Non FIDARTI dei FALSI AMICI... 🇮🇹🇪🇸 con @Linguriosa
Trascrizione
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D: Ciao. Sono di nuovo a Madrid… eh? Voglio dire, sono di nuovo qui a fare una collaborazione tramite il potere di internet con la mitica Elena del canale Linguriosa.
E: Hola, buenas tardes.
D: Sul suo canale abbiamo già registrato tempo fa un video sui falsi amici tra spagnolo e italiano.
E: Ma siccome a Davide non piaceva il risultato…
D: Ma non è vero!
E: …ha deciso di farne uno anche per il suo canale.
D: Beh, mi hai fatto uscire mezzo nudo dal bagno…
E: È stata un’idea tua…
D: Già… Comunque, ci sono tanti falsi amici SUPER INTERESSANTI di cui non abbiamo ancora avuto modo di parlare…
E: Ti piace il “super interessante”, eh? Quand’è che ti trovi una frase tua? Comunque Davide, questo video facciamolo un po’ più corto dell’ultimo, che l’altro era troppo… “largo”.
D: O in italiano, “lungo”.
E: In spagnolo “largo” significa questo questo [mima lunghezza].
D: E in italiano significa questo [mima larghezza].
E: Largo significa “ancho”?! Siete strani però, voi italiani…
D: Ah, noi siamo strani? In inglese “long”, in francese “long”, in rumeno “lung”, in portoghese “longo”.
E: In catalano “llarg”, però.
D: E in latino era “longus”, quindi chi è che è strano?
E: Ok, forse siamo un po’ strani. Ma sapevi che in spagnolo esistono le parole “longo” e “luengo”
D: Mai sentite.
E: **[Pues yo tampoco].
D: “Luengo” sembra un italiano che cerca di parlare spagnolo, ma lo fa molto male.
E: Un po’ come faccio io, ma al contrario… [qué jilipollas!] **
D: Ma “largo” da dove viene?
E: “Largo” viene dal latino “largus”, che significava abbondante, copioso. E qualcosa che è abbondante e copioso è anche… “muy largo, papi”. Madonna Davide, questo video è super eteropatriarcale!
E: Vedi che tutto torna?
D: Comunque, in realtà si dice che è la larghezza che conta, non la lunghezza…
E: Appunto, si dice…
D: Cambiamo argomento, dai… Sapevi che da “largus” viene il verbo “elargire”?
E: “Elargire”? Che significa?
D: “Elargire” significa “dare, concedere in abbondanza, con generosità”. Per esempio, elargire doni, elargire denaro. È un po’ formale. Ma Elena, in italiano diciamo “allargare” per dire “rendere più largo”. Che vuol dire “alargar” in spagnolo?
E: Beh, chiaro...
D: Senza doppi sensi, per favore…
E: Tranquillo. Se “largo” è “lungo”, “alargar” è “allungare”.
D: E “allargare” come lo direste?
E: “Ensanchar”. Ma Davide, una domanda, ma quando “sale” questo video?
D: Quando… “sale”?
E: Non quel sale, quando sale ****questo video?
D: Quando “sale”? Ah, forse intendi quando “esce”...
E: Ma “Escire” vuol dire “salir”?
D: “Uscire”.
E: Oopsie.
D: In latino c’era il verbo “exīre”, formato da “ex” (cioè, fuori) e “īre” (andare). “Exire”. Chiaro, no
E: Allora perché non dite “escire”?
D: Eh, è una storia curiosa. Probabilmente per influenza di “uscio”, che deriva da “ostium” e significa… “porta”. Oggi però è poco usato. Perché uno da dove esce tipicamente? Esce dalla porta, esce dall’uscio.
E: “Esci” dall’uscio e quindi “uscire”? Allora perché non lo dite sempre?
E: A me non piace. Preferisco “salir”. A proposito, in latino “salire” significava “saltare”.
D: Ma che senso ha? Cioè, per uscire salti?
E: Io sì…
D: **Ma scusa, al massimo se “salti” vai in alto. Infatti “salire” in italiano vuol dire “andare verso l’alto”.
E: Puoi anche “saltare” in avanti.
D: E tu esci dalla porta saltando? Cioè, fammi capire questa cosa…
E: Comunque qui vi sbagliate…
D: Cioè, tu non ti rendi conto che tutto questo non ha senso?
E: …perché “andare in alto” è chiaramente “subir”.
D: **Ma no, “subire” è un’altra cosa!
E: Guarda l’etimologia. Sub-ire. Andare dal basso verso l’alto.
D: Ok, ma hai deciso tu che “sub” vuol dire “dal basso”! Perché non “verso il basso”?
E: Primero, no me grites! Segundo, non dire che “subire” vuol dire “bajar”!
D: No, quello è scendere. “Subire” si usa quando sopportiamo qualcosa di difficile. “Subire un danno”, “subire una perdita”, “subire la conseguenza di qualcosa”, “subire…”
E: E perché ora “sub” è negativo? Questo l’hai deciso tu, invece.
D: Ma è chiaro, perché vai “sotto” qualcosa, sotto il peso della sua… gravità?
E: A me sembra super illogico.
D: Ma scusa, da che mondo è mondo…
E: Da che che?!
D: Da sempre “sub” vuol dire “in ****basso”, perché “DAL basso? L’hai scelto così, a caso.
E: Acaso?
D: Sì, a caso.
E: Si acaso qué?
D: A caso! L’hai scelto a caso, te lo sei inventato!
E: Aspetta, che vuol dire “a caso”?
D: “A caso”, casualmente!
E: Davide, sto perdendo la pazienza. Quello è “aleatoriamente”!
D: Aleatoriamente? Ma sul serio? Ma parlate così?
E: Eh sì, eh!
D: Mamma mia, che pedanti! Aleatoriamente… Mille volte meglio “a caso”. Più breve.
E: Ma no, “acaso”, come in “acaso no tengo un C2 en italiano?” Oppure… “por si acaso”. “Por si las moscas”. For if the flies.
D: *facepalm”
E: Te lo traduco. Per se le mos…
D: HO CAPITO!
E. Non ce la farò mai a imparare l’italiano. Non avrò mai esito.
D: E ora che vuoi dire con questa frase…
E: Éxito.
D: Non mi aiuti.
E: Èxit.
D: Che c’entra l’inglese?
E: Ma no, è catalano!
D: ** Ma perché mi parli-... vuol dire “successo”?
E: “Suceso”? Ma che stai dicendo?
D: Facciamo ordine. In italiano abbiamo la parola “esito”.
E: Ma che è?
D: L’esito di un esame. Ti ricordi “exire”? Da “exire” abbiamo “esito”.
E: E che vuol dire? Uscita? Salida? Sortida? Exit?
D: Ma di nuovo col catalano?
E: No, è inglese questa volta.
D: No comunque, intendo il risultato. Esito, ciò che esce da qualcosa.
E: Che esce da che?!
D: Massì, dai, in senso figurato. Fai un’esame e hai un esito. Il risultato che “esce” dall’esame. L’esito.
E: Quindi com’è che dite in italiano “éxito”?
D: Successo.
E: Ma non è possibile. “Succeso” è qualcosa di importante che accade. “Qué sucede”. Scusa, anche voi dite “succedere”. Tipo “che è successo”?
D: Sì, però… IL successo. Ma poi scusa, pensa alle altre lingue! Francese “succes”, inglese “success”, portoghese…
E: … “sucesso”
D: Prego?
E: “Sucesso”.
Leo: Elena… “sucesso”.
E: Vabbè, avrai ragione tu. Se vuoi avere ragione ti do ragione. Vorrà dire che in italiano non parlerò mai di “successo” ma di “fracasso”. Che poi il mio italiano è quello, un fracaso…
D: “Fracasso”? Che c’entra?
E: Non dirmi che pure fracaso no es…
D: E scusa, “fracasso” dai… “fracasso” vuol dire… “casino”...
E: “Casino”? Dove vai a giocare?
D: Quello è casinò.
E: “Casinò”
D: Ma perché devi… Allora, un “fracasso” è un “frastuono”.
E: Un trastorno?
D: No…
E: Como el que tú tienes.
D: No, “chiasso”, “chiasso”, la sai?
E: Quiasmo?
D: Un rumore forte! **
E: “Rumor”?! Que nooo, questa la conosco, significa “ruido”. E quindi “fracasso” vuol dire “un ruido fuerte”?
D: Sì, ma nello specifico un rumore di cose che si rompono.
E: **Come i miei cogl-...
D: Probabilmente è una sovrapposizione di frangere (cioè ‘rompere’ in latino, da cui “fragile”, “frantumarsi”, ecc. ) e “quassāre”, da cui, per esempio, in italiano c’è il verbo “sconquassare”.
E: E poi i francesi e noi spagnoli abbiamo preso questo verbo e l’abbiamo spagnolizzato in “fracasar”, che oggi significa più “avere un insuccesso”, “fallire”. Dopo tutto qualcosa che si rompe in mille pezzi non è un evento così positivo…
D: Ma cioè… se sapevi tutto questo perché un attimo fa non me l’hai…
E: Pa’ tocarte los huevos, carapolla!
E questo era tutto, spero vi sia piaciuto il video. A proposito, ci tengo a precisare che tutte le allusioni volgari che avete sentito da Elena sono tutte farina del mio sacco, perché ho scritto io il video, quindi…
A proposito, “farina del mio sacco” è un modo di dire, come i ‘50 modi di dire’ di cui ho parlato nel mio nuovo e-book gratuito che ho appena pubblicato e trovi in descrizione. gratis, scaricarlo. Grazie ancora a Elena, andate a vedere il suo canale che è stupendo se vi interessa lo spagnolo, curiosità sullo spagnolo, sulla linguistica. Infine se ti interessano contenuti bonus con cui imparare l’italiano non dimenticarti di dare un’occhiata al Podcast Italiano Club. Questo è tutto, grazie ad Elena, grazie a voi e alla prossima! Alla prossima. Ciao!