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What I learned after 4 years of tutoring and some advice [Learn Italian, with subs]

February 10, 2020

Transcription

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Ciao a tutti ragazzi e ragazze bentornati, questo è Podcast Italiano un nuovo video. La scorsa settimana abbiamo parlato di leggere e oggi voglio tornare a

parlare di... sì, di parlare, ma dalla prospettiva mia, ovvero quella dell’insegnante o del tutor. Ormai è da un po’ di tempo che faccio lezioni d’italiano,

quasi tre anni e mezzo direi. Ho fatto 1252 lezioni a 385 studenti, sto leggendo le statistiche di Italki.

Trascrizione con glossario e audio isolato (sul PI Club)

E, appunto, volevo parlarvi di Italki prima di iniziare questo video, e alla fine le due cose, cioè, per me insegnare e Italki sono molto correlate, non si tratta di una semplice sponsorizzazione per me, perché io insegno su Italki, ho insegnato su Italki tutti questi anni. Italki è una piattaforma dove potete trovare insegnanti di più o meno qualsiasi lingua e fare lezioni personalizzate con loro, qualsiasi siano i vostri obiettivi. E a parte il fatto che mi pagano per dire queste cose io comunque consiglierei Italki lo stesso a chiunque mi chiedesse come fare esercizio linguistico, comei niziare a parlare una lingua. È molto più economico delle scuole di lingua tradizionali, è più efficiente, nel senso, potete fare lezione anche dal bagno di casa vostra se volete Fate lezioni individuali e personalizzate, come ho già detto prima.

L’offerta di Italki forse la conoscete ma vale la pena ripeterla: voi potete fare una lezione di prova con qualunque insegnante, me, ma anche altri insegnanti, la lezione di prova per voi è gratis, e poi quando fate effettivamente un acquisto ottenete 10 dollari in crediti Italki. Quindi potete provare se vi piace, se non vi piace, ma credo proprio che vi piacerà.

In questi anni di insegnamento o di tutoraggio mi sono reso conto di alcune cose.

La prima cosa è che tutti dicono di parlare peggio di quanto capiscano. Ho fatto un video su questo argomento, potete andarlo a vedere se volete, ed è una cosa ovviamente normale, ma dico ovviamente per me perché io sento questa cosa tutti i giorni da un sacco di persone. Quindi è una cosa normale. Però ho anche notato che tante persone di fatto non parlano mai e quindi non capisco molto bene questo, cioè... se volete migliorare il vostro parlato dovete parlare, no?

Mi sembra abbastanza ovvio. Mentre io noto che tante persone in un certo senso si lamentano un po’ di questo ma di fatto non parlano mai. Se gli chiedessi “ma quand’è l’ultima volta che hai parlato?” probabilmente mi direbbero “tre mesi fa”, non lo so. Se siete in questa situazione pensate: quand’è l’ultima volta che avete parlato? O con qualcuno, oppure avete scritto o avete chattato?

Oppure avete fatto un monologo con voi stessi. Perché è inevitabile che se non parlate mai non potrete mai parlare bene.

Seconda considerazione: tutti più o meno fanno gli stessi errori e se anche voi avete mai insegnato una lingua vi sarete resi conto. Gli errori sono quasi sempre

gli stessi, sono errori ricorrenti. Quante volte ho sentito: “qualche volte” al posto di “qualche volta” oppure “ho imparato l’italiano per due anni” al posto di “imparo l’italiano da due anni”. E va benissimo così, se sono errori è perché sono aspetti della lingua magari complicati o magari diversi da altre lingue in una maniera inaspettata. Ci sono errori che gli studenti dopo aver sentito la correzione ripetono altre 5, 10, 20 volte ed è assolutamente normale, siamo fatti così, quando un errore è stampato nel cervello è difficile toglierselo. Se volete fare gli insegnanti abbiate pazienza, è assolutamente normale. E se siete studenti, sappiate che è normale ripetere tantissime volte gli stessi errori.

Vi do già un consiglio, anche se i consigli sono dopo: è importante che voi comunichiate al vostro insegnante come volete essere corretti in una lezione a tu per tu,

individuale. Volete essere corretti sempre, ogni volta che sbagliate? Oppure volete essere corretti in forma scritta, quindi in un report oppure in un documento condiviso?

Per ogni insegnante è importante capire quando correggere, come correggere, ci sono errori che non ha senso correggere, soprattutto se...soprattutto se lo studente fa tanti errori, perché se uno studente fa errori in ogni frase correggerlo sarebbe

davvero molto fastidioso anche. E sarebbe soprattutto deprimente per lo studente, che è una cosa che non vogliamo, non vogliamo che lo studente si deprima. E anche se lo studente vi dice: “correggimi sempre quando sbaglio” non è sempre applicabile questa cosa, dipende sempre... dalla quantità di errori, dipende da quando vengono fatti gli errori, perché se il discorso è molto interessante non mi va di interrompere il flusso del discorso per farti notare un errore che hai appena fatto.

Insomma, correggere gli errori è un’arte abbastanza complicata, secondo me, e secondo me ci deve essere anche collaborazione tra studente e insegnante.

Il 99,99 per cento degli studenti ha un accento, sono davvero davvero rari i prodigi nel mondo degli accenti Ci sono... ci sono persone che hanno accenti, pronunce fantastiche, ma sono pochissimi. Quasi tutti hanno accenti abbastanza marcati, abbastanza evidenti... e va benissimo così, non è un problema, non è qualcosa di cui vergognarsi. C’è anche una differenza enorme tra chi ha vissuto in italia e ch non ha vissuto in italia in termini di accento, e soprattutto in termini di intonazione, questo l’ho notato.

Cioè, chi ha vissuto in italia ha davvero un’intonazione molto italiana, mentre chi non ha vissuto in italia di solito non ha non ha una vera intonazione italiana, e

questo perché secondo me in parte perché l’Italia ha così tante intonazioni diverse che solamente chi va in un determinato luogo acquisisce l’intonazione di quel luogo e quindi intonazioni italiane.

Ribadisco che secondo me si può tranquillamente imparare una lingua senza mai andare a vivere nel paese dove si parla. Dico solo che c’è questa differenza.

E infine, più o meno tutti hanno paure e hanno complessi di(nel) parlare e secondo me il ruolo dell’insegnante prima ancora di insegnare o di aiutare linguisticamente è quello di far passare queste paure, di lavorare sul lato psicologico dello studente, di motivarlo e di metterlo a proprio agio quando parla e in generale di guidare il suo apprendimento. Il linguista Stephen Krashen parlava del filtro affettivo e diceva che tutte le emozioni negative che si frappongono fra noi e l’apprendimento ci impediscono di apprendere.

Ed è vero alla fine, è una idea abbastanza semplice ma è molto vera. Quindi l’insegnante deve in un certo senso rimuovere tutte queste emozioni negative, è molto molto importante.

E ora vi volevo parlare di alcuni consigli se volete fare lezioni di lingua.

Consiglio numero uno: ricordatevi che l’insegnante non vi può trasmettere la lingua, vi può aiutare nella produzione attiva della lingua, vi può aiutare in alcuni determinati aspetti, con alcune parole, ma alla fine siete voi che dovete ascoltare la lingua, che dovete essere esposti tutti i giorni. E questo l’insegnante non lo può fare per voi. Non penso sia il vostro problema perché siete su un canale Youtube per l’apprendimento dell’italiano, state ascoltando l’italiano, vi state esponendo alla lingua, ma ci sono tanti studenti che fanno l’errore di pensare che una lezione a settimana basti. E non basta, non è lontanamente sufficiente.

Se non fate nulla tutta la settimana non pensate di migliorare, perché non succederà. Io non sono del tutto d’accordo con chi dice che le lingue si imparano parlandole. Cioè, chiaro, se vivete nel paese è un altro conto, ma se non vivete nel paese della lingua secondo me ci deve essere tutto un lavoro di ascolto e di lettura che

poi vi permette di parlare, ma non potete pensare di parlare, secondo me, se non avete mai ascoltato nulla e se non avete mai letto nulla.

Cercate insegnanti che imparino le lingue.

Se fate lezione con insegnanti che non hanno alcuna esperienza di apprendimento linguistico non capiranno i vostri problemi, non capiranno la vostra fatica, il vostro sforzo, la vostra difficoltà nel mettere insieme due parole, le vostre frustrazioni. Io invece le capisco perché io ci sono passato, come diciamo noi, ci sono passato, ho fatto esperienza delle stesse frustrazioni e dello stesso sforzo immane nel dover dire due parole. Due parole magari banali, che so benissimo passivamente ma che in quel momento proprio non riesco a trovarle nel cervello, proprio...

Può essere utile che l’insegnante parli la vostra lingua, secondo me non è fondamentale, ma secondo me è utile. E io vedo, per esempio grazie alle mie lingue che conosco, inglese, spagnolo, francese e russo, un pochino di portoghese, un pochino di tedesco, che sono in grado di aiutare molto meglio i miei studenti che sono

madrelingua in queste lingue rispetto agli studenti le cui lingue non conosco... la cui lingua non conosco. Per esempio, i miei studenti cinesi è un po’ più difficile

aiutarli perché non capisco l’origine dei loro errori. Posso dire “sì, questa frase è innaturale in italiano” ma non capisco l’origine dell’errore.

Quindi un insegnante che parla nella vostra lingua è utile ma non deve parlare nella vostra lingua a meno che non sia strettamente necessario. Quindi scappate da insegnanti che iniziano a parlare nella vostra lingua perché vogliono fare esercizio loro al posto vostro. No, lasciateli stare quelli, andate da chi vi parla in italiano o nella lingua che state imparando. Chiaro, io a volte utilizzo qualche parola nella lingua dello studente per aiutarlo, è una cosa che va benissimo fare ogni tanto ma non deve

diventare la norma.

E voi stessi per quanto possibile cercate di non ricorrere alla vostra lingua, perché sì, è facile, è una tentazione che abbiamo tutti, ma è importante sviluppare l’abilità

di parafrasare, quando non riusciamo a dire qualcosa dirla in maniera dieci volte più semplice, dirla come dei bambini delle elementari o dell’asilo utilizzando gesti,

anche, utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione.

Non dobbiamo avere paura di sembrare idioti.

Sì, sembriamo tutti degli idioti quando proviamo a imparare una lingua e va benissimo,

fa parte del bello dell’imparare una lingua. Non possiamo pensare di essere vincitori di premi nobel per la letteratura. Il nostro modo di esprimerci in una lingua straniera parte sempre dal livello bambino dell’asilo, e anche quando diventiamo bravi a volte ritorniamo a livello bambino dell’asilo e continueremo a fare errori banali e continueranno a non venirci parole basilari.

Non siate perfezionisti, dunque. Comunicare qualcosa, comunicare un messaggio in una lingua straniera è già qualcosa di miracoloso, se cipensate. Cioè, state utilizzando dei suoni che non fanno parte della vostra lingua, delle parole, delle strutture che non fanno parte della vostra lingua estate veicolando, state trasmettendo

un messaggio È qualcosa di incredibile se ci pensate. Parlare in una lingua straniera è come mettersi a nudo.

Siamo molto più vulnerabili, non abbiamo la protezione della lingua, non abbiamo la protezione della nostra, come dire, eloquenza nella nostra lingua. E per questo non dobbiamo prendere il madre lingua come modello di riferimento, perché... o meglio, possiamo ispirarci, ma secondo me è un modello che per la maggior parte delle persone è assolutamente irraggiungibile.

La maggior parte di voi non parlerà mai come me, così come io non parlerò mai

come voi nella vostra lingua madre.

Ma la cosa bella è essere in grado di comunicare delle idee, ed è una cosa miracolosa già di per sé.

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