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Capisco bene, ma parlo male

October 20, 2024

Trascrizione

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Capisco bene l’italiano ma lo parlo male. Se avessi un euro per ogni volta che ho sentito questa frase dai miei studenti di italiano sarei milionario... Ok, forse esagero, ma è un problema molto comune.

Trascrizione con glossario sul Podcast Italiano Club

Il fatto è che nel 2024 è ridicolmente facile immergersi in contenuti in ogni lingua straniera, diciamo, grande. Il problema è che capire bene una lingua non significa parlarla altrettanto bene. Dunque, potresti pensare, la soluzione è semplice: parlare di più. Sì, ma la realtà è che parlare di più non sempre è facile per tutti. E inoltre molte persone, magari introverse o insicure, possono avere qualche difficoltà in più. E io ne so qualcosa.

In questo video andremo alla radice di questo problema che probabilmente hai anche tu, e vedremo alcune strategie super efficaci e che ti porteranno un giorno a dire “capisco bene e parlo pure bene”. E a questo scopo, come ti dirò nel video, ti può aiutare anche la tecnologia.

Ciao a tutti, mi chiamo Davide e questo è Podcast Italiano, un canale per chi impara e ama la lingua italiana. Attiva i sottotitoli se ne hai bisogno. Sul mio sito trovi la trascrizione del video. Inoltre ho preparato un PDF gratuito con un riassunto di tutte le strategie di cui parlo in questo video. Puoi scaricarlo al link in descrizione oppure scansionando questo codice QR.

Partiamo da qui: capire bene e parlare (e scrivere) meno bene è normale. Se ci pensi, è così pure nella tua madrelingua. Attenzione, non dico che parli male la tua lingua, ma seguimi. Se hai una buona cultura non avrai grandi problemi a comprendere un romanzo o un saggio, a meno che non sia scritto in maniera complessa o particolare; tuttavia, questo non significa che tu saresti in grado di scriverlo, quel romanzo o quel saggio.

Per fare un altro esempio: ci sono persone che sono molto brave a parlare in pubblico; ma, di base, è raro possedere questa competenza nella propria madrelingua in maniera innata, perché non è un’attività a cui ci dedichiamo spesso.

Alla stessa maniera, se non parliamo mai in una lingua straniera, non svilupperemo mai la competenza di parlare o scrivere bene, o non la porteremo mai a un livello alto.

L’input, come dico sempre, è necessario. L’output però è fondamentale. Ora, non fraintendermi: la cosa assolutamente più importante secondo me nell’apprendimento delle lingue è e rimane l’input: ascoltare e leggere tanto, tantissimo. Questo è un concetto che nei miei video ripeto alla nausea. Sarai stanco o stanca di sentirmelo dire. L’input è una condizione necessaria anche per parlare bene. Tutti i migliori studenti che ho conosciuto, studenti che hanno un italiano ricco, naturale, idiomatico e accurato, sono studenti che hanno avuto un’esposizione enorme alla lingua.

Il problema è che l’input non è una condizione sufficiente per parlar bene: non basta. Infatti, conosco molti studenti di italiano che capiscono benissimo quasi tutto ciò che ascoltano o leggono, ma parlano così così. E da qui la frase che dà il nome a questo video.

Vedi, l’input massiccio — ascoltare e leggere tantissimo — influenza solo in parte le abilità di output, di produzione. Da un lato sicuramente aiuta. Se ascolti e leggi tanto l’italiano sicuramente ti sarà capitato, per esempio, che certe parole e costruzioni semplicemente ti vengano in mente, affiorino nella tua coscienza in maniera magica e quasi mistica. Ok, “mistica” forse è esagerato… E inoltre avrai una maggiore capacità di giudicare se una frase è giusta o naturale. Tuttavia, al momento di parlare farai sempre un po’ di fatica. Ci sarà sempre un po’ di frizione.

In passato ho spesso fatto l’errore di ascoltare moltissimo una lingua straniera trascurando il parlato. Quello che succede è — prevedibilmente — che la comprensione migliora tantissimo, ma il parlato non così tanto, e ti rendi conto che quando parli sei lento, hai dubbi, non ti vengono le parole, e così via. Mi è successo, per esempio, con il russo o con il francese che capisco bene ma parlo piuttosto male.

Oggigiorno siamo inondati di contenuti su internet. Ed è anche per questo che possiamo cadere nella tentazione di passare tutto il nostro tempo ascoltando (e con ascoltare intendo anche “guardare”, per esempio, un film) e leggendo. È così facile e immediato, no? Basta aprire YouTube, un podcast, Instagram, TikTok… Parlare, invece, richiede un po’ più di proattività, un po’ più di organizzazione anche, e per questo lo facciamo di meno.

Anche se oggi, grazie alla tecnologia, anche questo problema è praticamente stato risolto. Tra poco ti spiego perché.

Ma prima, voglio parlarti di un concetto che secondo me rende bene l’idea della differenza tra competenze passive e attive e della differenza che è naturale tra le due. È un concetto che ho sentito da un poliglotta molti anni fa e che da allora porto con me e custodisco gelosamente… no, non è vero, ne ho già parlato.

Essenzialmente, un aspetto chiave sia della comprensione, sia della nostra produzione è quante parole sappiamo. Ora, una parola possiamo saperla capire e possiamo saperla usare. Immaginiamo il nostro vocabolario diviso in cerchi.

C’è il cerchio di familiarità: qui abbiamo parole, espressioni, ma potremmo anche parlare di strutture grammaticali che siamo in grado di comprendere quando le incontriamo. Questo cerchio è quello più grande.

C’è poi il cerchio di padronanza: queste sono parole, espressioni, costruzioni che sappiamo produrre, sappiamo usare quando parliamo o scriviamo. Ovviamente è più piccolo dell’altro.

Per parlare meglio dobbiamo far crescere il cerchio di padronanza: attivare le costruzioni e parole che sappiamo comprendere passivamente e far sì che non ci sia questa grande differenza. Tra i due cerchi ci sarà sempre una differenza. Anch’io in italiano ci sono tantissime parole che capirei quando le incontro ma che non uso mai, non uso mai nella vita e non saprei neanche usarle, non mi verrebbero naturalmente perché magari sono parole antiche o sono parole letterarie o sono parole che non fanno parte del mio campo, diciamo così. Come attivare queste parole? Essenzialmente, parlando e scrivendo, non è un segreto, no? Ma anche usando una tecnica come le flashcards, che permette di imparare il lessico in una maniera più sistematica e, per così dire, scientifica. Ma oggi non voglio entrare in questo argomento.

E dunque come si parla di più? Adesso lo vediamo ma prima ancora un’ultima cosa, un’ultima premessa (l’ultima, lo giuro, per davvero).

Voglio parlare dell'annoso dibattito di cui discutono i poliglotti dall’alba dei tempi (ovvero dall’alba di YouTube forse più che altro) è meglio iniziare a parlare fin da subito oppure aspettare di avere un livello passivo più alto, di capire meglio? Io penso che dipenda da ciascuno di noi e dalla nostra indole, dalla nostra personalità. La tua priorità è parlare in italiano subito oppure ti va bene aspettare un po’? Sei una persona estroversa che ama comunicare con gli altri? Non hai paura di parlare e di metterti in imbarazzo perché hai così tanta autostima che per te l’imbarazzo è un sentimento che non esiste? Allora non aspettare! Ah, maledetto! Buttati, parla in italiano dal giorno 1. Perché no?

Se invece sei una persona introversa, timida, che magari prova ansia quando deve ****fare lezione ****con un tutor, che odia le person.. ahem, — non c’è nulla di male ad aspettare di avere un livello passivo un po’ più alto. Io, per esempio, ho quasi sempre fatto così: inizio a parlare una lingua quando già la capisco bene, mi sento più a mio agio in questa maniera. Perché non mi piace non capire che cosa mi sta dicendo l’altra persona e non mi piace conoscere poche parole sia passivamente che attivamente. Alla fine, non penso che cambi molto tra l’una e l’altra soluzione nel lungo termine, diciamo così.

Detto questo, che sia il giorno 1 o il giorno 150, quando decidiamo finalmente di iniziare a parlare, come si fa?

Come dicevo, parlare con altre persone più far paura, soprattutto a chi è più timido e introverso. Se sei così ti capisco: sono come te.

Un modo molto semplice per evitare questo stress è parlare da soli. Quella del monologo è una tecnica che praticamente tutti i poliglotti usano. È un modo di fare pratica in tranquillità e senza stress, ma in generale è un modo di abituarsi a pensare nella lingua straniera senza la necessità di avere un madrelingua a portata di mano, ecco. Parlando da soli abbiamo inoltre il tempo di pensare a quello che vogliamo dire, di cercare le parole che ci servono, andare a controllare online e, in generale, rendersi conto di cosa sappiamo dire e cosa no, capire quali sono le nostre lacune.

Il grande svantaggio della tecnica del monologo è che non c’è un’insegnante o tutor che ci può dare il suo feedback immediato, che ci aiuta a correggere i nostri errori e a trovare le parole giuste. Oggi però la tecnologia viene in nostro soccorso. C’è infatti una piattaforma fantastica che si chiama TeacherAI, di cui io sono un partner da qualche mese, dove praticamente puoi fare pratica illimitata di conversazione con insegnanti virtuali alimentati dalla magia dell’intelligenza artificiale.

La cosa migliore (o peggiore, forse) è che su TeacherAI puoi parlare pure con me! O meglio, con un mio clone virtuale che parla con la mia voce. Sembra una follia, ma è così.

— Come puoi aiutarmi con l’italiano?

— Posso aiutarti in vari modi! Possiamo fare conversazioni in italiano per migliorare la tuafluidità, praticare la grammatica e il vocabolario, e correggere eventuali errori. Posso anche dartisuggerimenti su risorse utili.

E se segui i miei video o ascolti i miei podcast da tempo magari potresti avere una certa familiarità con il modo in cui parlo, e vorresti magari parlare proprio con me: ebbene, su TeacherAI sarà quasi come parlare con il Davide reale. Un Davide in realtà infinitamente più intelligente di me, in realtà, visto che è depositario di tutta la conoscenza umana (cosa che io non sono).

E per questo puoi parlare di quello che più ti piace: Davide-Bot è onnisciente.

— Mi puoi dire in poche parole come si prepara la pizza napoletana?— Certo. Ecco come si prepara la pizza napoletana in poche parole:Uno. Impasto: Mescola farina, acqua, lievito e sale. Fai lievitare.

“Impasto”

Due. Forma : Stendi l'impasto in un disco sottile.

TeacherAI poi ha molte funzionalità interessanti. Per esempio, puoi cliccare su una parola o espressione che non conosci per riceverne una traduzione immediata. Tutte le parole nuove che impari verranno salvate in una sezione della piattaforma, così potrai ripassarle dopo. Puoi cambiare la velocità della voce, la frequenza con cui ti correggo gli errori se sono troppo pedante (cosa che tendo ad essere), il livello di formalità, quanto spesso uso la tua lingua (sì, Davide virtuale sa tutte le lingue del mondo ovviamente).

Per chi è introverso TeacherAI è fantastico, perché ti toglie completamente quell’ansia di parlare con una persona. E se pensi a quanto pagheresti per delle lezioni con un insegnante beh, è molto conveniente. Ti lascio il link in descrizione.

Strumenti innovativi come TeacherAI sono utilissimi, ma non sostituiscono — per il momento — le interazioni umane. Per fortuna o… purtroppo. Vabbè, per fortuna, dai.

Parlare una lingua con una persona in carne ed ossa richiede un po’ più di organizzazione, ma vale la pena: dopo tutto è quello, no?, l’obiettivo di parlare una lingua. Tuttavia, farlo online è molto più semplice che farlo nella vita reale se non vivi in Italia. Se vivi in Italia esci e parla con le persone!

Puoi optare per piattaforme come Italki, dove puoi trovare tutor o insegnanti professionisti; oppure, puoi iniziare uno scambio linguistico, un tandem con una persona che vuole imparare la tua lingua e che ti può aiutare con l’italiano. Ci sono molte app per farlo, ma la più conosciuta è sicuramente Tandem. Trovare un partner linguistico adeguato non è sempre facile e ci vuole un po’ di pazienza. A volte, poi, bisogna provare più di una persona perché non tutti sono compatibili con noi a livello umano, a livello di carattere, anche di serietà con cui prendono lo scambio. Ma è un modo più economico per parlare una lingua: l’unica spesa sarà il nostro tempo dedicato a aiutare l’altra persona. E se pensiamo che il tempo è denaro forse… vabbè, comunque può essere molto divertente! È un modo anche di conoscere persone, di fare amicizie.

Infine, possiamo — una volta ogni tanto — uscire pure di casa (pensate un po’!) e cercare persone nel mondo reale. Internet però ci aiuterà anche in questo. Infatti, esistono gruppi Facebook o comunità online di appassionati di una lingua, di gente che vuole parlare quella lingua. Nelle città medio-grandi sono comuni gli eventi linguistici.

E poi, si può ovviamente andare nel paese della lingua che stiamo imparando (in Italia, nel nostro, vostro caso) per usarla con la fauna local… ehm, le persone locali.

La tecnica migliore secondo me, però, è fare prima conoscenza online con italiani che poi incontreremo di persona in Italia durante i nostri viaggi. E per questo è utile quello che dicevo prima, gli scambi linguistici. Unire l’apprendimento della lingua e la scoperta culturale e la socializzazione rende secondo me l’esperienza molto più appagante rispetto alle tipiche esperienze turistiche, no? Dove magari vai in Italia, non parli con nessun madrelingua se non la guida turistica o, tutt'al più, il gestore del B&B, e quindi di fatto senti più inglese che italiano.

Altrimenti, si possono anche cercare delle attività da fare in Italia durante il proprio soggiorno, assicurandosi però che siano in italiano e non inglese o altre lingue. È ovvio, no? Quindi, se hai una passione — per esempio, per la fotografia, diciamo — cerca escursioni fotografiche per italiani.

Voglio concludere con un’amara verità. Se devi ancora iniziare a parlare in italiano o a farlo un po di più — beh, passerai molto tempo sentendoti più o meno stupido o stupida ogni volta che aprirai bocca. Questa è una delle cose meno piacevoli dell’apprendimento delle lingue, forse, soprattutto se siamo persone insicure e con traumi irrisolti: dobbiamo tornare a esprimerci come dei bambini o come degli idioti (e no, le due cose non sono sempre uguali — questa era cattiva).

Per molto tempo sembreremo meno carismatici, meno divertenti, meno arguti. Questa è la triste verità: bisogna accettarla a tal punto da sviluppare l’abilità di parlare in maniera semplice e farlo intenzionalmente, l’abilità di parafrasare, di saper esprimere concetti in maniera elementare, sapendo evitare anche tatticamente le difficoltà che la lingua ci pone o le parole che non conosciamo, le cose che non sappiamo dire bene. È un'abilità molto importante.

L’altra triste verità è che probabilmente non parlerai mai tanto bene in italiano come nella tua lingua madre, soprattutto se non vivi in Italia e in italiano. Questo non significa che non potrai raggiungere livelli altissimi direttamente da casa tua — conosco vari studenti che ce l’hanno fatta. Ma parlare come un madrelingua è praticamente impossibile e non dovrebbe nemmeno essere l’obiettivo da porsi. In fondo, chissenefrega? Però — è importante dirlo — che alcune persone hanno aspettative secondo me irrealistiche. Ma fammi sapere se sei d’accordo.

Questo è tutto per oggi. Scrivimi anche se pure tu hai questo problema e se hai altre strategie che ti hanno aiutato a diminuire, a ridurre questo divario tra comprensione e produzione. Ti ricordo di provare TeacherAI e di scaricare il mio PDF riassuntivo di questo video, così potrai ripassare tutto quello che ho detto e anche metterlo in pratica. Un saluto e a presto!

Capisco bene l’italiano ma lo parlo male. Se avessi un euro per ogni volta che ho sentito questa frase dai miei studenti di italiano sarei milionario... Ecco perché oggi vi ho portato alcuni consigli su come colmare il diario tra l'ascolto e il parlato.

Prova TeacherAI e parla con il mio clone: https://yourteacher.ai/davide
Scarica il PDF gratuito con il riassunto della lezione: https://bit.ly/capisco-bene-parlo-male-pdf
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