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La nostra infanzia (con Irene)

Principiante
#
62

March 21, 2025

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Note e risorse

In questo episodio, Irene ed io parliamo della nostra infanzia — come eravamo da bambini, a cosa ci piaceva giocare e che musica ascoltavamo — e riflettiamo sulle esperienze comuni di chi è nato negli anni '90.

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Trascrizione

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Questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po' di italiano e vuole fare progressi. Questa è una conversazione con Irene. Abbiamo parlato di… della nostra infanzia, di come è stato crescere negli anni Novanta e, insomma… siamo tornati indietro nel tempo con la nostra mente. Una cosa solo, prima di lasciarti alla conversazione: trovi la trascrizione di questo episodio sul sito podcastitaliano.com. Trovi la trascrizione con anche il glossario, quindi tutte le parole più difficili spiegate e anche tradotte in inglese. È davvero uno strumento molto utile. Trovi il link diretto alla pagina con la trascrizione nelle note di questo episodio, quindi su Spotify o Apple Podcast, dove mi stai ascoltando. Se no, vai direttamente sul sito e la troverai con facilità. Detto questo, buon ascolto.

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Trascrizione interattiva dell'episodio

Davide: Bene, sono qui con la nostra cara Irene. Ciao Irene!

Irene: Ciao Davide, ciao a tutti!

Davide: E siamo qui per fare due chiacchiere, questa volta, insieme. Irene ha pensato a un argomento interessante, o almeno speriamo. Qual è l'argomento di oggi? Che si vedrà anche dal titolo dell'episodio quindi, forse, già lo sapete…

Irene: È uno spoiler, il titolo. L'argomento di oggi è l'infanzia. Quindi parleremo un po' della nostra infanzia e di che cosa facevamo da bambini. Siamo cresciuti come bambini degli anni Novanta, no?

Davide: Esatto, io sono del ‘95.

Irene: Davvero?

Davide: Non lo sapevi?

Irene: No! Io sono del ‘94.

Davide: Sì, beh, non… non cambia molto… un anno di differenza.

Irene: Sono più grande.

Davide: Vabbè, dai, siamo lì, siamo lì.

Irene: Siamo lì.

Davide: Come diciamo in italiano. Bene, quindi vogliamo iniziare magari da come eravamo da bambini? Ci vuoi dire com'eri da bambina? Tu sei cresciuta a Roma, no? Quindi sei nata, cresciuta, vissuta a Roma.

Irene: Esatto. Sono nata e cresciuta a Roma e sono sempre stata una bambina molto tranquilla, molto pacifica. Il mio nome mi descrive, mi rappresenta, Irene, che significa “pace”.

Davide: Ah, non lo sapevo.

Irene: Sì, dal greco antico.

Davide: Non lo sapevo. Una pillola etimologica.

Irene: Esatto. E quindi sono sempre stata abbastanza tranquilla, silenziosa, educata. Mia madre mi racconta sempre che quando giocavo con le bambole, con le Barbie, nel mio caso, sul pavimento, appena iniziavo a giocare, da sola, in casa, mi addormentavo. E quindi ogni volta che giocavo poi dormivo, praticamente. Quello era il mio modo per divertirmi.

Davide: Beh, dai, è importante anche dormire e avere una una buona routine sonno-veglia.

Irene: Esatto. E le cose non sono cambiate più di tanto.

Davide: Ti piace ancora dormire?

Irene: Tantissimo, è il mio hobby preferito. E tu, invece, Davide, come eri da bambino?

Davide: Io ero… direi pacifico anch'io. Direi proprio timido, molto timido. Anzi, da piccolo estremamente timido, al limite del problematico. Nel senso che, mi ricordo, alla scuola materna qualcuno pensava avessi qualche problema perché, davvero, parlavo pochissimo. Ed è una cosa che ho... insomma... mi sono portato nella vita e sempre migliorate. Adesso, sono… diciamo, magari non sembra, perché uno ha un canale Youtube quindi può sembrare estroverso. Penso, in generale, sono ancora abbastanza introverso però, come dire… meglio di 25 anni fa o 15 anni fa, sicuramente. Quindi c'è una progressione.

Irene: Bene.

Davide: Però sì, anch'io. Anche tu eri pacifica ma anche timida?

Irene: Sì, direi anche timida.

Davide: Introversa.

Irene: E, introversa, tuttora. Anche oggi sono abbastanza introversa, preferisco stare a casa piuttosto che uscire; preferisco stare sola piuttosto che stare in compagnia. Ovviamente ci sono le eccezioni, con gli amici più stretti, la famiglia però, in generale, non sono mai stata un “animale da festa”, come dire, non…

Davide: Certo, no, idem, idem, idem. Anzi, in molte situazioni, io preferivo essere la tappezzeria. Vabbè, adesso, adesso, a parte gli scherzi, sicuramente non ero l'anima della festa anch'io, quindi… siamo simili.

Irene: E invece, posso chiederti, quando eri bambino, che giochi ti piacevano?

Davide: Che giochi? Mmmh. Giocavo ai Lego, come forse tanti maschi della nostra generazione. Però devo dire, in realtà, che io sono sempre stato nerd per un motivo semplice, ovvero che i miei genitori sono informatici, entrambi, e mio fratello pure. Cioè siamo cresciuti in una famiglia dove ci sono sempre stati i computer. Già negli anni ‘90, che in Italia era una cosa rara, molto rara negli anni ‘90, avere il personal computer.

Irene: Sì.

Davide: E quindi mio fratello giocava molto (ho un fratello più grande di sette anni) e quindi io passavo molto tempo con lui, a guardarlo. E quindi è una cosa atipica, o anomala, rispetto ad altri, penso, altri bambini. Io giocavo già o con lui... poi anche da solo, molto al computer. Quindi ero già nerd e lo sono rimasto.

Irene: Le cose importanti non cambiano, poi, con il tempo.

Davide: Sì, esatto. E, onestamente, penso che questo abbia contribuito anche forse a... cioè non abbia aiutato la mia espansività. Ecco, se fossi stato obbligato a... uscire più di casa e interagire di più, forse avrei sviluppato competenze sociali superiori. Ecco, ero un po’… come dire, troppo a casa, forse ripensando al... cioè passavo tanto tempo in casa anch'io.

Irene: Sì. Interessante.

Davide: E tu invece?

Irene: Io mi ricordo che uno dei miei giochi preferiti era “nomi, cose e animali”, che molti chiamano “nomi, cose e città”…

Davide: Eh, infatti! Volevo chiedere… non è “nomi, cose e città”?

Irene: Io l'ho sempre chiamato “nomi, cose e animali”, ma questo dipende anche dall'ordine in cui scriviamo poi le categorie sul foglio, quindi è interessante. E questo era il mio gioco preferito. Lo spiegheremo bene nelle note, quindi controllate la trascrizione che è gratuita ed è molto, molto utile.

Davide: Fondamentale.

Irene: Esatto. Quindi nomi, cose e animali era il mio gioco preferito. Poi, ovviamente, nascondino e un due tre stella, e… Tetris.

Davide: Tetris?

Irene: Tetris. C’era un gioco che, in realtà, si chiamava Tris, era proprio un gioco in scatola, si chiamava Tris ma era praticamente Tetris. Dovevi riuscire a… infilando, diciamo, dei gettoni, come delle monete di plastica, in una struttura, dovevi riuscire a raggruppare i tuoi gettoni dello stesso colore su una linea, in orizzontale o in verticale o in obliquo. Era un gioco di logica, quindi un po' da adulti, un po' più difficile, ed era uno dei miei preferiti. Però anch'io giocavo molto con le costruzioni, Lego.

Davide: Sì, sì. Quindi… è un gioco da anni ‘90. Non so se i bambini oggi giocano ancora con queste cose, insomma… “manuali”, tipo anche le micromachines, c’erano. Io un po' ci giocavo perché erano di mio fratello, ma neanche troppo. Però questi giochi anni ‘90 non so se… se sono ancora di moda.

Irene: Penso che ormai i Lego siano un gioco per adulti. Ormai gli adulti sono più fanatici.

Davide: È vero, è vero. Ci sono i negozi della Lego. A Torino… beh, immagino a Roma sicuramente, però a Torino in centro c'è un negozio molto fornito di… di Lego.

Irene: Esatto e ormai costano anche molto di più, penso.

Davide: Ma ci sono cose molto elaborate anche, navi di Star Wars, cose di qualsiasi franchise.

Irene: E poi, come hai detto tu, anche i giochi al computer che, ovviamente, era un computer gigante. Super massiccio con il cervello del comp... si chiama “cervello del computer”?

Davide: Intendi... che cosa intendi?

Irene: Lo schermo.

Davide: Ah, proprio lo schermo, il monitor?

Irene: Il monitor. Da piccola lo chiamavo “il cervello”, non so se è un termine che ho inventato io.

Davide: Non l'ho mai sentito. Però è vero, mi immagino i classici computer anni ‘90 che avevano lo schermo e poi la base con... il computer effettivo, dove mettevi anche i CD, eccetera… anzi i floppy…

Irene: I floppy!

Davide: …all'epoca.

Irene: Avevo tanti giochi bellissimi sui floppy, quindi inserivo il floppy e iniziavo a giocare e… era difficile poi staccarsi dal computer.

Davide: Scommetto che giocavi a The Sims.

Irene: No!

Davide: No?

Irene: Non mi ricordo i titoli, però mi ricordo che c'era un gioco sulla preistoria, dove tu eri… tipo… un homo sapiens sapiens, non lo so… un homo semplicemente sapiens e basta, e avevi una clava e dovevi distruggere le rocce e dalle rocce uscivano le mele e dovevi andare nella grotta, nella caverna, e uccidere insomma ciò che trovavi nella grotta, e…

Davide: Quindi avevi un personaggio, no, in prima persona diciamo?

Irene: Esatto.

Davide: Ok, no, non lo conosco, non lo conosco.

Irene: Era carino.

Davide: Io, vabbè, giocavo a tanti giochi, per esempio giochi “sparatutto”, Quake, Unreal Tournament, non so se qualcuno, nel pubblico, saprà. Oppure anche con mio papà, anche, a volte anche con mio fratello, facevamo i multiplayer. All'epoca già eravamo precursori, giocavamo a Age of Empires. Questo è un gioco molto nerd, che praticamente… costruivi la tua civiltà e, insomma, creavi le tue città che poi si espandevano e poi passavano le ere e quindi si evolvevano; passavi dal Medioevo al Rinascimento e fino all'Età Moderna… e dovevi conquistare il mondo, fondamentalmente, visto dall'alto. Comunque sì, giochi… molti giochi, molti giochi.

Irene: E poi… più in là, poi, è venuta la PlayStation, non so se tu avevi..

Davide: Eh, io non l'ho mai avuta. E questa è un'altra cosa, una delle cose che mi rendevano un po' “strano”, perché… non voglio dire tutti, ma molti dei miei compagni di scuola, avevano la PlayStation o poi, dopo, l'Xbox. Ma l'Xbox non so quando è uscita, penso metà anni 2000, forse.

Irene: Ah, non lo so.

Davide: E io invece dicevo “eh no, io gioco al computer”, che era una cosa stranissima a metà, o inizio metà, anni 2000, quando facevo le elementari. Cioè, non conoscevo nessuno che giocava al computer. E… anche se poi, come dire, alla fine il computer era anche più figo, cioè, era poi… molto più potente, volendo, di qualsiasi console. Però era una cosa… era una cosa strana. Quindi sì, giocavo a queste console solo quando andavo a casa di altri, di altre persone.

Irene: Wow. E io mi ricordo che avevo tanti giochi della Disney, e uno dei miei giochi preferiti era un gioco la cui protagonista è Lara Croft.

Davide: Ah sì, è Tomb Raider o “Tomb Raider”.

Irene: Bravo!

Davide: Sì, anche quello, anche quello.

Irene: Che io ho sempre pronunciato Tomb Raider e…

Davide: Sì!

Irene: È ancora lo pronuncio così.

Davide: Eh, fa ridere perché poi, quando, come dire… ripensi a questi giochi o, a volte, anche canzoni, ti dici... “ah, ma io lo pronunciavo così, ma non si pronuncia così”, però quella pronuncia è ancora fissata nella mente. E “Tomb”, sì, fa ridere.

Irene: È così. Pensa a quante canzoni straniere, magari americane o inglesi, abbiamo cantato inventando l'inglese prima di conoscere, di studiare, insomma, la lingua, e poi riascoltandole, anni dopo, dici “ok, questo è quello che dice la canzone, questo è il vero testo della canzone” e magari è anche un testo particolarmente non adatto ai bambini.

Davide: Sì, esatto, tipo le canzoni un po' in spagnolo, che a volte sono un po' spinte, diciamo così.

Irene: Sì, sì.

Davide: Sì, parlando di musica. Parlando di musica, che musica ti piaceva? C'era un artista che ascoltavi da bambino?

Davide: Allora… anche qui io sono sempre stato influenzato da mio fratello. Forse è una cosa tipica essere influenzati dal fratello maggiore. Io avevo un buon rapporto, ho sempre avuto un buon rapp… anche se è vero che da piccoli litigavamo anche molto, ma, in maniera… come dire, “sana” diciamo. Io prendevo le botte principalmente, essendo lui... di sette anni più grande, naturalmente…

Irene: Certo.

Davide: …finiva male per me. Però… quindi ascoltavo la musica che ascoltava lui. Principalmente rock, metal, non so se conosci, vabbè, gruppi come Linkin Park, Limp Bizkit, Green Day. Lui ascoltava molto quella roba, nei primi anni 2000, e quindi io con lui.

Irene: Tale e quale a mia sorella! Anche mia sorella; ha due anni più di me ed anche lei ascoltava principalmente musica metal, come diciamo, rock, questi… anche questi gruppi che hai menzionato tu.

Davide: Punk anche, punk o new metal, quella roba lì.

Irene: Sì, è difficile per me riuscire a classificare effettivamente il genere di un gruppo. Non so bene quali sono le caratteristiche di un genere specifico però, sì. Ma, quando ero molto più piccola, prima di iniziare ad ascoltare questi generi di musica, ero ossessionata da due artisti italiani che, a ripensarci adesso, mi viene da sorridere. Che erano Laura Pausini…

Davide: Vabbè, perché?

Irene: …la mia idola dell'infanzia…! No, no, è fantastica.

Davide: È una bravissima cantante.

Irene: Assolutamente, però è un genere...

Davide: Non vergognarti.

Irene: No! È un genere che adesso si discosta molto dai miei gusti.

Davide: Ah, ok.

Irene: E poi c'era il mio grande amore, il mio più grande amore, Tiziano Ferro.

Davide: Ah, ci sta, anche Erika è grande fan.

Irene: Sì? Ecco.

Davide: E tu invece non lo sei più?

Irene: No, adesso non... beh, Laura... Laura, Laurona internazionale è un grande orgoglio, ancora.

Davide: Sì, sì, ma anche Tiziano Ferro comunque…

Irene: Anche Tiziano.

Davide: …è un bravissimo cantante. Poi, all'epoca faceva uno stile un po' così R&B, giovanile, era meno pop sdolcinato, no?

Irene: Vero, e poi c'era anche Jennifer Lopez. Io e mia sorella mettevamo il CD e lo ascoltavamo tutto ballando in salotto. Era il nostro momento di fama in casa. Davamo spettacolo.

Davide: Davate spettacolo, esatto. Sì. No, io non ho mai ascoltato molto pop, sai? Anche lì dovevo essere un po’…fare di tutto per risultare strano. Però… sì, poi crescendo ho scoperto i famosi Dream Theater, “Dream Theatre” come dicono...

Irene: Eh, beh…

Davide: Loro, posso dire, hanno cambiato la mia vita perché poi ho scoperto tanta musica grazie a loro e ho iniziato anche a suonare pianoforte e tastiera grazie a loro, di fatto.

Irene: Fantastico.

Davide: Quindi… quindi sì, ma quello già verso i... cos'era? 12 anni? 11 anni? Non mi ricordo.

Irene: Wow!

Davide: 2006-2007, quindi sì, 11-12 anni.

Irene: Quindi comunque hai scoperto l'inglese quando eri molto giovane?

Davide: Quello senz'altro, cioè ascoltare musica sicuramente aiutava perché comunque ti abituavi ai suoni. E poi mi ricordo comunque, già agli inizi di YouTube, 2006, -07, -08, io ovviamente ero già lì, su YouTube, tra i primi, e mi guardavo magari i video, le interviste, quello che c'era… poco, all'epoca. E quindi mi ricordo già che mi esponevo all'inglese capendo poco, all'epoca. Andavo sui forum della band a leggere le discussioni in inglese e questo ha fatto un'enorme differenza perché, immagina, no? Iniziare a 11 anni, 12 anni con l'inglese nullo che hai alle medie, fai fatica ma poi impari tantissimo.

Irene: È vero. Io mi ricordo un altro artista che mi piaceva tantissimo era Jesse McCartney, non so se l'hai mai sentito…

Davide: Beh, come no!

Irene: …che ovviamente, all'epoca, non era neanche “Jesse” McCartney era “Jess McCartney”!

Davide: Jess!

Irene: E avevo i poster, avevo i CD… sai, i CD che apri il libretto e c'è il testo e quindi puoi ascoltare e cantare… e quello, probabilmente, è stato il mio primo… il mio primo vero approccio, diciamo, all'inglese.

Davide: Non sentivo questo nome da vent'anni, penso…

Irene: Ah, Jesse.

Davide: …da MTV. Eh, quello è un'altra cosa, no? C'era MTV. È vero che io non amavo troppo il pop, però passavo tanto tempo su MTV, davanti a MTV. E quindi, insomma, penso che questa sia una cosa che unisce noi nati negli anni Novanta.

Irene: Assolutamente. Anche All Music.

Davide: All Music. Era italiano?

Irene: Credo che fosse...

Davide: Come TRL.

Irene: Credo che fosse un canale italiano e non credo che... insomma, non… penso fosse un canale italiano e basta. Però non lo so.

Davide: Era il concorrente italiano di MTV. Sì, ho verificato. Era italiano e ha chiuso nel 2009.

Irene: Ed era, secondo me, un canale molto interessante perché era simile ad MTV, però, allo stesso tempo, era un po' più “oscuro” nel senso che i colori, l'ambientazione… non lo so, dove… lo studio in cui facevano le interviste ai cantanti o da cui trasmettevano era più scuro, la luce era soffusa, era un canale più rilassante, mentre MTV erano tanti colori, tante risate, non lo so… era un po' più artistico anche dal punto di vista grafico, mentre All Music era un po' più … un po’ più scuro, un po' più “da sera”. Ecco: MTV era il canale “da giorno”, per me, e All Music era il canale un po' più “da sera”.

Davide: Però… mi viene in mente (stavo facendo questa riflessione mentre parlavi), una cosa a cui ho già pensato. E penso, ogni tanto, che, all'epoca, era più facile avere gli stessi interessi, guardare le stesse trasmissioni, gli stessi programmi, ascoltare la stessa musica. C'erano più punti di riferimento, no? Un po' tutti guardavamo MTV o guardavamo, magari, gli stessi canali televisivi. Io non tanto, però… quello c'era, no? Non c'era molta offerta. E, secondo me, oggi è molto più difficile perché c'è una scelta enorme. Hai Netflix, Amazon, Disney, Apple TV, solo per rimanere nell'ambito della tv. Musica, c'è qualsiasi cosa. Poi c'hai i canali YouTube, c'hai gli streamer, c'hai Instagram, TikTok. Ed è più difficile parlare e conoscere le stesse cose. No?

Irene: Guarda, io sono il tipo di persona che... se entra in un supermercato e deve comprare la farina e ci sono cinquanta tipi di farina diversa, io vado nel panico, vado nel pallone ed esco dal supermercato senza comprare la farina. Perché faccio fatica a fare una scelta se ho troppe opzioni. E per me è lo stesso adesso in termini di tecnologia. Quindi avere tante piattaforme su cui guardare film e serie tv, scegliere fra le varie piattaforme, scegliere quale film guardare quando hai [a disposizionie]… a disposizione milioni di film fra cui scegliere… alla fine preferisco spegnere il televisore e non guardare nulla, perché proprio… faccio veramente fatica a scegliere. Quindi, secondo me, era più facile ed era anche più bello quando noi eravamo piccoli. Adesso… troppa scelta porta anche tanta confusione, e anche la voglia di fare tutto, di guardare tutto, di sperimentare tutto. E, alla fine, non lo so…

Davide: Sì…

Irene: …secondo me diventa pesante.

Davide: Certo, certo. Però quello che volevo dire è che, alla fine, poi, tutti vedevano e facevano le stesse cose più o meno, no?

Irene: Sì.

Davide: E quindi avevi argomenti di conversazione, no?

Irene: Oh, sì.

Davide: “Ah, hai visto il film che c'era ieri alla tv. Mentre oggi, come dire… “hai visto quella serie lì su Netflix?” - “No, tu hai visto questa che c'è su Disney?” - “No”.

Irene: Di che parliamo?

Davide: Non hai argomenti. Poi, chiaro, se hai fenomeni molto grandi, magari tutti iniziano a guardare quella serie o quel film, però, in generale, siamo più frammentati nei nostri interessi secondo me. Anche MTV, non c'è una MTV che dici “tutti guardano i video musicali”…

Irene: Sì. Ormai i video musicali solo su YouTube: quando c'era Vevo, adesso non… ma comunque YouTube è sempre stato più forte. Ormai non sono neanche più tanto importanti.

Davide: Bene, bene. Abbiamo tante cose in comune, da figli degli anni ‘90, di cui potremmo parlare. Volevamo parlare di tante altre cose, ma l'episodio è già molto lungo. Quindi ci fermiamo qui, se sei d'accordo, e magari ne facciamo un altro.

Irene: Assolutamente sì, sarebbe molto divertente.

Davide: Bene. Allora grazie Irene, per essere stata con noi su Podcast Italiano Principiante, e… ci sentiamo presto.

Irene: Grazie a te Davide e grazie a tutti. Ciao!

Davide: Ciao!

Bene, spero che ti sia piaciuta la conversazione. Se ti piace questo podcast magari dagli 5 stelle su Spotify o Apple Podcast. Lascia anche una recensione, mi aiuterebbe molto. Detto questo, se vuoi fare altri progressi nel tuo italiano, vuoi portarlo a livello successivo, a livello intermedio, considera di acquistare il mio corso La Storia di Italo, che trovi sempre sul sito. Un corso che ti racconta una storia appassionante di un ragazzo americano che scopre di essere italiano, di avere origini italiane, che torna in Italia per trovare i suoi genitori biologici e finisce per fare un sacco di avventure particolari e interessanti. La storia di Italo, però, ti insegna anche un sacco di parole e di grammatica, la grammatica che ti serve per arrivare a livello intermedio. Scopri il corso sul mio sito. Detto questo, grazie per l'ascolto e ci sentiamo nel prossimo episodio.

Questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po' di italiano e vuole fare progressi. Questa è una conversazione con Irene. Abbiamo parlato di… della nostra infanzia, di come è stato crescere negli anni Novanta e, insomma… siamo tornati indietro nel tempo con la nostra mente. Una cosa solo, prima di lasciarti alla conversazione: trovi la trascrizione di questo episodio sul sito podcastitaliano.com. Trovi la trascrizione con anche il glossario, quindi tutte le parole più difficili spiegate e anche tradotte in inglese. È davvero uno strumento molto utile. Trovi il link diretto alla pagina con la trascrizione nelle note di questo episodio, quindi su Spotify o Apple Podcast, dove mi stai ascoltando. Se no, vai direttamente sul sito e la troverai con facilità. Detto questo, buon ascolto.

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Trascrizione interattiva dell'episodio

Davide: Bene, sono qui con la nostra cara Irene. Ciao Irene!

Irene: Ciao Davide, ciao a tutti!

Davide: E siamo qui per fare due chiacchiere, questa volta, insieme. Irene ha pensato a un argomento interessante, o almeno speriamo. Qual è l'argomento di oggi? Che si vedrà anche dal titolo dell'episodio quindi, forse, già lo sapete…

Irene: È uno spoiler, il titolo. L'argomento di oggi è l'infanzia. Quindi parleremo un po' della nostra infanzia e di che cosa facevamo da bambini. Siamo cresciuti come bambini degli anni Novanta, no?

Davide: Esatto, io sono del ‘95.

Irene: Davvero?

Davide: Non lo sapevi?

Irene: No! Io sono del ‘94.

Davide: Sì, beh, non… non cambia molto… un anno di differenza.

Irene: Sono più grande.

Davide: Vabbè, dai, siamo lì, siamo lì.

Irene: Siamo lì.

Davide: Come diciamo in italiano. Bene, quindi vogliamo iniziare magari da come eravamo da bambini? Ci vuoi dire com'eri da bambina? Tu sei cresciuta a Roma, no? Quindi sei nata, cresciuta, vissuta a Roma.

Irene: Esatto. Sono nata e cresciuta a Roma e sono sempre stata una bambina molto tranquilla, molto pacifica. Il mio nome mi descrive, mi rappresenta, Irene, che significa “pace”.

Davide: Ah, non lo sapevo.

Irene: Sì, dal greco antico.

Davide: Non lo sapevo. Una pillola etimologica.

Irene: Esatto. E quindi sono sempre stata abbastanza tranquilla, silenziosa, educata. Mia madre mi racconta sempre che quando giocavo con le bambole, con le Barbie, nel mio caso, sul pavimento, appena iniziavo a giocare, da sola, in casa, mi addormentavo. E quindi ogni volta che giocavo poi dormivo, praticamente. Quello era il mio modo per divertirmi.

Davide: Beh, dai, è importante anche dormire e avere una una buona routine sonno-veglia.

Irene: Esatto. E le cose non sono cambiate più di tanto.

Davide: Ti piace ancora dormire?

Irene: Tantissimo, è il mio hobby preferito. E tu, invece, Davide, come eri da bambino?

Davide: Io ero… direi pacifico anch'io. Direi proprio timido, molto timido. Anzi, da piccolo estremamente timido, al limite del problematico. Nel senso che, mi ricordo, alla scuola materna qualcuno pensava avessi qualche problema perché, davvero, parlavo pochissimo. Ed è una cosa che ho... insomma... mi sono portato nella vita e sempre migliorate. Adesso, sono… diciamo, magari non sembra, perché uno ha un canale Youtube quindi può sembrare estroverso. Penso, in generale, sono ancora abbastanza introverso però, come dire… meglio di 25 anni fa o 15 anni fa, sicuramente. Quindi c'è una progressione.

Irene: Bene.

Davide: Però sì, anch'io. Anche tu eri pacifica ma anche timida?

Irene: Sì, direi anche timida.

Davide: Introversa.

Irene: E, introversa, tuttora. Anche oggi sono abbastanza introversa, preferisco stare a casa piuttosto che uscire; preferisco stare sola piuttosto che stare in compagnia. Ovviamente ci sono le eccezioni, con gli amici più stretti, la famiglia però, in generale, non sono mai stata un “animale da festa”, come dire, non…

Davide: Certo, no, idem, idem, idem. Anzi, in molte situazioni, io preferivo essere la tappezzeria. Vabbè, adesso, adesso, a parte gli scherzi, sicuramente non ero l'anima della festa anch'io, quindi… siamo simili.

Irene: E invece, posso chiederti, quando eri bambino, che giochi ti piacevano?

Davide: Che giochi? Mmmh. Giocavo ai Lego, come forse tanti maschi della nostra generazione. Però devo dire, in realtà, che io sono sempre stato nerd per un motivo semplice, ovvero che i miei genitori sono informatici, entrambi, e mio fratello pure. Cioè siamo cresciuti in una famiglia dove ci sono sempre stati i computer. Già negli anni ‘90, che in Italia era una cosa rara, molto rara negli anni ‘90, avere il personal computer.

Irene: Sì.

Davide: E quindi mio fratello giocava molto (ho un fratello più grande di sette anni) e quindi io passavo molto tempo con lui, a guardarlo. E quindi è una cosa atipica, o anomala, rispetto ad altri, penso, altri bambini. Io giocavo già o con lui... poi anche da solo, molto al computer. Quindi ero già nerd e lo sono rimasto.

Irene: Le cose importanti non cambiano, poi, con il tempo.

Davide: Sì, esatto. E, onestamente, penso che questo abbia contribuito anche forse a... cioè non abbia aiutato la mia espansività. Ecco, se fossi stato obbligato a... uscire più di casa e interagire di più, forse avrei sviluppato competenze sociali superiori. Ecco, ero un po’… come dire, troppo a casa, forse ripensando al... cioè passavo tanto tempo in casa anch'io.

Irene: Sì. Interessante.

Davide: E tu invece?

Irene: Io mi ricordo che uno dei miei giochi preferiti era “nomi, cose e animali”, che molti chiamano “nomi, cose e città”…

Davide: Eh, infatti! Volevo chiedere… non è “nomi, cose e città”?

Irene: Io l'ho sempre chiamato “nomi, cose e animali”, ma questo dipende anche dall'ordine in cui scriviamo poi le categorie sul foglio, quindi è interessante. E questo era il mio gioco preferito. Lo spiegheremo bene nelle note, quindi controllate la trascrizione che è gratuita ed è molto, molto utile.

Davide: Fondamentale.

Irene: Esatto. Quindi nomi, cose e animali era il mio gioco preferito. Poi, ovviamente, nascondino e un due tre stella, e… Tetris.

Davide: Tetris?

Irene: Tetris. C’era un gioco che, in realtà, si chiamava Tris, era proprio un gioco in scatola, si chiamava Tris ma era praticamente Tetris. Dovevi riuscire a… infilando, diciamo, dei gettoni, come delle monete di plastica, in una struttura, dovevi riuscire a raggruppare i tuoi gettoni dello stesso colore su una linea, in orizzontale o in verticale o in obliquo. Era un gioco di logica, quindi un po' da adulti, un po' più difficile, ed era uno dei miei preferiti. Però anch'io giocavo molto con le costruzioni, Lego.

Davide: Sì, sì. Quindi… è un gioco da anni ‘90. Non so se i bambini oggi giocano ancora con queste cose, insomma… “manuali”, tipo anche le micromachines, c’erano. Io un po' ci giocavo perché erano di mio fratello, ma neanche troppo. Però questi giochi anni ‘90 non so se… se sono ancora di moda.

Irene: Penso che ormai i Lego siano un gioco per adulti. Ormai gli adulti sono più fanatici.

Davide: È vero, è vero. Ci sono i negozi della Lego. A Torino… beh, immagino a Roma sicuramente, però a Torino in centro c'è un negozio molto fornito di… di Lego.

Irene: Esatto e ormai costano anche molto di più, penso.

Davide: Ma ci sono cose molto elaborate anche, navi di Star Wars, cose di qualsiasi franchise.

Irene: E poi, come hai detto tu, anche i giochi al computer che, ovviamente, era un computer gigante. Super massiccio con il cervello del comp... si chiama “cervello del computer”?

Davide: Intendi... che cosa intendi?

Irene: Lo schermo.

Davide: Ah, proprio lo schermo, il monitor?

Irene: Il monitor. Da piccola lo chiamavo “il cervello”, non so se è un termine che ho inventato io.

Davide: Non l'ho mai sentito. Però è vero, mi immagino i classici computer anni ‘90 che avevano lo schermo e poi la base con... il computer effettivo, dove mettevi anche i CD, eccetera… anzi i floppy…

Irene: I floppy!

Davide: …all'epoca.

Irene: Avevo tanti giochi bellissimi sui floppy, quindi inserivo il floppy e iniziavo a giocare e… era difficile poi staccarsi dal computer.

Davide: Scommetto che giocavi a The Sims.

Irene: No!

Davide: No?

Irene: Non mi ricordo i titoli, però mi ricordo che c'era un gioco sulla preistoria, dove tu eri… tipo… un homo sapiens sapiens, non lo so… un homo semplicemente sapiens e basta, e avevi una clava e dovevi distruggere le rocce e dalle rocce uscivano le mele e dovevi andare nella grotta, nella caverna, e uccidere insomma ciò che trovavi nella grotta, e…

Davide: Quindi avevi un personaggio, no, in prima persona diciamo?

Irene: Esatto.

Davide: Ok, no, non lo conosco, non lo conosco.

Irene: Era carino.

Davide: Io, vabbè, giocavo a tanti giochi, per esempio giochi “sparatutto”, Quake, Unreal Tournament, non so se qualcuno, nel pubblico, saprà. Oppure anche con mio papà, anche, a volte anche con mio fratello, facevamo i multiplayer. All'epoca già eravamo precursori, giocavamo a Age of Empires. Questo è un gioco molto nerd, che praticamente… costruivi la tua civiltà e, insomma, creavi le tue città che poi si espandevano e poi passavano le ere e quindi si evolvevano; passavi dal Medioevo al Rinascimento e fino all'Età Moderna… e dovevi conquistare il mondo, fondamentalmente, visto dall'alto. Comunque sì, giochi… molti giochi, molti giochi.

Irene: E poi… più in là, poi, è venuta la PlayStation, non so se tu avevi..

Davide: Eh, io non l'ho mai avuta. E questa è un'altra cosa, una delle cose che mi rendevano un po' “strano”, perché… non voglio dire tutti, ma molti dei miei compagni di scuola, avevano la PlayStation o poi, dopo, l'Xbox. Ma l'Xbox non so quando è uscita, penso metà anni 2000, forse.

Irene: Ah, non lo so.

Davide: E io invece dicevo “eh no, io gioco al computer”, che era una cosa stranissima a metà, o inizio metà, anni 2000, quando facevo le elementari. Cioè, non conoscevo nessuno che giocava al computer. E… anche se poi, come dire, alla fine il computer era anche più figo, cioè, era poi… molto più potente, volendo, di qualsiasi console. Però era una cosa… era una cosa strana. Quindi sì, giocavo a queste console solo quando andavo a casa di altri, di altre persone.

Irene: Wow. E io mi ricordo che avevo tanti giochi della Disney, e uno dei miei giochi preferiti era un gioco la cui protagonista è Lara Croft.

Davide: Ah sì, è Tomb Raider o “Tomb Raider”.

Irene: Bravo!

Davide: Sì, anche quello, anche quello.

Irene: Che io ho sempre pronunciato Tomb Raider e…

Davide: Sì!

Irene: È ancora lo pronuncio così.

Davide: Eh, fa ridere perché poi, quando, come dire… ripensi a questi giochi o, a volte, anche canzoni, ti dici... “ah, ma io lo pronunciavo così, ma non si pronuncia così”, però quella pronuncia è ancora fissata nella mente. E “Tomb”, sì, fa ridere.

Irene: È così. Pensa a quante canzoni straniere, magari americane o inglesi, abbiamo cantato inventando l'inglese prima di conoscere, di studiare, insomma, la lingua, e poi riascoltandole, anni dopo, dici “ok, questo è quello che dice la canzone, questo è il vero testo della canzone” e magari è anche un testo particolarmente non adatto ai bambini.

Davide: Sì, esatto, tipo le canzoni un po' in spagnolo, che a volte sono un po' spinte, diciamo così.

Irene: Sì, sì.

Davide: Sì, parlando di musica. Parlando di musica, che musica ti piaceva? C'era un artista che ascoltavi da bambino?

Davide: Allora… anche qui io sono sempre stato influenzato da mio fratello. Forse è una cosa tipica essere influenzati dal fratello maggiore. Io avevo un buon rapporto, ho sempre avuto un buon rapp… anche se è vero che da piccoli litigavamo anche molto, ma, in maniera… come dire, “sana” diciamo. Io prendevo le botte principalmente, essendo lui... di sette anni più grande, naturalmente…

Irene: Certo.

Davide: …finiva male per me. Però… quindi ascoltavo la musica che ascoltava lui. Principalmente rock, metal, non so se conosci, vabbè, gruppi come Linkin Park, Limp Bizkit, Green Day. Lui ascoltava molto quella roba, nei primi anni 2000, e quindi io con lui.

Irene: Tale e quale a mia sorella! Anche mia sorella; ha due anni più di me ed anche lei ascoltava principalmente musica metal, come diciamo, rock, questi… anche questi gruppi che hai menzionato tu.

Davide: Punk anche, punk o new metal, quella roba lì.

Irene: Sì, è difficile per me riuscire a classificare effettivamente il genere di un gruppo. Non so bene quali sono le caratteristiche di un genere specifico però, sì. Ma, quando ero molto più piccola, prima di iniziare ad ascoltare questi generi di musica, ero ossessionata da due artisti italiani che, a ripensarci adesso, mi viene da sorridere. Che erano Laura Pausini…

Davide: Vabbè, perché?

Irene: …la mia idola dell'infanzia…! No, no, è fantastica.

Davide: È una bravissima cantante.

Irene: Assolutamente, però è un genere...

Davide: Non vergognarti.

Irene: No! È un genere che adesso si discosta molto dai miei gusti.

Davide: Ah, ok.

Irene: E poi c'era il mio grande amore, il mio più grande amore, Tiziano Ferro.

Davide: Ah, ci sta, anche Erika è grande fan.

Irene: Sì? Ecco.

Davide: E tu invece non lo sei più?

Irene: No, adesso non... beh, Laura... Laura, Laurona internazionale è un grande orgoglio, ancora.

Davide: Sì, sì, ma anche Tiziano Ferro comunque…

Irene: Anche Tiziano.

Davide: …è un bravissimo cantante. Poi, all'epoca faceva uno stile un po' così R&B, giovanile, era meno pop sdolcinato, no?

Irene: Vero, e poi c'era anche Jennifer Lopez. Io e mia sorella mettevamo il CD e lo ascoltavamo tutto ballando in salotto. Era il nostro momento di fama in casa. Davamo spettacolo.

Davide: Davate spettacolo, esatto. Sì. No, io non ho mai ascoltato molto pop, sai? Anche lì dovevo essere un po’…fare di tutto per risultare strano. Però… sì, poi crescendo ho scoperto i famosi Dream Theater, “Dream Theatre” come dicono...

Irene: Eh, beh…

Davide: Loro, posso dire, hanno cambiato la mia vita perché poi ho scoperto tanta musica grazie a loro e ho iniziato anche a suonare pianoforte e tastiera grazie a loro, di fatto.

Irene: Fantastico.

Davide: Quindi… quindi sì, ma quello già verso i... cos'era? 12 anni? 11 anni? Non mi ricordo.

Irene: Wow!

Davide: 2006-2007, quindi sì, 11-12 anni.

Irene: Quindi comunque hai scoperto l'inglese quando eri molto giovane?

Davide: Quello senz'altro, cioè ascoltare musica sicuramente aiutava perché comunque ti abituavi ai suoni. E poi mi ricordo comunque, già agli inizi di YouTube, 2006, -07, -08, io ovviamente ero già lì, su YouTube, tra i primi, e mi guardavo magari i video, le interviste, quello che c'era… poco, all'epoca. E quindi mi ricordo già che mi esponevo all'inglese capendo poco, all'epoca. Andavo sui forum della band a leggere le discussioni in inglese e questo ha fatto un'enorme differenza perché, immagina, no? Iniziare a 11 anni, 12 anni con l'inglese nullo che hai alle medie, fai fatica ma poi impari tantissimo.

Irene: È vero. Io mi ricordo un altro artista che mi piaceva tantissimo era Jesse McCartney, non so se l'hai mai sentito…

Davide: Beh, come no!

Irene: …che ovviamente, all'epoca, non era neanche “Jesse” McCartney era “Jess McCartney”!

Davide: Jess!

Irene: E avevo i poster, avevo i CD… sai, i CD che apri il libretto e c'è il testo e quindi puoi ascoltare e cantare… e quello, probabilmente, è stato il mio primo… il mio primo vero approccio, diciamo, all'inglese.

Davide: Non sentivo questo nome da vent'anni, penso…

Irene: Ah, Jesse.

Davide: …da MTV. Eh, quello è un'altra cosa, no? C'era MTV. È vero che io non amavo troppo il pop, però passavo tanto tempo su MTV, davanti a MTV. E quindi, insomma, penso che questa sia una cosa che unisce noi nati negli anni Novanta.

Irene: Assolutamente. Anche All Music.

Davide: All Music. Era italiano?

Irene: Credo che fosse...

Davide: Come TRL.

Irene: Credo che fosse un canale italiano e non credo che... insomma, non… penso fosse un canale italiano e basta. Però non lo so.

Davide: Era il concorrente italiano di MTV. Sì, ho verificato. Era italiano e ha chiuso nel 2009.

Irene: Ed era, secondo me, un canale molto interessante perché era simile ad MTV, però, allo stesso tempo, era un po' più “oscuro” nel senso che i colori, l'ambientazione… non lo so, dove… lo studio in cui facevano le interviste ai cantanti o da cui trasmettevano era più scuro, la luce era soffusa, era un canale più rilassante, mentre MTV erano tanti colori, tante risate, non lo so… era un po' più artistico anche dal punto di vista grafico, mentre All Music era un po' più … un po’ più scuro, un po' più “da sera”. Ecco: MTV era il canale “da giorno”, per me, e All Music era il canale un po' più “da sera”.

Davide: Però… mi viene in mente (stavo facendo questa riflessione mentre parlavi), una cosa a cui ho già pensato. E penso, ogni tanto, che, all'epoca, era più facile avere gli stessi interessi, guardare le stesse trasmissioni, gli stessi programmi, ascoltare la stessa musica. C'erano più punti di riferimento, no? Un po' tutti guardavamo MTV o guardavamo, magari, gli stessi canali televisivi. Io non tanto, però… quello c'era, no? Non c'era molta offerta. E, secondo me, oggi è molto più difficile perché c'è una scelta enorme. Hai Netflix, Amazon, Disney, Apple TV, solo per rimanere nell'ambito della tv. Musica, c'è qualsiasi cosa. Poi c'hai i canali YouTube, c'hai gli streamer, c'hai Instagram, TikTok. Ed è più difficile parlare e conoscere le stesse cose. No?

Irene: Guarda, io sono il tipo di persona che... se entra in un supermercato e deve comprare la farina e ci sono cinquanta tipi di farina diversa, io vado nel panico, vado nel pallone ed esco dal supermercato senza comprare la farina. Perché faccio fatica a fare una scelta se ho troppe opzioni. E per me è lo stesso adesso in termini di tecnologia. Quindi avere tante piattaforme su cui guardare film e serie tv, scegliere fra le varie piattaforme, scegliere quale film guardare quando hai [a disposizionie]… a disposizione milioni di film fra cui scegliere… alla fine preferisco spegnere il televisore e non guardare nulla, perché proprio… faccio veramente fatica a scegliere. Quindi, secondo me, era più facile ed era anche più bello quando noi eravamo piccoli. Adesso… troppa scelta porta anche tanta confusione, e anche la voglia di fare tutto, di guardare tutto, di sperimentare tutto. E, alla fine, non lo so…

Davide: Sì…

Irene: …secondo me diventa pesante.

Davide: Certo, certo. Però quello che volevo dire è che, alla fine, poi, tutti vedevano e facevano le stesse cose più o meno, no?

Irene: Sì.

Davide: E quindi avevi argomenti di conversazione, no?

Irene: Oh, sì.

Davide: “Ah, hai visto il film che c'era ieri alla tv. Mentre oggi, come dire… “hai visto quella serie lì su Netflix?” - “No, tu hai visto questa che c'è su Disney?” - “No”.

Irene: Di che parliamo?

Davide: Non hai argomenti. Poi, chiaro, se hai fenomeni molto grandi, magari tutti iniziano a guardare quella serie o quel film, però, in generale, siamo più frammentati nei nostri interessi secondo me. Anche MTV, non c'è una MTV che dici “tutti guardano i video musicali”…

Irene: Sì. Ormai i video musicali solo su YouTube: quando c'era Vevo, adesso non… ma comunque YouTube è sempre stato più forte. Ormai non sono neanche più tanto importanti.

Davide: Bene, bene. Abbiamo tante cose in comune, da figli degli anni ‘90, di cui potremmo parlare. Volevamo parlare di tante altre cose, ma l'episodio è già molto lungo. Quindi ci fermiamo qui, se sei d'accordo, e magari ne facciamo un altro.

Irene: Assolutamente sì, sarebbe molto divertente.

Davide: Bene. Allora grazie Irene, per essere stata con noi su Podcast Italiano Principiante, e… ci sentiamo presto.

Irene: Grazie a te Davide e grazie a tutti. Ciao!

Davide: Ciao!

Bene, spero che ti sia piaciuta la conversazione. Se ti piace questo podcast magari dagli 5 stelle su Spotify o Apple Podcast. Lascia anche una recensione, mi aiuterebbe molto. Detto questo, se vuoi fare altri progressi nel tuo italiano, vuoi portarlo a livello successivo, a livello intermedio, considera di acquistare il mio corso La Storia di Italo, che trovi sempre sul sito. Un corso che ti racconta una storia appassionante di un ragazzo americano che scopre di essere italiano, di avere origini italiane, che torna in Italia per trovare i suoi genitori biologici e finisce per fare un sacco di avventure particolari e interessanti. La storia di Italo, però, ti insegna anche un sacco di parole e di grammatica, la grammatica che ti serve per arrivare a livello intermedio. Scopri il corso sul mio sito. Detto questo, grazie per l'ascolto e ci sentiamo nel prossimo episodio.

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