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Ser Ciappelletto (dal Decameron di Boccaccio)

Principiante
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54

January 23, 2025

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Note e risorse

La prima novella del celebre "Decameron" di Giovanni Boccaccio, una delle opere più note della letteratura italiana, adattata e semplificata.

Scopri La Storia di Italo, il mio corso per raggiungere il livello intermedio.

Trascrizione

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Questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi ascoltando contenuti interessanti. Oggi torniamo alle storie, perché leggeremo insieme la prima novella del Decameron, l’opera letteraria più famosa di Giovanni Boccaccio, uno degli autori italiani più importanti di sempre. Abbiamo già dedicato un episodio a una novella del Decameron qualche tempo fa, l’episodio numero 31: Chichibio e la gru. Oggi leggiamo un’altra delle 100 novelle del Decameron, la prima dell’opera, che è anche una delle più famose, ed è quella di Ser Ciappelletto. Ovviamente l’ho adattata e anche un po’ semplificata. Trovi la trascrizione del mio adattamento sul mio sito, podcastitaliano.com. Il link è nelle note dell’episodio, puoi trovarlo in qualsiasi piattaforma da cui mi stai ascoltando, come Spotify o Apple Podcasts. Lascio la parola a Irene, che sarà la narratrice della novella.

Scarica la versione PDF della trascrizione
Trascrizione interattiva dell'episodio

Un ricco mercante italiano che vive in Francia, che si chiama Musciatto Franzesi, deve trasferirsi in Toscana. Prima di partire, però, deve riscuotere dei soldi da alcune persone in Borgogna, una regione della Francia. Questi uomini sono persone cattive e litigiose. Musciatto ha bisogno di una persona malvagia quanto loro di cui si può fidare. Ci pensa a lungo e, alla fine, si ricorda di Ser Ciappelletto.

Ser Ciappelletto è un notaio italiano che, spesso, va a Parigi. Ed è una persona orribile: gli piace fare atti notarili falsi, per farsi pagare di più, ama ingannare le persone, dire le bugie e giurare il falso. Poi, gli piace creare scandali e far litigare le persone e, se necessario, partecipa direttamente a omicidi o rapine. Gli piace rubare. Infine odia Dio, i santi e la chiesa ****e ama le taverne, il vino, le donne e il gioco d’azzardo. Musciatto lo conosce perché più di una volta Ciappelletto lo ha salvato dalla giustizia e da persone in cerca di vendetta.

Musciatto, dunque, decide che lui è la persona giusta; che solo lui è tanto corrotto da riuscire a ottenere i soldi da quelle persone pericolose. Così lo chiama e gli spiega la situazione. Ser Ciappelletto, che al momento non ha soldi e vive in povertà, accetta subito, e parte da Parigi, dove si trova, per andare in Borgogna a occuparsi degli affari del mercante, dove nessuno lo conosce.

Ciappelletto è ospitato da due usurai italiani (cioè uomini che prestano soldi illegalmente), che lo accolgono nella loro casa e lo trattano da signore, per fare un favore a Musciatto Franzesi. All’improvviso, però, Ciappelletto si ammala. I due fratelli si preoccupano molto e decidono di chiamare un medico.

Il medico dà una brutta notizia ai fratelli: “Mi dispiace, ma non posso fare niente per quest’uomo: sta molto male, peggiora di giorno in giorno. Purtroppo morirà presto”.

I due fratelli sono molto tristi e preoccupati: “Cosa facciamo? Non possiamo mandarlo via, è troppo malato, morirà per strada. La gente dirà che siamo cattivi se lo abbandoniamo!”.

“Hai ragione. Non dimenticare però che lui è una persona malvagia, odia la chiesa! Se muore senza confessione, nessuna chiesa vorrà seppellirlo. E noi saremo gli uomini che hanno ospitato una persona così a casa loro!”.

Hai ragione, ma anche se, invece, decide di confessarsi… i suoi peccati sono così gravi che nessun prete lo perdonerà! E, se non viene perdonato, comunque non verrà sepolto, e tutti penseranno male di noi, che abbiamo ospitato a casa nostra una persona terribile!”

“E la gente del paese, che già ci odia perché siamo usurai, userà questa scusa per attaccarci. Ruberanno tutto quello che abbiamo, magari ci uccideranno pure! Come facciamo?

Intanto, Ser Ciappelletto sente la loro conversazione dall’altra stanza. Anche se è molto debole, li chiama e dice: “Non vi preoccupate, non andranno così le cose. Ora sistemo tutto io. Ho offeso Dio così tante volte che se lo offendo un’ultima volta non cambia nulla. Dai, chiamate un prete e lasciate fare a me.”

I mercanti non credono a Ser Ciappelletto, ma non hanno altre idee, così chiamano un prete per far confessare l’uomo. Il prete, un vecchio molto saggio e rispettabile, arriva poco dopo. Si siede accanto a Ser Ciappelletto e dice: “Figliolo, so che stai per morire. Dio è misericordioso, ma devi confessare i tuoi peccati. Dimmi, da quanto tempo non ti confessi?”

Ser Ciappelletto, ****che non si è mai confessato in vita sua, mente: “Padre, di solito mi confesso almeno una volta a settimana, a volte anche di più, ma da quando sto male, non sono riuscito a confessarmi. Sono otto giorni che non mi confesso”.

“Non ti preoccupare, figliolo. Dunque, vediamo… hai mai peccato di lussuria con una donna?”

“Padre, mi vergogno quasi a dirvelo**…** so che sembra che lo dica per vantarmi”, risponde Ser Ciappelletto.

”Su, dimmi, non ti preoccupare!” lo rassicura il prete.

**”**Padre, io… sono vergine, come sono uscito dal corpo di mia mamma" risponde Ciappelletto, mentendo di nuovo spudoratamente.

Che tu sia benedetto! Bene, ma dimmi, hai mai commesso dei peccati di gola? Hai mai mangiato e bevuto in maniera esagerata?

Ahimè sì, Padre” sospira Ciappelletto. “Vede Padre, io digiuno sempre durante la Quaresima, come ogni bravo cristiano. E inoltre digiuno anche tre volte a settimana. Quando digiuno, soprattutto dopo aver faticato molto, per esempio dopo un pellegrinaggio o dopo aver pregato tanto, Padre, io mi metto a bere acqua come se fosse vino. Bevo acqua con grandissimo piacere”.

“Figlio mio, ma questo è un peccato di poco conto. Non ti devi preoccupare. Dimmi, hai mai peccato di avarizia? Hai mai desiderato più del necessario?”

“Mai, padre, anzi. Ora sono qui, ospite in questa casa, proprio per convincere questi fratelli usurai a smettere di lavorare in modo così disonesto. E forse non sa che mio padre, alla sua morte, mi ha lasciato molti soldi, che io ho dato ai poveri. E tutto quello che ho guadagnato, facendo il mercante, l’ho sempre dato per metà ai poveri.”

“Molto bene, molto bene. Dimmi, ti arrabbi spesso?”

“Sì, Padre, lo ammetto: mi arrabbio spesso. Mi arrabbio… quando sento i giovani bestemmiare, o quando li vedo andare in taverna anziché in chiesa. Non c’è più religione!”

“Ah! Fai bene ad arrabbiarti. La tua è una rabbia buona e giusta. Ma dimmi, per colpa di questa rabbia hai mai ucciso qualcuno?”

Per l’amor del cielo! Mai, Padre.”

“Bene. E dimmi, figlio mio: hai mai mentito o parlato male di altre persone?”

“Purtroppo sì, padre” risponde Ciappelletto. “Vede, avevo un vicino che non faceva altro che picchiare la moglie, soprattutto quando beveva un po’ troppo. Così una volta ho parlato male di lui ai parenti della moglie.”

Il prete poi gli chiede: “Mi hai detto che sei un mercante. Dimmi, hai mai ingannato qualcuno, come fate spesso voi mercanti?”

“Una sola volta. Un uomo era venuto per comprare una stoffa da me. Quando mi ha pagato, ho messo i soldi nella cassa senza contarli, e solo dopo un mese mi sono accorto che c’erano quattro spicci in più. Volevo ridarglieli, ma non l’ho piu visto. Così, dopo un anno, li ho dati in elemosina.”

“Molto bene. Vediamo, hai altro da confessare? Qualche peccato, anche piccolo?”

Ser Ciappelletto fa finta di essere molto dispiaciuto e dice: “Padre, una volta ho ordinato al mio servo di spazzare il pavimento di domenica. Non ho rispettato il giorno del Signore. E poi una volta, senza accorgermene, ho sputato in chiesa.”

Il prete sorride. “Non ti preoccupare. Ti dico un segreto, anche noi preti sputiamo tutto il giorno in Chiesa”.

”Fate male! Bisogna avere rispetto per il tempio di Dio!” lo rimprovera Ciappelletto**.**

“E poi, una volta…” aggiunge Ser Ciappelletto, che fa finta di piangere, “No, mi vergogno troppo, padre…”

”Su, figliolo. Sono sicuro che Dio, se ti vede così pentito, ti perdonerà. Dimmi un po’, qual è questo gran peccato?”

”Ma è troppo grande, Padre…”

”Su, dimmi, che pregherò io Dio per te”.

Ciappelletto, piangendo sempre più forte, riprende a parlare: “Quando ero bambino… ho detto una parolaccia a mia madre. Mi pento… mi pento così tanto di averlo fatto!”

Il prete sorride ancora: “Figlio mio, non è un peccato così grave. Sai, ci sono uomini che bestemmiano Dio ogni giorno, ma Dio perdona sempre chi si pente davvero, come te. La misericordia di Dio è infinita.”

”Ma padre, è la mia dolce mammina…”

Il frate, a quel punto, ha sentito abbastanza, e dà la benedizione a Ciappelletto, considerandolo un uomo santo e credendo a tutte le sue bugie. Gli promette, inoltre, che il suo corpo sarà seppellito nella chiesa.

I due fratelli, che hanno ascoltato tutto di nascosto, per poco non sono scoppiati a ridere, sorpresi dal coraggio di Ciappelletto che ha raccontato un sacco di bugie anche al prete, senza alcuna vergogna.

Dopo un po’ Ser Ciappelletto muore e il prete gli organizza un bellissimo funerale, durante il quale lo elogia per la sua vita senza peccati, come un vero santo. Il prete rimprovera i fedeli: “Dovreste prendere esempio da lui! Lui sì che era un uomo santo!”.

I fedeli, dopo il funerale, si avvicinano al corpo di Ser Ciappelletto per baciargli i piedi e le mani e per strappargli dei pezzi di vestito da conservare come reliquia. Ser Ciappelletto viene sepolto in una tomba di marmo all'interno di una cappella e, il giorno seguente, arrivano persone da tutto il mondo per adorarlo e venerarlo.

E così, Ser Ciappelletto, un uomo bugiardo e cattivo, diventa ****un santo famoso, amato da tutti. Ed è così che iniziano a chiamarlo San Ciappelletto.

Ti è piaciuta questa novella? Se è così, per favore, lascia una recensione e un voto positivo nell’applicazione dove mi ascolti, Spotify, Apple Podcast o… altre applicazioni. Ricorda anche che, su podcastitaliano.com , trovi tutte le trascrizioni di questi episodi: il link è nelle note dell’episodio. Ricorda che, se vuoi raggiungere il livello intermedio e ti piace farlo attraverso la narrazione e le storie, abbiamo un corso che si chiama La Storia di Italo che, attraverso il racconto di una storia appassionante e coinvolgente, ti aiuta a raggiungere il livello intermedio, insegnandoti tutta la grammatica necessaria. Trovi il link per scoprire La Storia di Italo nelle note dell’episodio. Questo è tutto, alla prossima!

Questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi ascoltando contenuti interessanti. Oggi torniamo alle storie, perché leggeremo insieme la prima novella del Decameron, l’opera letteraria più famosa di Giovanni Boccaccio, uno degli autori italiani più importanti di sempre. Abbiamo già dedicato un episodio a una novella del Decameron qualche tempo fa, l’episodio numero 31: Chichibio e la gru. Oggi leggiamo un’altra delle 100 novelle del Decameron, la prima dell’opera, che è anche una delle più famose, ed è quella di Ser Ciappelletto. Ovviamente l’ho adattata e anche un po’ semplificata. Trovi la trascrizione del mio adattamento sul mio sito, podcastitaliano.com. Il link è nelle note dell’episodio, puoi trovarlo in qualsiasi piattaforma da cui mi stai ascoltando, come Spotify o Apple Podcasts. Lascio la parola a Irene, che sarà la narratrice della novella.

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Trascrizione interattiva dell'episodio

Un ricco mercante italiano che vive in Francia, che si chiama Musciatto Franzesi, deve trasferirsi in Toscana. Prima di partire, però, deve riscuotere dei soldi da alcune persone in Borgogna, una regione della Francia. Questi uomini sono persone cattive e litigiose. Musciatto ha bisogno di una persona malvagia quanto loro di cui si può fidare. Ci pensa a lungo e, alla fine, si ricorda di Ser Ciappelletto.

Ser Ciappelletto è un notaio italiano che, spesso, va a Parigi. Ed è una persona orribile: gli piace fare atti notarili falsi, per farsi pagare di più, ama ingannare le persone, dire le bugie e giurare il falso. Poi, gli piace creare scandali e far litigare le persone e, se necessario, partecipa direttamente a omicidi o rapine. Gli piace rubare. Infine odia Dio, i santi e la chiesa ****e ama le taverne, il vino, le donne e il gioco d’azzardo. Musciatto lo conosce perché più di una volta Ciappelletto lo ha salvato dalla giustizia e da persone in cerca di vendetta.

Musciatto, dunque, decide che lui è la persona giusta; che solo lui è tanto corrotto da riuscire a ottenere i soldi da quelle persone pericolose. Così lo chiama e gli spiega la situazione. Ser Ciappelletto, che al momento non ha soldi e vive in povertà, accetta subito, e parte da Parigi, dove si trova, per andare in Borgogna a occuparsi degli affari del mercante, dove nessuno lo conosce.

Ciappelletto è ospitato da due usurai italiani (cioè uomini che prestano soldi illegalmente), che lo accolgono nella loro casa e lo trattano da signore, per fare un favore a Musciatto Franzesi. All’improvviso, però, Ciappelletto si ammala. I due fratelli si preoccupano molto e decidono di chiamare un medico.

Il medico dà una brutta notizia ai fratelli: “Mi dispiace, ma non posso fare niente per quest’uomo: sta molto male, peggiora di giorno in giorno. Purtroppo morirà presto”.

I due fratelli sono molto tristi e preoccupati: “Cosa facciamo? Non possiamo mandarlo via, è troppo malato, morirà per strada. La gente dirà che siamo cattivi se lo abbandoniamo!”.

“Hai ragione. Non dimenticare però che lui è una persona malvagia, odia la chiesa! Se muore senza confessione, nessuna chiesa vorrà seppellirlo. E noi saremo gli uomini che hanno ospitato una persona così a casa loro!”.

Hai ragione, ma anche se, invece, decide di confessarsi… i suoi peccati sono così gravi che nessun prete lo perdonerà! E, se non viene perdonato, comunque non verrà sepolto, e tutti penseranno male di noi, che abbiamo ospitato a casa nostra una persona terribile!”

“E la gente del paese, che già ci odia perché siamo usurai, userà questa scusa per attaccarci. Ruberanno tutto quello che abbiamo, magari ci uccideranno pure! Come facciamo?

Intanto, Ser Ciappelletto sente la loro conversazione dall’altra stanza. Anche se è molto debole, li chiama e dice: “Non vi preoccupate, non andranno così le cose. Ora sistemo tutto io. Ho offeso Dio così tante volte che se lo offendo un’ultima volta non cambia nulla. Dai, chiamate un prete e lasciate fare a me.”

I mercanti non credono a Ser Ciappelletto, ma non hanno altre idee, così chiamano un prete per far confessare l’uomo. Il prete, un vecchio molto saggio e rispettabile, arriva poco dopo. Si siede accanto a Ser Ciappelletto e dice: “Figliolo, so che stai per morire. Dio è misericordioso, ma devi confessare i tuoi peccati. Dimmi, da quanto tempo non ti confessi?”

Ser Ciappelletto, ****che non si è mai confessato in vita sua, mente: “Padre, di solito mi confesso almeno una volta a settimana, a volte anche di più, ma da quando sto male, non sono riuscito a confessarmi. Sono otto giorni che non mi confesso”.

“Non ti preoccupare, figliolo. Dunque, vediamo… hai mai peccato di lussuria con una donna?”

“Padre, mi vergogno quasi a dirvelo**…** so che sembra che lo dica per vantarmi”, risponde Ser Ciappelletto.

”Su, dimmi, non ti preoccupare!” lo rassicura il prete.

**”**Padre, io… sono vergine, come sono uscito dal corpo di mia mamma" risponde Ciappelletto, mentendo di nuovo spudoratamente.

Che tu sia benedetto! Bene, ma dimmi, hai mai commesso dei peccati di gola? Hai mai mangiato e bevuto in maniera esagerata?

Ahimè sì, Padre” sospira Ciappelletto. “Vede Padre, io digiuno sempre durante la Quaresima, come ogni bravo cristiano. E inoltre digiuno anche tre volte a settimana. Quando digiuno, soprattutto dopo aver faticato molto, per esempio dopo un pellegrinaggio o dopo aver pregato tanto, Padre, io mi metto a bere acqua come se fosse vino. Bevo acqua con grandissimo piacere”.

“Figlio mio, ma questo è un peccato di poco conto. Non ti devi preoccupare. Dimmi, hai mai peccato di avarizia? Hai mai desiderato più del necessario?”

“Mai, padre, anzi. Ora sono qui, ospite in questa casa, proprio per convincere questi fratelli usurai a smettere di lavorare in modo così disonesto. E forse non sa che mio padre, alla sua morte, mi ha lasciato molti soldi, che io ho dato ai poveri. E tutto quello che ho guadagnato, facendo il mercante, l’ho sempre dato per metà ai poveri.”

“Molto bene, molto bene. Dimmi, ti arrabbi spesso?”

“Sì, Padre, lo ammetto: mi arrabbio spesso. Mi arrabbio… quando sento i giovani bestemmiare, o quando li vedo andare in taverna anziché in chiesa. Non c’è più religione!”

“Ah! Fai bene ad arrabbiarti. La tua è una rabbia buona e giusta. Ma dimmi, per colpa di questa rabbia hai mai ucciso qualcuno?”

Per l’amor del cielo! Mai, Padre.”

“Bene. E dimmi, figlio mio: hai mai mentito o parlato male di altre persone?”

“Purtroppo sì, padre” risponde Ciappelletto. “Vede, avevo un vicino che non faceva altro che picchiare la moglie, soprattutto quando beveva un po’ troppo. Così una volta ho parlato male di lui ai parenti della moglie.”

Il prete poi gli chiede: “Mi hai detto che sei un mercante. Dimmi, hai mai ingannato qualcuno, come fate spesso voi mercanti?”

“Una sola volta. Un uomo era venuto per comprare una stoffa da me. Quando mi ha pagato, ho messo i soldi nella cassa senza contarli, e solo dopo un mese mi sono accorto che c’erano quattro spicci in più. Volevo ridarglieli, ma non l’ho piu visto. Così, dopo un anno, li ho dati in elemosina.”

“Molto bene. Vediamo, hai altro da confessare? Qualche peccato, anche piccolo?”

Ser Ciappelletto fa finta di essere molto dispiaciuto e dice: “Padre, una volta ho ordinato al mio servo di spazzare il pavimento di domenica. Non ho rispettato il giorno del Signore. E poi una volta, senza accorgermene, ho sputato in chiesa.”

Il prete sorride. “Non ti preoccupare. Ti dico un segreto, anche noi preti sputiamo tutto il giorno in Chiesa”.

”Fate male! Bisogna avere rispetto per il tempio di Dio!” lo rimprovera Ciappelletto**.**

“E poi, una volta…” aggiunge Ser Ciappelletto, che fa finta di piangere, “No, mi vergogno troppo, padre…”

”Su, figliolo. Sono sicuro che Dio, se ti vede così pentito, ti perdonerà. Dimmi un po’, qual è questo gran peccato?”

”Ma è troppo grande, Padre…”

”Su, dimmi, che pregherò io Dio per te”.

Ciappelletto, piangendo sempre più forte, riprende a parlare: “Quando ero bambino… ho detto una parolaccia a mia madre. Mi pento… mi pento così tanto di averlo fatto!”

Il prete sorride ancora: “Figlio mio, non è un peccato così grave. Sai, ci sono uomini che bestemmiano Dio ogni giorno, ma Dio perdona sempre chi si pente davvero, come te. La misericordia di Dio è infinita.”

”Ma padre, è la mia dolce mammina…”

Il frate, a quel punto, ha sentito abbastanza, e dà la benedizione a Ciappelletto, considerandolo un uomo santo e credendo a tutte le sue bugie. Gli promette, inoltre, che il suo corpo sarà seppellito nella chiesa.

I due fratelli, che hanno ascoltato tutto di nascosto, per poco non sono scoppiati a ridere, sorpresi dal coraggio di Ciappelletto che ha raccontato un sacco di bugie anche al prete, senza alcuna vergogna.

Dopo un po’ Ser Ciappelletto muore e il prete gli organizza un bellissimo funerale, durante il quale lo elogia per la sua vita senza peccati, come un vero santo. Il prete rimprovera i fedeli: “Dovreste prendere esempio da lui! Lui sì che era un uomo santo!”.

I fedeli, dopo il funerale, si avvicinano al corpo di Ser Ciappelletto per baciargli i piedi e le mani e per strappargli dei pezzi di vestito da conservare come reliquia. Ser Ciappelletto viene sepolto in una tomba di marmo all'interno di una cappella e, il giorno seguente, arrivano persone da tutto il mondo per adorarlo e venerarlo.

E così, Ser Ciappelletto, un uomo bugiardo e cattivo, diventa ****un santo famoso, amato da tutti. Ed è così che iniziano a chiamarlo San Ciappelletto.

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