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Perché gli italiani GESTICOLANO così tanto?!

November 3, 2024

Trascrizione

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Oggi parliamo di italiano e di gesti. Ma prima, un annuncio: quello che vedrai è un video tratto dal mio prossimo videocorso, che si chiamerà “Volti d’Italia”. Il corso B2 di Podcast Italiano. Sarà come sempre un mix di lingua e cultura. E presto inizierà la pre-vendita: se t’interessa, trovi in descrizione un link per iscriverti alla lista d’attesa. Oppure, puoi anche usare questo codice QR. E ora, goditi il primo episodio.

Trascrizione con glossario sul Podcast Italiano Club

Uno dei luoghi comuni più famosi sugli italiani — che in questo caso però è vero, non è una cavolata— è che gesticoliamo molto. Non bisogna essere acuti osservatori: è impossibile non notare questo fenomeno. Con “gesticolare” si intende l’abitudine — non solo italiana — di parlare usando i gesti delle mani. Che si tratti di una normale conversazione tra amici al bar, di una appassionata e chiassosa discussione sulla politica, o persino di un racconto di una giornata normale e quotidiana, le mani degli italiani sono sempre in movimento, per accompagnare le parole. Questo è stato dimostrato anche empiricamente: in un esperimento scientifico condotto da un’università svedese, gli italiani — pensate — hanno usato il doppio dei gesti degli svedesi per raccontare la stessa storia che avevano visto in televisione. Per una volta, lo stereotipo è stato confermato!

Ma perché gli italiani sono degli utilizzatori così appassionati della gestualità? Cosa c'è dietro a questa danza delle mani? Nella realtà, l’origine di questa abitudine è incerta. In passato sono state proposte varie teorie, molte delle quali discutibili quando non completamente fantasiose e senza fondamento. Si è guardato all’antichità: gli oratori ai tempi dei Greci e dei Romani erano svantaggiati rispetto a noi, perché non avevano microfoni o altoparlanti: i gesti erano quindi uno strumento essenziale per dare enfasi ai discorsi. Altri studiosi hanno sostenuto che l’Italia è stata, per secoli, una terra di commerci e scambi tra diverse culture: gesticolare aiutava a comprendersi anche tra stranieri. Secondo le tesi più moderne, però, l’abitudine di gesticolare è riconducibile alla lunghissima storia urbana della penisola: l’Italia è il paese europeo che ha avuto a lungo le più grandi città del continente europeo. Nelle città antiche, come quelle del Medioevo, si viveva a stretto contatto, in luoghi molto vivaci e affollati. Mercanti, contadini, venditori, comuni cittadini: tutti avevano la necessità di capirsi al volo e rapidamente, in discorsi improvvisati per strada e in piazza. Per farlo, gli italiani hanno sviluppato una serie di gesti che sono poi diventati universali nella penisola.

Un tempo questa abitudine di gesticolare non era confinata all’Italia o all’Europa meridionale. Nell’Ottocento, però, avviene un cambiamento: le classi dirigenti europee decidono quasi di abolire la gestualità, perché considerata un’abitudine da contadini, da analfabeti. Per i ricchi borghesi e per la nobiltà europea, gesticolare era considerato un segno di povertà e di arretratezza, e usare i gesti era visto come qualcosa di scandaloso, e quindi veniva disincentivato. Forse anche per questa ragione oggi la comunicazione nei paesi Nord Europei (e Nord Atlantici in generale) è piuttosto abbottonata, meno espressiva, anche se le cose stanno cambiando anche lì, a mano a mano che ci si allontana dall’educazione e dalla morale “vittoriana” ottocentesca.

In realtà, il linguaggio del corpo, compresi i gesti, costituisce una parte fondamentale della comunicazione umana, che non va minimizzata. Quello che comunichiamo non è fatto solo di parole: oggi sappiamo che i bambini imparano a collegare gesti e parole ancor prima di iniziare a parlare. D’altronde il primo gesto che apprendono, di solito, è quello di indicare qualcosa balbettando parole incomprensibili, che vogliono dire solitamente “puoi darmi quello”? Una ricerca dell’università di San Francisco avrebbe dimostrato, inoltre, che i bambini che apprendono molti gesti da piccoli tendono ad imparare più facilmente nuove abilità.

I gesti aiutano il buon parlatore a esprimere emozioni e a mantenere l'attenzione degli altri, e sono importanti anche per velocizzare e rendere meno noiosa una presentazione in pubblico. Usare i gesti, quindi, non vuol dire solo "muovere le mani" in modo incontrollabile; con i gesti, arricchiamo la discussione, aggiungendo sfumature e significati che sarebbero difficili da trasmettere solo con le parole.

Secondo Isabella Poggi, docente di psicologia presso l’Università Roma Tre che ha studiato l’argomento con grande serietà, gli italiani utilizzano nelle loro conversazioni quotidiane circa 250 gesti, anche se è difficilissimo quantificare il numero totale. Comunque, la maggior parte di questi gesti sorprendentemente è conosciuta dalla stragrande maggioranza degli abitanti della penisola, nonostante le indiscutibili differenze dialettali e culturali del Bel paese. Vediamone alcuni dei più famosi:

  1. Il gesto del “Ma che dici?” della mano a grappolo è probabilmente il gesto italiano più famoso al mondo. È un gesto che ha molti significati: può esprimere un certo disaccordo con quello che l’altro ha detto, oppure si usa quando pensiamo che il nostro interlocutore stia dicendo una bugia o comunque qualcosa di inaffidabile. Quasi mai gli italiani lo usano però come fanno gli stranieri, ovvero con due mani e per esprimere sorpresa, per enfatizzare qualunque discorso o esaltare la bontà di un piatto molto gustoso. Tipo “Ma che buono!” No, questo non si fa. Va usato invece come una sorta di sostituto della frase “Ma che stai dicendo?”, “che vuoi?”. In alcuni casi si usa anche come semplice accompagnatore di domande, per esempio “A che ora era il volo domani”?, anche se in questo caso il movimento è meno accentuato, è più sottile, non è, no?, molto enfatizzato. Devo aggiungere una doverosa postilla: fai attenzione a usarlo, perché può essere un pochino troppo diretto e sconveniente se lo fai a sconosciuti.   [clip]
  2. Il gesto delle corna ha un doppio significato, a seconda della direzione: verso terra o verso l’alto. Fare le corna a qualcuno, con la mano verso l’alto, è un’offesa: è un modo per accusare il partner dell’altra persona di infedeltà. Al contrario, fare le corna – ovvero indirizzare le corna verso terra – è un potente amuleto contro la sfortuna (sì, gli italiani sono anche piuttosto superstiziosi), che a volte è anche seguito magari da una grattata delle parti intime. Sì, lo facciamo davvero. Lo si usa ****quando si parla di qualcosa di negativo, come, che ne so, una malattia o un incidente, o quando passa un’ambulanza o un carro funebre, no? Un veicolo che trasporta i morti. E questo per scongiurare la malasorte.
  3. Anche il gesto “vai via” e “ti picchio” sono strettamente collegati: si fa lo stesso movimento rotatorio della mano, ma in un verso vuol dire che il tuo interlocutore è pronto a farti del male (anche in senso scherzoso, eh!), in un altro ti sta invitando ad allontanarti (un po' rudemente), magari perché è scontento di come ti stai comportando, quindi, fai attenzione!
  4. Questo invece è Il gesto del “Andiamo via!”. Lo si usa alzando una mano e muovendola avanti e indietro. Poi il mignolo ha anche una certa distanza dalle altre dita. così, come se si stesse spazzando qualcosa via. È un gesto che invita a muoversi, a lasciare il posto in cui ci si trova. “Andiamo via?”
  5. Questo gesto può confondere: potresti pensare che indica una pistola, no?, qualcosa del genere, ma no, nulla di così preoccupante! È il gesto del “non c’è niente”. Se faccio questo segno, accompagnato da un’espressione di tristezza, ti voglio dire che non c’è niente nel frigo da mangiare magari, o magari non c’è nessuno in un locale in cui stai entrando, o che un luogo è disabitato. Non c’è niente. O nessuno.

Questi erano solo una manciata dei più famosi, ma ce ne sarebbero tantissimi altri. Se t’interessa impararne altri, ti posso consigliare questo dizionarietto illustrato di gesti: magari potrà accompagnare e arricchire il tuo apprendimento della lingua. E poi ho anche fatto un video dove sfido i miei amici stranieri a indovinare il loro significato.

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Ma come si usano tutti questi gesti nella vita comune? Immagina una chiacchierata tra due amici italiani, mentre discutono di una partita di calcio. Non è solo ciò che dicono a essere importante, ma anche come lo dicono. Le mani sono in costante movimento: un pugno alzato per sottolineare un gol spettacolare, un gesto di disperazione per un’occasione mancata, e il classico gesto del “Ma che dici?” o “Ma che fai?” quando l’altro dice qualcosa con cui non siamo d’accordo.

Senza questi gesti, la conversazione perde parte della sua vivacità. Con i gesti invece la comunicazione è più dinamica, più coinvolgente, e soprattutto, più calorosa. I gesti, come dicevo,  possono addirittura sostituire le parole e esprimere meglio i nostri sentimenti. Pensa a una situazione in cui sei in un luogo rumoroso: per esempio, in un bar affollato, basta alzare il dito indice, e il barista saprà immediatamente cosa intendi: ti servirà un caffè normale. Oppure, se vuoi chiedere il conto al ristorante, puoi fare questo gesto, come se stessi scrivendo nell'aria, e il cameriere capirà.

Per interpretare i gesti, gli stranieri non dovrebbero comunque badare solo al loro significato ma anche al contesto, come in tutte le forme di comunicazione. Per esempio, se un italiano sta usando il gesto del “Ma che dici?” con un sorriso, è probabile che lo stia facendo in un tono scherzoso. Se invece lo fa con un’espressione seria, potrebbe esprimere qualcosa di più grave, anche di forte dissenso.

Gli italiani inoltre gesticolano più teatralmente quando parlano con persone di altre nazionalità, per compensare la nostra generale difficoltà (per non dire incapacità) con le lingue straniere. Ed è raro infatti che gli italiani non riescano a farsi capire.

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Per esempio, se un turista chiede indicazioni a un italiano, è molto probabile che quest’ultimo non solo spiegherà il percorso a parole, ma lo disegnerà nell’aria con ampi gesti delle mani, tracciando curve, incroci, svolte e rotonde. È un modo per assicurarsi che il messaggio sia chiaro. Sono poi memorabili i video su internet che ci sbeffeggiano, in maniera scherzosa, dove si vedono italiani che si sbracciano appassionatamente durante una telefonata: gesticolare per molti è un impulso irresistibile. Molte persone smetterebbero di gesticolare solo se ammanettate, credo. Se non ci hai mai fatto caso, la prossima volta dai un’occhiata agli italiani quando parlano al telefono. È uno spettacolo divertente.

Per quanto mi riguarda, mi ritengo, anche da questo punto di vista, un italiano abbastanza atipico, dal punto di vista della gestualità. Per qualche motivo non ho mai avuto l’abitudine di gesticolare in maniera incontrollata durante le conversazioni, forse perché in generale sono una persona introversa e non troppo espressiva, forse? Non lo so. Non so il motivo. Ah, eh sento già la tua obiezione alla mia affermazione: “ma Davide, nei tuoi video gesticoli sempre molto!” Sì, ma tieni conto che si tratta di video, e quindi devo essere più espressivo, e poi nel mio caso non si tratta di gesti con un significato codificato, bensì di una gestualità generica di accompagnamento che uso, appunto, per aggiungere un po’ di espressività.

A volte personalmente rimango ipnotizzato mentre osservo i miei connazionali durante le conversazioni. Sarebbe bello installare una telecamera nascosta che riprenda solo le loro mani. Sarebbe molto istruttivo. A mio parere poi esistono anche diversi gesti più sottili e meno plateali di quelli famosi, dal significato meno ovvio, che non vengono quasi mai descritti quando si fa un elenco dei gesti più usati dagli italiani. Servirebbe davvero un videocorso solo sui gesti. Hm, forse… sai che?

In definitiva, perché gli italiani sono un popolo di gesticolatori? Presumibilmente, perché è nel loro DNA culturale. Si tratta di un modo di esprimersi che va oltre le parole, che aggiunge colore, enfasi e vita alla comunicazione, che aiuta a socializzare. Le mani degli italiani parlano, raccontano storie, esprimono emozioni, e a volte, dicono più delle parole stesse.

E poi, a dir la verità, non siamo solo noi italiani a gesticolare: basta visitare un qualunque paese mediterraneo per vedere che anche i nostri vicini usano molto i gesti. Ciò detto, l’enormità del repertorio gestuale italiano non può che sorprendere.

Quindi, la prossima volta che, parlando con gli italiani, sarai spettatore o spettatrice di questo balletto invisibile, sappi che stai assistendo a una tradizione millenaria. E magari, perché no, prova anche tu a fare qualche gesto: potresti scoprire che aggiunge un tocco in più alla tua conversazione e che ti rende più italiano o italiana. Ma attenzione a non usare a sproposito il gesto di “ma che dici”. Mi raccomando, non si usa per parlare di quanto è buono il cibo, eh! No. Ti tengo d’occhio.

Questo era il primo episodio di “Volti d’Italia”. Come tutti i miei corsi, al centro ci sono sempre gli argomenti culturali, temi interessanti e coinvolgenti. O almeno, spero! In particolare, in questo corso ci concentreremo sui grandi classici della cultura italiana, dell’italianità. E ovviamente ci sarà tutta la parte di approfondimenti linguistici, di grammatica che ti permetteranno di trarre il massimo dai contenuti e fare progressi importanti verso un livello B2, il livello intermedio-alto.

Come ti dicevo, mercoledì 6 novembre inizia la pre-vendita, quindi hai qualche giorno ancora per iscriverti alla lista d’attesa. Gli iscritti riceveranno un’offerta con condizioni molto speciali, anzi, uniche per questa pre-vendita. Il 10 novembre le iscrizioni chiudono e non si potrà più acquistare il corso. Ti lascio il link per la lista d’attesa. Mercoledì 6 avrai tutte le informazioni più importanti sul corso. Iscriviti alla lista d’attesa qui sotto. Dai, su! Vabbè, me ne vado. Ciao!

In questo video, parliamo del ruolo dei gesti nella cultura italiana.

Iscriviti alla lista d'attesa per il corso B2: https://bit.ly/corso-b2-lista-attesa
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