Perché NON scriviamo *GRAZZIE (ma lo pronunciamo così)? 🤨
Transcription
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“Grazie”! [pausa] Una delle parole più famose dell’italiano.
[Brad Pitt.
Grazie (con forte accento americano)].
Ma… avete mai notato che si pronuncia come se avesse due Z? “Grazzie”.
Mmm, alcuni la scrivono proprio così, tra l’altro, per esempio i bambini prima di imparare la grafia corretta o gli adulti che, diciamo, erano un po’ distratti a scuola.
Ma chi scrive GRAZZIE, con due Z, non ha poi tutti i torti, perché la pronuncia è effettivamente quella di una Z doppia, come in “pezzo”, “tazza”, “palazzo”.
Non diciamo mica/ˈgratsje/, dopo tutto, ma /ˈgratstsje/,.
Trascrizione PDF con glossario audio isolato (PI Club)
Ma da dove viene questa pronuncia? E perché, se è così, non scriviamo due Z? Benvenuti su Podcast Italiano, un canale per imparare l’italiano se siete stranieri o per scoprire qualcosa di interessante sulla nostra lingua se siete italiani.
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Prima di parlare di“grazie” doBBiamo fare un paSSo indietro per aPPreZZare la riCCheZZA delledoPPIe deLL’italiano.
Tutti sicuramente sapete che in italiano ci sono tante doppie, è una caratteristica importante della pronuncia dell’italiano.
Le doppie sono quelle consonanti raddoppiate nella grafia e che foneticamente sono lunghe.
DoBBiamo, paSSo,aPPreZZare, riCCheZZa, doPPie.
L’aggettivo “doppio” riguarda la grafia, mentre per quanto riguarda l’aspetto fonetico si parla di consonanti geminate oppure lunghe.
Ci sono in italiano15 consonanti che possono essere geminate e che, nella grafia, si scrivono doppie.
/m, n; p, b; t, d; k,g; ʧ, ʤ; f, v; s; r, l/.
Sono bravo, vero? Non sto leggendo.
Con questi suoni possiamo creare delle coppie minime.
Eh? “Palla” e “pala”,“carro” e “caro”, “coppia” e “copia”, “penna” e “pena”, “anno” e… Queste sono coppie minime, cioè coppie di parole che hanno significati distinti (una“copia” non è una “coppia”, dopo tutto) e che si distinguono foneticamente per un unico tratto: la lunghezza della consonante.
Per questo si dice che la geminazione in queste consonanti ha un valore distintivo, cioè distingue tra parole diverse.
Fin qui niente di nuovo sotto il sole, immagino.
Sapevate, però, che ci sono delle consonanti che quando si trovano tra due vocali sono sempre pronunciate geminate? Cioè, sono sempre pronunciate lunghe? Queste consonanti sono: /ɲ/, /ʃ/, /ʎ/, /ʦ/, /ʣ/.
E vediamo alcune parole con questi suoni.
/ɲɲ/ segno, ragno,Agnese /ʃʃ/ coscia, lasciare, ascensore /ʎʎ/ aglio, tagliare, figlio /ʦʦ/spazio, spezzare, azione /ʣʣ/ azienda, ozono, rozzo Sentite, queste consonantisono sempre lunghe tra due vocali, anche quando le due vocali si tro vano indue parole separate: La zona Lo zio /loʣˈʣio/ (oppure “lo zio” /loʦˈʦio/ in unapronuncia più tradizionale) La scena Lo gnomo E gli altri Tra due vocali la“versione breve” di questi suoni in italiano standard è impossibile, dunque la geminazione non ha un valore distintivo.
È qualcosa che si fa, che si fa sempre, è intrinseco a questi suoni.
Non può esistere una coppia minima /ˈkoʃa/ /ˈkoʃʃa/ come esiste /ˈpala/ e /ˈpalla/, perché /ˈkoʃa/ è impossibile.
Questo è vero nella pronuncia standard (e in questo caso hanno ragione gli italiani del centro e del sud); perché al nord non è necessariamente così, tant’è vero che io stesso(che sono del Nord) per la maggior parte della mia vita ho detto “segno” e “coscia” non geminati, come del resto i miei genitori.
Se siete del Nord come dite questi suoni? Scrivete nei commenti.
Bene, per /ɲ/, /ʃ/, /ʎ/a livello grafico usiamo delle combinazioni di lettere (GN, SC, SCI, GLI);e per quanto riguarda invece /ʦ/ e /ʣ/ usiamo la lettera Z.
A volte due (PEZZO,ROZZO), a volte una sola (AZIONE, OZONO); ma ci tengo a ripetere che, la pronuncia di questi due suoni tra due vocali è sempre lunga, che si scrivano due Z o una soltanto.
È solamente una questione di convenzioni ortografiche.
- In alcune parole scriviamo due Z.
Pezzo, Pizza, Razza(o “razza”), spazzare, ammazzare, autorizzare, azzerare e via dicendo.
Ah, a proposito di /ʣ/,il suono di parole come azienda, autorizzare, Zeta.
Ecco, se siete stranieri questo suono potrebbe essere un po’ difficile per voi.
Sarebbe come /ʦ/ ma con la vibrazione delle pliche vocali (e non corde, perché sono pedante),pliche vocali.
/ʣ/ /ʣ/ /ʣ/.
/ʦ/ e /ʣ/ si scrivono con la stessa lettera ed è difficile trovare regole per determinare quando si pronuncia /ʦ/ e quando /ʣ/, quindi oggi non mi occuperò di questo.
Se avete dubbi consultate il DiPi, un ottimo dizionario di pronuncia italiana.
A Abbiamo poi parole come “azione”, “ozio”, “adozione”, “grazie”.
E qui, vedete, di Zne mettiamo una sola, ma ne pronunciamo sempre due.
Da piccoli ci insegnano che nelle combinazioni ZIO, ZIA, ZIE la Z non si scrive mai doppia.
È una regola grafica che funziona quasi sempre.
Ci sono alcune eccezioni, per esempio le parole PAZZIA, RAZZIALE, CORAZZIERE che derivano da altre parole che hanno già due Z nella grafia (“pazzo”, “razza”, “corazza”).
Quindi i derivati mantengono la doppia Z, benché sia seguita da -IA-.
Ma comunque, questa regoletta funziona bene con la maggior parte delle parole come “azione”, “situazione”, “adozione”, “ozio”, “grazie”, “Lazio”.
E queste parole altro non sono che latinismi, parole colte prese dai libri in latino.
E il fatto che siano latinismi è proprio il motivo per cui scriviamo una sola Z.
Ma calma, perché ci torniamo tra un attimo.
Ci sono poi parole provenienti da altre lingue, come i grecismi “azoto”, “ozono” (che si pronunciano sempre con /dz/ ed è sempre lungo, mi raccomando.
/ oʣʣono/, non /oʣono/),parole straniere come “Lazo” (dallo spagnolo), “azero” (dell’Azerbaijan),“bazar”, (dal farsi), “mazurca” (dal polacco).
E infine ci sono composti come “prozio”, “protozoo”.
Anche queste parole si scrivono con una sola Z ma si pronunciano, l’avete capito, con un suono geminato.
Bene, ora conoscete questa nuova regola di pronuncia.
Ricordatevi dunque di dire coSCia, graZZie e seGGNo.
Grazie per aver guardato, alla prossima! Scheeeerzo, scherzo, scherzo.
Ora ovviamente vedremo le motivazioni storiche, siamo su Podcast Italiano dopotutto! Non ci interessa solo come funzionano le cose, ma perché sono così.
/ɲɲ/ Partiamo da /ɲ/.
Secondo voi c’era in latino il suono /ɲ/? No, non c’era.
In latino una parola come questa (Signum) si pronunciava probabilmente, con una combinazione di due consonanti [ˈs̠iŋnʊ̃ˑ]/], come nella parola inglese haNGNail.
Bello vero? Signum.
A me piace un sacco.
Questa combinazione di due consonanti in fiorentino ha prodotto un unico suono lungo.
[Davide colpisce il tavolo.
“Ma che c-”] [DAVIDEILLUSTRA IL PASSAGGIO DA [ŋn] a [ɲ ɲ]].
Probabilmente è andata così.
/ɲ/ però ha anche una seconda origine.
Prendiamo per esempio la parola IUNIU(M), cioè “giugno”.
Cosa succede? È successo qualcosa di questo tipo.
Prima c’è IUNIU(M),poi abbiamo IUNJU(M), quindi -IU- si fondono in -JU-, /nju/.
Poi /j/ causa il raddoppiamento della consonante prima, di -N-, quindi iuNNju(m).
E qui, vedete, si sviluppa questa doppia, questa geminata IUNNJU(M).
Poi IUGNU(M), quindisi sviluppa /ɲ/.
E poi “giugno”.
Adesso non so a che punto si è sviluppata la /ʤ/ iniziale, ma comunque vedete, a un certo punto si è sviluppata una doppia N.
/ʎʎ/ La storia di /ʎ/è simile.
In latino non esisteva.
Come si è creato? Prendiamo FOLIA(M).
Nel passaggio da latino al fiorentino è successo questo: FOLIA(M) > FOLJA- (M) > FOLLJA(si crea una doppia L) > FOGLIA.
Allo stesso modo da FILIU(M) abbiamo figlio e da MULIER moglie.
Ed ecco, anche qui, da dove la nostra /ʎ/ lunga.
/ʃʃ/ Passiamo a /ʃ/.
C’era in latino il bellissimo suono /ʃ/? No! Perché questa parola (PISCE[M]) in latino si pronunciava/piskem/ e ha originato PESCE.
ASCIA(M) ha generato ASCIA e via dicendo, sc(ā) ena(m) ha originato SCENA, e via dicendo.
Il passaggio è probabilmente stato questo: [DAVIDE DIMOSTRA IL PASSAGGIO DA /sk/ a / ʃʃ/].
Dovrebbe essere qualcosa del genere.
Anche qui una combinazione di consonanti /sk/ genera una consonante lunga, quindi da [sk] a [ʃʃ].
In qualche caso /ʃ/deriva da X, che altro non è che una combinazione di /k/ e di /s/, /ks/, il contrario di /sk/.
Per esempio COXA ha generato COSCIA, LAXARE > lasciare.
E in altri casi ancora /ʃ/ deriva /stj/.
Per esempio, angoscia, per esempio, deriva da Angustia(m), biscia da BĒSTIAM.
/ʦʦ/ e /ʣʣ/ Arriviamo finalmente alla nostra Z.
I nostri suoni /ʦ/ e/ʣ/.
I nostri suoni /ʦ/ e/ʣ/ in latino classico, mi dispiace, ma non c’erano.
Questa parola nella pronuncia classica del latino si pronunciava GRATIA, non grazia.
Eh sì, mi spiace.
I suoni /ʦ/ e /ʣ/,però, poi si sono sviluppati e nel fiorentino si sono create parole come PIAZZA, PALAZZO e MEZZO, ROZZO.
Queste sono parole popolari, cioè tramandate di generazione in generazione, di bocca in bocca, dagli antichi romani fino ai fiorentini del 1200 e che, venendo usate per secoli, sono andate incontro a vari cambiamenti fonetici.
Prendiamo per esempio una parola come Palātiu(m).
Abbiamo [DAVIDEILLUSTRA IL PASSAGGIO da Palātiu(m) a Palazzo].
Da ARETIU(M) abbiamo “Arezzo”; similmente da MEDIUM abbiamo avuto “mezzo” e da RUDIU(M) “rozzo”.
E in queste parole di origine popolare scriviamo due Z.
Si dà il caso, però, che nella storia dell’italiano i dòtti, i letterati, abbiano accolto tantissimi latinismi, parole colte recuperate dai libri e inserite nel lessico dell’italiano, le quali non hanno subito i cambiamenti fonetici delle parole popolari.
Ne ho parlato in questo video recente.
Dal latino VITIU(M)infatti popolarmente avremmo avuto VEZZO, non VIZIO (come PALAZZO o PIAZZA).
VEZZO infatti esiste, ma ha un significato diverso.
È lo sviluppo popolare di VITIU(M), mentre VIZIO è la stessa parola ma recuperata dai libri.
Prima, se eravate attenti, vi ho spiegato la regola ortografica per cui -ZIO-, -ZIA-, -ZIE- si scrivono con una sola Z (quasi sempre) e vi ho detto che le parole che hanno queste combinazioni sono dei latinismi.
Questi latinismi derivano da parole latine che contenevano combinazioni del tipo “voc.
+ tie, tia, tio;ctie, ctia, ctio; ptie, ptia, ptio” Per esempio.
Azione viene da ACTIONE(M).
“Adozione” deriva da“ ADOPTIONE(M)”.
In questi esempi abbiamo CT e PT, seguiti da IA, IE, IO.
Quando questi latinismi di questi due gruppi con /kt/ e /pt/ venivano italianizzati /kt/ e/pt/ erano sostituiti con /ʦ/ lungo, che, come abbiamo detto, il fiorentino aveva sviluppato popolarmente, quindi in parole come MEZZO, PALAZZO, PIAZZA.
Quindi “azione”, “adozione”.
Ci sono però tanti latinismi che derivano da parole latine con vocale + tie, tia, tio, come NATIONE(M), SITUATIONE(M) o, appunto, GRATIA(M) in cui, vedete, non c’è -PT- o-CT- ma solamente una T seguita da IA, IE, IO.
Dunque una sola consonante, non due.
Per questo motivo sembrerebbe che fino al 16esimo secolo i dotti, pronunciassero le parole di questo gruppo con una /ʦ/ breve, cioè NAZIONE mentre pronunciavano ADOZIONE eAZIONE con una /ʦʦ/ lunga, geminata.
Lo facevano perché…beh, probabilmente erano un po’ pedanti e volevano far vedere che c’era una differenza etimologica: una parola derivava da -TIONEM con /ʦ/ breve, le altreda -PTIONEM e -CTIONEM, quindi /ʦʦ/ lunga.
E quindi probabilmente anche GRAZIA, un latinismo tipo NATIONE(M), veniva pro nunciato con una /ʦ/ breve.
Questa era però una distinzione totalmente artificiale che operavano i dotti quando si riempivano la bocca di questi latinismi, non di certo i contadini analfabeti che spalavano la m.
E dunque i dotti come scrivevano questi latinismi? Beh, c’era decisamente poca uniformità nella scrittura, ma in generale, non c’erano norme ufficiali come le abbiamo oggi.
Nel rinascimento, per esempio, quando il latino e la cultura classica andavano particolarmente di moda, c’era chi scriveva NATIONE, ADOPTIONE, ACTIONE (anche se, attenzione, la pronuncia era comunque /ʦ/, breve o lunga, non era /pt/ o /kt/).
C’era poi chi scriveva NATIONE, ADOTTIONE e ATTIONE, quindi con delle T.
C’era infine chi scriveva NAZIONE, ADOZZIONE e AZZIONE.
La Z era una soluzione più fonetica e meno etimologica ed è quella che, alla fine, ha avuto la meglio, anche se c’era chi comunque voleva rimarcare la differenza tra NAZIONE con una Z e AZZIONE con due Z.
Ma, come dicevo, /ʦ/o /ʣ/ popolarmente in fiorentino si pronunciavano sempre lunghe e molti dotti rifiutavano comunque questa distinzione artificiale tra Z singola e doppia che alla fine riguardava solo i latinismi.
Alla fine la pronuncia popolare ebbe la meglio, la /ʦ/ sempre lunga vinse e questa distinzione tra NAZIONE e AZIONE venne meno.
Tutti i latinismi si pronunciavano allo stesso modo, con una Z geminata.
Ma a livello grafico che cosa si scriveva? Una Z o due? L’allora neonata Accademia della Crusca nel suo primo Vocabolario del 1612 optò per una sola Z per tutti i latinismi: NAZIONE, ADOZIONE, AZIONE, mantenendo però due Z nelle parole popolari.
E questa è la norma che ancora oggi impariamo a scuola.
PALAZZO da un lato, GRAZIE dall’altro.
Anche se la pronuncia della Z è la stessa.
Quindi per rispondere alla domanda iniziale: diciamo /grattsje/ perché in italiano la /ts/ tra vocali è sempre geminata (come anche le altre consonanti che abbiamo visto prima),scriviamo GRAZIE, con una Z sola, perché è un latinismo.
Chi scrive GRAZZIE con due Z forse non conosce la regola ortografica e dovrebbe impararla, ma quello che sta facendo è ascoltare il suo orecchio.
[Brad Pitt che dice “grazie”] Grazie di essere arrivati fin qui.
Per gli studenti di italiano tra voi, fatemi sapere se conoscevate questa peculiarità dell’italiano, se sapevate questi suoni che si pronunciano sempre rafforzati, sempre lunghi.
Mi raccomando, eh? SeGNO, coSCia, aZione, oZono! Detto ciò ringrazio gli oltre 750 membri del Club, che sostengono questo progetto e mi aiutano a vivere di questi video.
Andate a dare un’occhiata.
Tra l’altro tra poco farò una nuova diretta esclusiva per i membri del Club in cui parlerò delle consonanti, ne ho già fatta una sulle vocali, ne farò una sulle consonanti.
Quindi se vi può interessare o se vi possono interessare 80 episodi di un podcast esclusivo, trascrizioni, dirette, gruppo Telegram e tanto altro andate a dare un’occhiata.
Un enorme GRAZIE a tutti i membri.
Ci vediamo presto.
Alla prossima!