I luoghi più misteriosi d'Italia
Note e risorse
In questo episodio speciale di Halloween, ci immergeremo nella storia di cinque luoghi misteriosi d'Italia.
Iscriviti alla lista di attesa del mio prossimo corso di lingua e cultura italiana.
Iscriviti al podcast per principianti “Podcast Italiano Principiante”.
Trascrizione
Accedi o registrati per continuare a leggere
Bentornato o bentornata su Podcast Italiano, un podcast per imparare la lingua italiana attraverso argomenti interessanti. Halloween si avvicina, e per questo motivo ho deciso che oggi tratteremo un argomento insolito e affascinante, sicuramente un po’ diverso dal solito. Se sei un fifone, o una fifona, cioè se ti spaventi facilmente, preparati a tremare...perché stai per scoprire, insieme a me, il lato più inquietante e misterioso del Bel Paese, un lato che pochi coraggiosi osano esplorare, fatto di leggende e presenze spaventose che ti spingeranno a vedere l'Italia... con occhi diversi. Qui infatti sarò la tua guida e, come Virgilio ha condotto Dante attraverso l'Inferno, io ti porterò in quei luoghi dell’Italia che nessuna guida turistica ha mai avuto il coraggio di proporti. Luoghi che nascondono segreti che ti faranno rabbrividire e ti lasceranno con più domande che risposte.
Scarica il PDF della trascrizione con glossario
Trascrizione con glossario interattiva
Prima di iniziare, però, ti ricordo che su Podcast Italiano trovi episodi di livello intermedio e avanzato, ma non solo: se stai cercando contenuti più semplici, puoi cercare "Podcast Italiano Principiante"; lì troverai episodi altrettanto interessanti, spero, ma in un italiano più semplice. Se stai studiando l'italiano, inoltre, ti consiglio di andare sul mio sito web, dove troverai la trascrizione gratuita di questo episodio, arricchita da note lessicali e spiegazioni grammaticali. Ti lascio il link nelle note dell'episodio che potrai trovare nell'app che stai usando per ascoltarmi.
Ora, prima di iniziare, una piccola avvertenza: io sono una persona decisamente scettica nei confronti di tutto il mondo del paranormale, dei fantasmi, di queste cose qua; io credo nella scienza e, per me, se qualcosa non è stato dimostrato empiricamente, non è vero, ecco! Sono una persona noiosa, lo so! Detto questo, penso che sia normale essere affascinati e suggestionati da racconti e storie come quelle che ti racconterò in questo episodio. Spero che, in questo senso, l’episodio ti divertirà e ti intratterrà. Questo è l’obiettivo di questo episodio: divertirci un po’, tutto qui. Non prenderlo dunque troppo sul serio, ok? Mantieni il tuo spirito critico sempre acceso, mi raccomando.
Avvertenza noiosa fatta, torniamo a noi e al nostro viaggio che prevede cinque tappe, in quanto visiteremo cinque dei luoghi più misteriosi d'Italia. Non importa dove ti trovi in questo momento, né se sia giorno o notte nel tuo Paese, perché questo episodio ti trasporterà in un’altra dimensione. Immagina di essere con me, con una mappa dell’Italia tra le mani, pronti a viaggiare insieme di regione in regione, guidati da lanterne tremolanti che illuminano il nostro cammino oscuro. Stiamo per esplorare alcune delle località più spaventose del Bel Paese, dove il confine tra realtà e leggenda si fa sottile…
Il nostro viaggio non può che partire da casa mia, Torino, la bella ed elegante metropoli del Piemonte. È tarda sera e ci troviamo a Piazza Statuto, nel quartiere Valdocco, nel centro storico della città. Non c'è nessuno in giro, non ci sono quasi macchine, né passanti. L'atmosfera è tetra, pesante. Il tuo sguardo cade su una fontana, decisamente strana e dall’aspetto piuttosto inquietante: la fontana del Frejus. Siccome non sai molto Torino, decido di raccontarti qualcosa che in pochi sanno. Negli anni Settanta si diffuse una voce, secondo cui Torino fosse una città che viveva in equilibrio tra il bene e il male, tra la luce e l’ombra. Secondo gli amanti dell’esoterismo, infatti, qui convivono forze benigne e maligne allo stesso tempo. Torino è considerata dagli esoterici uno dei vertici del triangolo alchemico della magia bianca, insieme a Lione e Praga. Quindi, nell’area che si forma collegando queste tre città su una mappa, sembra essere raccolta molta energia positiva. Il problema è che Torino sembra essere anche uno dei vertici del triangolo della magia nera, il cosiddetto “triangolo oscuro”, che forma con Londra e San Francisco. In quest’area, invece, è raccolta una terribile energia negativa.
Non tutti sanno, infatti, che molte zone di Torino sono famose per eventi passati, storici o leggendari, che fanno, ancora oggi, accapponare la pelle. Un esempio è il quartiere in cui ci troviamo ora, Valdocco, dove, a quanto pare, un tempo, sorgeva la casa del boia, ovvero colui che uccideva i condannati a morte; sempre qui sorgeva anche il patibolo, cioè il luogo dove avvenivano le esecuzioni pubbliche. Quindi è qui che, un tempo, venivano uccisi pubblicamente coloro che erano stati precedentemente condannati a morte. Ed è in questo quartiere che sorge la piazza in cui ci troviamo ora, Piazza Statuto, definita dagli esoterici come la zona delle tenebre, la zona più oscura di Torino, in contrapposizione a Piazza Castello, considerata la zona di luce della città.
Da quando siamo arrivati, non abbiamo mai smesso di osservare la Fontana del Frejus che, apparentemente, è un monumento dedicato alla costruzione del Traforo del Frejus, un’importante galleria ferroviaria che collega l’Italia e la Francia attraverso le Alpi. Questo monumento raffigura una serie di rocce che formano un’alta torre su cui si arrampicano delle figure antropomorfe, o meglio, delle figure umane terribilmente affaticate, stremate, estenuate. La fontana non può che far venire i brividi. Troverai l’immagine nella trascrizione dell’episodio sul sito, ti invito a darle un’occhiata. Queste figure cercano di raggiungere la cima della torre, su cui appare un angelo. Dicono che l’opera sia un omaggio agli operai che hanno scavato il traforo del Frejus, un omaggio che vuole celebrare la loro fatica e il progresso scientifico, rappresentato dall’angelo. Tuttavia, nella tradizione popolare, le creature vengono interpretate come anime dannate che faticano eternamente, intrappolate alla base della torre, alla base della piramide, quasi sotto terra, negli inferi. L’angelo invece rappresenterebbe il diavolo, cioè Lucifero. Secondo gli amanti dell’esoterismo, inoltre, nel sottosuolo di Torino sarebbero nascoste tre grotte alchemiche e, all’interno di una di queste, si troverebbe la pietra filosofale. Ma questa è solo una leggenda, vero? Beh, non la pensano tutti così. In fondo non è un caso che il rinomato alchimista e veggente Nostradamus soggiornò a Torino nel 1556. Ad attestare la sua permanenza a Torino è il Noveau Dictionnaire Historique e una lapide commemorativa che riportava un testo in francese cinquecentesco che, tradotto in italiano, recitava così:
“1556. Nostradamus alloggia qui
dov'è il paradiso, l'inferno, il purgatorio
io mi chiamo la Vittoria
chi mi onora avrà la gloria,
chi mi disprezza avrà completa malora”.
E sono tanti altri i lati spaventosi di Torino, come il fatto che la Chiesa di Satana stabilì una presenza proprio qui, tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta. Questo fenomeno non è solo un aneddoto di folklore urbano, ma un fatto documentato. La Chiesa, fondata da Anton LaVey negli Stati Uniti, cercava nuovi adepti in Europa, e Torino si rivelò un terreno fertile per la sua espansione. Durante questo periodo, un gruppo di seguaci, che non superò mai il centinaio, si riuniva per praticare rituali e celebrazioni legate al culto satanico.
Ma si sta facendo tardi, e direi che è tempo di proseguire il nostro viaggio. Ci basta chiudere gli occhi… ed ecco che ci troviamo in Lombardia, regione ad Est del Piemonte. Per l’esattezza, in una città fantasma della Lombardia. Ci troviamo, infatti, a Consonno, in provincia di Lecco, un tempo un tranquillo borgo medievale, oggi… un luogo spettrale e abbandonato. Una vera e propria città fantasma. Tutto inizia negli anni Sessanta, quando l’imprenditore Mario Bagno acquista l’intero borgo con l’intento di trasformarlo in uno scintillante e gigante luna park, in una città dei “balocchi”, dei divertimenti. In poche parole, in una Las Vegas italiana. I lavori iniziano, e ruspe e macchinari demoliscono le antiche case medievali per far spazio a edifici esotici e opulenti. All’epoca, nessuno immaginava che quell’ambizioso progetto si sarebbe presto trasformato in una terribile maledizione. Nel 1976, infatti, una frana improvvisa distrusse l’unica strada che collegava Consonno al resto del mondo. Non era la prima volta che una frana metteva i bastoni fra le ruote al progetto di Bagno, ma questa volta, il colpo, fu letale. In un attimo, il sogno di Bagno crollò: l’uomo voleva attirare turisti da tutto il mondo con casinò, hotel di lusso e una città piena di luci e di sfarzo; e invece Consonno rimase senza strade, senza visitatori, e senza vita. Il progetto fallì. Gli edifici abbandonati caddero rapidamente in rovina e la città venne lentamente abbandonata. La cosa più triste è che Bagno, l’uomo che un tempo immaginava di costruire un impero grazie a Consonno, che mai smise di provarci e di investire in questo suo progetto, finì per rimanere intrappolato nel suo stesso fallimento. Infatti, passò gli ultimi anni della sua vita in un ospizio, malato, proprio lì, a Consonno, tra le rovine del suo sogno. Ed è lì che morì, da solo, in quella città che avrebbe voluto trasformare in un paradiso, ma che si rivelò la sua tomba. In seguito poi, a Consonno furono anche organizzati dei rave, durante i quali parecchie strutture furono danneggiate e imbrattate con graffiti. Oggi, infatti, Consonno si presenta in uno stato di abbandono e di degrado: camminare tra le sue rovine è un’esperienza inquietante. L’architettura anni Ottanta rende il paese sinistro, sembra che il tempo si sia fermato. Gli edifici sono fatiscenti, pericolanti, vandalizzati e invasi dalla vegetazione. Le strade sono deserte, e non si può neanche accedere al paese in macchina. Infine, secondo Wikipedia, gli abitanti di Consonno oggi sarebbero… zero. Anche in questo caso, ti lascio un’immagine nella trascrizione dell’episodio sul mio sito.
Ma già che siamo in Lombardia, prima di salutarla, facciamo un salto a Milano. Ci troviamo davanti a una stradina, a un vicolo stretto stretto, tanto stretto da non poter essere definito neanche “via”. Perché ti ho portato qui? Beh, questo vicolo, apparentemente innocuo, possiede un oscuro significato storico. Qui viveva Antonio Boggia, il primo serial killer, o “assassino seriale”, italiano, anche chiamato “Il Mostro di Milano” o “Jack lo squartatore di Milano”. E, sempre qui, Boggia nascondeva i corpi delle sue vittime, in una cantina. L’assassino nacque nel 1799 e morì nel 1862. Era, a prima vista, un uomo rispettabile, e certamente insospettabile: era un calmo, umile, religioso nonché poliglotta. Per questo ci sorprende che Boggia fu catturato e poi condannato a morte per l’omicidio di quattro persone, tra il 1849 e il 1859 a Milano. Venne giustiziato mediante impiccagione, cioè fu impiccato, nel 1862, segnando l’ultima esecuzione capitale di un civile eseguita a Milano fino alla seconda guerra mondiale. La pena di morte fu, infatti, poi, abolita nel 1890. Dopo la sua esecuzione, il corpo di Antonio Boggia fu sottoposto a una procedura piuttosto insolita per l’epoca: invece di praticare una semplice sepoltura, il suo cadavere fu utilizzato per studi scientifici. Fu decapitato, e il suo cranio venne conservato per essere studiato dai medici, in particolare per analisi legate alla frenologia, una pseudoscienza che cercava di collegare le caratteristiche del cranio con il comportamento criminale. Il suo teschio è stato conservato per lungo tempo e oggi fa parte della collezione del Museo di Scienze Criminologiche “Cesare Lombroso” a Torino, dove viene esposto come testimonianza di uno dei primi casi di serial killer nella storia italiana. Inquietante, vero? Inoltre, una leggenda milanese narra che il fantasma dell’assassino vaghi ancora per questo vicolo, manifestandosi con una ventata di aria gelida. Sento anche tu questo freschino? Forse è il caso di procedere con il nostro viaggio.
Chiudi gli occhi. Li hai chiusi? Ora riaprili. Ci troviamo a Venezia, in Veneto. È notte, e siamo davanti a Casa Ca’ Dario, un’antica casa, silenziosa, dallo stile rinascimentale. Davanti ad essa, il Canal grande, in cui si specchia la luna. Dai un’occhiata alla foto nella trascrizione. Ti starai chiedendo perché ci troviamo davanti a questa casa. Vorresti entrare, scommetto, per vederne l’interno. Cerco di dissuaderti: è meglio starne alla larga. La bellezza architettonica di questa casa, infatti, contrasta con la sua fama di “palazzo maledetto”: a quanto pare, molte delle persone che hanno soggiornato qui, hanno avuto un tragico destino. La leggenda sembra risalire a molto tempo fa, quando Marietta, la figlia di Giovanni Dario, appunto, come “Ca’ Dario”, morì a 32 anni, probabilmente suicida nel Canal Grande, dopo la caduta in disgrazia e l’omicidio del marito. Anche uno dei loro figli fu ucciso. Che famiglia sfortunata, non è vero? Ma non finisce qui, perché, a quanto pare, furono molte altre le vittime della casa; per esempio Arbit Abdoll, commerciante armeno di pietre preziose, andò in bancarotta subito dopo aver acquistato Ca’ Dario. Riuscì a venderla ad un inglese per sole 480 sterline. L’inglese che la acquistò, Rawdon Brown, dovette rivenderla perché non aveva abbastanza soldi per mantenerla e ristrutturarla. La donna che la acquistò dopo, Isabelle Gontran, fu costretta a rivenderla a sua volta, dopo aver contratto una grave malattia che la obbligò a lasciare Venezia. Fu acquistata allora da un miliardario americano, Charles Briggs, che la rivendette dopo pochissimo, costretto a fuggire da Venezia a causa delle accuse di omosessualità. Si rifugiò in Messico, dove si suicidò insieme al suo amante. La casa, allora, fu quasi acquistata da Mario Del Monaco, nel 1964; tuttavia, poco prima della trattativa conclusiva, Del Monaco ebbe un grave incidente automobilistico. Poi fu acquistata da Filippo Giordano delle Lanze, che venne assassinato dal suo amante, proprio all'interno di Ca' Dario. Fu la volta poi di Christopher "Kit" Lambert, il manager del gruppo rock The Who, che acquistò l'edificio nel 1973, sostenendo di non credere alla presunta maledizione. Ma poi, dopo un po’ di tempo, guarda caso, confidò ad alcuni suoi amici di aver dormito più volte nel chiosco dei gondolieri dell’ Hotel Gritti, l’hotel che si trova accanto alla casa, per “sfuggire ai fantasmi del palazzo che lo perseguitavano”. In seguito, alla fine degli anni 80, comprò la casa Raul Gardini, un celebre finanziere che fu coinvolto in uno scandalo che lo indusse, probabilmente, al suicidio. Una delle ultime morti legate alla casa è quella di John Entwistle, celebre bassista britannico dei The Who, che morì di infarto nel 2002, soltanto una settimana dopo aver affittato Ca' Dario per una breve vacanza a Venezia. Forse non è un caso che questa casa sorga proprio dove, in antichità, si trovava un cimitero. Scommetto che ti è passata la voglia di entrare a visitare questo bell’edificio, vero?
Allora continuiamo con il nostro viaggio verso Sud e, in un battito di ciglia, giungiamo in Emilia Romagna, al Castello di Montebello, in provincia di Rimini. Si tratta di un castello medievale appartenuto ai Malatesta e ai Guidi di Bagno, due famiglie nobili storiche. Guarda la foto che ti ho lasciato nella trascrizione. Ti ho portato qui perché questo è uno dei luoghi italiani più famosi per le sue presenze paranormali: è conosciuto, infatti, per il fantasma di Azzurrina. La leggenda di Azzurrina risale al 1375, quando una bambina di cinque anni di nome Guendalina, figlia del feudatario Ugolinuccio Malatesta, scompare misteriosamente nel Castello di Montebello. Guendalina era nata albina, una condizione considerata maledetta all’epoca. Per nascondere la sua diversità, la madre le tingeva i capelli di nero, ma a causa della sua particolare pigmentazione, i capelli assumevano una sfumatura azzurra, da qui il soprannome Azzurrina. Il 21 giugno 1375, la bambina stava giocando con una palla all’interno del castello, sotto la sorveglianza di due guardie. Ad un certo punto, la palla rotola giù nelle segrete, e Azzurrina corse a prenderla. Le guardie sentirono un urlo, ma quando scesero a cercarla, di lei non c’è più traccia. Nonostante le ricerche, il suo corpo non viene mai trovato. Difatti, la parte più famosa del castello è il cosiddetto corridoio di Azzurrina, ovvero il luogo dove, secondo la leggenda, si sarebbe verificata la sparizione di Guendalina Malatesta nel 1375. Da allora, inoltre, si dice che ogni cinque anni, durante il solstizio d’estate, si sentano i lamenti di Azzurrina all’interno del castello. Alcuni visitatori affermano di aver udito rumori che ricordano una palla che rotola, e anche pianti strazianti; e queste testimonianze, se così vogliamo chiamarle, ancora oggi alimentano il mito della povera Azzurrina, una bambina intrappolata tra il mondo dei vivi e quello dei morti, in cerca di pace. Forse è meglio lasciar riposare i morti. Avviamoci verso l’ultima tappa del nostro percorso, cioè la splendida Toscana.
Questa volta, però, non visiterai Firenze, né Siena. Ci troviamo infatti a Borgo a Mozzano, in provincia Lucca, dove sorge un imponente, mirabile opera di ingegneria medievale: il ponte della Maddalena, anche detto “ponte del diavolo”, cioè ponte costruito dal diavolo. Ti lascio, come sempre, la foto nella trascrizione. La leggenda popolare racconta che il capo muratore impegnato nella costruzione del ponte era molto preoccupato perché molto probabilmente, a causa delle continue e impetuose piene del fiume, non sarebbe riuscito a finire di costruire il ponte entro la data di scadenza prestabilita. Così, una sera, preso dalla disperazione, cominciò a bestemmiare, a pronunciare sacrilegi tali da evocare Satana in persona. Allora il diavolo disse al capomastro che lui stesso avrebbe completato l'opera, in una sola notte. Ma, in cambio, ovviamente, voleva l’anima della prima persona che avrebbe attraversato il ponte. Il capo muratore accettò, e la costruzione fu ultimata. A questo punto, però, il capomastro si pentì di aver fatto un patto col diavolo, e corse dal parroco del paese, il quale, ascoltata la confessione, escogitò uno stratagemma: quello di far attraversare il ponte, per la prima volta in assoluto, da un cane. Il diavolo, infuriato per il tradimento e per il furbo gesto, prese il cane e si buttò nelle acque del fiume, senza mai più farsi rivedere. Quindi… se, mentre siamo qui, vedi un cane bianco passeggiare sul ponte, sappi che potrebbe essere proprio il diavolo, che dopo 1024 anni, è ancora alla ricerca del capomastro, o della sua anima, per vendicarsi del torto subito. Si dice anche che, se si osserva bene, si può vedere il corpo pietrificato del povero cane sul fondo del fiume. Ma ti sconsiglio di sporgerti per guardare, potresti cadere… e non tornare più.
Paura? Rilassati, il nostro viaggio è giunto al termine. Ma non illuderti: il mistero non finisce qui. L’Italia è un paese intriso di enigmi, che nasconde tanti altri misteri e leggende inquietanti. Abbiamo visto solo cinque dei luoghi più misteriosi d’Italia, ma la realtà è che ogni città, ogni strada e ogni angolo potrebbero nascondere qualcosa di oscuro. Tienilo a mente, la prossima volta che ti troverai in Italia. Specialmente durante la notte. E chissà, forse un giorno, camminando in uno di questi luoghi misteriosi, sentirai un brivido correre lungo la schiena, e penserai: “È solo il vento…vero?”
Ehi tu che stai ancora ascoltando, ho un'ultima comunicazione da farti. Tra pochi giorni inizierà la pre-vendita del mio corso B2, cioè Intermedio-alto. Se sosterrai il progetto in questa fase, potrai acquistarlo a condizioni vantaggiose che non si ripeteranno in futuro. Sarà un corso che unirà lingua e cultura, come piace fare a me. Se sosterrai questo progetto in questa fase avrai diritto a condizioni vantaggiose che non si ripeteranno più e inoltre mi aiuterai a costruire il corso migliore possibile. Se vuoi fare un salto verso il livello intermedio alto, penso che faccia per te. Iscriviti quindi alla lista d'attesa che trovi al link nelle note dell'episodio e molto presto avrai notizie interessanti via mail.
Buon Halloween. Spero che questo episodio, decisamente diverso dal solito, ti sia piaciuto. Ricorda quello che ti ho detto all’inizio: è un episodio pensato per divertirci… un po’. Spero anche di averti provocato un po’ di paura, no? Era questo, anche, l’obiettivo. Ti ricordo che trovi la trascrizione con il glossario delle parole difficili; ti aiuterà molto, quindi, dagli un’occhiata. Sempre all’interno della trascrizione trovi anche le immagini di tutti i luoghi inquietanti di cui ti ho parlato, se vuoi andare a dargli un’occhiata. Un saluto e alla prossima, ciao!