Perché l'italiano è così BELLO?
Trascrizione
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L’italiano è la lingua più bella del mondo? La domanda non ha molto senso. Uno: la bellezza è soggettiva, non si misura scientificamente. E due: ci sono più di 7000 lingue al mondo e nessuno di noi le ha ascoltate tutte. Ma! L’opinione secondo cui l’italiano sarebbe una lingua bella (magari non per forza la più bella del mondo) è molto diffusa. Moltissimi di voi, immagino, imparano l’italiano anche per questo motivo. Ma non siete i primi ad avere questa opinione dell’italiano, che è in realtà diffusa già da qualche secolo.
Ma prima di continuare con il video vi ricordo che il mio corso di pronuncia Fonetica Italiana Semplice sarà scontato del 50% fino a domenica 02 ottobre, ne parliamo più avanti nel video.
Già in passato molti scrittori parlavano dell’italiano come di una lingua bella e musicale. Almeno dal 17secolo l’idea della bellezza dell’italiano è un luogo comune molto diffuso in Europa. Per esempio, lo scrittore e viaggiatore inglese James Howell proprio in quell’epoca la definiva “the fittest language, in regard of the fluency, and softness of it”. L’illuminista Voltaire, invece, faceva un vero e proprio dissing all’inglese (e elogio dell’italiano), definendola una lingua dura e barbara, che “non è per certo d’essere paragonata colla purità e la naturale eleganza della lingua italiana”.
Persino in un’importante enciclopedia francese del 1861 si legge “di tutte le lingue europee nessuna ha nella sua pronuncia più dolcezza e charme che l’italiano”. Pensate: un’enciclopedia, che dovrebbe essere… scientifica, suppongo? Ma il più lusinghiero nei confronti della lingua italiana è stato forse il celebre scrittore tedesco Thomas Mann, che in un suo noto romanzo fece dire queste parole a un suo personaggio:
“Son veramente innamorato di questa bellissima lingua, la più bella del mondo. [...] per me non c’è dubbio che gli angeli nel cielo parlano italiano”.
Per me è difficile dire se l’italiano è bello o no, perché son cresciuto parlandolo, mi viene difficile dare un giudizio estetico. Ma se in tanti condividono questa opinione qualche motivo ci deve essere. Ovviamente quando si dice che l’italiano è una lingua bella e musicale si fa riferimento in primo luogo alla sua fonetica. Ma di quale lingua? Perché gli autori che nei secoli scorsi viaggiavano in Italia (magari facendo un grand tour europeo) e riportavano poi le loro impressioni (a volte anche linguistiche) in racconti di viaggio erano catapultati in un panorama linguistico molto sfaccettato: in ogni regione del paese risuonavano lingue diverse e l’italiano era ancora lontano dall’essere una lingua padroneggiata da tutti. Il celebre scrittore francese Stendhal, uno dei più grandi italofili del 19esimo secolo, osservava: “La lingua scritta d’Italia non è la lingua parlata a Firenze e a Roma. Ovunque ci si serve dell’antico dialetto del paese e parlare toscano in una conversazione è ridicolo”.
Dunque molti dei giudizi di scrittori e viaggiatori non è detto che fossero riferiti all’italiano come lo conosciamo, ma magari anche alle lingue regionali (o dialetti) che incontravano sul loro cammino.
Molti condividevano un’idea diffusa anche in Italia, ovvero quella secondo cui il fiorentino era la varietà migliore, per via della sua storia letteraria prestigiosa; tuttavia è curioso che molti si lamentavano della pronuncia dei fiorentini, che trovavano spesso sconvolgente. E credo che anche qualcuno di voi, che magari è stato a Firenze, abbia fatto quest’esperienza.
Si riferivano alla famosa gorgia toscana, per cui per esempio “la casa” si pronuncia “la hasa”. Stendhal se ne lamentava duramente: “Sono furiosamente scioccato dalla pronuncia di questa lingua fiorentina, tanto decantata. All’inizio mi sembrava di sentire arabo. [...] La pronuncia araba del fiorentino mi inaridisce il cuore”. Poverino.
E non era l’unico! Joseph Lalande, astronomo francese affermava: “Sebbene Firenze sia la città d’Italia dove si è più perfezionato il linguaggio, non è quella dove si ha l’accento più dolce e piacevole. Al posto di dire ‘Casa’ i fiorentini pronunciano ‘Hasa’, con un’H dura e gutturale.” Per la cronaca, questo è vero ma solo dopo una vocale. Lo dico anche per gli italiani. “Hasa” non esiste: semmai “La hasa”.
Ma dove si trovava allora questo accento dolce e piacevole all’orecchio? Ovviamente ognuno aveva la propria opinione. Molti individuano Siena come patria della migliore lingua italiana, altri Roma, come lo stesso Lalande, secondo il quale “I Romani avevano nel loro linguaggio molta grazia”. Curioso, perché oggi lo stereotipo dell’accento romano in Italia è piuttosto negativo.
Molto comune a quei tempi era il detto “lingua toscana in bocca romana”. Come dire: il miglior italiano è il toscano parlato dai romani.
Oggi una pronuncia neutra, considerabile più prestigiosa e non regionale esiste: condivide molti aspetti del toscano e del romano, escludendo quelli più peculiari e regionali (come, appunto, la gorgia toscana) ed è usata soprattutto da chi, per lavoro, parla, com me. Ne ho parlato in questo video. Ed è proprio la pronuncia neutra che cerco di insegnare in Fonetica Italiana Semplice, il mio corso di pronuncia italiana per stranieri. Come spiego nel corso, la pronuncia neutra è un ottimo modello per chi, come suppongo la maggior parte di voi, impara l’italiano ma non vive in Italia e di conseguenza non ha un accento preferito o a cui è legato per motivi personali. Perché se vivete in Italia, certo, imparate pure l’accento della vostra città; altrimenti io vi consiglio di usare come base questo modello neutro, che comunque alle orecchie dalla maggior parte delle persone “suona“, appunto, neutro, “prestigioso” e, perché no, anche “bello”. La bellezza fonetica, tra l’altro, secondo me è un valido motivo per cercare di perfezionare la propria pronuncia in una lingua.
Nel corso cerco anche di darvi basi di fonetica articolatoria e di fonologia, il che secondo me è molto importante, tra le altre cose, per capire meglio che cosa rende il vostro accento straniero, e parlo anche di metodi e tecniche per imparare la pronuncia in generale, come perfezionarla. È un corso davvero ricco di informazioni, con le sue 70 lezioni circa e 6 ore di contenuti sottotitolati e trascritti; e non vedo l’ora che lo proviate, ma dovete fare in fretta perché c’è uno sconto del 50% che durerà fino a domenica 02 ottobre. Andate a dare un’occhiata alla pagina del corso; il link è in descrizione.
Ma che cos’è che rende l’italiano una lingua foneticamente bella e piacevole alle orecchie di così tante persone? Io ho alcune ipotesi.
La ricchezza di vocali. L’italiano è una lingua piena di vocali. Prendiamo la frase che ho appena pronunciato e ce ne accorgiamo subito. Peraltro le parole tendono a terminare per vocale, il che rende l’italiano piuttosto particolare tra le principali lingue europee. Il che, curiosamente, non piaceva sempre a tutti. I francesi per qualche motivo spesso criticavano l’italiano proprio per questa sua particolarità, definendolo molle ed effemminato, nonché monotono. Persino Voltaire se ne lamentava: “Non avete affatto quelle melodiose e nobili terminazioni delle parole spagnole [...] los hombres, las historias”, scriveva.
Allungamento delle vocali. Rimanendo sulle vocali, penso contribuisca molto alla “musicalità” tipica dell’italiano il fatto che in posizione accentata queste si allunghino. In Italia noi diciamo “casa”, “amico”, “amore”; questo distingue per esempio l’italiano dallo spagnolo, dove avremo “casa”, “amigo”, “amor”, senza questi allungamenti vocalici. Di cui, tra l’altro, parlo in una lezione del corso.
Le doppie. Le doppie sono stupende (questo lo riconosco anche io da madrelingua), sebbene siano piuttosto complicate da padroneggiare per gli stranieri. Tra le lingue romanze principali solo l’italiano le mantiene, come ho spiegato in questo video. L'alternanza di consonanti singole e doppie (insieme all'allungamento di cui ho appena parlato) dà all'italiano quel suo ritmo particolare, così riconoscibile. Di cui parlo…
Poche consonanti consecutive. In italiano ci sono poche consonanti consecutive. Sapete quante possono essercene al massimo? 3, come in “spranga” o “sbranare”. Ben diverso dal polacco, per esempio, che ha parole come “Bezwzględny” on 5 consonanti consecutive.
Non ci sono suoni “duri”. Intendiamoci, il concetto di suoni “duri” è totalmente soggettivo e impressionistico. Tuttavia, penso molti saranno d’accordo con me se dico che suoni come [χ] dello spagnolo o [ɨ] del russo sono… “duri”. In italia non abbiamo consonanti gutturali o aspirate, né vocali nasali di lingue come il portoghese, il francese e il polacco che… sicuramente hanno il loro fascino, non lo metto in dubbio, però non so se definirei [ɛ̃ɛ̃ɛ̃ɛ̃ɛ̃ɛ̃] così bello necessariamente. C’è a chi piace…
L’intonazione. L’intonazione, o melodia dell’italiano (pur essendo estremamente variabile regionalmente, come anche la fonetica) è tipicamente molto espressiva, con dei “saliscendi” molto marcati, ed è una delle cose che vengono maggiormente parodiati dagli stranieri che imitano l’accento italiano.
Ma mi interessa sapere da voi: pensate che l’italiano sia una lingua bella? E se sì, perché? Che cosa, in particolare vi piace della sua sonorità? C’è qualche caratteristica che apprezzate in particolare? E poi: pensate che la vostra lingua sia bella foneticamente? E se sì, perché? Rivolgo la domanda anche al mio pubblico italiano. Scrivetemi nei commenti.
Vi ringrazio per aver guardato questo video. Vi ricordo lo sconto del 50% su Fonetica Italiana Semplice che scade domenica 2 ottobre. Link è in descrizione. Grazie anche a tutti i membri del Podcast Italiano Club, che sostengono questo progetto (anche durante questi mesi di scarsità di contenuti) e che, come premio, possono avere un ulteriore 10% di sconto sul corso. Se v’interessa avere questo sconto extra date un’occhiata anche al Club, dove troverete anche tantissimi materiali e contenuti per imparare l’italiano. A presto, ciao!