3 things that I would instantly change in Italian [Learn Italian - with subs]
Transcription
Sign up or sign in to keep reading
Benvenuti su Podcast Italiano, il podcast canale youtube per imparare l'italiano attraverso contenuti interessanti e autentici.
Ma non solo per imparare l'italiano! Anche per le persone che sanno l'italiano.
Perché recentemente Youtube, o l'algoritmo di YouTube, ha deciso di consigliare alcuni dei miei video a tanti italiani. E io non sono assolutamente contrario al fatto che gli italiani guardino i miei video.
Anzi, sono molto contento perché vuol dire che sono interessanti.
E mi è anche venuta un'idea. Se tu che mi stai guardando sei italiano, sappi che a guardare i miei video ci sono tante persone straniere che vogliono parlare l'italiano, fare esercizio con qualcuno.
E magari tu stai imparando la loro lingua, magari tu stai imparando l'inglese, lo spagnolo, il tedesco o il russo.
Io voglio organizzare, dare vita a una sorta di scambio linguistico tra stranieri e italiani.
Quindi se siete italiani o siete stranieri andate nei commenti sotto a questo video e scrivete:
Parlo "lingua x", quindi italiano, spagnolo, russo, tedesco, cerco "lingua x". Quindi se siete stranieri l'italiano, se siete italiani un'altra lingua. In questo modo spero che il mio pubblico abituale, gli stranieri, e il mio nuovo pubblico, diciamo, gli italiani, possano, o possiate, trovarvi, e iniziare una collaborazione proficua.
Quindi... ci spero davvero, vediamo se succederà, ma è un esperimento.
Negli ultimi video ho deciso di affrontare alcuni argomenti un pochino, come dire... provocatori.
Leggermente provocatori, ma non in maniera fastidiosa, ma almeno spero, in maniera interessante, che porti a una riflessione. E anche oggi voglio fare una riflessione, ma di tipo diverso rispetto agli ultimi video.
Ovvero, voglio portare la vostra attenzione a alcune cose della lingua italiana che io reputo strane (meglio: portare ALLA vostra attenzione alcune cose...) e che andrebbero, a mio modo di vedere, cambiate o riformate.
Alcune cose che ci fanno sbagliare spesso, fanno sbagliare noi italiani, che ci inducono all'errore.
E in questo video mi focalizzerò, mi concentrerò su alcuni aspetti legati all'ortografia, quindi come scriviamo correttamente in italiano.
Nello specifico cose che secondo me sono illogiche e che non hanno senso di esistere.
Come sappiamo tutti, una cose, una delle caratteristiche più belle della lingua italiana è che è una lingua altamente fonetica, quindi il modo in cui si scrive è molto molto simile alla maniera in cui effettivamente si pronuncia.
Non tutte le lingue hanno una corrispondenza così forte. Prendiamo l'esempio dell'inglese.
Though, enough, tough, through.
E tantissime altre pronunce di questo -ough, che davvero rende l'apprendimento dell'inglese, o almeno dell'ortografia, un incubo sia per gli stranieri ma anche per i madrelingua.
In italiano è facile, anche se vi dico "precipitevolissimevolmente" se si dice così,
la parola più lunga in italiano, non è difficile fare lo spelling.
Se sappiamo dire la parola basta replicare quello che diciamo.
Tuttavia ci sono alcune cose che mi danno un po' fastidio, perché rendono l'italiano non esattamente una lingua fonetica. E parliamoci chiaro, è impossibile che una lingua
abbia un sistema totalmente fonetico, perché altrimenti useremmo l'alfabeto fonetico.
Tuttavia secondo me ci sono alcune stranezze che non hanno alcun senso.
E partiamo dalla prima regola secondo me assurda, ovvero che non si può raddoppiare la z quando abbiamo queste combinazioni come "zio", zia"," zie", ecc., oppure "tsio", "tsia", "tsie".
Se siete stranieri ve lo spiego molto semplicemente.
In italiano parole come "azione", "benedizione", "costituzione", ma non solamente "zione".
Anche "grazie", anche "vizio", anche "sfizio", "ozio", ci sono anche altre parole.
Quando andiamo a scuole, le scuole elementari, ci insegnano a riconoscere la differenza tra una parola con una lettera "scempia", cioè, senza la doppia,
e una lettera doppia, o i linguisti direbbero "geminata".
No? Perchè è gemella, è geminata, con due lettere uguali.
Sono parole diverse. La doppia ha un valore distintivo. La parola è una e non un'altra perché c'è la doppia.
I bambini - e ci siamo passati tutti, tutti abbiamo fatto esperienza di questo - quando devono scrivere parole come... non so, appunto, "azione", o "costituzione", non so, quello che devono scrivere, "grazie", sentendo il suono di questa parola intuitivamente vorrebbero scrivere "azzione", con due zeta o "grazzie", con due zeta. Ha assolutamente senso, perché noi diciamo ['grattsje], [at'tsjone],
così come diciamo ['pittsa], ['grattsje].
Per qualche motivo, e non sono riuscito a trovare una spiegazione, si è deciso che queste combinazioni debbano essere scritte con una sola Z. Quando si tratta delle parole che finiscono con "zione", tra l'altro, di solito derivano dal latino "ct", tipo "actionem", "azione", "pt", come "eruptionem", "eruzione"
Oppure solo la "t", come "praefationem", che sarebbe "prefazione".
L'italiano ha perso queste "pt" (o "ct"), perché, non so, coi... col passare del tempo dire "eruptionem", "eruptione", "erutione", "eruzione".
Tra l'altro si diceva "eruptionem" in latino, con la "t", perché la "z" è uno sviluppo successivo.
È questo fenomeno è comune in italiano. Quando c'è una lettera che sparisce c'è questo fenomeno di assimilazione, per cui una consonante diventa doppia
per sopperire al fatto che una consonante è sparita.
Pensiamo a tutte le parole come:
Queste parole hanno queste doppie perché venivano da "ad", cioè, questa "a" in realtà era "ad" in latino.
E spesso vediamo "ad" in inglese ancora, "adversary".
Perché non fare lo stesso con "costituzione", mettendo due zeta? Secondo me va fatto.
I bambini che imparano (a scrivere) intuitivamente lo fanno, e sarebbe giusto.
(La) seconda cosa che cambierei sono alcune parole che, per qualche motivo... è ancora vietato scrivere in una certa maniera, sto parlando di "apposto" per dire "tutto apposto".
Tanti di voi mi stanno (staranno*) dicendo : "Davide, non puoi dire "tutto apposto", è sbagliato, è scorretto!" Gli italiani sanno che "tutto a posto", parola per parola, non si scrive attaccato.
Ok, ma perché?
La spiegazione è perché c'è la parola "apposto", che è come "allegare", "attaccare", "mettere insieme", di solito in un documento, oppure si dice "apporre una firma", anche.
Ma innanzitutto è una parola che si usa poco, è una parola abbastanza "burocratica", non molto comune in italiano.
Seconda cosa, questo è un fenomeno che in italiano esiste (sempre).
Pensate a "neppure", "davvero", "cosiddetto".
Abbiamo tutte queste doppie, perché sono parole, due parole che si fondono, diventano una parola e in italiano succede questo.
Alcuni del nord - e io sono del nord - alcuni del nord dicono "no! ma è tutto a posto", la pronuncia lo rispetta (rispecchia*).
Diciamo "tutto a posto" e "tutto apposto" (altro significato), sono due cose diverse.
La dizione italiana prevede che si dica "tutto a(p)posto per "tutto in ordine", non c'è alcuna differenza.
Se guardiamo la dizione italiana, che in questo caso rispecchia un italiano più centro-meridionale dov'è normalissimo e comunissimo... anzi, è l'unico modo (dire) "tutto a(p)posto", non si sente "tutto a posto" (con una p "scempia", non doppia).
Per lo meno io direi di depenalizzare, rendere possibile anche "tutto apposto", no?
Così come possiamo dire "se mai" e "semmai", o anche "qua giù" e "quaggiù", rendiamo legale anche "tutto apposto".
La terza cosa che abolirei sarebbero queste "i" che utilizziamo quando diciamo "cie", "gie", "scie".
Pensiamo a:
Ci sono parole in italiano che hanno questa "i" che non servirebbe foneticamente, perché "superficie" si pronuncia "superficie", se togliessimo la "i" non è che si leggerebbe in maniera diversa.
Ma perché viene fatto? Beh, perché a volte (la "i") c'è al singolare, quindi rimane la "i" anche al plurale.
A volte per rendere omaggio al "latino! E quindi "superficIE", anche se leggiamo "superfice".
Coscienza perché c'è la "i" anche in latino in "conscire", o dovrei dire "conskire".
Ma "conoscenza" senza la "i" perché deriva da "cognoscere", non c'era nessuna "i" e quindi neanche in italiano.
Ora, va bene, il latino è una bella lingua, è una cultura interessante, ma il latino è una lingua morta.
Neanche al Vaticano parlano davvero latino. Perché dobbiamo complicarci la vita noi italiani, che parliamo italiano,
una lingua viva, perché dobbiamo rendere omaggio al latino, quando non è necessario.
Io direi "coscenza" senza i, "conoscenza" senza "i", "valige" senza "i".
Cambia qualcosa il fatto che non rendiamo omaggio al fatto che in latino c'era una "i" che si pronunciava
e che ora non esiste più e non si pronuncia?
No, non cambia nulla, non serve a nulla.
Quindi aboliamo queste "i" che ci danno tanto fastidio, che sono così difficili da imparare e che ci creano ancora problemi ogni tanto, a me sicuramente, perché non ho ancora imparato se la parola "tracce" si scrive con o senza "i". In realtà lo so, tracce non ha la "i", però ci sono altre parole come "ciliegie" in cui la "i" c'è, e a che cosa serve? A nulla.
Verranno mai fatti questa cambiamenti nella lingua italiana? Probabilmente no (o non presto!), però non lo so, magari l'Accademia della Crusca mi sta ascoltando.
Il problema è che le riforme ortografiche non sono una cosa molto comune nella lingua italiana, che io sappia.
In altre lingue come lo spagnolo, il tedesco, il francese, anche negli ultimi 10-20 anni sono state fatte riforme ortografiche per correggere alcune stranezze e sicuramente causando anche il fastidio, l'insoddisfazione o il malcontento di alcune persone che preferivano il modo che sapevano già. Sono comunque state fatte, sono state imposte.
Alla fine è una cosa che dà fastidio all'inizio ma poi ci si dimentica, dopo trent'anni nessuno si ricorda di come si scriveva in passato.
La mia domanda per voi: se siete stranieri, ci sono state riforme ortografiche nella vostra lingua?
E se siete italiani, siete d'accordo con me? Oppure volete mantenere la tradizione, omaggiare il latino.
Tante delle cose che ho detto in questo video le ho prese da questo libro*, che si chiama "La situazione è grammatica", di Andrea De Benedetti che era un professore all'università dove studiavo e secondo me è un libro molto bello.
Parla degli errori che facciamo in italiano ma andando a studiare le cause.
Mi piace che non è un prescrittivista. Dice "ok, non mi piace questo errore, sarebbe meglio evitarlo", però a volte dice "sì, questo errore lo facciamo perché l'ortografia italiana è stupida".
Come dice lui, gli errori sono sintomi da interpretare, e a volte ad essere in errore è la lingua stessa, o meglio, le regole ortografiche.
Vi consiglio molto questo libro, io lo lessi tre anni fa, ma l'ho riletto per questo video, quindi compratelo, è molto interessante. Ciao!