Il pittore del futuro (storia)
Note e risorse
Giulietta, studentessa e aiutante in un albergo familiare, incontra Juan, un pittore spagnolo con un'abilità molto particolare.
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Trascrizione
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Questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole progredire ascoltando contenuti interessanti. L’episodio di oggi è una storia. Spero ti piaccia.
Ricorda che trovi la trascrizione sul mio sito. Il link è nelle note dell’episodio.
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Trascrizione interattiva dell'episodio, con il glossario delle parole difficili (consigliato)
Giulietta è una ragazza di 24 anni e studia storia dell’arte all’università. Vive in Toscana con i suoi genitori, che gestiscono un piccolo albergo immerso nella natura. Giulietta lavora spesso con i suoi genitori: a volte riceve gli ospiti, a volte pulisce le stanze, e a volte prepara la colazione.
Un giorno Giulietta si alza con un grande mal di testa. Non ha solo mal di testa, ma anche nausea e vertigini. Decide di non andare all’università e di rimanere a casa.
“Oggi c’è anche l’esame sull’arte barocca. È meglio se non vado all’università. Non passerò mai quest’esame, è troppo difficile…”.
Giulietta sta affrontando un periodo difficile all’università. Non riesce a superare l’esame di arte barocca. Teme di non finire mai gli studi.
All’improvviso, Giulietta riceve un messaggio da sua madre:
“Giulietta, tesoro, dovrebbe arrivare un ragazzo dalla Spagna. Si chiama Juan. Ha prenotato per tre notti. La sua stanza è la numero quattro. Se sei a casa, puoi accoglierlo tu e dargli le chiavi?”
“Va bene Mamma, non ti preoccupare, accolgo io Juan!”
Giulietta si alza dal letto, si veste e scende le scale. Arriva davanti alla porta proprio quando suona il campanello. Così apre la porta e si trova davanti un ragazzo molto particolare: ha i capelli lunghi e castani, la barba scura, un grande cappello marrone, una camicia bianca, un paio di jeans e un paio di sandali color cammello. Porta con sé una grande borsa con pennelli, colori e tele.
“Ciao, ben arrivato! Io sono Giulietta. Di dove sei?”
“Ciao Giulietta, mi chiamo Juan e vengo dalla Spagna. Sono un pittore.”
“Che bello! La tua stanza è la numero quattro, ecco le chiavi. Per qualsiasi cosa io sono al piano di sopra. Puoi bussare quando vuoi.”
“Va bene, ti ringrazio!”
I due si salutano. Il tempo passa e Giulietta decide di scendere e andare in cucina a prepararsi una merenda. Prende un po’ di yogurt, della marmellata e un po’ di frutta fresca. Mischia tutto. Mentre prepara la merenda, in cucina arriva anche Juan. Ha il viso sporco di pittura.
“Sei sporco di pittura sul viso!”
“Ops! Grazie. Succede sempre!”
“Cosa dipingi? Posso vedere?”
“Certo. Non so mai cosa dipingo… chiudo gli occhi e le mie mani fanno il resto. Non scelgo mai un soggetto. I miei quadri si dipingono da soli.”
“Sei modesto! Fammi vedere!”
Giulietta segue Juan in giardino, dove sta dipingendo. Appena vede la tela, Giulietta ha una strana sensazione.
“Ecco il quadro a cui sto lavorando! Ho appena iniziato, è ancora incompleto.”
Il dipinto di Juan non raffigura un soggetto. Solo colori. Colori sulla tela bianca. Rosso, giallo, blu, verde, grigio, nero. Un mix di colori.
“Che strano. il tuo dipinto non ha soggetti, ma ha un’aria familiare.”
“Sai che… vederti mangiare mi ha fatto venire fame?” dice Juan a Giulietta, sorridendo, “il tuo yogurt sembra delizioso!”
“Lo preparo anche per te!”
“Grazie mille,” dice Juan, “io continuo a dipingere.”
Giulietta va in cucina e prepara lo yogurt a Juan: in un bicchiere mette tre cucchiai di yogurt alla fragola, un cucchiaio di marmellata alla fragola e delle fragole fresche. Poi lo porta a Juan, che sta ancora dipingendo fuori in giardino.
“Ecco il tuo yogurt! Ma quella… quella sembra la mia stanza!” dice Giulietta guardando il dipinto di Juan.
“Davvero? Te l’ho detto, il dipinto si crea da solo. Non sono io a dipingere, le mie mani sono solo un mezzo. Ah, comunque sono allergico alle fragole, scusa. Non avresti un altro yogurt? E un’altra marmellata? E un altro tipo di frutta fresca?”
“Certo, va bene…” dice Giulietta, prima di tornare in cucina.
“Che ragazzo strano…” pensa, “Non è mai stato nella mia camera, ma ha dipinto una stanza uguale alla mia…”
Giulietta prepara lo yogurt per Juan. Di nuovo. Questa volta usa yogurt alla vaniglia, marmellata di arance e mezza banana con un po’ di cannella.
“Ecco il tuo yogurt. Non sei allergico anche alla banana, vero?” dice Giulietta ridendo.
Quando però guarda il dipinto di Juan, smette di ridere.
“Juan, ma quella sono io! Sono io, sul pavimento della mia stanza! Sono… morta?”
“Giulietta, come ti ho già detto, il dipinto si crea da solo… non è la prima volta che mi succede…”
“Di cosa parli?”
“Sai… a volte dipingo qualcosa che poi… come si dice? Si avvera, diventa realtà…”
“Stai dicendo che i tuoi quadri prevedono il futuro?”
“È successo, in passato…”
“Guarda, io me ne vado nella mia stanza, mi stai spaventando…”
“Giulietta, aspetta…”
Giulietta inizia a correre ed entra in casa, sale le scale e si chiude in camera sua. “Questo tizio è davvero strano, ora chiamo mia madre, così…”
Ma mentre prende il telefono sul letto, Giulietta scivola sul tappeto, sbatte la testa e sviene. Juan intanto, che vuole scusarsi, sale al secondo piano e arriva davanti alla porta della stanza di Giulietta.
“Giulietta! So che sembra strano, ma quello che ho detto è la verità…”
Giulietta non risponde. Juan bussa alla porta di Giulietta.
“Per favore, possiamo parlare?”
Nessuna risposta. Juan decide di aspettare fuori dalla porta. Ma il tempo passa troppo lentamente e lui inizia a preoccuparsi, così decide di aprire la porta. La apre e… trova Giulietta a terra. È pallida. È svenuta.
“Oh mio Dio! Svegliati, Giulietta! Mi dispiace, non volevo spaventarti! Che faccio? Devo chiamare subito i soccorsi. Il numero è… è … 112!”
Juan chiama il 112 e l’ambulanza arriva in pochi minuti.
“Dove la portate? In quale ospedale?” chiede Juan ai soccorritori.
“La portiamo all’ospedale di San Giovanni Battista. Glielo dici tu alla madre?”
“San Giovanni Battista. Sì, certo! Glielo dico.”
Juan resta all’albergo, preoccupato e in attesa di notizie. Chiama la madre di Giulietta e le racconta tutto.
“Grazie mille per aver aiutato mia figlia, Juan! Vado subito in ospedale. Appena ho notizie ti faccio sapere come sta Giulietta. Grazie davvero!” dice la madre di Giulietta a Juan.
Dopo qualche ora, finalmente Juan riceve una chiamata dall'ospedale: Giulietta sta bene, ha solo bisogno di riposo e osservazione.
Due giorni passano velocemente e Giulietta torna a casa. Purtroppo, però, Juan è già ripartito per la Spagna. La mamma accoglie Giulietta con un sorriso:
“Bentornata a casa! Questo è per te, da parte di Juan” le dice, mentre le dà un regalo. Giulietta scarta il regalo e trova un quadro. Sorride e si sente felice, perché il quadro raffigura Giulietta con la corona d’alloro in testa. In Italia, gli studenti che si laureano, che hanno finito l’università, portano una corona d’alloro in testa.
“Mamma, sai che i quadri di Juan prevedono il futuro? Guarda, in questo dipinto ci sono io che mi laureo!” “Ah sì? Allora forse è il caso che inizi a studiare per il tuo esame di arte barocca!” dice la mamma di Giulietta, mentre abbraccia la figlia e scoppia in una risata.
Siamo arrivati alla fine della storia. Se ti piacciono queste storie e ti piace Podcast Italiano Principiante ti chiedo un piccolo favore: se mi stai ascoltando su Spotify o Apple Podcasts lascia una recensione o un voto positivo. Ricorda che trovi la trascrizione sul sito. Il link è nelle note dell’episodio. Alla prossima!