraverso la narrazione sicuramente amerai anche questo corso che abbiamo creato e che è davvero molto apprezzato dai suoi studenti. Ti lascio il link in descrizione. Magari potrebbe essere un regalo di Natale o un regalo per il prossimo anno, per iniziare l'anno prossimo con il piede giusto. Detto questo, ci risentiamo tra una settimana. Alla prossima, ciao!