Italian vs Spanish: PRONUNCIATION 2 (C, G)
Trascrizione
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Questo video è la seconda parte di una serie in cui comparo la fonologia (cioè la pronuncia) dello spagnolo e dell’italiano, partendo però sempre dall’ortografia, ovvero da come si scrivono i suoni.
Nella prima parte(che ti consiglio di guardare prima di questa) ho parlato delle lettere B, V, De dei suoni corrispondenti nelle due lingue.
Oggi parleremodelle lettere C e G, ma anche della Z e J spagnole.
Trascrizione PDF con glossario audio isolato (PI Club)
Visto che ho registrato questo video l’anno scorso ora magicamente tornerà Davide del passato.
Buona visione! Lalettera C La lettera C sia in italiano che in spagnolo si pronuncia /k/ difronte alle vocali “a”, “o,” “u”.
Casa [ ˈkaza], cosa [ˈkoza], cura [ ˈkura] (in italiano) Casa [ ˈkasa], cosa [ ˈkosa], cura [ ˈkura](in spagnolo).
Fin qui nessun problema.
Le difficoltà arrivano quando la lettera C si trova di fronte alle vocali E ed I, che sono vocali anteriori, ovvero vocali prodotte con la lingua in avanti e verso l’alto, verso il palato.
Vocali anteriori Provate a far caso a dove si trova la lingua quando pronunciate per esempio [aaa], quando pronunciate [eee] e quando pronunciate [iiii].
E passate proprio da un suono all’altro [aaaaeeeeiiiiii].
Sentite la lingua che si muove in avanti e si alza? Prendiamo questa parola italiana, spagnola e latina (“cena”): in latino, anche se tanti italiani non mi crederanno, e va bene, si pronunciava con lo stesso suono “duro” di “casa”, quindi: [ˈkɛːna].
Lo stesso vale per quest’altra parola (“facilis”), che in latino si leggeva [ ˈfakilis], con la[k] dura (o più precisamente, “velare”, prodotta nella parte posteriore della bocca, dove c’è il cosiddetto “velo palatino”).
/k/ si articola nella zona del velo palatino (“velum”, in inglese) E perché oggi non diciamo [kena](almeno se non parliamo il sardo)? Perché ha avuto luogo un fenomeno chei linguisti chiamano “palatalizzazione”.
Calma, sangue freddo, e non vi spaventate.
Vi spiego che cos’è.
Vi ricordate che ho detto che /e/ e /i/ sono vocali prodotte con la lingua vicina al palato?No? Beh, io l’ho detto, non eravate attenti.
Questo significa che se pronunciamo [tʃe] al posto di [ke] e [tʃi] al posto di [ki], quindi con il suono [tʃ], palatale, la lingua si deve spostare di meno, deve fare meno strada per arrivare nella posizione giusta per produrre la vocale, prodotta anch’essa con la lingua vicino al palato; e per questo nel corso dei secoli le persone che parlavano il latino che stava diventando italiano, spagnolo, francese, ecc. hanno iniziato a dire[tʃena] e [fatʃile] (almeno in italiano), con dei suoni che in latino non esistevano.
Perché era un pochino più facile.
Questo è avvenuto non solo in italiano, ma in quasi tutte le lingue romanze , incluso lo spagnolo, solo che il suono palatalizzato varia di lingua in lingua.
Ah, di fronte a /e/non è successo, curiosamente, nelle varianti Logudorese e Nuorese del Sardo; se sei sardo, scrivilo nei commenti.
- di fronte a /e/ e/i/ avremo /θ/ nella maggior parte della Spagna: “cena” [ˈθena] e “facil”[ˈfaθil].
Nella maggior parte del mondo ispanofono, tuttavia, avremo /s/: “cena” [ˈsena] e “facil”[ˈfasil].
- In italiano, come ho detto, “cena” [tʃena] e “facile” [fatʃile].
Attenzione: il suono/k/ di fronte a “e” ed “i” non è sparito del tutto, né in spagnolo né in italiano; vediamo però come si scrive nelle due lingue: -“Qué” in spagnolo,“che” in italiano.
-“Quien” in spagnolo,“chi” in italiano.
Se parlate spagnolo e imparate l’italiano, fate molta attenzione a questo aspetto dell’ortografia italiana: in italiano le combinazioni di lettere “que” e “qui” si leggono [kwe]e [kwi]: diremo “questo” [kwesto] e “quindi” [kwindi]”, non [kesto] e [kindi].
Potremmo scrivere“cuesto” con la “c” in linea teorica, ma l’ortografia spesso è conservativa: in questo caso imitiamo il latino, che aveva già una lettera Q, che usava solo prima del suono [w], proprio come l’italiano, “QUesto”.
Se parlate italiano e imparate lo spagnolo fate attenzione a questo aspetto dell’ortografia spagnola: in spagnolo “che” e “chi” si leggono [tʃe] e [tʃi]: “ochenta” [otʃenta] e“Chile” [tʃile].
Ah, le combinazioni/tʃa/ /tʃo/ /tʃu/ esistono in entrambe le lingue, ma si scrivono in modo diverso: - “Cia”, “cio”, “ciu” in italiano (come nelle parole “ciao” [’tʃao], e “cioccolato” [tʃok’kolato]) - “cha”, “cho”, “chu” in spagnolo (come nella parole “chao” scritta alla spagnola [’tʃao] e “chocolate” [tʃoko’late] Un’ultima cosa che volevo dire sulla C è che il fonema /θ/ (tipico della varietà castigliana) che troviamo in “cena” e “facil” ha anche un’altra rappresentazione grafica, ovvero la lettera Z, di fronte a tutte le vocali.
Avremo quindi: “Cazar”[ca ˈθar] “Zebra” [ ˈθe β̞ra] “Zigoto” [θiˈɣ̞oto] “Marzo” [ ˈmarθo] “Zumo” [ˈθumo].
In America Latina e in altri posti avremo [ca ˈsar], [ ˈseβ̞ra], [ ˈsiɣ̞oto], [ ˈmarso], [ ˈsumo].
Ma sulla lettera Z torneremo in futuro (non prometto che sia un futuro prossimo), quando pubblicherò la seconda (terza) parte di questo video.
La lettera G e J Così come la lettera C in spagnolo e italiano ha valori diversi, in base alla vocale successiva, lo stesso vale per la G.
Anche qui, non abbiamo molti problemi prima di “a”, “o”, “u”.
“Gara” [ ˈgara] in italiano – “gara” [ ˈgara] in spagnolo “Governo” [go ˈ v ɛrno] in italiano –“gobierno” [go ˈ β̞ierno] in spagnolo “Gusto” [ ˈgusto] in italiano –“ gusto” [ˈgusto] in spagnolo Fin qui tutto semplice.
Le cose però, ovviamente, si complicano nuovamente quando abbiamo le vocali anteriori, sempre loro: /e/, /i/.
Anche qui nel passaggio dal latino alle lingue romanze ha avuto luogo un fenomeno di palatalizzazione, sì, sempre lei: dal latino “gentem” [ ˈgentem] derivano “gente” [ ˈ dʒɛnte] in italiano e “gente” [ ˈxente] in spagnolo.
Facciamo qualche altro esempio: - In italiano abbiamo: “gelo” [ ˈ dʒɛlo], “gesto” [ ˈ dʒɛsto],“gigante” [d ʒ i ˈgante], “agile” [ ˈad ʒile] - In spagnolo abbiamo: “gelo” [ˈxelo] , “gesto” [ ˈxesto], “gigante” [xiˈɣ̞ante], “agil” [axil].
Se lo spagnolo è la tua madre lingua probabilmente avrai problemi a pronunciare la / dʒ/ di “gelo”.
Ma forse ti posso aiutare dicendoti questo segreto (che ti vogliono nascondere! No, scherzo): in spagnolo a volte (non sempre e non ovunque) un suono simile si sente all’inizio di frase (quindi dopo una pausa, come in “Yo” [ɟ͡ʝo] al posto di [ʝo]; ma anche dopo /n/, quindi in una parola come “enyesar” [enɟ͡ʝeˈsar].
Non è esattamente /dʒ/ma è non è troppo diverso.
Sentite la differenza tra /ɟ͡ʝo/ e /dʒo/? Ho trovato questo sciogli lingua (o meglio, poesia) su Internet, che ti può aiutare a esercitarti con [dʒ].
Prova a dirlo.
Ah, magari puoi fare una storia su Instagram e taggarmi su Instagram: ti ricondividerò per il tuo sforzo.
Se la tua madre lingua è lo spagnolo, ovviamente… perché se non lo è non dovresti avere particolari problemi.
Gira e rigira la giostra giuliva giocano angelici Giorgio e la Gina giunge piangendo il Giacomino sfugge la gioia dal magico giro Giorgio si agita geme la Gina non duole il suo cuore ma la gengiva Povera Gina, è il caso di dire.
Un’altra cosa sull’ortografia dello spagnolo - e siamo quasi alla fine, per davvero, giuro.
Un po’ come [θ] ha due lettere corrispondenti in spagnolo (C e Z, vi ricordate?), lo stesso vale per /x/: In spagnolo questo suono è rappresentato anche dalla lettera J di fronte a tutte le vocali.
Per esempio,“trabajar” [traβ̞aˈxar], “José” [xoˈse], “ ” [eˈxemplo].
In questi esempi, vediamo la J e non la G perché nelle parole latine corrispondenti non c’era una G.
Facciamo un esempio, o meglio, un “ejemplo”: l’antenato latino di queste due parole era “exemplum” [ɛkˈsɛmplum].
Quindi, in questo caso, il suono /ks/ è diventato /x/ in spagnolo, ed è rappresentato dalla lettera J, “ejemplo”[eˈxemplo].
Se invece in latino c’era il suono [g], rappresentato dalla lettera G, in spagnolo si mantiene regolarmente la lettera G ma si pronuncia /x/, come “gente” [ˈxente], lo abbiamo visto prima.
Ah, e non c’entrano niente gli arabi con questo suono.
[x] fino a cent’anni dopo che gli Arabi erano già spariti dalla Spagna si pronunciava [ʃ], quindi gli arabi lasciamoli in pace.
E in italiano? In italiano il suono[x] non esiste, dunque il problema non si pone.
Una cosa ancora sulla G dura /g/ (o meglio, velare) nella lingua spagnola.
Così come lettere V e B si pronunciano [b] solo all’inizio di frase e dopo /m/ e /n/ (perché, vi ricordo, in tutti gli altri casi diventa [β̞]), anche la lettera G si pronuncia [g], ( velare) solamente all’inizio di frase, quindi dopo una pausa, o dopo una “n” /n/; In tutte le altre posizioni /g/ diventa il bellissimo suono [ɣ̞] .
Io personalmente lo adoro, voi? Quindi non diremmo agarrar [agarrˈar] ma [aɣ̞arrˈar].
Non diremo [igˈwal]ma [iɣ̞ˈwal].
In italiano però questo non succede: /g/ è sempre [g]: regola [ˈrɛgola], ago [ˈago], uguale[ugˈwale], collega [kollˈɛga].
Quindi attenzione, amici ispanofoni.
Ancora una cosa sull’ortografia italiana (e questa è l’ultima cosa che aggiungo).
Quando vedete parole scritte con CIE, GIE, come “specie” [ˈspɛtʃe], “superficie” [superˈfitʃe],“camicie” [kaˈmitʃe] o “valigie” [vaˈliʤe], beh, quella “i” non si pronuncia.
E nemmeno in parole come “scienza” [ˈʃenza] e“coscienza” [koʃˈʃentsa], già che ci siamo.
Non esploreremo ora i motivi per cui l’ortografia italiana impone quelle i (è un argomento per un video futuro, magari).
In ogni caso il punto è questo: queste “i” non vanno pronunciate.
Questo era tutto per oggi, spero vi sia piaciuto il video.
Se così è fatemelo sapere con un bel mi piace e magari lasciando un commento.
La prima parte non ha ricevuto tante visualizzazioni, quindi non so se vi piacciono questi video sulla pronuncia, se vi piace questa serie, in particolare, di comparazione tra lingue.
Fatemi sapere se vi interessano video come questo.
Detto ciò ti ricordo che troverai il PDF con la trascrizione integrale di questo e tutti video e un episodio del mio podcast esclusivo di approfondimento, e di esercizio, anche su questo argomento nel mio Podcast Italiano Club, che dopo l’ultimo video è cresciuto molto come numero di membri.
Grazie a tutti i nuovi arrivati.
Per altre informazioni trovi il link qui in alto.
Grazie della visione, alla prossima!