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Che cosa NON mi piace dell'Italia

Principiante
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37

September 19, 2024

Note e risorse

In questo episodio ti parlo di che cosa NON mi piace della vita in Italia.

Scopri La Storia di Italo, il mio corso per raggiungere il livello intermedio.

Trascrizione

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Benvenuto, benvenuta a Podcast Italiano Principiante, un podcast, anzi, il tuo podcast, come molti dicono, il tuo podcast per imparare l'italiano e migliorare la tua comprensione. È un podcast per chi sa un po' di italiano, parlato in italiano lento e chiaro, quindi dovrebbe essere abbastanza semplice da capire. Io mi chiamo Davide e ti ricordo, come sempre, che la trascrizione di questi episodi è sul mio sito e che il link si trova nelle note di questo episodio, nell'app dove mi stai ascoltando, Spotify, Apple Podcast, eccetera, eccetera. Dunque, oggi abbiamo nuovamente un episodio più spontaneo, non è una storia, ma sono io che vi parlo e che faccio qualche riflessione, vi racconto, anzi, ti racconto, ti do del “tu”, ti racconto qualcosa.

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Trascrizione interattiva dell'episodio

Due settimane fa abbiamo parlato di quello che mi piace, di ciò che mi piace dell'Italia e quindi è stato un episodio positivo. Oggi sarà un episodio un po' più negativo, un po' più pessimista, un po' più pessimista, perché parleremo di quello che non mi piace del nostro paese, del mio paese. Mi sono segnato cinque punti, ovviamente ci sarebbero potenzialmente molte cose, tante cose di cui parlare, però ne ho scelte cinque.

La prima che ho scelto è questa sensazione di declino e di mancanza di visione di lungo termine, ecco, diciamo così. Ed è qualcosa che caratterizza l'Italia, questo Paese, da molti decenni, secondo me. Io, per darvi un po' di contesto, ho ventinove anni, quasi trenta, e da quando ho memoria praticamente, da quando ero piccolo, da quando ero adolescente, ho sempre sentito attorno a me questo grande pessimismo. Questo grande, se vogliamo, anche un po' disfattismo, questa è una bella parola, cioè questa sensazione di non poter far nulla, non poter cambiare le cose, che è causata dal fatto che, in generale, ci sono ... questo paese ha tanti problemi strutturali, tanti problemi strutturali; e sebbene non si stia così male, perché poi, come ho detto anche nel primo episodio, comunque l'Italia è un Paese del primo mondo, ha un'economia forte, è un paese ricco, poi certo ci sono persone che stanno bene, persone che stanno male, come in ogni paese, mediamente non si sta male, ma c'è questa sensazione di costante declino, ormai da molti anni, da molti anni, a livello politico, a livello economico, e a livello lavorativo. La mia generazione ha sempre sentito dirsi, si è sempre sentita dire, che trovare il lavoro sarebbe stato difficile, che non c'è lavoro, che il lavoro è precario; e quindi abbiamo sempre sentito questi commenti negativi, queste… questo disfattismo generale, che io penso sia in buona parte motivato. Considerate anche che noi, la mia generazione, ha vissuto la crisi economica quando eravamo adolescenti, la crisi economica del 2008, che è andata avanti molti anni e quindi c'era questa costante sensazione di crisi, di cose che peggiorano, che non vanno, che... con cui abbiamo vissuto per anni e che non se n'è mai andata via, alla fine, sebbene... sebbene la crisi economica sia finita, fortunatamente, viviamo comunque... stiamo vivendo un periodo storico di stagnazione, a livello economico il paese è stagnante e non sembra esserci una visione di lungo periodo su quello che vogliamo fare. Sembra sempre che cerchiamo di andare avanti senza creare un futuro, non so, roseo, con idee chiare e precise. E questo a volte, spesso, ti fa pensare: “ma perché devo rimanere qui?”. Ripeto, non voglio dire che l'Italia sia un paese dove si sta male, anche perché l'Italia rimane un Paese del primo mondo, un Paese dove in genere si vive bene, però ecco, questa... questa penso sia una sensazione che tanti italiani condividono, non so se è una sensazione giusta o sbagliata, però c'è sempre... c'è questo pessimismo, c'è questo pessimismo diffuso che poi magari c'è in ogni Paese, sono sicuro che sia un sentimento che è diffuso in molti Paesi, ma anche in Italia c'è, ecco.

Il secondo punto è un punto che fa molto male, soprattutto essendo un imprenditore, perché ormai, da qualche tempo, è quello che sono, no? Sono un imprenditore, ho una micro-azienda, una micro-società, la Podcast Italiano S.R.L. che crea contenuti, che crea corsi, videocorsi, prodotti. E mi sono reso conto personalmente, direttamente, di questo problema di cui avevo sentito parlare, perché si parla, spesso, si parla spesso di questo problema, però è difficile accorgersene quando... finché non sei, diciamo, non sei tu stesso dalla parte di chi fa impresa, diciamo così, ovvero le tasse. Le tasse sono altissime in Italia. L'Italia è uno dei paesi con la più alta pressione fiscale in Europa. Il costo del lavoro, quindi pagare dipendenti, è molto costoso, questo è un problema per molte aziende. Le tasse sui profitti sono sull'utile che fanno le aziende, quindi su quello che effettivamente rimane dopo i costi è molto alta e quindi... e questo è un... questo è un problema, ovviamente, perché poi questo allontana gli investimenti in Italia proprio perché le tasse sono così alte. Ora, non sono un economista, quindi non voglio avventurarmi in spiegazioni di fenomeni che non conosco bene e quindi non sarei competente, però, penso sia pacifico, per usare un termine un po' elegante, penso sia pacifico dire, cioè penso sia corretto e non mi sbaglio se dico che uno dei motivi per cui c'è questa forte pressione fiscale, e sicuramente ci sono tanti motivi, ma uno dei motivi è l'evasione fiscale, ovvero il fatto che tante, tantissime, tantissime persone in Italia non pagano le tasse. Ed è un cane che si morde la coda, perché se le tasse sono alte più persone non le pagano. E alla fine il problema è che poche persone in Italia pagano le tasse, sono soprattutto le persone che sono obbligate, quindi fondamentalmente i dipendenti di aziende perché le aziende pagano per loro le tasse dovute, a meno che non trovino modi di non farlo, quindi per esempio pagarle in nero o a nero, come si dice in alcune parti d'Italia. Qui al nord diciamo pagare in nero, cioè pagare evadendo le tasse. È una cosa che succede soprattutto in realtà piccole, però quando hai aziende grandi diventa molto difficile. E quindi questo... questo è un grande problema. Poche persone sono responsabili del... di pagare le tasse per il resto del paese. Tanti piccoli professionisti, liberi professionisti, semplicemente non pagano le tasse. Se tu chiami un idraulico a casa tua o un artigiano di qualsiasi tipo non emette mai fattura e, di conseguenza, non paga le tasse. I tassisti in Italia sono un'altra categoria che paga scandalosamente, scandalosamente poche tasse e mi sto già arrabbiando. Quindi c'è... non voglio parlare troppo di questo perché mi dà molto fastidio, mi dà molto fastidio questo aspetto qui, perché poi non ci rendiamo conto che evadere le tasse significa avere servizi che funzionano peggio, avere servizi che funzionano peggio. L'inefficienza dei servizi, l'inefficienza dei servizi dello stato, dei servizi pubblici, è sicuramente anche dovuta al fatto che magari c'è disorganizzazione, c'è troppa burocrazia, magari, che ci sono persone poco competenti a fare il proprio lavoro. Ma anche... ma anche, sicuramente, perché ci sono pochi soldi, perché tante persone non pagano le tasse e quindi... e poi abbiamo strade con le buche, abbiamo ospedali, il sistema sanitario, sempre più in crisi. Tante persone che lavorano nel sistema sanitario, che non è male il sistema sanitario italiano, però… è sempre più in crisi, no? Tornando a questa sensazione di cui parlavo di declino, è sempre più in difficoltà e se ne parla costantemente nelle notizie e le previsioni per il futuro non... non sono positive, non sono rosee.

L'ultima cosa di cui voglio parlare, ripeto, potrei parlare di molte cose, ma è, direi, la scarsa cultura degli italiani. E mi includo io stesso. Io stesso credo di avere una cultura scarsa da molti punti di vista, non lo dico per modestia, lo dico perché io spesso nella vita sento di non essere acculturato. Però ****quello che trovo preoccupante sono le statistiche, che dicono che gli italiani sono un popolo che, culturalmente, non è messo bene. È uno dei popoli che legge di meno in tutta Europa, in tutto il mondo sviluppato, che va meno a teatro, che fruisce meno della cultura, ma è anche uno dei popoli che ha più difficoltà a capire un testo scritto e anche ha meno abilità matematiche. Questa è una cosa grave, molto grave, si parla spesso di questo problema con un termine tecnico, l'analfabetismo funzionale, cioè il fatto che molti italiani non sono analfabeti, analfabeta è una persona che non sa né leggere né scrivere, ora, fortunatamente, l'analfabetismo vero e proprio è quasi a zero in Italia, però c'è tanta gente che ha scarse abilità di comprensione e che quindi non sa capire un testo che è leggermente difficile. Queste cose sono studiate, ci sono studi in merito, e dimostrano che siamo un popolo che fa proprio fatica a capire la nostra stessa lingua, a capire l'italiano. Sicuramente questo è legato al fatto che leggiamo poco, sicuramente è legato al fatto che non... la nostra istruzione non ha dati eccellenti, c'è tanta gente che studia poco, c'è gente che smette di studiare presto; e quindi, tutto questo, fa sì che siamo un popolo che non ha una cultura e una formazione adeguata al ventunesimo secolo, in una società complessa, in un mondo complesso in cui bisognerebbe cercare di puntare sull'innovazione, sulla ricerca. Noi abbiamo semplicemente un popolo che non è preparato a tutto questo e la cosa che più mi fa rabbia è vedere poi che alcune del... molte delle migliori menti che hanno studiato, che sono molto specializzate in materie tecnico-scientifiche, mediche, emigrano, se ne vanno via, e vanno a portare valore, diciamo così, ad altri Paesi o a aziende estere. E questa è una cosa che trovo intollerabile, come si permetta questo, cioè non si faccia nulla o si faccia poco per cercare di tenere le persone più preparate e più formate in Italia, cercando di offrire loro condizioni, insomma, interessanti per rimanere. Ecco, questa è una cosa che mi dà molto fastidio perché l'Italia e le università italiane, comunque, sono in grado di formare persone molto preparate in molti campi. E quindi, vedere poi che queste persone sono costrette, sono obbligate ad andare via per ricevere uno stipendio migliore e poter vivere meglio è demoralizzante. Anche se a livello di cultura generale le cose non vanno meglio, ora ho parlato più a livello di preparazione, se vogliamo, lavorativa, di competenze che si possono spendere nel mondo del lavoro, ma anche a livello di cultura generale non siamo messi bene. Certamente siamo, come dicevo, leggiamo poco, andiamo poco al cinema e andiamo poco a teatro e direi che su queste note negative posso concludere questo episodio, mi dispiace, un po' pessimista, un po' negativo, però tant'è.

Ho fatto un episodio positivo quindi potete andare ad ascoltare quello se non lo avete ancora fatto per sentire ciò che invece mi piace dell'Italia. Detto questo, ti ricordo che puoi ascoltare la trascrizione o meglio leggere la trascrizione per rivedere le parole difficili, rivedere tutto quello che ho detto in questo episodio. E… ho un corso per chi sa un po' di italiano e vuole raggiungere un livello intermedio, si chiama La Storia di Italo ed è molto interessante, molto bello, molto utile. Lascio il link in descrizione. E, ultima cosa, se ti piace questo podcast magari lascia un voto positivo, una recensione positiva a 5 stelle su Spotify o su Apple Podcast o dove mi ascolti, questo mi aiuterà molto. Ciao e alla prossima!

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