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Are Italians bad at speaking Italian? [Learn Italian - with subs]

November 13, 2019

Trascrizione

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Ciao a tutti e benvenuti o bentornati su Podcast Italiano, il podcast e canale YouTube per imparare l'italiano attraverso contenuti interessanti e autentici il più possibile.

Questo è il mio scopo.

Penso che questo tema possa interessare tutti, sia gli stranieri che mi guardano per imparare l'italiano, ma anche gli italiani che capitano su questo canale

e magari gli interessano gli argomenti di cui parlo.

Avete letto probabilmente il titolo del video: gli italiani sono ignoranti?

Gli italiani non sanno parlare bene l'italiano?

Voglio fare questa riflessione raccontandovi due cose, due, diciamo... situazioni che mi hanno portato a riflettere su questo argomento.

La prima è il video che ho recentemente pubblicato con la mia amica Yulia, un video in cui parliamo un po' delle sue strategie per imparare l'italiano,

di come sia riuscita a impararlo così bene in due anni e mezzo.

Questo video ha ricevuto mediamente molte più visualizzazioni dei miei altri video.

Sono arrivati anche molti italiani e diciamo che il filo rosso che ho potuto individuare in molti commenti era questo: Yulia parla italiano molto meglio di tantissimi italiani.

Questo commento è simile a quello che ricevo anch'io a volte quando parlo inglese o quando parlo russo, sono forse le mie due lingue migliori.

Molti mi dicono: "parli meglio di molti americani o di inglesi" o "parli meglio di molti russi".

Sicuramente una persona, magari come me, che sa tante parole, o come Yulia, che sa tante parole difficili o complicate, che magari neanche gli italiani

usano spesso, può sembrare molto eloquente, molto brava a parlare la lingua.

Ma poi gli errori che posso fare io in inglese o in russo o lei in italiano sono errori che di norma un italiano (UN MADRELINGUA) non farebbe, non tutti, alcuni

come il congiuntivo possono... anche gli italiani possono commettere errori... possono cadere, diciamo noi, sul congiuntivo.

Ma ci sono errori, per esempio con gli articoli, che può fare uno straniero ma che gli italiani... un italiano non farebbe mai.

La seconda cosa che mi ha portato a fare questa riflessione è un video che ho visto, in realtà è un podcast in formato video molto interessante, con una ragazza che

ha un curriculum davvero stellare, spettacolare, pazzesco, che ha studiato in Inghilterra ad Oxford, che si occupa di politica, che ha fatto un sacco di cose ha lavorato per aziende importantissime e ha poco più di 30 anni.

E lei nell'intervista utilizzava sempre "piuttosto che" in una maniera che dà fastidio a molte persone. Questo uso disgiuntivo di cui, tra l'altro, ho parlato in un episodio che vi linkerò se volete andare a sentire, è un uso relativamente nuovo, neanche così nuovo, però sta crescendo come intensità, ed è un uso che dà fastidio a un sacco di persone che non tollerano questo nuovo significato disgiuntivo. Cioè, in sostanza, "piuttosto che" al posto di significare "invece" spesso adesso viene utilizzato al posto di "oppure".

Mi sembra davvero interessante che tante persone piuttosto che... piuttosto che, il senso classico, questo è il senso tradizionale, commentare sulla sostanza, entrando nel merito di quello che ha detto l'ospite criticavano il suo uso di "piuttosto che" alcuni in maniera molto accesa in maniera molto molto arrabbiata, addirittura. Vi faccio vedere alcuni esempi di questi commenti. Ecco in passato devo dire che anch'io ero una di queste persone, che io sinceramente definirei "grammar nazi", cioè persone che criticano il modo di scrivere o di parlare altrui e sinceramente è un comportamento che io ritengo sbagliato e magari qualcuno di voi non è d'accordo con me, ma io ritengo che sia sbagliato correggere senza richiesta, senza che ce lo richiedano (o "ce lo chiedano") i nostri compatrioti, le persone che parlano la nostra stessa lingua.

Non è nemmeno efficace al fine di aiutare le altre persone, di solito è solamente un modo di iniziare un litigio di risultare particolarmente fastidiosi e odiosi.

Si tratta sostanzialmente di attacchi "ad personam" o potremmo dire "ad hominem" come dicevano i latini ovvero attacchi sulla persona (meglio: "a una persona"), su una

caratteristica della persona, in questo caso il suo modo di parlare o di scrivere, perché poi queste critiche spesso le vediamo su Facebook o sui social.

Una critica sulla forma di quanto detto e non sul merito di quanto viene detto.

Io in passato ero una di queste persone, ok, magari non ho mai criticato apertamente su internet - forse sì, forse l'ho anche fatto - però mi davano in generale molto fastidio gli errori di altre persone e devo dire che è una cosa che universalmente dà fastidio a tutt. Cioè, quando altre persone - altre persone madrelingua, perché ovviamente gli stranieri sono autorizzati a sbagliare - ma quando altri madrelingua utilizzano la nostra lingua in maniera secondo noi impropria noi ci sentiamo in diritto di arrabbiarci e di riversare la nostra rabbia su di loro o perlomeno tenercela a fatica dentro di noi. Ci può stare arrabbiarsi, ma non ci può mai stare criticare apertamente le altre persone.

Anch'io preferisco l'uso tradizionale di "piuttosto che" perché è l'uso al quale sono più abituato. Anche a me non piace quando le altre persone sbagliano i congiuntivi, ma bisogna tenere conto di due cose o forse tre cose: la prima cosa che sbagliare è umano, tutti sbagliamo, a volte è un errore dovuto al correttore del telefono. Anch'io mi sbaglio, sbaglio congiuntivi a volte, lo ammetto, sono umano.

Seconda cosa, noi dobbiamo tenere conto, secondo me, del background delle persone perché non tutti hanno avuto modo di accedere allo stesso tipo di istruzione, non hanno fatto tutti l'università, alcuni non hanno fatto nemmeno le superiori se sono persone di una generazione... soprattutto di generazioni passate. Abbiamo tutti vite diverse.

Quindi non possiamo criticare, secondo me, altre persone, soprattutto senza conoscere la loro storia.

Terza cosa: secondo me questa è anche la più interessante delle tre. Le persone che criticano lo fanno sulla base di alcune conoscenze sulla propria lingua che hanno...

che sono state erogate loro al liceo alle superiori oppure alle scuole medie o addirittura elementari, ma non sanno nulla di linguistica. E la linguistica è una disciplina estremamente interessante, che tra le altre cose si occupa di cambiamenti linguistici.

Chi sa un minimo di linguistica sa che tutte le lingue cambiano ma anche chi non lo sa intuitivamente può capirlo.

Perché se oggi non parliamo latino oppure non parliamo proto-indoeuropeo è perché le lingue cambiano.

Attenzione, non è che è un miglioramento o un peggioramento.

No, assolutamente no. È come le nuvole che cambiano casualmente. Questi piccoli cambiamenti, queste parole che cambiano di significato sono... accumulandosi,

nel corso di centinaia di anni o migliaia di anni portano a lingue che sono completamente diverse tra di loro. (Come) il latino e l'italiano. O meglio, hanno somiglianze ma non sono... una persona che parla italiano non capisce il latino automaticamente.

I cambiamenti linguistici sono fenomeni studiati, e sono... vi dirò, fenomeni molto molto interessanti. E secondo me è molto più interessante ed è molto più salutare per la nostra psiche pensare: "Hmm, interessante, non avevo mai sentito questa nuova accezione di questa parola. Ma perché è così? A quale fenomeno afferisce? È un uso che c'è da tanto tempo e non l'ho mai sentito oppure è un occasionalismo?" Queste domande sono interessanti ed è molto più produttivo e arricchente (porsele), secondo me, che farci il sangue amaro e cercare di fermare, come vogliono alcuni, il "degrado della lingua".

Il degrado della lingua innanzitutto non è degrado, secondo, me perché appunto c'è sempre stato e sempre ci sarà, o meglio sempre cambieranno le lingue.

E tra l'altro, facciamoci caso che in tutti i paesi dicono la stessa cosa, in America dicono "tutti gli americani parlano male", in Regno Unito dicono la stessa cosa,

in Russia dicono la stessa cosa. E non per fare lo snob, ma conoscere tante lingue mi dà anche modo di capire che questa cosa c'è ovunque e tutti si lamentano di come parlano le altre persone. E a dirvi la verità, (persino) i latini si lamentavano della maniera in cui i giovani parlavano.

Ragazzi questa è una cosa che esiste da sempre! Certo c'è un altro problema, che è l'analfabetismo funzionale.

Secondo alcuni studi, infatti, molti italiani hanno problemi a capire un testo scritto in una maniera complicata e tecnica.

Ma questo secondo me è un altro problema, adesso stiamo parlando di come le persone utilizzano alcune parole o utilizzano la grammatica.

O diciamo che tutti i popoli del mondo parlano male la propria lingua oppure accettiamo che questa è una cosa comune, fa parte di un fenomeno comune.

Voglio concludere dicendo questa cosa: cercate di essere più positivi nella vita, cercate sempre di non indignarvi (meglio: di non indignarvi sempre), di arrabbiarvi per qualsiasi cosa.

Che voi siate stranieri e vi arrabbiate per come nella vostra lingua utilizzano una certa forma grammaticale, una certa parola, o che voi siate italiani e vi arrabbiate magari perché altri italiani non usano il congiuntivo.

È importante che ci sia uno standard, è importante che ci sia una maniera codificata (di parlare), che ci siano i dizionari e che ci sia un modo ufficiale di parlare e che persone che ricoprono certe cariche parlino in questo modo.

No? Se il presidente della repubblica non usa i congiuntivi per me non è bello, per me è una cosa abbastanza scandalosa. Ricordiamoci che questo è un tipo specifico di lingua, che la lingua è un organismo vivo, mutevole il cui cambiamento non puoi arrestare. Altrimenti noi oggi parlerem(m)o latino, oppure parleremmo indoeuropeo ma chiaramente non lo sto facendo in questo momento, e questo non è Podcast Latino.

Grazie per la visione ci vediamo nel prossimo video. Ciao!

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