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Gli italiani e gli animali domestici

Intermedio
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42

October 13, 2024

Note e risorse

In questo episodio di livello intermedio, parliamo del ruolo degli animali domestici in Italia e della loro tutela.

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Trascrizione

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Ciao a tutti e benvenuti a un nuovo episodio di livello intermedio di Podcast Italiano. Io sono Davide e questo è un podcast per chi ama la lingua e la cultura italiana. Oggi parliamo di un argomento che, sicuramente, interesserà e starà a cuore a molti di voi, specialmente se siete amanti degli animali: parliamo di Italia e animali domestici.

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Trascrizione con glossario interattiva

Gli animali domestici sono i cosiddetti animali da compagnia, gli animali che si possono tenere a casa, con cui noi viviamo insieme, conviviamo. Un animale domestico è il cane, per esempio, o anche il gatto, il pesce, il coniglio, il pappagallo e così via. Sempre più spesso oggi si parla anche di pet, soprattutto nella lingua dei produttori di cibo per animali; un anglicismo che, personalmente, ritengo del tutto superfluo, ma oramai non stupisce più l’uso compulsivo di parole inglesi che facciamo noi italiani, non è vero?

Prima di entrare nel vivo dell’episodio, ti ricordo che, se stai imparando l’italiano e non capisci tutte le parole che uso, trovi la trascrizione di questo episodio sul mio sito. La trascrizione è anche accompagnata da un glossario, gratuito come la trascrizione, quindi... mi raccomando, vai a dare un’occhiata! Il glossario è davvero utile e puoi leggerlo prima dell’episodio, se pensi di averne bisogno, o dopo, per consolidare il lessico nuovo. Ti lascio il link nelle note dell’episodio.

In passato, gli animali domestici in Italia avevano una funzione molto pratica, erano utilizzati per la caccia, per la guardia e per il lavoro nei campi. Questo vantaggioso legame lavorativo che univa l’uomo e l’animale si è trasformato in qualcosa di più emotivo, affettivo, fino a diventare un vero e proprio legame d’amore incondizionato. Beh, perlomeno per quanto riguarda i cani; sappiamo tutti che i gatti, sotto sotto, ci odiano e vogliono la nostra morte. Non è così?

Comunque, oggi, in Italia, così come in tanti altri Paesi, gli animali domestici sono considerati membri della famiglia a tutti gli effetti: ci fanno compagnia, spesso ci obbligano ad uscire di casa più spesso, a camminare di più, a socializzare, persino, non a caso molte persone single o separate hanno un cane o un gatto! E poi ci aiutano a gestire la solitudine e sono un efficace antistress. Ci insegnano ad essere responsabili, perché, chi ha un animale sa bene che prendersene cura è un po’ come prendersi cura di un figlio, ovviamente, con le dovute differenze.

Gli italiani sono grandi amanti degli animali. Se hai avuto modo di visitare una città italiana, avrai potuto renderti conto di quanti cani e gatti ci sono in giro: dove abito io, poco fuori da Torino, è pieno di cani; il che non sempre mi rende felice, perché il nostro cane Paco non ama i cani maschi e non è molto contento quando li vede, soprattutto se sono grandi e molto vicini. Ma di questo, magari, parleremo un’altra volta.

In Italia abbiamo molte leggi che tutelano gli animali, sia quelli domestici che quelli selvatici. La maggior parte delle strutture e degli spazi pubblici accoglie gli animali senza problemi, case vacanza incluse, e ovunque andrai in Italia troverai sempre tante persone che portano il proprio cane a fare una passeggiata, a fare colazione al bar o persino a fare la spesa. I cani sono i benvenuti nei ristoranti, nei bar, e nei negozi, a volte anche nei supermercati, dove, pensate, esistono dei carrelli appositi dove mettere sia i prodotti che dobbiamo comprare, sia il nostro cane. Certo, in questo caso, devono essere di piccola taglia. Personalmente, nessun negozio o ristorante mi ha mai mai vietato di entrare col cane; certo, bisogna essere ragionevoli, ci sono tipi di negozi dove io stesso non mi presenterei mai con il cane, per esempio Ikea, che ne so! Ma in generale non ho mai avuto problemi. Questo, tra l’altro, penso sia qualcosa che ha subito un cambiamento negli ultimi vent’anni. Mi ricordo che quando ero piccolo era abbastanza comune vedere avvisi sui negozi con il disegno di un cane e la scritta “io non posso entrare”. Oggi, almeno dove vivo io, non si vedono più, questi avvisi.  Alcuni supermercati, negozi e ristoranti mettono anche a disposizione delle ciotole per far bere i cani, proprio all’entrata. Nei ristoranti, poi, capita spesso che i camerieri ti chiedano se devono portare una ciotola al tuo cane per farlo bere. Ora sto parlando più nello specifico dei cani, perché non è comune portare a spasso il proprio gatto, pappagallo o coniglio con tanto di collare e guinzaglio; anche se una volta ho visto una coppia con un gatto al guinzaglio in un ristorante giapponese. I cani, e gli animali domestici in generale, sono ammessi anche sui mezzi pubblici, come sull’autobus o sul treno, ed è abbastanza comune vedere i cani di diverse taglie viaggiare nei vagoni con i loro padroni. In questo caso, però, bisogna di solito acquistare un biglietto separato per il nostro amico. Un’altra cosa curiosa che abbiamo in Italia sono le spiagge per i cani, perché è giusto che anche chi possiede un cane si possa godere il mare d’estate. Così, in queste spiagge, i cani possono giocare e stare liberi, socializzare e farsi il bagno senza che nessuno si lamenti della loro presenza. Certo, se avete un cane come Paco, non potete andare nemmeno lì, perché andrebbe subito a cercare di mordere il primo cane maschio; ma, ripeto, ne parliamo un’altra volta.

Un altro punto a favore dello Stivale è che, per quanto riguarda il benessere degli animali domestici, il nostro Paese possiede una delle legislazioni più avanzate in Europa. Quando si adotta un cane, ad esempio, è obbligatorio per legge registrare la sua nascita o la sua adozione e microchipparlo, cioè mettergli un microchip sotto pelle con tutte le informazioni per risalire al proprietario, in caso si smarrisca o venga rapito. Ovviamente è anche obbligatorio garantirgli le cure veterinarie necessarie. Questo vale per tutti gli animali domestici, non solo i cani. Comunque, anche se la maggior parte degli italiani possiede, ama e rispetta gli animali, anche qui in Italia ci sono delle eccezioni e delle realtà molto problematiche, soprattutto legate ai canili. Ma ci torniamo fra un attimo.

Quanti sono gli animali domestici in Italia? Secondo un rapporto di ASSALCO (Associazione Nazionale Imprese per l'Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia), in Italia, vivono circa 65 milioni di animali domestici. Ci potete credere? In Italia abbiamo circa 65 milioni di animali da compagnia. Insomma, se considerate che noi italiani siamo poco meno di 60 milioni, beh, ci sono più animali che persone.

Secondo voi, però, quali sono i più comuni? Beh, primo posto, come tutti ci aspettiamo, troviamo i cani. Le razze più amate in Italia sono quella del Labrador, del Golden Retriever e del Chihuahua. Per quanto riguarda i nomi, in Italia, c’è una forte tendenza a dare ai propri cani nomi propri stranieri. Il mio cane, ad esempio, si chiama Paco. Se parli spagnolo, probabilmente, lo troverai un nome divertente; ma in Italia… beh, è un nome da cane. In generale, fra i nomi più diffusi c’è Fuffi, Jack, Bobby, Rocky, Billy, Argo, e Fido. Poi, al secondo posto degli animali domestici più comuni, abbiamo i gatti, seguiti da uccelli, criceti, conigli e pesci. Se avete un pesce, mi raccomando, tenetelo in un acquario spazioso, non in quelle tristi e claustrofobiche vaschette tondeggianti. Quando ero piccolo, i pesciolini rossi si vincevano alle fiere, cioè alle feste di paese, che si tengono nelle piazze principali. Te li regalavano in delle buste di plastica trasparenti con un po’ d’acqua dentro, e i poveri pesciolini morivano quasi subito. Che tristezza, poveri pesciolini rossi.

Comunque, tornando ai cani, l'Italia è il secondo Paese, dopo l’Ungheria che è al primo posto, con più cani in tutta Europa. A quanto pare, sempre secondo un rapporto di ASSALCO, la fonte più affidabile in tema di sondaggi sugli animali, in Italia il 46% delle famiglie ha uno o più animali. È un bel numero. È importante, comunque, non superare un certo numero di animali domestici. Infatti, ogni regione regolamenta i suoi cittadini con un certo limite di animali che si possono tenere in casa, sia per questioni di igiene, sia per questioni di benessere dell’animale. Perché si rischia che, avendo troppi animali, si finisca per non riuscire a prendersene cura per bene, come si deve. Come dicevo prima, sono moltissime le leggi che tutelano gli animali in Italia. Giusto per citarne un paio, l’articolo 544 bis del Codice Penale punisce con la reclusione, cioè con il carcere, da quattro mesi a due anni, “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cioè senza motivo, cagiona la morte di un animale”, cioè “provoca la morte di un animale” e punisce anche, con una reclusione da tre a diciotto mesi o una multa fino a 30.000 euro, “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale o lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche”, cioè le sue “caratteristiche” come animale.Queste leggi, secondo me, sono pensate più per scoraggiare chi ha intenzione di fare del male ad un animale piuttosto che per punire, perché onestamente ****non so quanto vengano effettivamente applicate, ma ammetto che sono ignorante in materia.

Quindi, se da una parte, in Italia, ci sono tante cose belle, che ci rendono un Paese amico degli animali... dall’altra parte, abbiamo anche tanti problemi. Uno dei problemi peggiori che colpisce gli animali in Italia è il fenomeno dell’abbandono. Ogni anno, soprattutto prima delle vacanze estive, migliaia di cani e gatti vengono abbandonati per strada. Un comportamento odioso e ingiustificabile. Purtroppo alcune persone, invece di trovare una sistemazione per i loro animali durante le vacanze, scelgono l’opzione più facile, che allo stesso tempo è anche la più crudele e irresponsabile. Molti di questi animali poi finiscono investiti dalle macchine, soprattutto se abbandonati in autostrada, cosa che chi abbandona un animale fa spesso. Fortunatamente, la maggior parte delle persone che ha un animale domestico, di solito, lo porta con sé in vacanza. A mio modo di vedere, il problema è a monte: molti proprietari di cani e gatti acquistano, o adottano, il loro animale con leggerezza, senza avere consapevolezza di che cosa implicherà questo cambiamento nella propria vita, di come cambierà la propria vita con il nuovo animale in casa. Per lo stesso motivo ci sono molte, troppe, persone che non sanno come prendersi cura di un animale domestico nella maniera migliore. Per non parlare, poi, di quegli incivili che lasciano gli escrementi dei propri cani in giro. Questa è una cosa che proprio io non riesco a capire. E dove abito io, purtroppo, si vedono spesso cacche di cane sui prati o a volte addirittura, pensate, addirittura sul marciapiede. Ecco, non vi dico cosa penso quando le vedo, ma vi posso dire che non è nulla di positivo. Pensate che in un comune piemontese, Carmagnola, hanno imposto la registrazione del DNA di ogni cane in città, in modo tale che si possa risalire ai padroni dei cani i cui escrementi non sono stati raccolti, e multarle con multe di 150€. Ora, da un lato mi sembra un po’ distopico, ma anche molto comico, pensare che ci siano persone preposte alla raccolta delle feci dei cani lasciate in giro; dall’altro lato non nego che mi farebbe molto piacere, se questi incivili venissero multati.

Un'altra piaga dell’Italia sono i cosiddetti “canili lager”, cioè dei canili, dei rifugi per cani abbandonati o randagi, cioè senza un padrone, che si trovano in condizioni pessime. Sono sovraffollati e mal gestiti, a volte per menefreghismo e a volte per mancanza di fondi, di denaro. In questi posti, gli animali vivono in condizioni terribili. Spesso in gabbie piccole, troppo piccole per loro, senza la possibilità di uscire o interagire con le persone, privati delle cure necessarie, mentre attendono invano che qualcuno li adotti. Al Sud, specialmente, la situazione dei canili è tremenda. I canili sono spesso pieni, in continuo stato di emergenza. Sempre al Sud, non è raro imbattersi in cani randagi, che girano per le campagne senza un padrone. Fortunatamente, ci sono molti volontari che organizzano il trasporto dei cani del Sud nelle regioni del Nord Italia o del centro, dove le adozioni sono leggermente più frequenti. Io ed Erika, per esempio, abbiamo adottato il nostro cane. Nel suo caso, però, non veniva dal Sud ma era, per così dire, “autoctono” del Piemonte.

Parlando di cattiva gestione degli animali poi c’è anche il problema degli allevamenti intensivi di cani di razza, dove gli animali con pedigree vengono sfruttati per la riproduzione. Magari una coppia di cani viene obbligata a fare più cucciolate, e sono molte le femmine che pagano questo sfruttamento anche con la propria vita. Poi i cuccioli vengono venduti a chiunque possa permettersi prezzi assurdi, altissimi, senza informarsi su dove andranno a finire e come verranno cresciuti, educati e magari addestrati. Senza contare che questi cuccioli spesso vengono separati troppo presto dalla madre, cosa che può avere ripercussioni sul loro sviluppo fisico e psicologico.

Ehi tu, che stai ascoltando questo episodio: forse è il primo episodio che ascolti di questo podcast, forse invece mi segui da molto tempo. In ogni caso vorrei chiederti un piccolo favore: lasciami, per favore, una recensione e un voto positivo nella piattaforma di podcast dove mi ascolti, Spotify, Apple podcast o quella che preferisci. In questa maniera, mi aiuterai ad essere trovato da altri studenti di italiano come te. Grazie davvero.

Al di là di questi problemi, l’Italia è anche un Paese dove si sta facendo molto per migliorare la situazione degli animali. Molte associazioni e organizzazioni lavorano instancabilmente per promuovere l’adozione di cani e gatti, salvandoli dai canili e dalla strada. Organizzazioni come l’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), la LAV (Lega Anti Vivisezione) e l’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) non solo operano per salvare gli animali, ma coinvolgono la società civile e si impegnano politicamente. Ci sono anche molti volontari, ragazzi giovani che lavorano nei canili e nei gattili “volontariamente”, cioè senza percepire uno stipendio, che passano il loro tempo con i cani, li fanno giocare, e li portano a passeggio.

Un fenomeno caratteristico dell’Italia (non so com’è nel tuo Paese, ma, nel caso, fammi sapere) è quello delle colonie feline. In molte città italiane, i gatti randagi vivono in vere e proprie colonie stanziali, cioè delle grandi famiglie di gatti randagi che si stanziano, che si stabiliscono in un territorio da cui non possono essere rimossi o cacciati. Un esempio è la colonia felina di Torre Argentina a Roma, dove centinaia di gatti vivono, mangiano e dormono tra le antiche rovine romane. E nessuno può toccarli. Queste colonie sono gestite, di nuovo, da volontari. Le colonie feline hanno i loro lati positivi, perché anche se il gatto è di natura solitario, come animale, e non gregario, quindi non ama stare in gruppo, se più randagi fanno famiglia e si abituano a vivere insieme sempre nello stesso posto, i volontari possono tenerli sotto controllo. O meglio, possono tenere sotto controllo quanti gatti randagi vivono in un determinato territorio. Infatti i gatti vengono censiti, cioè vengono contati e registrati; vengono anche nutriti, curati e sterilizzati, così che non generino altri randagi. E le colonie sono registrate nei comuni, quindi le spese veterinarie sono a carico di alcuni Enti, non dei volontari. Le colonie feline, tuttavia, presentano un aspetto problematico: il gatto è di natura predatore, quindi preda, caccia uccelli, rettili e piccoli mammiferi. E questo può compromettere gravemente la biodiversità della regione. Alcuni ricercatori hanno fatto un caso-studio, poi pubblicato nel 2019 su Frontiers in Ecology and the Environment, per il quale hanno osservato per un anno 145 gatti diversi, appartenenti a proprietari e zone d’Italia diverse, registrando tutte le prede che portavano a casa. Dai dati è emerso che, in Italia, i gatti domestici hanno ucciso creature appartenenti a 207 specie diverse, tra cui 34 specie minacciate, cioè quasi a rischio d’estinzione.

Questo è un grande problema, oltre che poco conosciuto, perché coinvolge in realtà anche i gatti domestici, non solo i randagi delle colonie feline. Perché, se il cane è proprio un animale da appartamento o da giardino, che magari viene lasciato libero solo nei paesini o in campagna, la maggior parte dei gatti, invece, viene lasciata libera di girare per la città o per le campagne, per poi rientrare a casa quando vogliono. Se stimiamo che in Italia ci sono circa 15 milioni di gatti domestici e 1.150.000 gatti randagi, ci rendiamo conto che ci sono tantissimi, abilissimi, predatori a piede libero.

Dopo aver parlato dei problemi che affliggono l’universo di cani di gatti, ora vi stupisco, perché vorrei parlare di un animale sottovalutato da molti ma amato da qualcuno; di un animale considerato da molti come sporco e invadente, ma anche come simbolo di lealtà e resilienza da tanti altri. Non ve lo aspettereste mai, ma sto parlando del piccione. I piccioni sono letteralmente ovunque in Italia. Al mare, in montagna, in campagna, in città, nelle piazze. Insomma, dappertutto. E, per quanto molte persone li odino, i piccioni hanno una lunga storia di convivenza con l’uomo. Pensate ai piccioni viaggiatori, che per il loro magnifico senso dell’orientamento, sono stati utilizzati per secoli per trasportare messaggi in tempi di guerra e in condizioni difficili. Una cosa che in pochi sanno è che, anche se il piccione, in Italia, è ufficialmente considerato un animale selvatico, molte persone lo tengono in casa come animale domestico, registrandolo dal veterinario e prendendosene cura. Perché alla fine, un po’ come il cane, che è un lupo addomesticato, il piccione è stato addomesticato dall’uomo molto tempo fa. Solo che, a differenza del cane che è rimasto domestico perché l’uomo non lo vedeva più solo come un animale da guardia o da caccia ma anche come amico, il piccione invece, una volta diventato “inutile”, tra virgolette, per l’uomo, è stato abbandonato, per così dire. Quindi si tratta di un animale domestico “inselvatichito”, di un animale ancora dipendente dall’uomo ma ormai privo di un proprio posto all’interno del mondo naturale. Il piccione è praticamente un uccello randagio, un uccello che vive in strada ma che ha bisogno dell’uomo per sopravvivere. Se pensate al fatto che il piccione è un animale granivoro, quindi che si nutre di grani e cereali, e anche al fatto che vive soprattutto in città, dove non crescono grani e cereali, beh, è evidente che senza gli umani, o meglio, senza gli avanzi e la spazzatura degli umani, il piccione non sopravviverebbe a lungo nell’ambiente urbano.

Questi uccelli sono anche piuttosto intelligenti. Secondo alcuni studi, i piccioni domestici, in particolare, cioè i piccioni nati e cresciuti in cattività, hanno mostrato risultati molto interessanti quando sottoposti al mirror test, o “test dello specchio”. Si tratta di un esperimento usato per valutare la capacità di un animale di riconoscere se stesso in uno specchio, dimostrando di possedere un’auto-consapevolezza, cioè la consapevolezza di sé, della propria esistenza. Il test consiste nel marcare una parte del corpo che l’animale non può vedere senza l'aiuto di uno specchio. Se l'animale, vedendosi nello specchio, tenta di toccare o rimuovere il segno, si considera che abbia passato il test, poiché riconosce se stesso come l'individuo riflesso nello specchio. Solo alcune specie animali hanno superato il mirror test, tra cui alcuni grandi primati, come gli scimpanzé, i delfini, gli elefanti e i corvi. I piccioni sono, inoltre, in grado di riconoscere le persone, soprattutto coloro che li nutrono, e di creare legami affettivi con i loro compagni e con i loro padroni. E quindi, anche se generalmente si pensa che i piccioni siano stupidi, forse, per via del loro aspetto buffo, beh, forse dovremmo ricrederci.

In Italia, diverse associazioni di volontari si dedicano a salvare piccioni feriti o maltrattati. Molti volontari curano piccioni trovati in strada, rimuovono fili, capelli o elastici che gli si attorcigliano attorno alle loro zampe, li portano dal veterinario, li curano. E molte volte, se i piccioni hanno un problema per cui non possono essere rimessi in libertà, invece di ricorrere all’eutanasia, li adottano. E a quanto pare, cioè, a quanto mi è stato detto da una persona che si occupa proprio di questo, possono essere animali da compagnia molto leali e affettuosi. La prossima volta che vedrete un piccione per strada, o in un parco, magari dopo questo episodio lo vedrete con occhi un po’ diversi.

Siamo arrivati alla fine dell’episodio. Fammi sapere se hai animali domestici, come si chiamano, e se gli animali domestici, in generale, sono comuni nel tuo Paese. Se ti va lascia un commento a questo episodio e fammi sapere: puoi farlo se mi ascolti su Spotify. Se vuoi rileggere la trascrizione, magari per rivedere tutte le parole difficili che ho usato nel corso dell’episodio, ti ricordo che la trovi nelle note dell’episodio.

Infine ti voglio dire che stiamo preparando il prossimo video-corso di Podcast Italiano, che sarà un corso di livello B2, cioè intermedio-alto. Se ti piacciono gli episodi di livello intermedio di questo podcast, penso che il corso ti piacerà molto e farà al caso tuo. Come sempre, sarà un corso che unirà lingua e cultura. Puoi unirti alla lista d’attesa, se ti va, che ti permetterà di avere condizioni davvero speciali quando lanceremo il corso nei prossimi mesi. Te lo consiglio. Ti lascio il link per iscriverti alla lista d’attesa, come sempre, nelle note dell’episodio.

Ultimo annuncio: magari te lo sei perso, ma sto pubblicando molti contenuti nel mio podcast per principianti. Se vuoi ascoltare episodi un po’ più semplici, che a volte fa piacere ed è anche buono per la propria autostima, cerca Podcast Italiano Principiante nella tua app di podcast preferita e iscriviti. E ricordati anche il voto, dammi per favore un buon voto se ti piacciono i miei contenuti. Grazie e alla prossima.

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