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    Chi è un raccomandato?

    Intermedio
    #
    28

    June 18, 2019

    Trascrizione

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    Ciao a tutti e benvenuti su Podcast Italiano, in un nuovo episodio scritto da Erika, in cui parliamo dei cosiddetti “raccomandati”. Chi sono i raccomandati? Lo scoprirete presto, quindi rimanete in ascolto, come si dice alla radio.


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    Qualunque italiano ha sentito o ha usato la parola “raccomandato” nella propria vita e più di qualcuno lo è anche stato, almeno una volta. Chi sono allora questi “raccomandati” di cui tutti parlano? Partiamo dal significato del verbo raccomandare, come descritto dal vocabolario Treccani: Affidare ad altri persona o cosa che sta molto a cuore, pregando o esortando […] di averne comunque la massima cura

    In questo senso, raccomandare significa solo pregare qualcuno di trattare bene qualcun altro, in poche parole. In un senso simile a questo, si utilizza molto spesso l’espressione “mi raccomando!”, quindi con il verbo al riflessivo, nel senso di “ripongo in te la mia fiducia”, in contesti come “non fare tardi, mi raccomando!” oppure “ricordati di portarmi quello che ti ho chiesto, mi raccomando!”.
    Inoltre è importante ricordare che “raccomandare” non si usa come in inglese il verbo “to recommend”. Questo è un errore che fanno in molti, ma noi non diremmo mai una frase come: “ti raccomando un film”, “ti raccomando un libro”. Diremmo invece “ti consiglio un film” o “un libro”.

    Affidare = to entrust
    Stare a cuore
    = to care for have at heart
    Avere cura
    = to take care of
    Riporre la propria fiduce in qualcuno/qualcosa = to put one’s trust in something

    Quindi, si direbbe che questo verbo di per sé non abbia alcuna connotazione negativa. Tuttavia le parole cambiano di significato e con il tempo questo verbo ha assunto anche un altro significato, legato in parte al primo ma leggermente diverso, ovvero, sempre citando Treccani: Segnalare una persona, intercedere a suo favore, affinché sia favorita in un esame, in un concorso, nell’assegnazione di un posto, ecc.” Il che può anche essere positivo, se si tratta di favorire una persona molto competente, quindi diciamo “consigliarla” a qualcun altro per i suoi meriti. Il problema nasce quando si tratta di persone che non sono affatto competenti o migliori degli altri concorrenti, per esempio per un posto di lavoro, ma ottengono comunque la precedenza perché qualcuno “li ha raccomandati”.

    Un classico esempio: per ottenere un posto e lavorare per lo Stato, per esempio come impiegato in un ufficio, bisogna partecipare a dei concorsi, dove generalmente si è sottoposti a una serie di test da superare (per esempio domande a crocette, colloqui orali, ecc). In base ai risultati ottenuti viene stilata una graduatoria, quindi una lista in ordine di merito basata sui punteggi ottenuti nei test. Una persona che ha ottenuto un punteggio basso può tuttavia superare, sorpassare quelli davanti a lui se per esempio conosce qualcuno connesso a chi compila queste graduatorie, o qualcuno di importante nel settore. La più classica delle raccomandazioni è quella di essere figlio di qualcuno di importante ed influente in un dato settore. La “raccomandazione” è dunque un esempio di nepotismo, ovvero cercare di favorire i propri parenti e amici al fine di fargli ottenere una carica, un ufficio, un lavoro.

    Segnalare = to recommend (someone)
    intercedere = fare da mediatore aiutando qualcuno

    Favorire = to support, to facilitate, to advance
    Posto di lavoro
    = workplace
    La precedenza
    = come first, get priority
    concorso
    = competitive exam to get a job for the state
    si è sottoposti
    = one undergoes
    domande a crocette
    = multiple choice questions
    viene stilata una graduatoria
    = a ranking is drawn up
    superare / sorpassare = overtake, pass
    compilare = to fill out

    La raccomandazione è ovviamente una procedura illecita, ma non per questo poco diffusa. Il problema delle raccomandazioni in Italia è più che mai attuale, soprattutto nella sfera pubblica. Purtroppo, molto spesso in Italia si sentono frasi del tipo “senza raccomandazione non vai da nessuna parte”, soprattutto per quanto riguarda alcune professioni particolarmente prestigiose, e spesso si sentono frasi del tipo “in Italia non c’è meritocrazia”. Infatti, per colpa delle raccomandazioni, alcuni ruoli importanti e delicati sono troppo spesso occupati da persone poco competenti, che non ricoprono la posizione per i loro meriti, ma esclusivamente grazie alle loro conoscenze. Nel tempo in Italia sono state introdotte alcune misure per limitare e combattere questa pratica, che forse oggi è meno diffusa che in passato, ma non ancora scomparsa.

    Insomma, dare a qualcuno del “raccomandato” non è un bel complimento: significa accusarlo di avere ottenuto qualcosa solo perché qualcuno ha “messo una buona parola” per lui. Proprio pochi giorni fa è esploso in Italia un grave caso riguardante i magistrati, che dovrebbero essere “i custodi della giustizia” e, si è invece scoperto, sono stati anche loro coinvolti in fatti legati alle raccomandazioni e alla corruzione.
    Insomma, si tratta in Italia di un problema che talvolta blocca le persone davvero meritevoli ed è quindi particolarmente grave, ma allo stesso tempo molto difficile da risolvere, perché esiste da moltissimo tempo ed è quasi diventato parte della nostra cultura e della nostra mentalità. Fateci sapere se anche nel vostro paese esistono i raccomandati e le raccomandazioni e se sapevate che questa pratica è ancora così diffusa in Italia.

    A presto!

    Illecita = illegal
    Attuale = present, current
    Ricoprire una posizione = to hold a position
    Conoscenza = in questo caso “connection”, una persona conosciuta
    Dare a qualcuno del… = call someone …
    Mettere una buona parola = put in a good word

    Ciao a tutti e benvenuti su Podcast Italiano, in un nuovo episodio scritto da Erika, in cui parliamo dei cosiddetti “raccomandati”. Chi sono i raccomandati? Lo scoprirete presto, quindi rimanete in ascolto, come si dice alla radio.


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    Qualunque italiano ha sentito o ha usato la parola “raccomandato” nella propria vita e più di qualcuno lo è anche stato, almeno una volta. Chi sono allora questi “raccomandati” di cui tutti parlano? Partiamo dal significato del verbo raccomandare, come descritto dal vocabolario Treccani: Affidare ad altri persona o cosa che sta molto a cuore, pregando o esortando […] di averne comunque la massima cura

    In questo senso, raccomandare significa solo pregare qualcuno di trattare bene qualcun altro, in poche parole. In un senso simile a questo, si utilizza molto spesso l’espressione “mi raccomando!”, quindi con il verbo al riflessivo, nel senso di “ripongo in te la mia fiducia”, in contesti come “non fare tardi, mi raccomando!” oppure “ricordati di portarmi quello che ti ho chiesto, mi raccomando!”.
    Inoltre è importante ricordare che “raccomandare” non si usa come in inglese il verbo “to recommend”. Questo è un errore che fanno in molti, ma noi non diremmo mai una frase come: “ti raccomando un film”, “ti raccomando un libro”. Diremmo invece “ti consiglio un film” o “un libro”.

    Affidare = to entrust
    Stare a cuore
    = to care for have at heart
    Avere cura
    = to take care of
    Riporre la propria fiduce in qualcuno/qualcosa = to put one’s trust in something

    Quindi, si direbbe che questo verbo di per sé non abbia alcuna connotazione negativa. Tuttavia le parole cambiano di significato e con il tempo questo verbo ha assunto anche un altro significato, legato in parte al primo ma leggermente diverso, ovvero, sempre citando Treccani: Segnalare una persona, intercedere a suo favore, affinché sia favorita in un esame, in un concorso, nell’assegnazione di un posto, ecc.” Il che può anche essere positivo, se si tratta di favorire una persona molto competente, quindi diciamo “consigliarla” a qualcun altro per i suoi meriti. Il problema nasce quando si tratta di persone che non sono affatto competenti o migliori degli altri concorrenti, per esempio per un posto di lavoro, ma ottengono comunque la precedenza perché qualcuno “li ha raccomandati”.

    Un classico esempio: per ottenere un posto e lavorare per lo Stato, per esempio come impiegato in un ufficio, bisogna partecipare a dei concorsi, dove generalmente si è sottoposti a una serie di test da superare (per esempio domande a crocette, colloqui orali, ecc). In base ai risultati ottenuti viene stilata una graduatoria, quindi una lista in ordine di merito basata sui punteggi ottenuti nei test. Una persona che ha ottenuto un punteggio basso può tuttavia superare, sorpassare quelli davanti a lui se per esempio conosce qualcuno connesso a chi compila queste graduatorie, o qualcuno di importante nel settore. La più classica delle raccomandazioni è quella di essere figlio di qualcuno di importante ed influente in un dato settore. La “raccomandazione” è dunque un esempio di nepotismo, ovvero cercare di favorire i propri parenti e amici al fine di fargli ottenere una carica, un ufficio, un lavoro.

    Segnalare = to recommend (someone)
    intercedere = fare da mediatore aiutando qualcuno

    Favorire = to support, to facilitate, to advance
    Posto di lavoro
    = workplace
    La precedenza
    = come first, get priority
    concorso
    = competitive exam to get a job for the state
    si è sottoposti
    = one undergoes
    domande a crocette
    = multiple choice questions
    viene stilata una graduatoria
    = a ranking is drawn up
    superare / sorpassare = overtake, pass
    compilare = to fill out

    La raccomandazione è ovviamente una procedura illecita, ma non per questo poco diffusa. Il problema delle raccomandazioni in Italia è più che mai attuale, soprattutto nella sfera pubblica. Purtroppo, molto spesso in Italia si sentono frasi del tipo “senza raccomandazione non vai da nessuna parte”, soprattutto per quanto riguarda alcune professioni particolarmente prestigiose, e spesso si sentono frasi del tipo “in Italia non c’è meritocrazia”. Infatti, per colpa delle raccomandazioni, alcuni ruoli importanti e delicati sono troppo spesso occupati da persone poco competenti, che non ricoprono la posizione per i loro meriti, ma esclusivamente grazie alle loro conoscenze. Nel tempo in Italia sono state introdotte alcune misure per limitare e combattere questa pratica, che forse oggi è meno diffusa che in passato, ma non ancora scomparsa.

    Insomma, dare a qualcuno del “raccomandato” non è un bel complimento: significa accusarlo di avere ottenuto qualcosa solo perché qualcuno ha “messo una buona parola” per lui. Proprio pochi giorni fa è esploso in Italia un grave caso riguardante i magistrati, che dovrebbero essere “i custodi della giustizia” e, si è invece scoperto, sono stati anche loro coinvolti in fatti legati alle raccomandazioni e alla corruzione.
    Insomma, si tratta in Italia di un problema che talvolta blocca le persone davvero meritevoli ed è quindi particolarmente grave, ma allo stesso tempo molto difficile da risolvere, perché esiste da moltissimo tempo ed è quasi diventato parte della nostra cultura e della nostra mentalità. Fateci sapere se anche nel vostro paese esistono i raccomandati e le raccomandazioni e se sapevate che questa pratica è ancora così diffusa in Italia.

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