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Lezioni di volo e di vita

Principiante
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47

November 28, 2024

Note e risorse

La storia di Susanna e Frank che salvano un piccione ferito.

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Scopri il canale YouTube di Luke Ranieri, insegnante di lingue classiche su YouTube che ha partecipato alla registrazione dell'episodio.

Trascrizione

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Benvenuto a Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sta imparando l’italiano e conosce un po’ le basi della lingua ma vuole migliorare e raggiungere il livello intermedio. Oggi abbiamo di nuovo una storia, una storia che è narrata non da me ma da Irene e Luke Ranieri, un ospite speciale. Luke, se non lo conosci, è un insegnante di lingue classiche su YouTube; ti consiglio di seguire il suo canale, che si chiama Polymathy. Detto questo, ti ricordo che trovi la trascrizione dell’episodio sul mio sito. Il link per accedere alla trascrizione è nelle note di questo episodio. Buon ascolto!

Scarica la versione PDF della trascrizione
Trascrizione interattiva dell'episodio

È un martedì mattina di fine settembre, le persone vanno a lavoro e la città è molto rumorosa. Il clima è piacevole, c’è il sole ma non fa troppo caldo. Susanna e il suo fidanzato americano, Frank, camminano velocemente per le strade del quartiere: devono sbrigare alcune commissioni, tra cui andare a fare la spesa in frutteria. I due ragazzi amano l’atmosfera accogliente della frutteria, caratterizzata dai colori vivaci e i profumi della frutta e della verdura.

Susanna ha scritto una lunga lista di cose da comprare: peperoni, zucchine, melanzane, cipolle, aglio, lattuga, melone, pesche e uva. All’ultimo momento, decide di comprare anche un po’ di zucca: tra poco arriverà il mese di ottobre, quindi è già una verdura di stagione.

Ogni volta che fanno la spesa, Susanna dimentica di prendere il carrello; così è obbligata sempre a tenere tutto in mano. In quel momento Susanna ha tante buste, troppe, così fa cadere la busta delle cipolle, che rotolano tutte a terra.

Mentre cerca di raccogliere le cipolle, una rotola in fondo, lontano, sotto un banco di frutta. Appena Susanna si abbassa per raccoglierla, nota che sotto al banco c’è qualcosa… c’è qualcosa che si muove! Non è un frutto, una verdura. È…peloso. Anzi, piumoso. Allora chiama Frank, che si avvicina e si abbassa, per vedere di cosa si tratta, e quella palla di piume emette un verso: “Piiiiii”.

Tra le cassette di mele e arance, si è nascosto un piccione. Un piccione piccolo, grigio e malconcio, con un'ala piegata in modo strano. Susanna si avvicina cautamente, cercando di non spaventarlo. "C’è un piccione qui sotto!" dice al signor Giorgio, il proprietario del negozio.

“Oh, poverino. È entrato stamattina nel negozio e non è più andato via. Forse è malato. Gli ho dato un po’ d’acqua ma non ha bevuto.”

Susanna non sa perché, ma qualcosa in quel piccolo uccello la colpisce profondamente. Forse è per la sua fragilità, o forse per il modo in cui la guarda, con quegli occhietti neri e arancioni che sembrano chiederle aiuto. Non ha mai apprezzato i piccioni: li ha sempre considerati fastidiosi e sporchi, come tutti ripetono sempre in città.

“Posso prenderlo?” chiede Susanna al signor Giorgio. Giorgio la guarda sorpreso e, con un sorriso, risponde: “Se vuoi. Ma stai attenta, potrebbe essere malato davvero. Magari puoi usare uno scatolone per catturarlo.”

Con l’aiuto di Frank, Susanna riesce a prendere il piccione delicatamente e a infilarlo in uno scatolone che ha trovato fuori al negozio. Poi lo porta a casa. Arrivata a casa, tira fuori il piccione e si siede ad osservarlo, insieme a Frank.

Certo che è proprio carino. Chissà perché sta male” dice Frank.

“Dobbiamo dargli qualcosa da mangiare. Forse un po’ di avena? Perché so che il pane può farlo star male”.

Inizialmente il piccione non mangia e non beve. Si gonfia e si nasconde tra le sue penne. Con un po’ di pazienza, però, Frank riesce a farlo mangiare, dandogli dei semi più piccoli. Lo accarezza sul collo e il piccione chiude gli occhi, rilassato. Apprezza le coccole! Susanna decide di chiamare il piccione Camillo, un nome che le sembra perfetto per quella creatura indifesa dal becco buffo.

Frank, nei giorni seguenti, costruisce una cuccia per Camillo, con una cassetta in plastica per la frutta e degli asciugamani. Poi inserisce nella cuccia due ciotole, una con dei semi e l’altra con dell’acqua, e aggiunge anche un tronco come trespolo. Camillo, piano piano, smette di essere timido e inizia ad osservare quei due umani che fanno le loro cose: lavorano, cucinano, lavano i piatti, ballano e cantano. Camillo ama la sua nuova casetta, e apprezza molto ciò che i due umani fanno per lui.

I giorni passano, e la coppia si prende cura di Camillo alla perfezione. Camillo mangia, beve, e cammina, anche se lentamente. Sembra molto riconoscente. Purtroppo, però, Susanna si accorge che l’ala di Camillo non sta migliorando, nonostante il riposo. Così la coppia decide di prendere un taxi e di portarlo dal veterinario.

La dottoressa Noemi li accoglie nel suo studio. Dopo aver visitato Camillo, gli diagnostica una lieve infezione intestinale che lo rende debole: “Con un po’ di pazienza e le cure giuste, si riprenderà” dice alla coppia che, dopo aver pagato, torna a casa con le medicine e la speranza che Camillo guarirà presto.

Nei giorni seguenti, Frank e Susanna si affezionano sempre di più a quel piccolo piccione. Ormai lo lasciano libero per l’appartamento e, ogni mattina, appena svegli, lo trovano accoccolato che li osserva dalla sua cuccia improvvisata. Ogni tanto, Camillo tenta di volare, ma l’ala ancora non risponde bene. Comunque la sua salute generale migliora giorno dopo giorno, e questo basta a rendere Susanna e Frank felici. Camillo inizia anche a dimostrargli il suo affetto: quando i due si avvicinano alla cuccia, Camillo sbatte le ali, è emozionato, e non vede l’ora di ricevere le coccole.

Più tempo passiamo con Camillo, più capisco che le persone si sbagliano sui piccioni. Non sono solo "topi volanti", come spesso li chiamano in città. Camillo è curioso, intelligente, buffo, dolce e ha una sua personalità” dice Frank.

Susanna concorda con lui: “Hai proprio ragione. Ho sempre amato gli animali, ma i piccioni… non mi piacevano per niente. Ora, con Camillo qui vicino, mi rendo conto che… non la penso più così.”

Mentre i due parlano, seduti sul divano, Camillo, con l’ala ancora dolorante, tenta di volare. Camillo è coraggioso e vuole volare, ma… ancora non è il momento. Poverino, è triste e deluso. Susanna e Frank lo guardano e lo incoraggiano: “Bravo! Che bravo, Camillo! Dai, ce la fai!”

In quel momento qualcuno bussa alla porta. Camillo corre a nascondersi, ha paura.

“Chi è?” chiede Susanna.

“Sono Lino” risponde qualcuno da fuori.

“Oddio, è Lino! Il padrone di casa! Che facciamo?” chiede Susanna a Frank.

Lino è l’uomo che affitta l’appartamento a Susanna e Frank. Secondo il contratto che hanno firmato, è vietato portare animali in casa.

“Ah, Lino, ciao! Scusa ma io e Susanna stiamo molto male, abbiamo la febbre, la tosse, il raffreddore… non possiamo aprire la porta perché siamo contagiosi” dice Frank al proprietario di casa.

“Ah! Mannaggia, ragazzi… mi dispiace! Rimettetevi presto” dice Lino gentilmente, prima di andarsene.

“Mamma mia, che paura! Chissà cosa fa se ci scopre. Forse ci caccia di casa. Dobbiamo trovare una sistemazione per Camillo… il prima possibile” dice Susanna.

“Forse possiamo dirgli la verità. È una brava persona, secondo me capirà…”

Ma scherzi? Sai che le persone vedono i piccioni come creature sporche e inferiori rispetto agli altri animali.”

È un peccato, perché non è così. Ogni animale, grande o piccolo, merita rispetto” risponde Frank.

“Hai ragione. Ma prima di Camillo, anche io odiavo i piccioni. Se ripenso a tutte le volte in cui ho guardato i piccioni per strada con disprezzo, mi sento in colpa. Non pensavo al fatto che, magari, avevano una famiglia, una storia, una vita. E come tutti noi hanno fame, sete, caldo o freddo…e bisogno di aiuto, se stanno male.”

“Beh… forse incontrare Camillo in quella frutteria era il nostro destino. Questo piccione ci ha cambiati in meglio.”

Con il passare dei giorni, Susanna e Frank si rendono conto che l’ala di Camillo è guarita, e decidono liberare il loro piccolo amico. Ma prima deve esercitarsi a volare. Deve praticare. La coppia decide di procedere per gradi: prima mettono Camillo sulla scatola, per vedere se riesce a volare da quell’altezza. Camillo vola sul pavimento senza problemi. Poi, mettono Camillo su una sedia. Camillo plana sul pavimento con grande abilità. Infine, provano a lasciare Camillo sul tavolo, e poi sull’armadio, e Camillo prende la rincorsa e, finalmente, vola. Ormai Camillo è guarito del tutto, ed è pronto a volare nel cielo.

I due ragazzi escono al balcone e salutano Camillo: “Ciao piccolo amico. Ci mancherai tantissimo” dice Frank, mentre vede Camillo uscire sul balcone e volare via.

“Grazie Camillo per averci insegnato che anche i piccioni sono animali speciali. Voi piccioni vivete tra noi, nelle nostre stesse città, e sopravvivete alle nostre stesse difficoltà e… avete i nostri stessi bisogni. Eppure… troppo spesso vi ignoriamo e vi trattiamo male.

Camillo vola via, e la coppia si abbraccia emozionata. Hanno le lacrime agli occhi.

Quella sera, Frank e Susanna vanno a dormire con una nuova consapevolezza: da quel giorno, ogni piccione che vedranno gli ricorderà quanto siano straordinarie tutte le creature, anche quelle più sottovalutate, come i piccioni.

Bene, siamo arrivati alla fine anche di questa storia. Spero che ti sia piaciuta, e un grazie nuovamente ai nostri ospiti. Se ti piace Podcast Italiano Principiante, puoi considerare di lasciare cinque stelle a questo podcast su Spotify o Apple Podcast: questo ci aiuterà molto. E, inoltre, se vuoi imparare l’italiano con una storia, un corso di italiano che ti porta a livello B1, basato interamente su una storia, dai un’occhiata a La Storia di Italo: il link, anche di questo, è nelle note dell’episodio. Ciao!

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