Cinque FALSI AMICI sorprendenti: li conosci?
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Falsi amici: parole di lingue che si assomigliano ma hanno un significato diverso. Per questo video ne ho scelte 5 super interessanti che in italiano vogliono dire una cosa e in altre lingue qualcosa di molto diverso.
La prima è l'avverbio “definitivamente”.
In italiano non ha il significato con cui si usa tipicamente “definitely” in inglese, che esiste anche in spagnolo (e forse portoghese? Scrivete nei commenti). “Ma Davide, “definitely” sarebbe “definitamente”, non definitiva-” - SHH! In inglese e spagnolo si usa questo avverbio soprattutto per dire “senza dubbio”, “indubbiamente”, “sicuramente”. Ma in italiano “definitivamente” significa solo una cosa: in maniera definitiva, per sempre.
Il ristorante è chiuso definitivamente.
Non riaprirà più, mi spiace. E non significa quindi “il ristorante è indubbiamente chiuso”: cioè la saracinesca è abbassata da giorni, non si vede nessuna persona, non c’è dubbio che questo ristorante è chiuso. No.
Un altro aggettivo che traduce “definitely” in italiano in molti contesti è “decisamente”:
Il tuo piano è decisamente meglio del mio. Non c’è alcun dubbio.
Ora, è vero in realtà che “definitely” corrisponderebbe a “definitamente”, se vogliamo essere pedanti, in maniera “definita”, non “definitiva”. E in effetti in inglese c’è l’aggettivo “definitively” che corrisponde appunto a “definitivamente”, “per sempre”. Tuttavia, e lo dico per esperienza, moltissimi studenti traducono “definitely” con “definitivamente”, che è sbagliato, dunque per me contano come falsi amici anche se sono un po’ diversi. “He’s definitely drunk” sarebbe “è decisamente ubriaco”, non “definitivamente ubriaco”... Muoio! Poi gli passa, non è che sarà ubriaco per sempre.
Una seconda parola decisamente ingannevole è “conveniente”.
In inglese e spagnolo il significato principale è “comodo”, “utile”, “vantaggioso”. Noi diremmo:
Avere una lavastoviglie è molto comodo / molto utile, ma non conveniente.
Cioè, anche conveniente perché si consuma meno acqua e quindi risparmi soldi, forse… Ma comunque, in italiano il significato più comune di “conveniente” è questo, cioè conveniente da un punto di vista economico. Sì, perché “convenire” in generale significa “essere vantaggioso” in qualche modo.
Conviene partire ora, se no facciamo tardi.
— “È una buona idea”, “è meglio”.
Però “conveniente” si è specializzato e ha assunto questo significato di “vantaggioso economicamente”, e la “convenienza” è la caratteristica di ciò che ha un buon prezzo.
Questa lavastoviglie è davvero conveniente.
— Sarà quindi comodo avere una lavastoviglie e non lavare i piatti a mano.
Sapete che cos’è conveniente? Iscriversi al Podcast Italiano Club, perché fino all’11 maggio c’è uno sconto del 15 % sugli abbonamenti annuali. Cioè, rispetto alla somma che paghereste pagando ogni mese risparmiate il 15% pagando tutto subito e ve ne dimenticate per un anno. Che cos’è il Club, per chi non lo sapesse? È la mia pagina Patreon in cui pubblico contenuti esclusivi per chi impara l’italiano, e sono tantissimi: un podcast esclusivo in cui parlo di lessico e etimologia (un po’ come sto facendo in questo video), ma anche pronuncia, grammatica; poi ho trascrizioni dei video con audio isolato, che potete ascoltare come un podcast; ho materiali sulla pronuncia; ho una rubrica su canzoni italiane, di cui analizzo il testo. Quindi, date un’occhiata direttamente voi ai contenuti del Club e, se stuzzicano la vostra curiosità, abbonatevi entro l’11 maggio. Perché poi… poi non sarà più così conveniente, sarà meno conveniente; dunque conviene decisamente farlo adesso, e non dopo.
La terza parola è “morbido”.
In italiano “morbido” vuol dire “soffice” o “molle”, cioè il contrario di “duro”: un cuscino è morbido, per esempio. In inglese invece “morbid” non c’entra niente, “morbid” è qualcosa che ha a che vedere con cose spiacevoli, come la morte (un po’ come il nostro “macabro”), oppure qualcosa che riguarda una “malattia” (e in spagnolo ha lo stesso significato). In italiano abbiamo un aggettivo imparentato a morbido in cui è evidente questo significato, che è “morboso”. Possiamo avere una curiosità morbosa (come me per l’italiano), un amore o una relazione morbosa, un pensiero morboso. Sono sentimenti esasperati, quasi malsani; ed è questo il collegamento con la malattia, con il “morbo”.
“Morboso” è collegato con “morbus” in latino, cioè, appunto, “morbo”; ma anche “morbido” deriva da “morbus”, attraverso l’aggettivo… “morbidum” (che sorpresa, vero?). “Morbidum” in latino significava “malaticcio”. Una persona malaticcia non è malata gravemente, ma un po’ malata, perché il suffisso -iccio attenua un aggettivo. Un colore “rossiccio” non è proprio “rosso”, è un po’ meno, è rossiccio, un po’ di meno. Ecco, una persona che è malaticcia può essere fisicamente e moralmente un po’… un po’ floscia, (cioè “morbido” ma con un significato negativo), cedevole, morbosamente soffice, in un certo senso. Ecco, io immagino una pianta che sta morendo e si affloscia. E da qui deriva il moderno significato di “morbido”, non più “malaticcio” ma “soffice”, “molle”, che oggi ha un significato neutro o positivo. Un gatto è morbido, una relazione è morbosa.
E se avete una curiosità morbosa per la lingua italiana potete iscriver… ah no, aspè, ho già fatto la pubblicità, no?
La quarta parola è “rumore”, e il suo falso amico è “rumor” in inglese, “rumor” in spagnolo.
In italiano abbiamo varie parole per “rumor” (il che la dice lunga su che tipo di popolo siamo), ovvero la più semplice, “voce” (o “voce di corridoio”); ma anche “diceria”, dal verbo “dire”; “pettegolezzo”, dall’aggettivo “pettegolo”, che si dice di una persona che parla alle spalle degli altri (o sparla degli altri, o ancora, “spettegola”). Sì, evidentemente siamo un popolo di pettegoli.
Ah, c’è anche chi dice in italiano “rumor” o “gossip”, che, francamente, non hanno molto senso di esistere, perché abbiamo almeno tre parole in italiano, perché usarne una in inglese? E poi perché, a questo punto, non usare “rumore”, che anticamente aveva il significato che ha “rumor” in inglese. Sì, perché in latino “rūmor” voleva proprio dire voce, diceria, pettegolezzo, come in altre lingue moderne (ma non in italiano). Perché in italiano un “rumore”, lo sapete, è un suono, tipicamente irregolare e non troppo gradevole. E io lo so bene, perché è da mesi che sento i rumori dei lavori che stanno facendo al mio palazzo e non sono gradevoli, ve lo assicuro. Comunque, come si è arrivati al nuovo significato? Non lo so esattamente, non ho trovato una spiegazione precisa, ma mi immagino tipo il clamore, il vociare della folla, della gente, che sparge voci maliziose sul tuo conto, ecco, è un po’ come un brusio, un rumore di fondo; e, forse, immagino che da questo significato di “rumor” derivi il significato di “rumore”. Ma è una mia teoria.
La quinta parola è “annoiare”.
In inglese “to annoy” significa “dar fastidio”, “irritare”, “seccare”, “scocciare”; che è più forte del nostro “annoiare”, che invece significa “provocare noia”, cioè… “senso di fastidio e di insoddisfazione dovuto all'inattività o alla mancanza d'interesse…” Vabbè, hai capito, la sensazione che colleghiamo allo sbadigliare. Hai sbadigliato anche tu? In realtà il sostantivo “noia” in italiano può anche significare “fastidio”: se qualcosa ci dà noia, vuol dire che ci crea qualche problema. Qualche seccatura.
Questa macchina da quando l’ho comprata mi ha solo dato noie.
— Significa “mi ha solo dato problemi, seccature, fastidi”. Ora, questo uso di “noia” non è comunissimo oggi, ma è sicuramente italiano corretto ed era il significato più comune anticamente. Quando Virgilio dice a Dante nel primo canto dell’Inferno “Ma tu perché ritorni a tanta noia?” intende “Perché ritorni a un luogo così angosciante”, non in un luogo dove ti rompi i cogl-...
Ora, il termine “noia” sembra deriva dal provenzale “enoja” e “annoiare” da “enojar” o forse direttamente dal latino “inodiāre”, e al nostro “annoiare” sono imparenti anche lo spagnolo “enojar” e il portoghese “enojar”. Immagino che in “inodiāre” possiate scorgere la parola “odio”, perché effettivamente è una contrazione della frase “ĭn ŏdio habēre”, cioè… “avere in odio”, con passaggio di prefisso da “in” a “a-“. Questo significato forte, intenso, permane in inglese, spagnolo, portoghese, francese con la differenza che se qualcosa “annoys me” o “me enoja” non è questa che “mi ha in odio”, cioè sono io che ho in odio questa cosa, cioè mi irrita… vabbè, avete capito, no? In italiano invece si è un po’ attenuato ****il significato; cioè, qualcosa di noioso oggi non è irritante, è solo un po’... poco coinvolgente.
Spero di non avervi annoiato, vi ricordo che avete tempo fino a mercoledì 11 maggio per usufruire dello sconto per iscrivervi per un anno al Club. Mi raccomando, non fatevi scappare questa offerta decisamente conveniente, che finirà definitivamente mercoledì. Gira voce che poi non ci saranno più offerte del genere per un bel po’ di tempo. Dunque su, venite a saziare la vostra curiosità morbosa al Club. È un posto… “morbido”? No, questa non funziona, non so come includere “morbido” in questo riassunto di parole… Ciao! Alla prossima!