Perché devi imparare la PRONUNCIA
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Davide: Ciao a tutti e benvenuti su Podcast Italiano, in un nuovo video registrato in questo fantastico evento chiamato Lingotubers a Roma2021, con queste fantastiche persone.
O oggi parliamo forse dell’argomento che ci interessa di più che è la pronuncia, perché qui abbiamo, dovete sapere, un gruppo di nerd della pronuncia direi, no?
Perché guardo le vostre facce e vedo proprio dei nerd.
E so che il mio canale sta diventando un po’, come dire, ripetitivo per quanto riguarda la pronuncia.
Vorrei parlare dell’importanza della pronuncia: perché secondo voi è importante oppure non è importante – ma credo che sia importante – imparare la pronuncia.
Allora, ci sono tante persone. Non so da chi iniziare.
Trascrizione PDF con glossario audio isolato (PI Club)
Raphael: Può iniziare tu, Davide.
Sonya: Sì.
Davide: No, inizia tu, Raph. Secondo te perché è importante imparare la pronuncia? Mi raccomando, non troppo lunga, la risposta, perché ci sono altre persone.
Raphael: No, sì, non è importante.
Davide: Non è importante?
Raphael: Non è importante, per niente. Elissa: No!
Raphael: Scherzo. No, è importante semplicemente perché, per esempio, con l’italiano: mi piace l’italiano, mi piace il suono dell’italiano e quindi voglio essere in grado di produrre la lingua come... come lo [meglio:la] sento, no? Tipo... mi piace il suono e quindi voglio essere in grado di riprodurre questo suono che mi piace, quindi...
Davide: Altre opinioni?
Julia: Sì, io direi che secondo me è importante imparare la pronuncia perché così ti fai capire senza troppi sforzi da parte della persona che ti ascolta, perché se hai una pronuncia che è molto simile a quella che hai nella tua lingua madre possono succedere cose tipo... La persona con cui parli si stanca dopo cinque minuti e ti dice: “Scusa, in realtà ho cose da fare, quindi parliamo dopo”. E non ti parla mai più.
Davide: Oppure ti parla in inglese.
Julia: Ti parla in inglese. Oppure se questa persona conosce la tua lingua madre, allora a questa persona verrà estremamente difficile pensare che tu parli nella lingua in cui tu parli, cioè, per esempio, se una persona mi parla in italiano con l’accento inglese, io penso: “Ah, ma mi stai parlando in ingle...?” Cioè, devo proprio fare uno sforzo mentale per capire che in realtà è un’altra lingua. Non abbiamo... purtroppo non abbiamo sempre così tante energie mentali per, appunto, sforzarci per capire che cosa ha da dire l’altro.
Elissa: Per me è una questione di equilibrio, nel senso: senza la pronuncia cos’è una lingua? Tipo, sì, c’è la grammatica, il vocabolario, però la pronuncia è quasi tutto, nel senso... È la prima cosa che noti. Magari se parlo per qualche minuto sentirai qualche errore, però quando parli con me non ti rendi conto subito magari che non sono italiana, quindi riesci a fare una conversazione con me senza pensare ad altro. Perché quando qualcuno ha un accento tu pensi: “Ah ma di dov’è questa persona? Ah ma questo l’ha detto male”. Capisci? Sei sempre lì a pensare non a cosa stai dicendo ma al modo in cui lo sta dicendo; secondo me la gente non riesce così, come hai detto te, non riesce così tanto a concentrarsi. E comunque non solo quello, anche per... per la persona che sta imparando quella lingua... Quando io, per esempio, non riuscivo a pronunciare la r in italiano era un casino. Nel senso, mi sentivo... mi sentivo stupida, mi sentivo che [meglio: sentivo che / mi sembrava così ovvio]che non ero madrelingua. Poi dipende da cosa vuoi dalla lingua, però io sono venuta in Italia con la voglia di essere italiana praticamente, di... non divenire qui come una canadese in Italia ma come... cercare di essere più italiana possibile. E secondo me più o meno ci sto riuscendo, perché la gente non si rende conto subito che non sono italiana, e per me è una sensazione molto bella.
Sonya: Per me infatti è la... Più che altro, mi sento più sicura di me stessa. Sapendo... Sapere che ho una buona pronuncia mi fa parlare meglio.
Elissa: Sì.
Luke: Certo.
Sonya: A parte il fatto che per me è nato un po’ come un gioco e quindi dicevo: “Voglio diventare bravissima”. Un po’ come una sfida con me stessa. Però poi mi sono resa conto che mi fa proprio sentire più sicura di me e mi evita strane incomprensioni. Per esempio, una volta ero in America, volevo dire che il gatto mi aveva morso e dicevo “The Cat beat me” (il gatto mi ha picchiato). E da lì, vedendo le facce sconcertate degli altri ho capito che... Mm, c’è qualcosa che non va...
Julia: Esatto.
Sonya: “Bit me”! Oppure stavo cucinando, dicevo: mi serve una pen. Cosa? Non è una penna, è una padella, cioè certe cose... Elissa: Oh,“pan”! Infatti stavo cercando di capire.
Julia: Eh ragazzi, è importante!
Luke: La cosa che faccio io per lo più è lo studio delle lingue antiche. Sappiamo che ci sono migliaia di persone che parlano il latino correntemente. Però c’è un ostacolo: ci sono vari accenti delle persone perché imparano all’inizio e non mettono più di... [fanno solo] traduzione, tipo così. Non hanno mai studiato di solito una lingua straniera molto bene e non hanno mai fatto caso alla pronuncia in nessuna lingua e quindi non pensano a queste cose come noi pensiamo [meglio: come facciamo noi]. Per noi è normale: impariamo italiano, russo, altre lingue e sappiamo che è importantissimo. Però specialmente nelle poesie, questi autori hanno cercato con una fantastica sottigliezza di comporre questi testi per esprimere la musica della propria lingua, e noi sappiamo bene, molto bene come si pronunciava. Perché non imparare molto bene anche pronunciare come noi possiamo [meglio: al meglio delle nostre possibilità]? Noi stranieri noi possiamo leggere Dante, Petrarca e apprezzare queste cose molto sottili nelle poesie. [Con un forte accento americano] Se parliamo invece più così non è male, voi mi capite, però...
Julia: [Con un finto accento americano] Non sempre, però.
Elissa: Basta!
Luke: È come un... un pianoforte scordato. Si capisce la melodia però non è...
Davide: La cosa che mi piace è che Raph, dicevi: “La pronuncia fa parte della grammatica”. No? Cioè, da un punto di vista linguistico è una parte della lingua al pari della morfologia, della sintassi edi altre cose, no?
Raphael: Esatto. No, sono assolutamente d’accordo. È per questo motivo direi anche che c’è un vantaggio molto... sì, c’è un vantaggio di studiare la pronuncia perché aiuta anche con la comprensione [Julia: Ecco.]della lingua parlata. Quindi, per esempio, io essendo madrelingua inglese o madrelingua dell’inglese americano specif... specificamente non direi mai “I want to go to buy an ice cream”, no? Direi “I wanna go to buy an ice cream”. E quindi se non hai mai studiato come funziona la fonologia dell’inglese, specificamente forse la fonologia dell’inglese americano, sarà un po’... un po’difficile forse capire questa frase. Ma parliamo così e se studi come funziona la mia fonologia o la fonologia inglese, capirai, anche se non sei madrelingua inglese. Da due anni non... non vengo in Italia [meglio: non venivo in Italia da due anni fa] e quindi non ho... non ho avuto molte opportunità per parlare italiano, quindi adesso devo fare uno sforzo per farmi capire. Ma perché[siccome] direi che pronuncio abbastanza bene la lingua...
Davide: Certo.
Raphael: ...gli italiani mi parlano...
Julia: Diremmo anche noi.
Raphael: Gli italiani mi parlano più o meno normalmente. Non cambiano la maniera... la maniera in cui parlano. E quindi posso fare pratica di tipo... sentire l’italiano vero, l’italiano che si parla ogni giorno. Gli italiani non devono fare uno sforzo e quindi posso fare pratica, no?
Davide: Sì, e non ti parlano in inglese!
Raphael: No, esatto, quindi...
Julia: Vorrei agganciarmi a quello che hai detto poco prima, ovvero che è più facile comprendere ciò che viene detto, ma è anche più facile parlare, perché se tu... Per esempio, in inglese americano, in russo se tu cerchi di pronunciare ogni singola consonante è un casino, è difficile! Perché le persone madrelingua non lo fanno. Cioè, loro praticamente...
Elissa: Parlano velocemente.
Julia: Sì, prendono una parola che ha sette lettere e ne pronunciano due perché è più immediato. È qualcosa che rende [Davide: Sì.] l’apprendimento più facile per voi.
Davide: Sì, è vero, in russo ci sono tante combinazioni di consonanti che sono scritte e teoricamente si possono pronunciare se uno ha una pronuncia molto magari radiofonica, però in realtà le persone non... non... non pronunciano tutti quei suoni.
Julia: Sì, la parola “buongiorno” è “zdrastvujte”, se vogliamo proprio pronunciare quasi tutte le lettere, ma la maggior parte delle persone ti dice “zdraste”, quindi la parte centrale non esiste.
Raphael: Un altro esempio sarebbe in giapponese, no? Perché tipo si può dire “arigato gozaimasu”, no? Ma non si dice mai così, si dice...
Sonya: Azasu.
Raphael: Sì, azasu!
Sonya: Azasu!
Raphael: Ma si deve [devono] sapere le regole, no?
Davide: Sì, non è a caso!
Raphael: Sì, esatto, non è.. non è a caso.
Davide: Ma invece volevo farvi questa domanda: talento e lavoro nell’acquisire una pronuncia?
Luke: È lavoro. Talento... abbiamo un talento se cantiamo ose ci piace la musica: forse in questo senso abbiamo già un talento, un arte che abbiamo studiata[-o], altrimenti no. Io avevo «un talento» perché avevo studiato la musica, [avevo imparato] a cantare prima di incontrare questo bravissimo ragazzo che è Raph. Ho capito da lui tantissime cose molto sottili che... e questo è lo studio, quindi dico lavoro.
Sonya: Io invece sono... Allora, il talento è importante, il talento aiuta tantissimo. Ti risparmia tanto tanto tanto lavoro effettivamente secondo me. Però il lavoro può sopperire laddove il talento magari non c’è e comunque può portarti se già il talento a un 80%, il lavoro ti porta a un quasi100%, 95%? E lo so che è un’opinione un po’... un po’ cattiva. Lo so.
Elissa: No, secondo me è vero. Per me, per esempio, un po’ di talento aiuta, un po’ di talento ci vuole, però, per esempio, io all’inizio, al primo anno d’italiano io parlavo così? No! Nel senso, magari non avevo l’accento più inglese al mondo però era abbastanza inglese, nel senso, io non capivo nulla. Quindi contanti... dopo tanti anni sono riuscita ad avere questa pronuncia. È molto importante non guardare queste persone che parlano bene e dire “Ah, non ci riuscirò mai! Ho provato per un mese e non ci sono riuscita”. No! Ci vogliono gli [me gli: senza gli] anni, ci vuole tanto lavoro perché io... magari un po’ di talento c’è, però comunque non è solo quello perché se io avessi, non lo so... Se io mi fossi arresa il primo anno dove sarei adesso, capisci? Quindi è molto importante continuare, studiare, ascoltare molto bene, non avere paura di riprodurre esattamente quello che senti, perché a volte guardiamo un po’ com’è scritto e pensiamo a come è scritto nella nostra... nella nostra lingua madre e non... Non ci affidiamo [meglio: fidiamo] di quello che sentiamo. Secondo me...
Sonya: Perché spesso c’è imbarazzo. Dico, spesso le persone si sentono imbarazzate a riprodurre certi suoni [Luke, Elissa: Sì], dicono “No, ma cosa faccio?” Bisogna buttarsi e registrarsi e riascoltarsi.
Julia: Sì, anche quello.
Davide: Come Elissa che ieri si è buttata a fare ы. [Parlano russo]
Julia: Secondo me io... anche se anch’io ho studiato la musica e tutto, non sono poi così brava con gli accenti, cioè in maniera naturale, e secondo me per le persone che non riescono proprio a riprodurre quello che dicono le [meglio: i] madrelingua, per loro sarebbe molto comodo imparare l’alfabeto fonetico e proprio vedere le immagini dei suoni che esistono in questa lingua. Cioè, il primo passo è in realtà non lavoro, non pratica ma teoria, proprio capire “Ah, questo è un suono che esiste nella mia lingua madre ma non nella lingua che sto imparando. Nella lingua che sto imparando devo mettere la punta della lingua là e non qua”. Perché poi quando sai proprio come funziona dal punto di visto... di vista tecnico non è più così imbarazzante perché sai semplicemente che tecnicamente è un altro suono.
Davide: E a questo proposito questo video è sponsorizzato da... me, o meglio dal Podcast Italiano Club, un posto dove troverete un sacco di materiali esclusivi che vi aiuteranno tantissimo se state imparando l’italiano. E sul Club c’è una serie in corso sulla pronuncia italiana. Finora ho fatto due episodi, ho parlato delle vocali e delle consonanti e continuerò a parlare delle consonanti in un futuro episodio, la serie continuerà, dunque andate a dare un’occhiata. Inoltre, ho anche fatto un episodio con il grande Luke in cui cerchiamo di aiutarlo a migliorare la sua già ottima pronuncia italiana. E infine, in tanti episodi del mio podcast esclusivo che ha già 98 episodi parlo di pronuncia in qualche modo, perché secondo me è un argomento troppo trascurato, che merita più attenzione come avete capito. Dunque, se vi interessa la pronuncia, sul Club troverete un sacco di materiali interessanti. Continuiamo con il video!
Julia: Io penso anche che... cioè, nessuno lo fa, ma sarebbe molto bello prima imparare i suoni della lingua e poi la scrittura, perché le persone di solito fanno il contrario e quindi hanno in mente questo testo che come... leggono con la pronuncia che viene dalla loro lingua madre. Invece se partiamo dai suoni e impariamo a pronunciarli bene poi la scrittura non è così difficile, è quello che fanno i bambini a scuola. Quindi...
Davide: Interessante.
Raphael: Sì.
Davide: Perché alla fine... sì, volevo solo dire, alla fine ogni ortografia è un tentativo un po’ maldestro di rappresentare i suoni di una lingua, più o meno maldestro di rappresentare i suoni di una lingua.
Luke: Anche in serbo.
Davide: In alcune ling... in alcune lingue come l’inglese è molto maldestro, in altre forse meno, però...
Raphael: Ma sì, ecco perché comincio sempre con la fonologia con i miei studenti. Non... e quando studio io una lingua comincio con la fonologia [Luke: Sì.] perché per me [Julia: Da bravo linguista.] la cosa più...più... sì, ma volevo dire anche: c’è questo concetto che la pronuncia non è una cosa che si può studiare e che serve solamente il talento ma che invece il vocabolario e la grammatica si possono studiare. Ma io direi invece [che]ovviamente il talento serve anche per il vocabolario [Davide: Certo.] e anche per la grammatica. Quindi io, per esempio, è abbastanza difficile per me imparare tantissime parole, no? Quindi devo studiare tanto per imparare il lessico della lingua che voglio imparare. E ci sono altre persone che imparano più facilmente il vocabolario ma questo non vuol dire che io non posso imparare nuove parole, no?
Julia: Certo.
Raphael: E quindi anche se ci sono persone per cui è più facile imparare la pronuncia, la fonologia, non vuol dire che, se non è facile per te, non vuol dire che non è… che non la puoi studiare, proprio come la grammatica, perché abbiamo detto prima: la pronuncia è un aspetto della grammatica della lingua, e quindi si può studiare. Il problema è che molte persone, anche molti insegnanti non studiano la fonologia e quindi non sanno insegnarla, e quindi molti studenti credono “Ah, è semplicemente una cosa che si... o si impara o no”. Senza aver mai studia...
Julia: Tipo naturale, sì?
Raphael: Sì, esatto, esatto.
Luke: E possiamo aggiungere che con comprensible input possiamo impare... imparare tantissime cose. Possiamo imparare la grammatica di una lingua solo ascoltando. Ad esempio, mio padre ha vissuto qui [per] due anni, non ha studiato niente della grammatica ma riesce fino ad oggi [meglio: ancora oggi] a parlare in italiano perché ha acquisito la grammatica, il vocabolario, la pronuncia, tutto solo ascoltando e parlando. E quindi sì, possiamo imparare la pronuncia bene solo ascoltando e sperando che abbiamo il talento, però possiamo anche fare un lavoro.
Davide: Elissa, tu hai imparato... imparando la pronuncia dell’italiano hai fatto affidamento solo sul tuo orecchio o hai anche cercato spiegazioni più teoriche su internet o...
Elissa: L’orecchio più che altro.
Davide: L’orecchio?
Elissa: Sì sì, perché... Allora, quello che devi... dovete fare a volte secondo me è ogni tanto ascoltare qualcosa, ma non pensare a cosa dicono ma concentrarci... concentrarvi soltanto su come lo dicono. Come... come sai, visto che mi piace cantare sono abituata (anche te, anche te, anche te) sono abituata ad avere...
Julia: Siamo un coro, ragazzi!
Elissa: Cosa?
Elissa: No, perché sono abituata a dover modificare dove metto la lingua, la posizione di tutto visto che... che mi piace cantare anche questo aiuta tantissimo. Il mio ragazzo mi ha corretto tantissimo, mi ha fatto... mi... mi ha fatto rendere conto del fatto che ci sono vocali aperte e chiuse, che prima non mi sono [ero]manco resa conto, e queste cose qui tipo la k, p, t, in inglese c’è molta aria, invece in italiano è molto più... non lo so...
Davide: Non sono aspirate.
Elissa: Esatto, esatto, quindi adesso sto arrivando al punto in cui sto pensando: “Allora, come dico le cose io e invece com’è l’accento standard?” Oppure “Com’è che parlerà un romano? ”Adesso sono arrivata a quel punto perché piano piano miglioro e sono consapevole di cose che non sapevo un anno fa o due anni fa o tre anni fa. Sempre col cervello che sta cercando di capire di dov’è qualcuno.
Davide: Le sfumature della pronuncia.
Elissa: Esatto. Quindi sì.
Davide: Ok, voglio farvi ancora una domanda veloce: un consiglio che date per imparare la pronuncia.
Elissa: Non avere paura!
Davide: Ok.
Luke: Sì, quest... ma questo può essere anche difficile. Noi ovviamente non abbiamo molta >”timididità” nel parlare.
Davide: Timidezza.
Luke: Ah, grazie, timidezza! E quindi riusciamo a parlare, parlare con le persone. Però ci sono le persone che vogliono imparare e parlare bene, però ah, c’è questa timidezza. Quindi che possono fare queste persone? Possono secondo me fare un po’ di lavoro, studiare l’alfabetico [meglio: l’alfabeto] fonetico internazionale, per esempio, della propria lingua anche e capire: “Ok, questo suono è questo” e fare [il lavoro] a casa. A me non piace affatto sentire la propria voce. Credevo...
Elissa: Ma te hai una bella voce!
Luke: Ma anche voi avete... Ma non vi..
Julia: A me mi piace sentire la mia voce.
Luke: Ok, sono io, insomma...
Davide: Vorrei sentire lo spagnolo con questa voce. Con la voce da matador.
Luke: Che direbbe un matador?
Davide: Non lo so. Cosa dicono i matador?
Raphael: Non ho mai incontrato un matador, quindi...
Davide: Tu non sei un matador?
Luke: Hola.
Julia: Peccato!
Luke: Beh, registrare la propria voce... E anche sforzarsi a fare questi passi pian piano, a piccoli sorsi, eh? Piccoli passi. Parlare con una persona per la strada, altrimenti una persona non vi riuscirà mai.
Raphael: È qualcosa che ha già menzionato Ljuk.
Davide: Ljuk.
Raphael: ...Ljuk più o meno, ma direi che aiuta moltissimo studiare anche la fonologia della propria lingua. Quindi nel mio caso [E: Ah sì!] ho studiato la fonologia dell’inglese o anche dell’inglese americano per tipo capire come pronuncio, come... come pronuncio veramente in inglese tutti questi suoni. E questo mi aiuta moltissimo quando devo... devo imparare un’altra lingua perché, per esempio, abbiamo parlato prima dell’aspirazione p, t, k ma forse una cosa che non sapete è che anche i suoni t, d in inglese si pronunciano con la lingua un po’ più ritratta in inglese rispetto all’italiano.
Luke: Alveolari.
Raphael: Sì, alveolari invece di dentali. E questo è una cosa... è una cosa che si capisce studiando la fonologia dell’italiano ed anche dell’inglese, quindi si deve capire la differenza che c’è tra queste due lingue.
Davide: Fonologia contrastiva.
Raphael: Esatto.
Julia: Allora, io vorrei dare un consiglio a tutte le persone che si sentono in imbarazzo. Io penso che in questo caso si possa cercare di essere imbarazzanti apposta. Cioè...
Elissa: Anch’io pensavo a quello, sì.
Julia: Cioè, proprio aumentare questo imbarazzo, cioè...
Davide: Mettersi in ridicolo.
Julia: Mettersi in ridicolo, proprio pensare... pensare di essere un attore, non so. “Ok, oggi... Sì, io sono russa, ma oggi mi piacerebbe cercare di essere più italiana possibile. Ordino una pizza, vado a bere il vino e parlo con questo accento ridicolo”. [è] proprio secondo me un consiglio un po’ generico su tutte le cose che ci mettono in imbarazzo. Dobbiamo proprio cercare di farle in maniera più imbarazzante possibile.
Davide: In maniera estrema.
Elissa: Così non abbiamo più paura.
Julia: In maniera estrema per capire che in realtà non succede niente di grave. Succedono solo cose buone!
Davide: Sì, soprattutto con l’intonazione, credo [Julia: Sì,infatti.] questo l’abbiamo... l’ho detto già in mille video, immedesimarsi in questa intonazione, e quindi “Ma che vuoi??”, “Ma che fai??” [Julia: Esatto, esatto.] Proprio cercare di... di imitarla, no? Perché ogni lingua usa dei pattern diversi per esprimere queste emozioni.
Luke: Infatti.
Julia: Attenzione però che può piacere così tanto [Davide: E poi...] che poi queste intonazioni le usate [Davide: Sì, poi sì...] nella vostra lingua madre.
Davide: Ah ecco!
Julia: Quello che faccio io in russo in questo periodo.
Sonya: Io direi, così, per chi ha meno tempo: affidatevi all’inizio al... al suono, alla natura, a un apprendimento più naturale senza pensare troppo, togliete il grosso. Poi quello che faccio io è per i suoni che mi risultano più difficili mi affido alla tecnica, mi sono studiata IPA (Perché lo dico in inglese?)
Davide: In italiano AFI!
Sonya: E andate a lavorare sulle singole parole, sui singoli suoni. Vedrete che continuerete a fare degli errori. Per esempio, io l’ultima cosa che ho imparato in inglese era “only” perché io dicevo spesso “only”,“only”, “only”. E per tre mesi io ho continuato a dire only-only-only. E ogni volta che dicevo “only” mi riprendevo. E dopo un po’ viene! Singole parole, così è meno... meno carico di lavoro all’inizio.
Raphael: Adesso come... come lo dici?
Sonya: Only.
Raphael: Only?
Luke: Ma...
Raphael: Eh sì, esatto.
Sonya: Grazie.
Davide: Brava.
Sonya: Ci ho lavorato. Tre mesi.
Julia: Ce l’hai fatta!
Davide: Perché poi è una questione anche di abituarsi a dei suoni, esercitarsi molto finché [Sonya: Sì.] finché non diventano automatici, no? [Sonya: Esatto.], come una qualsiasi competenza, come guidare l’automobile: all’inizio ci serve... serve molto sforzo cognitivo, però poi diventano naturali, no? Quindi in russo non devo pensare alla ы.
Raphael: Becыыs.
Davide: Becыыs. Elissa: Becыыs.
Davide: Ecco, se non volete parlare come Matteo Renzi in inglese seguite i nostri consigli. Ringrazio tutte queste fantastiche persone e niente, abbiamo fatto tantissimi video in questi giorni. Seguite i loro canali che metterò ovunque e andate a vedere tutti i fantastici video che abbiamo fatto insieme. Un saluto. Ciao!
Davide: Questo era probabilmente l’ultimo video della serie Lingotubers. Vedete? Da luglio sono riuscito a fare video fino a novembre, sono molto... sono molto orgoglioso di questo. Spero che vi sia piaciuta questa serie. Io voglio nuovamente ringraziare tutti i membri del Club che sostengono questo progetto perché alla fine è anche grazie a loro se posso fare progetti di questo tipo. Presto, come ho già annunciato, ci saranno nuove collaborazioni interessanti, quindi il fatto di poter viaggiare, di poter partire e andare in altre città o in altri paesi e collaborare con altri youtuber è qualcosa che posso fare solamente grazie ai membri che sostengono questo progetto. Quindi un grazie di cuore. Grazie per aver guardato questo video e ci vediamo nel prossimo. Ciao!