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Hai un accento INGLESE in ITALIANO? Ecco perché…

December 15, 2024

Trascrizione

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Ciao a tutti, ragazzi, e benvenuti a questo video, dove vi parlerò dell’influenza della pronuncia dell’inglese in italiano.

Se la tua madrelingua è l’inglese e impari l’italiano, e non vuoi parlare così, questo video è molto importante. Ti spiegherò come identificare le interferenze più comuni del tuo accento nativo in italiano. Ti parlerò, in particolare, di quattro fenomeni che rendono proprio evidente alle orecchie di un italiano che vieni da un Paese anglofono.

Trascrizione con glossario sul Podcast Italiano Club

Ora, non c’è nulla di male ad avere un accento in una lingua straniera, e poi è anche molto difficile eliminarlo del tutto: ci riescono pochissime persone. Tuttavia, avere un accento più nativo, più italiano, può essere divertente, può essere appagante: rende il tuo italiano più autentico e porta con sé tutta una serie di vantaggi.

Se vuoi scoprire tutte le trappole della pronuncia italiana per anglofoni, tra l’altro, ho anche fatto una masterclass gratuita che va molto nel dettaglio, più di questo video. Puoi scaricarla al link in descrizione o scansionando questo codice QR. E se scarichi la masterclass ti manderò anche il mio mini-corso, anch’esso GRATIS, su come imparare la pronuncia dell’italiano.

Ah, io mi chiamo Davide e questo è Podcast Italiano, un canale per chi impara o ama l’italiano. Ricordati che puoi attivare i sottotitoli se ne hai bisogno; e che trovi la trascrizione di questo video con il glossario delle parole difficili sul mio sito. Link in descrizione!

Quando impariamo la pronuncia di una lingua è sicuramente importante capire come si articola ogni suono di quella lingua, come si producono i suoni. Ma è anche molto importante, per fare questo, capire come la nostra madrelingua influenza la nostra pronuncia nella lingua che stiamo imparando. Dopo tutto, moltissimi degli errori che faremo saranno proprio causati dall’interferenza della nostra lingua: e questo vale non solo per l’accento, ma per qualsiasi cosa.

Ho pensato a quattro aspetti della fonetica inglese a cui chi parla inglese deve prestare particolare attenzione, se vuole avere un accento più italiano.

1) Riduzione delle vocali a schwa [ə]

Come pronunci queste parole? [banana, corretto, fedele]

Probabilmente, se sei anglofono, tenderai a non pronunciare in maniera chiara alcune vocali in queste parole, e dire qualcosa come “bənana”, “cərretto”, “fədele”, al posto di “banana”, “corretto”, “fedele”.

Ma perché succede questo? Allora, in inglese è comunissimo il fonema chiamato schwa, ovvero il suono [ə]. È il suono di parole come about, success, focus, comma, ma che è anche molto comune in parole grammaticali nella loro forma ridotta, come “I could do it”, “could do it”, “you should come”, “you have to go” … ma gli esempi sarebbero moltissimi. ******Lo schwa è davvero usatissimo in inglese, tanto che è la vocale più comune di questa lingua. Sì, sto parlando dell’inglese, ma perché è importante capire questa cosa quando, poi, cerchi di parlare italiano.

La caratteristica chiave è che [ə] è essenzialmente usato in sillabe che non portano l’accento, come nelle parole che ho mostrato prima: about (l’accento è su bout), focus (l’accento è su fo). E quindi, quando un anglofono parla italiano, tenderà a pronunciare le vocali non accentate, oppure “atone”, con uno schwa. Per esempio, queste parole (e adesso faccio un accento anglofono):

feroce, attento, fertilità, banana, corretto, fedele, luna, catastrofe, ripetere.

Ora sto un po’ esagerando, ma perché voglio farti sentire la differenza.In italiano, queste vocali invece vanno pronunciate tutte in maniera abbastanza chiara, quindi: feroce, attento, fertilità, banana, corretto, fedele, luna, catastrofe, ripetere.

Chiaramente non è che enunciamo sempre le parole in una maniera così chiara e iper-articolata, ma, in generale, queste vocali non diventano schwa, non diventano **[ə]. A parte in alcuni accenti regionali, in particolare del Sud, dove questo suono è effettivamente comune.

Fai, quindi**, attenzione** alle vocali non accentate, dove non cade la forza della parola, e esercitati a pronunciarle chiaramente, anche più del necessario: l’esagerazione è una buona tecnica quando si lavora alla pronuncia.

2) Pronuncia di vocali come dittonghi

Ora: come pronunci parole come queste?  [bene, male, fine, sono, questo, primo]

Se hai un accento anglofono marcato, potresti pronunciarle un po’ come “beney”, “maley”, “finey”, oppure “sonow”, “questow”, “primow”. Ma in italiano la pronuncia corretta è “bene”, “male”, “fine”; “sono”, “questo”, “primo”.

La differenza è che chi parla inglese tende a pronunciare le E e le O alla fine di una parola (ma a volte anche all’interno delle parole) come se fossero dei dittonghi:

/eɪ/ ,  /oʊ/ , oppure /əʊ/ con un accento più britannico.

Che è un dittongo? Un dittongo è una vocale la cui qualità cambia: cioè, la lingua si sposta all’interno della bocca, non è statica, non è fissa in una posizione come I, A, U, ma è in movimento: /aɪ/, /eɪ/ e /oʊ/. L’inglese ha molti dittonghi, ma quelli che interferiscono di più sull’italiano sono proprio questi due: /eɪ/ e /oʊ/.

Questo avviene perché, in inglese, questi dittonghi possono comparire alla fine di una parola. Pensa a “lay” o “low”. “Lay low”, è anche una frase.

Al contempo, però, non è possibile avere alla fine di una parola il suono di dress (che corrisponde, più o meno, a una E italiana, tralasciando ora “aperto, chiuso”; questa distinzione, ora, complica le cose, quindi non la affrontiamo).

Cioè, per esempio, in dress c’è la vocale, ma dopo c’è una S.

Se togliamo la S e prendiamo DRE-, come Doctor Dre, quello che succede è che abbiamo /eɪ/ :  il nostro amico dittongo.

E, alla fine di una parola, non è nemmeno possibile avere suoni come la O in lot e caught (oppure “lot” e “caught”, in base all’accento). Ripeto: questi suoni in inglese sono comuni all’interno di una parola, con qualcosa dopo (dei suoni dopo, delle consonanti dopo, altre sillabe dopo) ma sono impossibili alla fine di una parola.

Per questo, per un anglofono che parla in italiano, non è naturale pronunciare suoni tipo quelli che hai in inglese come in dress e lot alla fine di una parola e quindi dirà, appunto, beney, maley, sonow, questow, sostituendo E e O con i dittonghi /eɪ/ e /oʊ/ , come succede in inglese.

Esercitati, quindi, a produrre dei suoni dalla qualità fissa, dei “monottonghi”, per essere nerd, senza spostare la posizione della lingua: bene, male, sono, questo (-o, e non  /oʊ/). Altrimenti alle orecchie degli italiani il tuo accento suonerà un po’ tipo quello di Stanlio e Ollio, ovvero Laurel & Hardy.

3) Aspirazione

Ora: come pronunci queste parole? [palla, cane, testa]

Se hai un accento anglofono probabilmente le hai pronunciate con un’aspirazione più o meno forte: p ͪalla, c ͪane, t ͪesta.Questo perché l’aspirazione è una caratteristica tipica di alcune consonanti in inglese: nello specifico delle consonanti occlusive /p/, /t/, /k/.

In inglese questa aspirazione segue delle regole ma è evidente a inizio di una parola, come p ͪat, t  ͪest, c  ͪat; oppure in sillabe accentate, anche non all’inizio di una parola, come app ͪeal, att ͪain, occ ͪur; anche se è possibile anche in altre posizioni e dipende molto dall’accento; intendo l’accento regionale, in inglese.

In ogni caso, in italiano l’aspirazione non c’è. A parte in calabrese, ma vabbè.

La pronuncia è palla, cane, testa.

In inglese ci sono casi in cui questa aspirazione non si fa, ovvero quando /p/, /t/, /k/ sono preceduti da una S. Per esempio in parole come spin, steak, skill.

Non è sp  ͪin, st  ͪeak, sk ͪill, maspin, st ak, skill. Senza aspirazione.

Ecco, puoi usare il trucchetto della S per imparare a riconoscere il suono di queste consonanti pronunciate senza aspirazione e cercare, in questa maniera, di isolare il suono di queste consonanti senza aspirazione. Spin.Puoi farlo anche con parole italiane, per esempio spago (…), e portare magari questa pronuncia a “pago”, che non è p  ͪago ma pago. “Spago (…) , pago”.

Non è facile, lo so, ci vuole molto esercizio.

4) Pronuncia della R

Ora: come pronunci queste parole? [rana, resto; carta, perso]Se hai un accento anglofono probabilmente hai pronunciato le prime due con un suono tipo [ɹ]: rana, resto. E se hai un accento non rotico (per esempio, un accento britannico del Sud dell’Inghilterra), forse hai anche pronunciato carta e perso eliminando la R, quindi carta e perso.

Ora, la R in inglese funziona in maniera particolare, rispetto a molte altre lingue del mondo. È molto diversa dalla /r/ in italiano, sicuramente. In inglese, all’inizio di una sillaba, è di solito pronunciata [ɹ], nella maggior parte degli accenti.

Ora, questo è un suono che non ha nulla a che vedere con il nostro /r/. Il trucchetto più usato per imparare la /r/ italiana per chi è anglofono è pensare alla pronuncia americana (ma comune anche ad altri accenti dell’inglese) di parole come “better” o “ladder”. Quella consonante, che in queste parole è scritta come una doppia T o una doppia D, è di fatto un suono identico o molto simile alla R italiana, per così dire, “singola”, con una singola vibrazione, che abbiamo in parole come rana o resto, oppure caro o pera.

Partire da better e ladder ti aiuterà col suono di rana, resto e caro: r, r, r.

So che, all’inizio, questo può essere un po’ sconvolgente, ma se ci fai caso, better (e ripeto, non in tutti gli accenti, se dici “better” è un suono completamente diverso) ma se dici “better” è proprio quel suono ****lì, o comunque, è un suono molto molto simile.

Per quanto riguarda la doppia R, che è pronunciata con una vibrazione multipla (come carro, ferro), la situazione è un po’ più complicata: devi abituarti a prolungare la vibrazione per una frazione di secondo. E lo so, questo è molto difficile. Ma ci sono molti video su YouTube su come… “how to roll your R” che ti potranno aiutare. Ora non ho tempo di spiegarti le tecniche.

Inoltre, nei cosiddetti accenti “non rotici” dell’inglese (per esempio molti accenti britannici) la R non si pronuncia alla fine di una sillaba (e quindi prima di una consonante). E quindi se in inglese pronunci questa parola come “card”, omettendo la R e allungando la A, potresti trasferire inconsciamente, magari, questa caratteristica all’italiano e dire carta, non pronunciando la /r/. Ma in italiano va pronunciata, sempre. Carta, carta.

Bene, questi erano le quattro caratteristiche che, secondo me, tradiscono in maniera più chiara che la tua madrelingua è l’inglese. Chiaramente non sono le uniche, ce ne sono altre. E poi ci sono aspetti un po’ complicati della pronuncia dell’italiano che causano problemi un po’ a tutti: per esempio, le doppie.

Vado molto più nel dettaglio di tutte le difficoltà fonetiche specifiche di chi parla inglese nella masterclass di cui ti parlavo. E ricorda che, se la scarichi, ti mando anche il mini-corso di un’ora su come imparare la pronuncia dell’italiano, che invece ti spiega le principali tecniche per migliorare in maniera efficace la tua pronuncia.E se poi vuoi approfondire la pronuncia italiana, in generale, ho un corso completo di pronuncia che si chiama Fonetica Italiana Semplice. Tutti i link sono in descrizione.

A presto!

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