Il mistero di Enrico Luzi (storia)
In questo episodio, seguiamo la storia di Barbara e Gianni, una giovane coppia di Bologna che decide di lasciare il caos della città per vivere in campagna.
Scopri La Storia di Italo, il mio corso per raggiungere il livello intermedio.
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Questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi, vuole migliorare. Anche oggi ti propongo una storia che spero ti piacerà. La storia è narrata da Irene. Una cosa che ti voglio dire, come sempre, prima di incominciare, è che troverai la trascrizione con il glossario del lessico del vocabolario difficile sul nostro sito, podcastitaliano.com : ti aiuterà a capire perfettamente ogni parte di questa storia, ogni parola e costruzione che, magari, non conosci. Il link è nelle note di questo episodio, quindi vai a dare un’occhiata.
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Trascrizione interattiva dell'episodio
Barbara e Gianni sono una giovane coppia di Bologna. Vivono in un piccolo appartamento di un edificio storico proprio al centro di Bologna. Sono in affitto da tanti anni, ormai, ma hanno deciso che non vogliono più vivere in città. Sono stanchi dell’inquinamento, dei rumori continui, delle macchine e della gente: vogliono vivere in pace e tranquillità, circondati dal silenzio e dalla natura. Così, un giorno, si fanno coraggio e decidono di acquistare una casa in campagna.
Il trasloco non è facile: vendono alcuni mobili, impacchettano tutte le cose che vogliono tenere, puliscono l’appartamento e poi, finalmente, sono pronti a lasciare per sempre il cielo grigio, e i tetti rossi, di Bologna.
Barbara e Gianni hanno acquistato una vecchia cascina in campagna, di circa 100 anni: la casa è grande, con un bel giardino, ma le pareti sono danneggiate, il tetto è rotto e i pavimenti sono vecchi. La casa ha bisogno di molti lavori, ma la coppia è felice lo stesso: loro sono giovani e pieni di forze.
(squilla il telefono)
“Barbara? Ti disturbo?”
“Ciao mamma! No, non ti preoccupare!”
“Come stai? Come vanno i lavori?”
“Bene, bene! C’è molto da fare! Tra poco arrivano i muratori. Devono demolire una parete rovinata. Ho comprato un po’ di martelli, di scalpelli, di trapani e di secchi per i detriti.”
“Barbara, non devi comprare tu gli attrezzi! Li porteranno i muratori!”
“Ahhh, non lo sapevo, mamma! Vabbè, non fa niente, dai, magari ci torneranno utili in futuro.”
(qualcuno suona il campanello)
“Parli del diavolo… i muratori sono appena arrivati! Devo andare, mamma, ci sentiamo dopo!”
“Va bene, dai. Aggiornami.’”
“Ok, cia’ cia’ cia’ cia’.”
“Cia’ cia’ cia’.”
Barbara apre la porta di casa:
“Salve!”
“Buongiorno signora! Siamo i muratori, siamo qui per demolire la parete.”
“Sì! Prego, accomodatevi.”
Tre muratori entrano in casa e vanno subito in salotto. Le pareti della stanza sono interamente coperte da una vecchia carta da parati giallina in stile anni 60, ormai scolorita e rovinata. Barbara e Gianni vogliono rimuoverla per tinteggiare i muri con colori pastello, più moderni e stilosi.
“Questa è la parete che vogliamo demolire,” dice Barbara ai muratori, “per il resto… vogliamo solo rimuovere la carta da parati.”
“Perfetto, signora,” risponde il capo muratore, “Allora incominciamo subito. Io inizio a demolire la parete, e voi, ragazzi, iniziate a staccare la carta.”
“Allora buon lavoro!” dice Barbara.
I muratori iniziano a staccare la carta da parati con una spatola, mentre il capo muratore, con un martello, comincia a rompere la parete da demolire. Il rumore è forte e fastidioso: Barbara decide di andare in cucina a farsi un caffè.
Mentre beve il suo caffè caldo, sfoglia una rivista di arredamento: il suo obiettivo è di ristrutturare la casa mantenendo uno stile rustico, ma aggiungendo mobili moderni e funzionali. Gianni ha già scelto un divano in velluto verde e un tavolo in legno. Ora Barbara deve scegliere i lampadari, i tappeti e le sedie. Mentre sfoglia la sua rivista, assorta in un mondo di forme e colori, non si accorge che i rumori si sono fermati.
All'improvviso, il capo muratore chiama Barbara.
“Mi scusi se la disturbo, signora. È successo qualcosa di strano qui. Se vuole venire a vedere un attimo…”
“Certo!” dice Barbara, incuriosita e anche un po’ preoccupata, mentre cammina verso il salotto. Quando entra nella stanza, tutto sembra normale.
“Vede… mi sono accorto che qui… c’è un muro finto” dice il capo muratore, bussando su una parete. “Sente il rumore che fa? Questa parete è vuota. Dietro, non c’è muro, non c’è cemento, non ci sono mattoni. Dietro c’è solo… il vuoto.”
“Oddio, che significa!?"
“Beh… che, buttando giù questa parete, avrete più spazio. Magari c’è un’altra stanza. Se non rompiamo il muro, però, non possiamo sapere cosa c’è dietro. Se lei vuole, io inizio a buttare giù la parete.”
“Sì, faccia pure. O forse prima dovrei sentire il mio compagno… può darmi un momento?”
“Certo.”
Barbara decide di chiamare Gianni, che ancora non è tornato a casa.
“Gianni, ma dove sei? Qui c’è un problema. C’è una parete vuota.”
“Ma che cos’è una parete vuota? Che significa?”
“Non lo so, Gianni, non ho capito. Hanno detto che possiamo rompere la parete, che forse avremo più spazio. Va bene per te?”
“Sì, dai, perché no. Tanto la casa è da rifare completamente! Comunque sto guidando, sono quasi arrivato.”
“Ok, dai, allora ci vediamo tra poco. Cia’ ciao!”
“Ok. Cia’, cia’ cia’.”
Barbara torna nel salotto e dice: “Ok, signori, possiamo buttare giù la parete!”
Con cautela, i muratori iniziano a colpire il muro. Colpo dopo colpo, si rendono conto che stanno rompendo una porta murata.
“Una porta! Questa porta non c’è sulla piantina della casa. Cosa può essere?”
“Forse è una stanza segreta!” ipotizza un muratore.
Barbara è emozionata. I muratori continuano a buttare giù il muro fino a trovarsi davanti ad una stanza perfettamente conservata. Barbara, seguita dai muratori, entra con cautela. La stanza è piccola, con un pavimento in legno e pareti dipinte di un verde chiaro. C’è una scrivania con una sedia, una libreria piena di vecchi libri, un divano in velluto e una lampada con un paralume in stoffa. Sul pavimento c’è un tappeto persiano di lana bordeaux, un po’ impolverato ma ancora in buono stato, e un baule gigante. La stanza puzza di antico, di muffa e naftalina: non ci sono finestre.
“Wow,” dice Barbara scioccata, “ma perché murare una stanza invece di usarla?”
“In 40 anni di lavoro, non ho mai visto niente del genere, signora mia!” le risponde il capo muratore. Barbara si avvicina alla libreria: i libri sono in ordine cromatico. Ci sono tantissimi romanzi gialli e romanzi polizieschi. Poi nota anche una macchina da scrivere e tante penne.
“Forse… questa era la stanza di uno scrittore!”
“Signora…”
Beatrice continua ad osservare la stanza e nota tantissimi manuali d’arte, su epoche e correnti artistiche diverse.
“O, forse, era la stanza di un critico d’arte!”
“Signora…”
Beatrice nota anche vari materiali di pittura e tanti manuali di restaurazione.
“O, magari, era la stanza di un artista!”
“Signora… probabilmente questa era la stanza di un ladro!” dice il capo muratore, mostrando a Barbara il baule aperto, pieno di opere d’arte.
“Ma no, non è possibile…”
I muratori, insieme a Barbara, iniziano a notare che, sulle pareti, ci sono delle tende che nascondono dipinti di grande valore, alcuni firmati da artisti famosi. In un cassetto trovano un album di ritagli di giornale. Le pagine ingiallite riportano una notizia incredibile:
“Enrico Luzi è il nuovo Robin Hood: ruba solo a ricchi collezionisti senza scrupoli.”
“L’arte di rubare di Enrico Luzi: in 10 anni ha rubato opere d’arte del valore di 4 miliardi.”
“Il misterioso Enrico Luzi colpisce ancora! Scomparsa opera d’arte del valore di 2 milioni.”
“Enrico Luzi… mi sembra familiare” dice Barbara.
“Enrico Luzi… ma certo! Fu un ladro famosissimo negli anni ’60 e ’70. Rubò opere d’arte in tutta Italia” risponde il capo muratore.
“Questa stanza era il suo nascondiglio…” dice Barbara, sconcertata.
“Che cosa vuole fare, signora?”
“Beh, appena arriva il mio compagno, chiamiamo subito la polizia!”.
Dopo poco tempo arriva Gianni, che rimane ugualmente sorpreso. La coppia, tra le cose di Enrico Luzi, trova un vecchio quaderno con una copertina in cuoio. Aprendolo, scoprono una lettera scritta a mano con una calligrafia bellissima e molto elegante:
Se stai leggendo questa lettera, significa che hai trovato la mia stanza segreta. Mi chiamo Enrico Luzi e sono un ladro. Rubo opere d’arte da sempre, ma non lo faccio per soldi. Lo faccio perché i ricchi non sanno apprezzare la bellezza dell’arte.
L’arte è di tutti, non solo di chi può comprarla. Non è un privilegio di pochi. Le opere d’arte devono essere esposte nei musei, non nelle case dei ricchi che, spesso e volentieri, non sanno nemmeno comprenderle veramente, quegli stupidi.
Io non sono un eroe, ma neanche un criminale. Sono un moderno Robin Hood. Rubo ai ricchi per donare ai poveri. Ogni dipinto che troverai in questa stanza è una parte di storia che appartiene a tutti. Appartiene alla collettività, al popolo, ai musei pubblici. Questa è la mia missione: restituire l’arte al suo pubblico. E, finché ci sarà bellezza da proteggere, continuerò a rubare: non mi prenderete mai.
Ora, se hai trovato questa stanza del tesoro ed io sono già morto, ti chiedo una sola cosa: fai ciò che è giusto. Ridai a questi oggetti la loro libertà. Non potrò mai sapere chi sei, ma so che, se sei arrivato fin qui, il destino ti ha affidato una missione.
Buona fortuna.
Barbara e Gianni si guardano in silenzio.
“Pazzesco. E ora che cosa facciamo? Chiamiamo la polizia?” chiede Gianni.
Barbara non ha dubbi: “No, Gianni. La polizia chiamerà i proprietari dei quadri. Non hai letto ciò che ha scritto il signor Luzi? Dobbiamo portare tutto nei musei pubblici. Forse possiamo fare una donazione anonima…”
Nei giorni successivi, Barbara e Gianni consegnano tutte le opere ai musei della città. La storia fa il giro dei giornali: gli esperti confermano che i quadri appartenevano a collezioni private rubate decenni prima. I figli dei precedenti proprietari, ormai morti, concordano con Barbara e Gianni: consegnare tutto ai musei pubblici è la scelta giusta.
Così, ormai, la preziosa stanza segreta di Enrico Luzi non esiste più e il mistero dei furti del passato è stato risolto. Tuttavia, la sua affascinante missione verrà ricordata per sempre. E Barbara e Gianni, ogni volta che entrano nel loro nuovo soggiorno, sorridono al pensiero di aver riportato alla luce un pezzo di storia.
Bene, spero che ti sia piaciuta la storia di oggi. Ti ricordo che trovi la trascrizione completa sul sito podcastitaliano.com, se vuoi andare a verificare qualche parola che non hai capito, oppure che vuoi rileggere, che vuoi controllare, è molto utile. Detto questo, se ti piace e ti aiuta Podcast Italiano Principiante, puoi, magari, lasciare un voto positivo su Spotify o dove mi stai ascoltando. Puoi anche commentare, se vuoi farci sapere che cosa… insomma, che cosa ti è sembrato di questa storia. Puoi farlo su Spotify ma, da poco, anche sul sito: puoi lasciare un commento anche su podcastitaliano.com. Infine, se vuoi portare il tuo italiano a un livello successivo, se vuoi raggiungere il livello intermedio, puoi dare un’occhiata al nostro corso, La Storia di Italo che, attraverso il potere di una storia, una storia in quindici parti, in quindici capitoli, ti aiuta a fare molti progressi, grandi progressi, in italiano, divertendoti e intrattenendoti. Quindi vai a dare un’occhiata a La Storia di Italo: il link è nelle note dell’episodio insieme a tutti gli altri link. Un saluto e ci vediamo la prossima settimana. Ciao!
Questo è Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi, vuole migliorare. Anche oggi ti propongo una storia che spero ti piacerà. La storia è narrata da Irene. Una cosa che ti voglio dire, come sempre, prima di incominciare, è che troverai la trascrizione con il glossario del lessico del vocabolario difficile sul nostro sito, podcastitaliano.com : ti aiuterà a capire perfettamente ogni parte di questa storia, ogni parola e costruzione che, magari, non conosci. Il link è nelle note di questo episodio, quindi vai a dare un’occhiata.
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Trascrizione interattiva dell'episodio
Barbara e Gianni sono una giovane coppia di Bologna. Vivono in un piccolo appartamento di un edificio storico proprio al centro di Bologna. Sono in affitto da tanti anni, ormai, ma hanno deciso che non vogliono più vivere in città. Sono stanchi dell’inquinamento, dei rumori continui, delle macchine e della gente: vogliono vivere in pace e tranquillità, circondati dal silenzio e dalla natura. Così, un giorno, si fanno coraggio e decidono di acquistare una casa in campagna.
Il trasloco non è facile: vendono alcuni mobili, impacchettano tutte le cose che vogliono tenere, puliscono l’appartamento e poi, finalmente, sono pronti a lasciare per sempre il cielo grigio, e i tetti rossi, di Bologna.
Barbara e Gianni hanno acquistato una vecchia cascina in campagna, di circa 100 anni: la casa è grande, con un bel giardino, ma le pareti sono danneggiate, il tetto è rotto e i pavimenti sono vecchi. La casa ha bisogno di molti lavori, ma la coppia è felice lo stesso: loro sono giovani e pieni di forze.
(squilla il telefono)
“Barbara? Ti disturbo?”
“Ciao mamma! No, non ti preoccupare!”
“Come stai? Come vanno i lavori?”
“Bene, bene! C’è molto da fare! Tra poco arrivano i muratori. Devono demolire una parete rovinata. Ho comprato un po’ di martelli, di scalpelli, di trapani e di secchi per i detriti.”
“Barbara, non devi comprare tu gli attrezzi! Li porteranno i muratori!”
“Ahhh, non lo sapevo, mamma! Vabbè, non fa niente, dai, magari ci torneranno utili in futuro.”
(qualcuno suona il campanello)
“Parli del diavolo… i muratori sono appena arrivati! Devo andare, mamma, ci sentiamo dopo!”
“Va bene, dai. Aggiornami.’”
“Ok, cia’ cia’ cia’ cia’.”
“Cia’ cia’ cia’.”
Barbara apre la porta di casa:
“Salve!”
“Buongiorno signora! Siamo i muratori, siamo qui per demolire la parete.”
“Sì! Prego, accomodatevi.”
Tre muratori entrano in casa e vanno subito in salotto. Le pareti della stanza sono interamente coperte da una vecchia carta da parati giallina in stile anni 60, ormai scolorita e rovinata. Barbara e Gianni vogliono rimuoverla per tinteggiare i muri con colori pastello, più moderni e stilosi.
“Questa è la parete che vogliamo demolire,” dice Barbara ai muratori, “per il resto… vogliamo solo rimuovere la carta da parati.”
“Perfetto, signora,” risponde il capo muratore, “Allora incominciamo subito. Io inizio a demolire la parete, e voi, ragazzi, iniziate a staccare la carta.”
“Allora buon lavoro!” dice Barbara.
I muratori iniziano a staccare la carta da parati con una spatola, mentre il capo muratore, con un martello, comincia a rompere la parete da demolire. Il rumore è forte e fastidioso: Barbara decide di andare in cucina a farsi un caffè.
Mentre beve il suo caffè caldo, sfoglia una rivista di arredamento: il suo obiettivo è di ristrutturare la casa mantenendo uno stile rustico, ma aggiungendo mobili moderni e funzionali. Gianni ha già scelto un divano in velluto verde e un tavolo in legno. Ora Barbara deve scegliere i lampadari, i tappeti e le sedie. Mentre sfoglia la sua rivista, assorta in un mondo di forme e colori, non si accorge che i rumori si sono fermati.
All'improvviso, il capo muratore chiama Barbara.
“Mi scusi se la disturbo, signora. È successo qualcosa di strano qui. Se vuole venire a vedere un attimo…”
“Certo!” dice Barbara, incuriosita e anche un po’ preoccupata, mentre cammina verso il salotto. Quando entra nella stanza, tutto sembra normale.
“Vede… mi sono accorto che qui… c’è un muro finto” dice il capo muratore, bussando su una parete. “Sente il rumore che fa? Questa parete è vuota. Dietro, non c’è muro, non c’è cemento, non ci sono mattoni. Dietro c’è solo… il vuoto.”
“Oddio, che significa!?"
“Beh… che, buttando giù questa parete, avrete più spazio. Magari c’è un’altra stanza. Se non rompiamo il muro, però, non possiamo sapere cosa c’è dietro. Se lei vuole, io inizio a buttare giù la parete.”
“Sì, faccia pure. O forse prima dovrei sentire il mio compagno… può darmi un momento?”
“Certo.”
Barbara decide di chiamare Gianni, che ancora non è tornato a casa.
“Gianni, ma dove sei? Qui c’è un problema. C’è una parete vuota.”
“Ma che cos’è una parete vuota? Che significa?”
“Non lo so, Gianni, non ho capito. Hanno detto che possiamo rompere la parete, che forse avremo più spazio. Va bene per te?”
“Sì, dai, perché no. Tanto la casa è da rifare completamente! Comunque sto guidando, sono quasi arrivato.”
“Ok, dai, allora ci vediamo tra poco. Cia’ ciao!”
“Ok. Cia’, cia’ cia’.”
Barbara torna nel salotto e dice: “Ok, signori, possiamo buttare giù la parete!”
Con cautela, i muratori iniziano a colpire il muro. Colpo dopo colpo, si rendono conto che stanno rompendo una porta murata.
“Una porta! Questa porta non c’è sulla piantina della casa. Cosa può essere?”
“Forse è una stanza segreta!” ipotizza un muratore.
Barbara è emozionata. I muratori continuano a buttare giù il muro fino a trovarsi davanti ad una stanza perfettamente conservata. Barbara, seguita dai muratori, entra con cautela. La stanza è piccola, con un pavimento in legno e pareti dipinte di un verde chiaro. C’è una scrivania con una sedia, una libreria piena di vecchi libri, un divano in velluto e una lampada con un paralume in stoffa. Sul pavimento c’è un tappeto persiano di lana bordeaux, un po’ impolverato ma ancora in buono stato, e un baule gigante. La stanza puzza di antico, di muffa e naftalina: non ci sono finestre.
“Wow,” dice Barbara scioccata, “ma perché murare una stanza invece di usarla?”
“In 40 anni di lavoro, non ho mai visto niente del genere, signora mia!” le risponde il capo muratore. Barbara si avvicina alla libreria: i libri sono in ordine cromatico. Ci sono tantissimi romanzi gialli e romanzi polizieschi. Poi nota anche una macchina da scrivere e tante penne.
“Forse… questa era la stanza di uno scrittore!”
“Signora…”
Beatrice continua ad osservare la stanza e nota tantissimi manuali d’arte, su epoche e correnti artistiche diverse.
“O, forse, era la stanza di un critico d’arte!”
“Signora…”
Beatrice nota anche vari materiali di pittura e tanti manuali di restaurazione.
“O, magari, era la stanza di un artista!”
“Signora… probabilmente questa era la stanza di un ladro!” dice il capo muratore, mostrando a Barbara il baule aperto, pieno di opere d’arte.
“Ma no, non è possibile…”
I muratori, insieme a Barbara, iniziano a notare che, sulle pareti, ci sono delle tende che nascondono dipinti di grande valore, alcuni firmati da artisti famosi. In un cassetto trovano un album di ritagli di giornale. Le pagine ingiallite riportano una notizia incredibile:
“Enrico Luzi è il nuovo Robin Hood: ruba solo a ricchi collezionisti senza scrupoli.”
“L’arte di rubare di Enrico Luzi: in 10 anni ha rubato opere d’arte del valore di 4 miliardi.”
“Il misterioso Enrico Luzi colpisce ancora! Scomparsa opera d’arte del valore di 2 milioni.”
“Enrico Luzi… mi sembra familiare” dice Barbara.
“Enrico Luzi… ma certo! Fu un ladro famosissimo negli anni ’60 e ’70. Rubò opere d’arte in tutta Italia” risponde il capo muratore.
“Questa stanza era il suo nascondiglio…” dice Barbara, sconcertata.
“Che cosa vuole fare, signora?”
“Beh, appena arriva il mio compagno, chiamiamo subito la polizia!”.
Dopo poco tempo arriva Gianni, che rimane ugualmente sorpreso. La coppia, tra le cose di Enrico Luzi, trova un vecchio quaderno con una copertina in cuoio. Aprendolo, scoprono una lettera scritta a mano con una calligrafia bellissima e molto elegante:
Se stai leggendo questa lettera, significa che hai trovato la mia stanza segreta. Mi chiamo Enrico Luzi e sono un ladro. Rubo opere d’arte da sempre, ma non lo faccio per soldi. Lo faccio perché i ricchi non sanno apprezzare la bellezza dell’arte.
L’arte è di tutti, non solo di chi può comprarla. Non è un privilegio di pochi. Le opere d’arte devono essere esposte nei musei, non nelle case dei ricchi che, spesso e volentieri, non sanno nemmeno comprenderle veramente, quegli stupidi.
Io non sono un eroe, ma neanche un criminale. Sono un moderno Robin Hood. Rubo ai ricchi per donare ai poveri. Ogni dipinto che troverai in questa stanza è una parte di storia che appartiene a tutti. Appartiene alla collettività, al popolo, ai musei pubblici. Questa è la mia missione: restituire l’arte al suo pubblico. E, finché ci sarà bellezza da proteggere, continuerò a rubare: non mi prenderete mai.
Ora, se hai trovato questa stanza del tesoro ed io sono già morto, ti chiedo una sola cosa: fai ciò che è giusto. Ridai a questi oggetti la loro libertà. Non potrò mai sapere chi sei, ma so che, se sei arrivato fin qui, il destino ti ha affidato una missione.
Buona fortuna.
Barbara e Gianni si guardano in silenzio.
“Pazzesco. E ora che cosa facciamo? Chiamiamo la polizia?” chiede Gianni.
Barbara non ha dubbi: “No, Gianni. La polizia chiamerà i proprietari dei quadri. Non hai letto ciò che ha scritto il signor Luzi? Dobbiamo portare tutto nei musei pubblici. Forse possiamo fare una donazione anonima…”
Nei giorni successivi, Barbara e Gianni consegnano tutte le opere ai musei della città. La storia fa il giro dei giornali: gli esperti confermano che i quadri appartenevano a collezioni private rubate decenni prima. I figli dei precedenti proprietari, ormai morti, concordano con Barbara e Gianni: consegnare tutto ai musei pubblici è la scelta giusta.
Così, ormai, la preziosa stanza segreta di Enrico Luzi non esiste più e il mistero dei furti del passato è stato risolto. Tuttavia, la sua affascinante missione verrà ricordata per sempre. E Barbara e Gianni, ogni volta che entrano nel loro nuovo soggiorno, sorridono al pensiero di aver riportato alla luce un pezzo di storia.
Bene, spero che ti sia piaciuta la storia di oggi. Ti ricordo che trovi la trascrizione completa sul sito podcastitaliano.com, se vuoi andare a verificare qualche parola che non hai capito, oppure che vuoi rileggere, che vuoi controllare, è molto utile. Detto questo, se ti piace e ti aiuta Podcast Italiano Principiante, puoi, magari, lasciare un voto positivo su Spotify o dove mi stai ascoltando. Puoi anche commentare, se vuoi farci sapere che cosa… insomma, che cosa ti è sembrato di questa storia. Puoi farlo su Spotify ma, da poco, anche sul sito: puoi lasciare un commento anche su podcastitaliano.com. Infine, se vuoi portare il tuo italiano a un livello successivo, se vuoi raggiungere il livello intermedio, puoi dare un’occhiata al nostro corso, La Storia di Italo che, attraverso il potere di una storia, una storia in quindici parti, in quindici capitoli, ti aiuta a fare molti progressi, grandi progressi, in italiano, divertendoti e intrattenendoti. Quindi vai a dare un’occhiata a La Storia di Italo: il link è nelle note dell’episodio insieme a tutti gli altri link. Un saluto e ci vediamo la prossima settimana. Ciao!
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