La scuola pubblica in Italia (con Irene)
In questo episodio, parlo con Irene della scuola in Italia. Insieme raccontiamo le nostre esperienze scolastiche, descriviamo i diversi livelli di istruzione (dall'asilo nido alle superiori) e condividiamo ricordi e aneddoti divertenti sul sistema educativo italiano.
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Benvenuto o benvenuta: questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi impara l’italiano, per chi sa già un po’ di italiano, e vuole migliorare ascoltando contenuti interessanti. Questa è una conversazione, una conversazione con Irene, in cui parliamo di scuola, della nostra esperienza a scuola e dei nostri ricordi scolastici. Come sempre, trovi la trascrizione sul mio sito web, podcastitaliano.com dove, se vuoi, puoi anche commentare l’episodio, puoi lasciare un commento. La trascrizione è uno strumento molto utile, perché contiene anche un glossario e ti permette di ottenere il massimo da ogni episodio. Questo, per il momento, è tutto: ti lascio all’episodio e alla nostra conversazione. Buon ascolto.
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Trascrizione interattiva dell'episodio
Davide: Bene, sono di nuovo qui con Irene. Benvenuta, bentornata a Podcast Italiano Principiante.
Irene: Ciao Davide, grazie mille. Sono molto contenta di essere qui.
Davide: Dunque, l'argomento di oggi è la scuola in Italia. Parleremo un po' della nostra esperienza. E anche di com'è strutturata, com'è fatta la scuola, cioè a quali età si va...
Irene: …a quale tipo di scuola, no?
Davide: Esatto, quale tipo di scuola. E così potete confrontare com'è nel vostro Paese e com'è in Italia.
Irene: E Davide, volevo chiederti una cosa. Qual è stata la tua prima esperienza scolastica? Sei andato direttamente all'asilo, come la maggior parte dei bambini, oppure, quando eri ancora più piccolo, sei andato all'asilo nido, che è la scuola per i bambini più piccoli, molto piccoli, tipo dai tre mesi ai… boh, tre anni, diciamo.
Davide: Tre anni, sì, qualcosa del genere. No, io non sono andato all'asilo nido, ho iniziato con l'asilo normale, scuola materna, appunto. E tu invece?
Irene: Anche io. Neanche io, anzi, neanche io sono andata all'asilo perché mia madre era a casa e quindi potevo stare a casa con mia madre. Mia madre lavorava prima di avere me e mia sorella, prima di avere, insomma, due bambine, lavorava, Poi ha lasciato il lavoro per prendersi cura di noi e quindi noi non abbiamo fatto l'asilo nido, non siamo andate all'asilo nido, io e mia sorella, ma abbiamo iniziato la scuola direttamente all'asilo.
Davide: Ok, ok. E quindi, dai tre ai cinque anni, praticamente.
Irene: Esatto, più o meno sì.
Davide: Sì, dai tre ai cinque, credo. Quindi sono due anni, solo?
Irene: Sì.
Davide: Mi ricordavo di più, però, forse, quando sei piccolo, il tempo passa più lentamente.
Irene: È vero. E penso, inoltre, che l'età può variare. Alcuni bambini arrivano all'asilo che sono, magari, un anno più grandi di altri bambini. Non hanno tutti la stessa identica età. Può variare di un anno. Io mi ricordo che nella mia classe c'erano bambini più piccoli di un anno di me. Quindi, questa cosa è interessante, che l'età può variare. Di questo sono sicura che, insomma… non so se è ancora così, forse le cose sono cambiate in 25 anni che non vado all'asilo, però quando ero piccola io c'erano bambini più piccoli di me con cui sono ancora in contatto, insomma. C'è una mia amica che ha un anno in meno di me che conosco dall'asilo.
Davide: Wow, che bello. Ehm... Bene, poi passiamo alla prima “vera” scuola, dove inizi a imparare cose, di fatto, che è la scuola elementare.
Irene: La scuola elementare che noi, a Roma, chiamiamo direttamente le elementari.
Davide: Sì, esatto. Anche… beh, anche noi, non so se in tutta Italia si usa il plurale, quindi per tutti i gradi, in realtà, a parte l'asilo. Quindi le elementari, poi le medie e poi le superiori.
Irene: Sì.
Davide: Sarebbe “le scuole”. Non so perché il plurale, però è curioso. E che dire delle elementari?
Irene: Sono… sono cinque anni e, quindi, al primo anno si va in prima elementare, al secondo anno si va in seconda elementare, terza elementare, quarta elementare, quinta elementare. E quali materie si studiano? Te lo ricordi?
Davide: Dunque, beh, si studia chiaramente italiano, matematica, una lingua straniera che, nel mio caso, non era l'inglese, perché noi facevamo francese.
Irene: Wow!
Davide: Sono una delle poche persone che conosco, diciamo, perché non conosco altri che non facessero l'inglese all'elementari. Io ho iniziato dopo, alle scuole medie.
Irene: Forse è una cosa più caratteristica del Nord, stando effettivamente proprio fisicamente più vicino alla… alla Francia. Non lo so.
Davide: Può essere. Oggi, sicuramente, si studia l'inglese.
Irene: Sì.
Davide: Penso obbligatoriamente, Però, almeno dove andavo io, ho fatto francese. Sì. E lo odiavo, tra l'altro, lo odiavo. Poi ho imparato il francese da solo, da adulto o più grande, (perché alla fine impari poco a scuola), ma all'epoca lo odiavo con tutto il cuore, non mi piaceva per niente.
Irene: Capisco, perché ho avuto un'esperienza simile, ma ne parliamo tra poco, quando parliamo delle medie. E quindi, alle elementari, si fa italiano, si fa matematica, geometria.
Davide: Geometria, si fa?
Irene: Geometria sì, geometria.
Davide: Non mi ricordavo…
Irene: Probabilmente storia e geografia.
Davide: Certo. Beh, si fa religione, a scuola. In tutti i gradi di scuola, tra l'altro. In realtà, poi, puoi fare anche la cosiddetta “alternativa”, per chi non vuole fare religione. Però sì, in Italia, c'è quest'ora di religione cattolica, che è la cosa di default, diciamo. E questo, chiaramente, è molto controverso. Però, magari, è un argomento per il futuro, però a tanti non piace, comprensibilmente.
Irene: È vero.
Davide: E poi, anche arte. No, “disegno” si chiamava, forse, non “arte”.
Irene: Sì, arte, arte, hai ragione.
Davide: Già all'elementari era “arte”?
Irene: Sì, e credo anche… mmh… mi sta venendo il dubbio. Forse, arte io l'ho fatta alle medie. Forse all'elementari non facevo arte… non sono sicura, perché mi ricordo che ho fatto arte e musica, però… sono quasi sicura che fosse alle medie.
Davide: Anch'io ho i ricordi molto confusi, in realtà.
Irene: Ma come mai? Ma perché?
Davide: Confondo le elementari e le medie, in realtà, però sì. E la cosa curiosa è che avevi... beh, no, forse non è tanto curioso, però, di fatto, quante maestre c'erano? Tre?
Irene: Sì, poche. Magari c'è una maestra che fa più materie.
Davide: Esatto.
Irene: Quindi... ci sono pochi insegnanti di ruolo, diciamo, è quasi sempre la stessa...
Davide: La maestra di italiano faceva anche... faceva anche storia, geografia. Non so se pure la lingua straniera, mi sa di sì.
Irene: Io mi ricordo anche che alle elementari facevamo educazione civica.
Davide: Sì, è vero, ma non so se all'elementari o alle medie, mi confondo.
Irene: Allora facciamo una cosa, parliamo anche delle medie, subito. Così, se diciamo qualcosa di sbagliato, possiamo dire che stavamo parlando di entrambe le… i livelli di istruzione.
Davide: Sì. Beh, intanto la cosa interessante, secondo me, è che in Italia si cambia fisicamente scuola, mentre in altri Paesi di fatto c'è un'unica scuola. Beh, tipo nel mondo anglosassone, no? È la stessa scuola per i primi dieci anni, tipo? O si cambia scuola?
Irene: Forse sì. Forse, magari, è lo stesso grande edificio, ma ci sono delle sezioni separate.
Davide: Mentre in Italia, dopo le elementari, proprio cambi scuola e devi scegliere: “dove vado a fare le medie?” e scegli, insomma, l'opzione nella tua città o quartiere che preferisci o che i tuoi genitori preferiscono per te.
Irene: Esatto.
Davide: E stesso poi, per il gradino, il grado successivo che sono le superiori. Quindi le medie sono tre anni.
Irene: E io mi ricordo che ho scelto in quale scuola media andare in base alla vicinanza, perché alle medie sei già più grande, sei pronto per andare a scuola e tornare da scuola da solo. Quindi, se la scuola è vicina, poi non hai più bisogno dei tuoi genitori che ti accompagnino o ti vengano a riprendere. Ma, spesso, la scelta dipende anche dalla scelta dei compagni degli elementari. Magari hai fatto amicizia, hai degli amici all'elementari e vuoi seguirli, vuoi andare alla stessa scuola in cui vanno loro. E poi abbiamo detto che le medie durano tre anni e le materie sono, più o meno, le stesse delle elementari alla fine, no?
Davide: Sì. Ora, io sicuramente ho iniziato inglese alle medie, che non facevo alle elementari.
Irene: E io… (scusa se ti interrompo) io ho iniziato francese, che non facevo alle elementari.
Davide: E quindi anche tu non avevi un buon rapporto con il francese, no? Da quello che mi dicevi prima, che ho intuito.
Irene: Bravo. Perché si poteva scegliere fra, nella mia scuola media, si poteva scegliere fra... francese e spagnolo. Io volevo fare spagnolo, ma le classi in cui si faceva spagnolo… perché, una cosa da precisare, è che in Italia, alle medie, tu hai una classe. Al primo anno di medie io sono nella classe 1A o 1B. Ci sono le sezioni che sono delle lettere che distinguono le varie classi, le varie classi. E, quando sei in una classe, sei sempre in quella classe e fai tutte le lezioni in quella classe. Non si cambia la stanza, non si va in altre classi.
Davide: Esatto. Cioè, non si cambia l'aula, no?
Irene: L'aula, scusami.
Davide: Cioè, l'aula è “fisicamente” la stanza. La “classe” sarebbe il gruppo di studenti. Alle elementari si chiamano già studenti, no? Di scolari?
Irene: Sì, scolari sì. Anche se poi le maestre, che alle medie si chiamano ormai “professoresse” o “professori”, no? Quindi c'è questo cambiamento del modo in cui ci riferiamo all'insegnante. Alle elementari abbiamo la “maestra”, alle medie abbiamo la “professoressa” no? Che suona un po' più distaccato.
Davide: E poi devi dare del Lei alle medie. Questo è un cambiamento. Anche se i professori…, professoresse principalmente, perché poi, per la stragrande maggioranza, sono donne. In tutti i gradi della scuola, prima dell'università, è difficile trovare uomini. Però sì, si dà del Lei, mentre loro in realtà poi ti danno del tu. Quindi non è simmetrico il rapporto di cortesia.
Irene: È vero, è vero.
Davide: Una domanda: voi, a Roma, non dite primo B o secondo? Perché ho sentito spesso, no? “Facevo il primo”, no?
Irene: Noi diciamo la prima, “sono in prima B”, “sono in terza B”, al femminile.
Davide: Prima? Ok.
Irene: Perché sarebbe la classe, no? La classe 1B.
Davide: E niente, quindi...
Irene: Una cosa… una cosa interessante è anche che alle medie facciamo musica e spesso dobbiamo scegliere uno strumento musicale da imparare a suonare. Io avevo scelto la tastiera e tu che cosa avevi scelto?
Davide: Allora… non mi ricordo. Innanzitutto, diciamo questo: in Italia c'è questa ossessione per il flauto dolce, che è uno strumento inutile, cioè non è uno strumento realmente suonato. Non ha un'utilità reale, è uno strumento che si usa solo a scuola, praticamente. O comunque… mah, forse l'orchestra ha il flauto dolce, ma è diverso da quello che suoniamo a scuola. È proprio una tradizione, probabilmente, che c'è da sempre, di suonare questo strumento, che è anche particolarmente… no? Fastidioso. Il suono del flauto dolce. È facile suonarlo male e suonarlo in una maniera fastidiosa. Quindi questa è una cosa culturale nostra.
Irene: Sai che, secondo me, un'ipotesi, è assolutamente una mia ipotesi, è che comunque si tratta di uno strumento “povero”, tra virgolette, per modo di dire.
Davide: Sì, economico.
Irene: Molto economico, quindi, più o meno, tutte le famiglie possono permettersi di comprare un flauto. Mentre magari una tastiera, che già costa sui …forse 40 o 50 euro. Non lo so. Io avevo una Casio, mi ricordo questa grande tastiera, bellissima. E ovviamente non è una tastiera professionale, è comunque una tastiera da…
Davide: Certo, certo. Però è uno strumento che è più usabile nella vita, diciamo così.
Irene: Esatto.
Davide: Però noi, alle medie, non so se abbiamo iniziato con questo strumento che ora ti dico, però a un certo punto abbiamo iniziato a suonare la clavietta, che è uno strumento che nessuno conosce. È praticamente una... è la fusione della tastiera e del flauto, perché è una tastiera che però ha un tubo e tu devi soffiare nel tubo e l'aria crea il suono. È un suono che ricorda vagamente una fisarmonica. Un altro strumento francamente inutile, un po' ridicolo, perché… cioè, in quali situazioni uno può suonare la clavietta?!
Irene: A una sagra, forse.
Davide: Ma neanche, perché non fa un suono forte. Perlomeno, però, è come suonare la trastiera, solo devi soffiare anche. Vabbè.
Irene: Carina.
Davide: Anch'io poi ho iniziato a suonare la tastiera vera, però, che ce n'era una. Mi ricordo il professore che portava la tastiera e tutti suonavano la clavietta e io, che già sapevo suonare un po', suonavo. Avevo l'onore di suonare la tastiera. Dovete sapere, soprattutto se vivete negli Stati Uniti, che le scuole italiane non hanno soldi e sono generalmente... in condizioni abbastanza fatiscenti. E non hanno i mezzi che ci sono in scuole di altri Paesi. E quindi, magari in altri Paesi, no? C'è la sala dedicata alla musica, con tutti gli strumenti più fighi possibili e immaginabili. In Italia non abbiamo molto e… è già tanto se abbiamo una scuola, diciamo moderna, che non cade a pezzi, ecco.
Irene: È vero. E, almeno per quanto riguarda la mia esperienza e basandomi sui miei ricordi, le aule delle scuole italiane sono molto vecchie. Abbiamo i banchi di scuola vecchi, un po' rotti. I mobili in cui magari si mettono i libri anche un po' vecchi in legno massiccio, sai quei mobili di una volta? Non so, adesso magari è cambiata un po' la situazione, dopo…
Davide: Non penso molto, non penso molto. A proposito, parlando… magari possiamo passare al liceo, cioè al liceo, non so se hai fatto il liceo; alle superiori.
Irene: Io ho fatto il liceo.
Davide: Iniziamo a dire questo: in Italia c'è un po' questa cosa classista che, se fai il liceo, di solito, vieni da una famiglia… insomma, con più... mezzi economici… cioè, non mezzi… non devi essere ricco, però, è considerata la scuola di chi ha… insomma, è più “acculturato” tra virgolette. Mentre le altre scuole… ci sono vari tipi di scuole, sono considerate… insomma, per chi non vuole studiare, generalmente, non vuole fare l'università, quindi c'è già questa divisione. Un po' non lo so, io la trovo un po' antipatica, no? Che poi, di solito, chi fa il liceo se la crede un po', bisogna dirlo, e ha un po' uno stereotipo negativo verso chi fa la scuola professionale, per esempio, l'istituto tecnico, no? Non so se sei d'accordo.
Irene: È interessante perché… io non sono, non ho avuto questa impressione. Io ho fatto il liceo e ci sono due tipi, credo, ormai tre tipi di liceo? Classico, scientifico, psicopedagogico. Non so se ce ne sono altri tipi…?
Davide: Anche linguistico.
Irene: Ah, linguistico, hai ragione!
Davide: E anche musicale, no? O… come si chiama, artistico? Liceo artistico?
Irene: Liceo artistico, hai ragione, sì.
Davide: Ci sono vari tipi. Vabbè, adesso c'è anche il liceo del Made in Italy.
Irene: Che cos'è?
Davide: È la trovata del nostro governo di… cos'era? Un anno fa? Due anni fa? È una cosa ridicola, non si è iscritto nessuno in Italia. Non so, è difficile descriverlo, perché è una cosa così ridicola, ma vabbè, non entriamo nella...
Irene: Già, il nome…
Davide: È una cosa abbastanza nazionalista, comunque. Tu hai fatto il liceo scientifico? No, Cosa hai…?
Irene: Io ho fatto il liceo classico e ho fatto il classico, però comunque ho frequentato un liceo di periferia, non un liceo in centro che, magari, è per i più ambiziosi o, come hai detto tu, per i più benestanti. Un liceo di periferia che, secondo me, non ha nulla da invidiare agli altri licei più ricchi. Che, allo stesso tempo, è rimasto umile e modesto, pur essendo un liceo, nel senso che… non ho mai notato una differenza con le altre scuole superiori, solo perché magari io andavo al liceo. Non mi sono mai sentita “superiore” per rimanere in tema “superiori”. E… quindi non lo so, non so. Forse dipende anche da dove… da dove si trova il liceo. Se magari si trova in centro, insomma… le persone se la tirano un po' di più.
Davide: Sì.
Irene: E spiego brevemente che cos'è un liceo classico: è un liceo in cui si studia… un liceo basato, insomma, sulle materie umanistiche. E si studia il latino, il greco, la letteratura, quindi letteratura italiana, letteratura inglese, filosofia e… che altro?
Davide: Arte, storia dell'arte.
Irene: Arte, storia dell'arte, principalmente questo. Purtroppo c'è sempre…
Davide: Scienze poco si fa… insomma, poche ore di scienze.
Irene: Scienze… no! In realtà… scienze… avevamo scienze naturali, avevamo biologia e chimica, quindi… quindi sì, era interessante. E poi c'era sempre educazione fisica, che è una materia che si fa in tutte le scuole, no? Non all'università, fino all'università, insomma, si fa. Dall'asilo, alle superiori o al liceo… che era la materia che più odiavo, educazione fisica, non mi piaceva per niente. Cercavo di inventare sempre una scusa per non fare attività fisica.
Davide: Sì. Che poi è un'ora a settimana, praticamente, quindi…! Anche lì, i mezzi a disposizione delle scuole italiane sono pochi. No?
Irene: Sì.
Davide: Se… se venite dagli Stati Uniti e pensate alle strutture che avete voi… ecco, l'Italia sembra un po’ il Terzo Mondo. Obiettivamente è molto triste la situazione di molte scuole.
Irene: Sì.
Davide: Però… ecco. Io invece ho fatto il liceo scientifico, che ha le stesse materie, ma un po' più bilanciate. Non che in realtà si faccia molta matematica, molta scienza. Si fanno uguali alle materie umanistiche. Sono più bilanciate. Mentre il liceo classico... è molto sbilanciato sulle materie umanistiche e c'è poca matematica, poca scienza, diciamo. Quindi è un po' più bilanciato, ma si fa tanto italiano, tanto latino, tanta filosofia, arte, cioè sono molto presenti, comunque, si fa tantissimo italiano anche al liceo scientifico, eh, quindi...
Irene: Allo scientifico si fa anche il greco?
Davide: No, ecco, questa è la grande differenza: non si fa il greco. Si fa inglese, chiaramente, e solo... nel mio caso, solo una lingua straniera.
Irene: Anche nel mio.
Davide: Poi, per esempio, nel mio liceo scientifico c'è, per esempio, Erika, che faceva lo stesso mio liceo. Lei faceva due lingue, ma perché era una cosa più particolare, una sperimentazione, credo si chiamasse, ma non era la normalità.
Irene: Interessante.
Davide: E quindi... possiamo dire questo anche, che, di fatto, l'obbligo di andare a scuola c'è fino ai 16 anni, quindi fino alla seconda superiore, diciamo così. Di solito, poi, se uno arriva fin lì fa i cinque anni di superiori, quindi sono in totale 13 anni di scuola.
Irene: Esatto. Sì.
Davide: Prima… prima dell'Università, s’intende. Ah, la cosa importante, però, è anche l'esame. Ci sono due esami. L'esame alla fine delle medie, l'esame di terza media…
Irene: Per cui si fa una cosa, secondo me, super interessante, perché bisogna creare una sorta di mappa concettuale, quindi una grande mappa, dove ci sono gli argomenti che più abbiamo apprezzato di tutte le materie dell'intero programma di... no, dei tre anni, giusto? Possiamo scegliere noi. Quindi, ad esempio, alle medie, dopo tre anni di medie... hai fatto praticamente tre programmi per ogni materia nel corso dei tre anni. E quindi puoi scegliere gli argomenti che più ti interessano, che più ti sono piaciuti durante i tre anni e devi collegarli, devi riuscire a collegarli con gli argomenti delle altre materie per avere alla fine un discorso unico che riesce a trattare e a toccare tutte le materie. E quello secondo me è interessante.
Davide: Io me lo ricordo più per la maturità, che è l'esame finale delle superiori, l'esame di maturità.
Irene: Anche alla maturità. Alle medie la mia tesina era sul mare, molto basico, e avevo fatto questa mappa concettuale con il mare al centro e poi avevo collegato tutte le materie. Mentre alle superiori, avevo fatto i supereroi. E tu ti ricordi?
Davide: Alle medie non mi ricordo, sinceramente, non ho memoria. Alle superiori già stava venendo fuori la mia passione per le lingue e la linguistica, di fatto, perché feci una tesina sul proto-indeuropeo, che sarebbe la protolingua che ha… da cui discendono le lingue europee.
Irene: Wow, ammazza.
Davide: Esatto. E quindi lo collegavo poi… non mi ricordo a cosa, forse a argomenti di scienze e...
Irene: Sì. Complimenti, un argomento veramente incredibile, no? Così giovane, eh.
Davide: Vabbè, ma io devo sempre essere un po' lo stramboide.
Irene: Anticonformista.
Davide: Esatto, come già è emerso dall'altro episodio sull'infanzia. Bene. Abbiamo parlato 32 minuti, Irene: come sempre parliamo troppo, ma è interessante. Spero che lo apprezziate.
Irene: Quindi direi di concluderla qui, di chiudere qui l'argomento. Non parliamo dell'università, magari in futuro parleremo dell'università italiana. E… e quindi niente, grazie per avermi invitata, Davide.
Davide: Grazie a te per la partecipazione, come sempre. Lasciate un commento se… se vi è piaciuto. Raccontate com'è, insomma, le differenze, le somiglianze nel vostro Paese. E com'è stata anche la vostra esperienza. Detto questo, alla prossima e grazie Irene. Ciao.
Irene: Grazie a voi, ciao.
Bene, siamo arrivati alla fine dell’episodio, alla fine della conversazione che spero ti sia piaciuta. Se è così, puoi lasciare cinque stelle nell’app di podcast dove ci stai ascoltando quindi magari Spotify o Apple Podcast: questo sarà molto utile, ci aiuterà molto. Se vuoi continuare a imparare, ma in una maniera più strutturata, penso che ti piacerà molto La Storia di Italo, il nostro corso di livello A2/B1, quindi pre-intermedio/intermedio, diciamo, che attraverso una storia, una storia molto interessante, coinvolgente e appassionante, ti aiuta a imparare tutte le strutture necessarie al tuo livello e a livello successivo. Scopri La Storia di Italo, il link è in descrizione. Io ti saluto, ci vediamo tra una settimana nel prossimo episodio.
Benvenuto o benvenuta: questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi impara l’italiano, per chi sa già un po’ di italiano, e vuole migliorare ascoltando contenuti interessanti. Questa è una conversazione, una conversazione con Irene, in cui parliamo di scuola, della nostra esperienza a scuola e dei nostri ricordi scolastici. Come sempre, trovi la trascrizione sul mio sito web, podcastitaliano.com dove, se vuoi, puoi anche commentare l’episodio, puoi lasciare un commento. La trascrizione è uno strumento molto utile, perché contiene anche un glossario e ti permette di ottenere il massimo da ogni episodio. Questo, per il momento, è tutto: ti lascio all’episodio e alla nostra conversazione. Buon ascolto.
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Trascrizione interattiva dell'episodio
Davide: Bene, sono di nuovo qui con Irene. Benvenuta, bentornata a Podcast Italiano Principiante.
Irene: Ciao Davide, grazie mille. Sono molto contenta di essere qui.
Davide: Dunque, l'argomento di oggi è la scuola in Italia. Parleremo un po' della nostra esperienza. E anche di com'è strutturata, com'è fatta la scuola, cioè a quali età si va...
Irene: …a quale tipo di scuola, no?
Davide: Esatto, quale tipo di scuola. E così potete confrontare com'è nel vostro Paese e com'è in Italia.
Irene: E Davide, volevo chiederti una cosa. Qual è stata la tua prima esperienza scolastica? Sei andato direttamente all'asilo, come la maggior parte dei bambini, oppure, quando eri ancora più piccolo, sei andato all'asilo nido, che è la scuola per i bambini più piccoli, molto piccoli, tipo dai tre mesi ai… boh, tre anni, diciamo.
Davide: Tre anni, sì, qualcosa del genere. No, io non sono andato all'asilo nido, ho iniziato con l'asilo normale, scuola materna, appunto. E tu invece?
Irene: Anche io. Neanche io, anzi, neanche io sono andata all'asilo perché mia madre era a casa e quindi potevo stare a casa con mia madre. Mia madre lavorava prima di avere me e mia sorella, prima di avere, insomma, due bambine, lavorava, Poi ha lasciato il lavoro per prendersi cura di noi e quindi noi non abbiamo fatto l'asilo nido, non siamo andate all'asilo nido, io e mia sorella, ma abbiamo iniziato la scuola direttamente all'asilo.
Davide: Ok, ok. E quindi, dai tre ai cinque anni, praticamente.
Irene: Esatto, più o meno sì.
Davide: Sì, dai tre ai cinque, credo. Quindi sono due anni, solo?
Irene: Sì.
Davide: Mi ricordavo di più, però, forse, quando sei piccolo, il tempo passa più lentamente.
Irene: È vero. E penso, inoltre, che l'età può variare. Alcuni bambini arrivano all'asilo che sono, magari, un anno più grandi di altri bambini. Non hanno tutti la stessa identica età. Può variare di un anno. Io mi ricordo che nella mia classe c'erano bambini più piccoli di un anno di me. Quindi, questa cosa è interessante, che l'età può variare. Di questo sono sicura che, insomma… non so se è ancora così, forse le cose sono cambiate in 25 anni che non vado all'asilo, però quando ero piccola io c'erano bambini più piccoli di me con cui sono ancora in contatto, insomma. C'è una mia amica che ha un anno in meno di me che conosco dall'asilo.
Davide: Wow, che bello. Ehm... Bene, poi passiamo alla prima “vera” scuola, dove inizi a imparare cose, di fatto, che è la scuola elementare.
Irene: La scuola elementare che noi, a Roma, chiamiamo direttamente le elementari.
Davide: Sì, esatto. Anche… beh, anche noi, non so se in tutta Italia si usa il plurale, quindi per tutti i gradi, in realtà, a parte l'asilo. Quindi le elementari, poi le medie e poi le superiori.
Irene: Sì.
Davide: Sarebbe “le scuole”. Non so perché il plurale, però è curioso. E che dire delle elementari?
Irene: Sono… sono cinque anni e, quindi, al primo anno si va in prima elementare, al secondo anno si va in seconda elementare, terza elementare, quarta elementare, quinta elementare. E quali materie si studiano? Te lo ricordi?
Davide: Dunque, beh, si studia chiaramente italiano, matematica, una lingua straniera che, nel mio caso, non era l'inglese, perché noi facevamo francese.
Irene: Wow!
Davide: Sono una delle poche persone che conosco, diciamo, perché non conosco altri che non facessero l'inglese all'elementari. Io ho iniziato dopo, alle scuole medie.
Irene: Forse è una cosa più caratteristica del Nord, stando effettivamente proprio fisicamente più vicino alla… alla Francia. Non lo so.
Davide: Può essere. Oggi, sicuramente, si studia l'inglese.
Irene: Sì.
Davide: Penso obbligatoriamente, Però, almeno dove andavo io, ho fatto francese. Sì. E lo odiavo, tra l'altro, lo odiavo. Poi ho imparato il francese da solo, da adulto o più grande, (perché alla fine impari poco a scuola), ma all'epoca lo odiavo con tutto il cuore, non mi piaceva per niente.
Irene: Capisco, perché ho avuto un'esperienza simile, ma ne parliamo tra poco, quando parliamo delle medie. E quindi, alle elementari, si fa italiano, si fa matematica, geometria.
Davide: Geometria, si fa?
Irene: Geometria sì, geometria.
Davide: Non mi ricordavo…
Irene: Probabilmente storia e geografia.
Davide: Certo. Beh, si fa religione, a scuola. In tutti i gradi di scuola, tra l'altro. In realtà, poi, puoi fare anche la cosiddetta “alternativa”, per chi non vuole fare religione. Però sì, in Italia, c'è quest'ora di religione cattolica, che è la cosa di default, diciamo. E questo, chiaramente, è molto controverso. Però, magari, è un argomento per il futuro, però a tanti non piace, comprensibilmente.
Irene: È vero.
Davide: E poi, anche arte. No, “disegno” si chiamava, forse, non “arte”.
Irene: Sì, arte, arte, hai ragione.
Davide: Già all'elementari era “arte”?
Irene: Sì, e credo anche… mmh… mi sta venendo il dubbio. Forse, arte io l'ho fatta alle medie. Forse all'elementari non facevo arte… non sono sicura, perché mi ricordo che ho fatto arte e musica, però… sono quasi sicura che fosse alle medie.
Davide: Anch'io ho i ricordi molto confusi, in realtà.
Irene: Ma come mai? Ma perché?
Davide: Confondo le elementari e le medie, in realtà, però sì. E la cosa curiosa è che avevi... beh, no, forse non è tanto curioso, però, di fatto, quante maestre c'erano? Tre?
Irene: Sì, poche. Magari c'è una maestra che fa più materie.
Davide: Esatto.
Irene: Quindi... ci sono pochi insegnanti di ruolo, diciamo, è quasi sempre la stessa...
Davide: La maestra di italiano faceva anche... faceva anche storia, geografia. Non so se pure la lingua straniera, mi sa di sì.
Irene: Io mi ricordo anche che alle elementari facevamo educazione civica.
Davide: Sì, è vero, ma non so se all'elementari o alle medie, mi confondo.
Irene: Allora facciamo una cosa, parliamo anche delle medie, subito. Così, se diciamo qualcosa di sbagliato, possiamo dire che stavamo parlando di entrambe le… i livelli di istruzione.
Davide: Sì. Beh, intanto la cosa interessante, secondo me, è che in Italia si cambia fisicamente scuola, mentre in altri Paesi di fatto c'è un'unica scuola. Beh, tipo nel mondo anglosassone, no? È la stessa scuola per i primi dieci anni, tipo? O si cambia scuola?
Irene: Forse sì. Forse, magari, è lo stesso grande edificio, ma ci sono delle sezioni separate.
Davide: Mentre in Italia, dopo le elementari, proprio cambi scuola e devi scegliere: “dove vado a fare le medie?” e scegli, insomma, l'opzione nella tua città o quartiere che preferisci o che i tuoi genitori preferiscono per te.
Irene: Esatto.
Davide: E stesso poi, per il gradino, il grado successivo che sono le superiori. Quindi le medie sono tre anni.
Irene: E io mi ricordo che ho scelto in quale scuola media andare in base alla vicinanza, perché alle medie sei già più grande, sei pronto per andare a scuola e tornare da scuola da solo. Quindi, se la scuola è vicina, poi non hai più bisogno dei tuoi genitori che ti accompagnino o ti vengano a riprendere. Ma, spesso, la scelta dipende anche dalla scelta dei compagni degli elementari. Magari hai fatto amicizia, hai degli amici all'elementari e vuoi seguirli, vuoi andare alla stessa scuola in cui vanno loro. E poi abbiamo detto che le medie durano tre anni e le materie sono, più o meno, le stesse delle elementari alla fine, no?
Davide: Sì. Ora, io sicuramente ho iniziato inglese alle medie, che non facevo alle elementari.
Irene: E io… (scusa se ti interrompo) io ho iniziato francese, che non facevo alle elementari.
Davide: E quindi anche tu non avevi un buon rapporto con il francese, no? Da quello che mi dicevi prima, che ho intuito.
Irene: Bravo. Perché si poteva scegliere fra, nella mia scuola media, si poteva scegliere fra... francese e spagnolo. Io volevo fare spagnolo, ma le classi in cui si faceva spagnolo… perché, una cosa da precisare, è che in Italia, alle medie, tu hai una classe. Al primo anno di medie io sono nella classe 1A o 1B. Ci sono le sezioni che sono delle lettere che distinguono le varie classi, le varie classi. E, quando sei in una classe, sei sempre in quella classe e fai tutte le lezioni in quella classe. Non si cambia la stanza, non si va in altre classi.
Davide: Esatto. Cioè, non si cambia l'aula, no?
Irene: L'aula, scusami.
Davide: Cioè, l'aula è “fisicamente” la stanza. La “classe” sarebbe il gruppo di studenti. Alle elementari si chiamano già studenti, no? Di scolari?
Irene: Sì, scolari sì. Anche se poi le maestre, che alle medie si chiamano ormai “professoresse” o “professori”, no? Quindi c'è questo cambiamento del modo in cui ci riferiamo all'insegnante. Alle elementari abbiamo la “maestra”, alle medie abbiamo la “professoressa” no? Che suona un po' più distaccato.
Davide: E poi devi dare del Lei alle medie. Questo è un cambiamento. Anche se i professori…, professoresse principalmente, perché poi, per la stragrande maggioranza, sono donne. In tutti i gradi della scuola, prima dell'università, è difficile trovare uomini. Però sì, si dà del Lei, mentre loro in realtà poi ti danno del tu. Quindi non è simmetrico il rapporto di cortesia.
Irene: È vero, è vero.
Davide: Una domanda: voi, a Roma, non dite primo B o secondo? Perché ho sentito spesso, no? “Facevo il primo”, no?
Irene: Noi diciamo la prima, “sono in prima B”, “sono in terza B”, al femminile.
Davide: Prima? Ok.
Irene: Perché sarebbe la classe, no? La classe 1B.
Davide: E niente, quindi...
Irene: Una cosa… una cosa interessante è anche che alle medie facciamo musica e spesso dobbiamo scegliere uno strumento musicale da imparare a suonare. Io avevo scelto la tastiera e tu che cosa avevi scelto?
Davide: Allora… non mi ricordo. Innanzitutto, diciamo questo: in Italia c'è questa ossessione per il flauto dolce, che è uno strumento inutile, cioè non è uno strumento realmente suonato. Non ha un'utilità reale, è uno strumento che si usa solo a scuola, praticamente. O comunque… mah, forse l'orchestra ha il flauto dolce, ma è diverso da quello che suoniamo a scuola. È proprio una tradizione, probabilmente, che c'è da sempre, di suonare questo strumento, che è anche particolarmente… no? Fastidioso. Il suono del flauto dolce. È facile suonarlo male e suonarlo in una maniera fastidiosa. Quindi questa è una cosa culturale nostra.
Irene: Sai che, secondo me, un'ipotesi, è assolutamente una mia ipotesi, è che comunque si tratta di uno strumento “povero”, tra virgolette, per modo di dire.
Davide: Sì, economico.
Irene: Molto economico, quindi, più o meno, tutte le famiglie possono permettersi di comprare un flauto. Mentre magari una tastiera, che già costa sui …forse 40 o 50 euro. Non lo so. Io avevo una Casio, mi ricordo questa grande tastiera, bellissima. E ovviamente non è una tastiera professionale, è comunque una tastiera da…
Davide: Certo, certo. Però è uno strumento che è più usabile nella vita, diciamo così.
Irene: Esatto.
Davide: Però noi, alle medie, non so se abbiamo iniziato con questo strumento che ora ti dico, però a un certo punto abbiamo iniziato a suonare la clavietta, che è uno strumento che nessuno conosce. È praticamente una... è la fusione della tastiera e del flauto, perché è una tastiera che però ha un tubo e tu devi soffiare nel tubo e l'aria crea il suono. È un suono che ricorda vagamente una fisarmonica. Un altro strumento francamente inutile, un po' ridicolo, perché… cioè, in quali situazioni uno può suonare la clavietta?!
Irene: A una sagra, forse.
Davide: Ma neanche, perché non fa un suono forte. Perlomeno, però, è come suonare la trastiera, solo devi soffiare anche. Vabbè.
Irene: Carina.
Davide: Anch'io poi ho iniziato a suonare la tastiera vera, però, che ce n'era una. Mi ricordo il professore che portava la tastiera e tutti suonavano la clavietta e io, che già sapevo suonare un po', suonavo. Avevo l'onore di suonare la tastiera. Dovete sapere, soprattutto se vivete negli Stati Uniti, che le scuole italiane non hanno soldi e sono generalmente... in condizioni abbastanza fatiscenti. E non hanno i mezzi che ci sono in scuole di altri Paesi. E quindi, magari in altri Paesi, no? C'è la sala dedicata alla musica, con tutti gli strumenti più fighi possibili e immaginabili. In Italia non abbiamo molto e… è già tanto se abbiamo una scuola, diciamo moderna, che non cade a pezzi, ecco.
Irene: È vero. E, almeno per quanto riguarda la mia esperienza e basandomi sui miei ricordi, le aule delle scuole italiane sono molto vecchie. Abbiamo i banchi di scuola vecchi, un po' rotti. I mobili in cui magari si mettono i libri anche un po' vecchi in legno massiccio, sai quei mobili di una volta? Non so, adesso magari è cambiata un po' la situazione, dopo…
Davide: Non penso molto, non penso molto. A proposito, parlando… magari possiamo passare al liceo, cioè al liceo, non so se hai fatto il liceo; alle superiori.
Irene: Io ho fatto il liceo.
Davide: Iniziamo a dire questo: in Italia c'è un po' questa cosa classista che, se fai il liceo, di solito, vieni da una famiglia… insomma, con più... mezzi economici… cioè, non mezzi… non devi essere ricco, però, è considerata la scuola di chi ha… insomma, è più “acculturato” tra virgolette. Mentre le altre scuole… ci sono vari tipi di scuole, sono considerate… insomma, per chi non vuole studiare, generalmente, non vuole fare l'università, quindi c'è già questa divisione. Un po' non lo so, io la trovo un po' antipatica, no? Che poi, di solito, chi fa il liceo se la crede un po', bisogna dirlo, e ha un po' uno stereotipo negativo verso chi fa la scuola professionale, per esempio, l'istituto tecnico, no? Non so se sei d'accordo.
Irene: È interessante perché… io non sono, non ho avuto questa impressione. Io ho fatto il liceo e ci sono due tipi, credo, ormai tre tipi di liceo? Classico, scientifico, psicopedagogico. Non so se ce ne sono altri tipi…?
Davide: Anche linguistico.
Irene: Ah, linguistico, hai ragione!
Davide: E anche musicale, no? O… come si chiama, artistico? Liceo artistico?
Irene: Liceo artistico, hai ragione, sì.
Davide: Ci sono vari tipi. Vabbè, adesso c'è anche il liceo del Made in Italy.
Irene: Che cos'è?
Davide: È la trovata del nostro governo di… cos'era? Un anno fa? Due anni fa? È una cosa ridicola, non si è iscritto nessuno in Italia. Non so, è difficile descriverlo, perché è una cosa così ridicola, ma vabbè, non entriamo nella...
Irene: Già, il nome…
Davide: È una cosa abbastanza nazionalista, comunque. Tu hai fatto il liceo scientifico? No, Cosa hai…?
Irene: Io ho fatto il liceo classico e ho fatto il classico, però comunque ho frequentato un liceo di periferia, non un liceo in centro che, magari, è per i più ambiziosi o, come hai detto tu, per i più benestanti. Un liceo di periferia che, secondo me, non ha nulla da invidiare agli altri licei più ricchi. Che, allo stesso tempo, è rimasto umile e modesto, pur essendo un liceo, nel senso che… non ho mai notato una differenza con le altre scuole superiori, solo perché magari io andavo al liceo. Non mi sono mai sentita “superiore” per rimanere in tema “superiori”. E… quindi non lo so, non so. Forse dipende anche da dove… da dove si trova il liceo. Se magari si trova in centro, insomma… le persone se la tirano un po' di più.
Davide: Sì.
Irene: E spiego brevemente che cos'è un liceo classico: è un liceo in cui si studia… un liceo basato, insomma, sulle materie umanistiche. E si studia il latino, il greco, la letteratura, quindi letteratura italiana, letteratura inglese, filosofia e… che altro?
Davide: Arte, storia dell'arte.
Irene: Arte, storia dell'arte, principalmente questo. Purtroppo c'è sempre…
Davide: Scienze poco si fa… insomma, poche ore di scienze.
Irene: Scienze… no! In realtà… scienze… avevamo scienze naturali, avevamo biologia e chimica, quindi… quindi sì, era interessante. E poi c'era sempre educazione fisica, che è una materia che si fa in tutte le scuole, no? Non all'università, fino all'università, insomma, si fa. Dall'asilo, alle superiori o al liceo… che era la materia che più odiavo, educazione fisica, non mi piaceva per niente. Cercavo di inventare sempre una scusa per non fare attività fisica.
Davide: Sì. Che poi è un'ora a settimana, praticamente, quindi…! Anche lì, i mezzi a disposizione delle scuole italiane sono pochi. No?
Irene: Sì.
Davide: Se… se venite dagli Stati Uniti e pensate alle strutture che avete voi… ecco, l'Italia sembra un po’ il Terzo Mondo. Obiettivamente è molto triste la situazione di molte scuole.
Irene: Sì.
Davide: Però… ecco. Io invece ho fatto il liceo scientifico, che ha le stesse materie, ma un po' più bilanciate. Non che in realtà si faccia molta matematica, molta scienza. Si fanno uguali alle materie umanistiche. Sono più bilanciate. Mentre il liceo classico... è molto sbilanciato sulle materie umanistiche e c'è poca matematica, poca scienza, diciamo. Quindi è un po' più bilanciato, ma si fa tanto italiano, tanto latino, tanta filosofia, arte, cioè sono molto presenti, comunque, si fa tantissimo italiano anche al liceo scientifico, eh, quindi...
Irene: Allo scientifico si fa anche il greco?
Davide: No, ecco, questa è la grande differenza: non si fa il greco. Si fa inglese, chiaramente, e solo... nel mio caso, solo una lingua straniera.
Irene: Anche nel mio.
Davide: Poi, per esempio, nel mio liceo scientifico c'è, per esempio, Erika, che faceva lo stesso mio liceo. Lei faceva due lingue, ma perché era una cosa più particolare, una sperimentazione, credo si chiamasse, ma non era la normalità.
Irene: Interessante.
Davide: E quindi... possiamo dire questo anche, che, di fatto, l'obbligo di andare a scuola c'è fino ai 16 anni, quindi fino alla seconda superiore, diciamo così. Di solito, poi, se uno arriva fin lì fa i cinque anni di superiori, quindi sono in totale 13 anni di scuola.
Irene: Esatto. Sì.
Davide: Prima… prima dell'Università, s’intende. Ah, la cosa importante, però, è anche l'esame. Ci sono due esami. L'esame alla fine delle medie, l'esame di terza media…
Irene: Per cui si fa una cosa, secondo me, super interessante, perché bisogna creare una sorta di mappa concettuale, quindi una grande mappa, dove ci sono gli argomenti che più abbiamo apprezzato di tutte le materie dell'intero programma di... no, dei tre anni, giusto? Possiamo scegliere noi. Quindi, ad esempio, alle medie, dopo tre anni di medie... hai fatto praticamente tre programmi per ogni materia nel corso dei tre anni. E quindi puoi scegliere gli argomenti che più ti interessano, che più ti sono piaciuti durante i tre anni e devi collegarli, devi riuscire a collegarli con gli argomenti delle altre materie per avere alla fine un discorso unico che riesce a trattare e a toccare tutte le materie. E quello secondo me è interessante.
Davide: Io me lo ricordo più per la maturità, che è l'esame finale delle superiori, l'esame di maturità.
Irene: Anche alla maturità. Alle medie la mia tesina era sul mare, molto basico, e avevo fatto questa mappa concettuale con il mare al centro e poi avevo collegato tutte le materie. Mentre alle superiori, avevo fatto i supereroi. E tu ti ricordi?
Davide: Alle medie non mi ricordo, sinceramente, non ho memoria. Alle superiori già stava venendo fuori la mia passione per le lingue e la linguistica, di fatto, perché feci una tesina sul proto-indeuropeo, che sarebbe la protolingua che ha… da cui discendono le lingue europee.
Irene: Wow, ammazza.
Davide: Esatto. E quindi lo collegavo poi… non mi ricordo a cosa, forse a argomenti di scienze e...
Irene: Sì. Complimenti, un argomento veramente incredibile, no? Così giovane, eh.
Davide: Vabbè, ma io devo sempre essere un po' lo stramboide.
Irene: Anticonformista.
Davide: Esatto, come già è emerso dall'altro episodio sull'infanzia. Bene. Abbiamo parlato 32 minuti, Irene: come sempre parliamo troppo, ma è interessante. Spero che lo apprezziate.
Irene: Quindi direi di concluderla qui, di chiudere qui l'argomento. Non parliamo dell'università, magari in futuro parleremo dell'università italiana. E… e quindi niente, grazie per avermi invitata, Davide.
Davide: Grazie a te per la partecipazione, come sempre. Lasciate un commento se… se vi è piaciuto. Raccontate com'è, insomma, le differenze, le somiglianze nel vostro Paese. E com'è stata anche la vostra esperienza. Detto questo, alla prossima e grazie Irene. Ciao.
Irene: Grazie a voi, ciao.
Bene, siamo arrivati alla fine dell’episodio, alla fine della conversazione che spero ti sia piaciuta. Se è così, puoi lasciare cinque stelle nell’app di podcast dove ci stai ascoltando quindi magari Spotify o Apple Podcast: questo sarà molto utile, ci aiuterà molto. Se vuoi continuare a imparare, ma in una maniera più strutturata, penso che ti piacerà molto La Storia di Italo, il nostro corso di livello A2/B1, quindi pre-intermedio/intermedio, diciamo, che attraverso una storia, una storia molto interessante, coinvolgente e appassionante, ti aiuta a imparare tutte le strutture necessarie al tuo livello e a livello successivo. Scopri La Storia di Italo, il link è in descrizione. Io ti saluto, ci vediamo tra una settimana nel prossimo episodio.
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