Capodanno in ascensore (storia)
Note e risorse
La storia di quattro sconosciuti che imparano a conoscersi durante una serata di Capodanno molto particolare.
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Trascrizione
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“Pronto? Claudio, buongiorno! Scusa se ti disturbo. Volevo dirti che sto organizzando una festa per capodanno! Vuoi venire? Puoi portare anche i tuoi amici!”
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Trascrizione interattiva dell'episodio
“Ciao! Sì, certo!”
“Pronto, Manuela, buongiorno! Sono Giulia, volevo invitarti a una festa di capodanno che sto organizzando! Ovviamente puoi portare anche le tue amiche. So che è un po’ tardi, quindi… se non puoi lo capisco…!”
“Che bello! No, non ti preoccupare. Verrò sicuramente!”
È la mattina del 30 dicembre e Giulia sta organizzando una festa di capodanno. Ogni anno Giulia organizza una festa mozzafiato. Prepara una grande cena pensando anche a delle varianti vegetariane per le sue amiche, addobba la casa, prepara i giochi da tavola, e compra stuzzichini e prosecco per tutti.
Giulia adora organizzare feste, e anche se nella vita fa la dietologa, ha sempre sognato di diventare un’organizzatrice di eventi professionista.
Il suo fidanzato Michele, quando si avvicina capodanno, sa che Giulia diventa insopportabile, perché per lei tutto deve essere perfetto. Impeccabile. Giulia è una perfezionista.
“Tesoro, stavo pensando che possiamo spostare il divano più a destra. Poi, magari possiamo spostare il tavolo più a sinistra… e se ti va più tardi possiamo uscire per comprare tutti gli ingredienti che mi servono per preparare la cena! Ah, non dobbiamo dimenticarci di comprare i bicchieri e i piatti di carta per l’antipasto, i tovaglioli, le cannucce… che altro?“
Michele è già stanco. Ma sopporta e supporta la sua fidanzata, perché sa che per lei è molto importante organizzare una festa perfetta.
Michele e Giulia arrivano al negozio di casalinghi e iniziano a cercare tutto ciò che gli serve. Giulia è sempre insoddisfatta e fa perdere la pazienza anche ai commessi.
“Mi scusi, sto cercando dei tovaglioli rosso scuro. Ho visto che avete dei tovaglioli rosso ciliegia, ma a me servono rosso scuro, tipo bordeaux. Non riesco a trovarli! E poi mi servono anche i piatti, i bicchieri, le cannucce… che altro? Sa, sto organizzando una festa…”
La commessa annuisce, stanca e infastidita da Giulia, che parla troppo.
Dopo aver concluso la spesa, la coppia torna a casa. Giulia tira fuori tutto dalle buste e inizia a fare mente locale: inizia a organizzare la serata in ogni minimo dettaglio.
Prima di tutto, pulisce tutto l’appartamento: spazza, passa l’aspirapolvere, lava i pavimenti e spolvera. Poi, sul tavolo, mette una bella tovaglia bordeaux, delle candele bianche e un bellissimo centrotavola natalizio. In seguito sceglie il menù: antipasto, primo, secondo, contorno e dolce.
Quando è tutto pronto, finalmente si rilassa e va a dormire: il giorno dopo dovrà alzarsi presto per iniziare a preparare il cenone di capodanno.
La mattina del 31 Giulia si alza con tante energie e inizia a cucinare. Michele intanto è in salotto che legge un libro e fa compagnia ai gatti.
Quando arriva il pomeriggio è tutto pronto: la casa è bellissima, splendente, e nell’aria c’è un profumino delizioso di buon cibo. Giulia però si ricorda di dover ritirare dei tramezzini e dei rustici che aveva pagato alla rosticceria sotto casa. Così, prima di vestirsi e truccarsi, scende al volo a ritirare gli stuzzichini.
“Oddio, sono così stanca che, anche se abito al terzo piano, oggi prendo l’ascensore. Non mi va di fare le scale” pensa Giulia mentre esce di casa per andare in rosticceria. Dopodiché, arriva in rosticceria, ritira i tramezzini e i rustici, paga, e si incammina verso casa.
Invece di prendere le scale, decide di prendere di nuovo l’ascensore per fare prima. Quando le porte dell’ascensore si aprono, Giulia vede che ci sono altre tre persone in ascensore.
Un anziano che abita al quinto piano, una ragazza che abita all’ottavo piano e un ragazzo che abita al decimo piano. Giulia non conosce queste persone, o meglio, le conosce solo di vista, e non le stanno molto simpatiche.
Giulia e Michele abitano in un palazzo molto lussuoso e antico. Il loro appartamento era del nonno di Michele e Michele lo ha ereditato. Nel palazzo abitano principalmente persone ricche, con cui Giulia non si trova bene. Giulia è una ragazza umile, modesta, alla mano, mentre gli altri inquilini del palazzo sono strani. La mettono a disagio.
“Oddio, ma perché non ho preso le scale? Adesso sono obbligata a rimanere 15 secondi con loro in ascensore” pensa Giulia, mentre nota che gli altri tre la guardano male.
“Salve. Buon capodanno…”
“Buon capodanno” rispondono in coro gli altri.
“Ho organizzato una festa… sono in ritardo…” dice Giulia sorridendo, mentre tiene fra le mani una grande busta carica di stuzzichini.
Quando le porte dell’ascensore si chiudono, Giulia nota uno strano rumore. Dopo pochi istanti, l’ascensore si ferma. Le luci si spengono e cala il silenzio.
L’ascensore si è bloccato.
“Oddio. Oddio, si è bloccato. Che faccio adesso? Devo stare calma. Non sono da sola, ci sono altre tre persone con me. Sicuramente adesso tornerà la corrente o qualcuno verrà ad aiutarci” pensa Giulia, già presa dal panico.
Si accendono le luci d’emergenza. Sono luci soffuse.
“Che belle luci soffuse…” dice Giulia sorridendo, ma nessuno le risponde.
Insieme a lei, ci sono altre tre persone: un ragazzo giovane con lo sguardo stanco e uno zaino molto pesante; una bellissima ragazza, elegante e ben vestita, con il telefono in mano, e un anziano dall’aria malinconica. Tutti sembrano infastiditi dalla situazione.
La ragazza si lamenta: “No, non ci credo. Non ho tempo per questo! Ho una chiamata importante tra dieci minuti.”
Il ragazzo la guarda con irritazione: “Magari qualcuno ha problemi più seri di una chiamata!”
L’anziano li guarda con disapprovazione, scuotendo la testa, senza dire una parola.
Mentre il tempo passa, i quattro si rendono conto che l’attesa sarà lunga. Allora iniziano a fare qualcosa che non hanno mai fatto, in anni e anni in cui hanno vissuto nello stesso palazzo. Iniziano a parlare. A parlare del più e del meno. Iniziano a conoscersi.
“Ho una chiamata di lavoro importante!” dice la giovane ragazza.
“Di che si tratta?” chiede Giulia.
“Lavoro in una casa di moda come stagista. Ma finalmente vogliono offrirmi una vera posizione, come dipendente! Ne ho bisogno perché… vivere in questo palazzo è molto costoso e… io… insomma, ho bisogno di soldi”.
“Ti capisco. Spero che otterrai il lavoro” risponde il ragazzo. “Anche io ho bisogno di soldi. Per questo sto studiando come un matto per riuscire a laurearmi quest’anno.”
“Cosa studi?” gli chiede l’anziano.
“Medicina!”
“Ah, anche mio figlio studiava medicina. Purtroppo è morto in un incidente due anni fa. Mi manca tantissimo. Ogni anno festeggiavamo capodanno insieme…”
Giulia e gli altri due ragazzi sono molto dispiaciuti per l’anziano. Non sanno cosa dire. Così Giulia cerca di cambiare discorso.
“Quali sono i vostri buoni propositi per l’anno nuovo?” chiede, sorridendo.
“Per me è importantissimo ottenere quel lavoro” risponde la ragazza.
“Io devo assolutamente laurearmi” dice il ragazzo sorridendo.
“Io spero di trovare qualche nuovo amico con cui passare il capodanno! Eheh…” sussurra l’anziano.
Giulia sorride e, per risollevare l’animo a tutti, apre la busta che contiene gli stuzzichini: “Qualcuno vuole un tramezzino? Chissà per quanto ancora rimarremo bloccati qui dentro! È quasi ora di cena e ho fame. Forse possiamo mangiare qualcosa insieme, no?”
In quel momento, il ragazzo tira fuori una bottiglia di spumante dallo zaino, spiegando di averla comprata per un brindisi solitario. La ragazza trova dei bicchieri nella sua borsa, e, poco a poco, le tensioni iniziali si sciolgono.
Uno dopo l’altro, iniziano a raccontare le loro storie, a condividere i propri pensieri, le proprie paure e le proprie speranze. L’anziano parla del suo amore giovanile mai dimenticato; la ragazza in carriera confessa di sentirsi sola; il ragazzo racconta di quando ha passato 48 ore a studiare senza sosta.
Quando scocca la mezzanotte, i cinque sono ancora bloccati in ascensore. Si scambiano gli auguri, brindano con il poco spumante rimasto e scoppiano in una risata collettiva. Le tensioni si sono sciolte e ora chiacchierano come vecchi amici.
Finalmente, pochi minuti dopo la mezzanotte, l’ascensore riparte. Quando le porte si aprono al piano di Giulia, lei guarda gli altri tre con un sorriso e gli dice: “Venite alla mia festa. Non sarà perfetta come desideravo, perché è già mezzanotte, ma c’è tanto cibo delizioso che vi aspetta!”
I tre accettano volentieri. Quando entrano nell’appartamento, la festa è già iniziata, ma la loro presenza attira subito l’attenzione. L’anziano diventa il protagonista della serata, e anche i due ragazzi si integrano nel gruppo senza problemi.
Intanto Giulia, abbracciata a Michele, osserva la scena e sorride, felice e soddisfatta di aver organizzato una festa perfetta.