"L'italiano è DIFFICILISSIMO!" 😰 È VERO o è un MITO? - Con Luke Ranieri e Raphael Turrigiano
Trascrizione
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Introduzione:
Ciao gente! Questo è un video che ho registrato la settimana scorsa a Roma con due persone molto speciali, che se siete frequentatori assidui di questo canale
probabilmente già conoscete. Ma perché a Roma? Si dà il caso che io abbia organizzato questo raduno di persone che ho deciso di chiamare “Lingotubers 2021”.
Persone fanatiche di lingue, poliglotti, linguisti, creatori di contenuti linguistici. È stata una bellissima settimana, molto creativa, abbiamo registrato un sacco di
video che vedrete su questo e su tutti i canali delle altre persone. Direi di iniziare proprio da questo e poi ci sentiamo alla fine del video per due parole finali.
Trascrizione PDF con glossario audio isolato (PI Club)
Ciao a tutti, benvenuti a un altro video su Podcast Italiano. E oggi sono con due ospiti fantastici. Il primo è [R: Ciao!] Raph, che credo abbiate già visto qualche volta
[R: Qualche volta, sì, può essere]. Quindi, ridicci il tuo canale, come si chiama?
R: Si chiama Paleogloss e se siete nerd forse vi interesserà.
D: E poi abbiamo il mitico [Luke Ranieri].
L: Ciao! Il mio canale però non è per i nerd [è ironico...] Non [lo è] affatto. E ho anche un canale in cui parlo in inglese e in altre lingue.
D: Dunque. In Italia c’è questa nozione, questa idea che viene ripetuta da molte persone, che io sento spesso, che (meglio: “secondo cui”) l’italiano è una linguadifficile. E che sento a volte anche da alcuni stranieri che imparano l’italiano. Secondo voi l’italiano è una lingua difficile? Voi che avete imparato tante lingue [che cosa ne pensate]?
R: Allora, io ho due risposte. La prima sarebbe... no.
Per niente. Non è difficile. E la seconda sarebbe... che la domanda non ha senso.
D: [ride] Ok.
R: E quindi dipende da cosa vogliamo dire, perché per esempio, per un parlante nativo dell’inglese rispetto ad altre lingue —perché ovviamente imparare una lingua è una cosa difficile— l’italiano è abbastanza facile. Perché io per esempio ho studiato il giapponese, ho studiato un po’ di greco, un po’ di russo... il turco ho studiato, anche.
D: Dei geni!
“A genius” (meme di Renzi)
R: No, ma semplicemente ho avuto il tempo e le opportunità per studiare queste cose.
L: Hai potuto (meglio: saputo) anche riconoscere la differenza tra Xulu e Xhosa. Hai sentito Xhosa e hai potuto (saputo) capire la differenza tra Zulu e Xhosa.
R: Sì, sì, sì.
L: Quindi sei un genio. Bravo.
D: A genius!
L: A genius.
R: Ma allora per un parlante nativo dell’inglese l’italiano è una delle lingue più facili da imparare. E questo lo sappiamo perché hanno fatto una ricerca un’organizzazione che adesso non esiste ma si chiamava FSI, Foreign Service Institute. E quindi hanno determinato che ci sono lingue tipo l’italiano, lo spagnolo, l’olandese, francese, norvegese, che sono più facili per un parlante dell’inglese. Poi c’è il tedesco che è un po’ più difficile, il terzo livello sarebbe Swahili,“Malay/Indonesian”.
D: Indonesiano.
R: Poi il turco, il greco, il russo (al), quarto livello. E poi il quinto livello (contiene) il giapponese, cinese, coreano, arabo. E ovviamente parliamo solamente di lingue “importanti”, nel senso mondiale.
D: Parlate da tantepersone. Però questa ricerca vale per i parlanti dell’inglese.
R: Dell’inglese, sì.
D: Ma si può applicare anche a parlanti di altre lingue oppure no?
R: Il concetto si può applicare. Luke vuoi parlare tu? Perché ho parlato solo io.
L: Il concetto si può applicare. Vale anche nell’esercito: ci sono persone che per una parte del proprio lavoro fanno un esame, perché parlano, non so, giapponese. E poi c’è tipo... un “bonus”? Come si dice?
D: Bonus.
L: Bonus, così facile.
L: Un bonus ogni mese perché hanno fatto questo esame, ma è molto (di) più per lo swahili, per l’arabo; è molto di meno per l’olandese. È utile per noi, però bisogna fare una ricerca di questo tipo per le varie lingue. Ad esempio, per un italiano lo spagnolo sarebbe nel primo grado.
R: Sarà anche più facile dell’inglese, per un italiano.
D: Quindi comunque è una cosa molto variabile, cioè, la difficoltà è molto molto variabile. Per un giapponese immagino che l’italiano non sia così semplice.
R: No, è molto difficile. E anche l’inglese è molto difficile per un giapponese. Perché sono lingue molto diverse (D: chiaro) e quindi sì.
D: Quindi possiamo dire, innanzitutto, dipende dalle lingue che sai già. (R: Sì). Però a livello oggettivo, se guardiamo le strutture della lingua, l’italiano non è così difficile nelle lingue mondiali, possiamo dire? Oppure no?
R: Ehm... ma a dire la verità anche questo non lo direi. Perché, allora... per esempio, l’islandese è una lingua con tantissima complessità morfologica. Quindi abbiamo i casi, abbiamo i tre generi, e quindi per un parlante dell’inglese è molto difficile l’islandese. Anche se è un’altra lingua germanica. L’islandese è molto più difficile per un parlante dell’inglese rispetto all’italiano. Ma la ragione per questo è semplicemente il fatto che in inglese non abbiamo questo complessità morfologica. Complessità morfologica non vuol dire complessità in generale. Questo è un concetto che abbiamo semplicemente perché il latino ha molta complessità morfologica, e anche il greco antico. Ma
ciò che volevo dire è che se sei un parlante nativo invece (che) dell’inglese se parli faroese...?
D: Faroese, lingua delle isole Far Oer.
R: ...allora sarà molto facile imparare l’islandese, perché anche in faroese c’è molta complessità morfologica.
D: Oppure se sei russo imparare il polacco. Sono lingue entrambe morfologicamente complesse, però non sarà così difficile.
R: Sì, esatto.
L: Anche il lessico...
D: Anche il lessico...
R: Ma il concetto è che ci sono livelli, no? Quindi, per qualcuno che parla l’italiano ci sono lingue di livello 1, o forse 0, perché, tipo, ci sono lingue come il catalano, lo spagnolo, che sono così simili all’italiano che quasi si capisce senza aver mai studiato l’altra lingua.
D: Però per quale motivo allora ci sono tanti parlanti magari dell’inglese che hanno problemi con l’italiano?
Che pensano che sia molto difficile?
R: Perché imparare una lingua è difficile! Forse mi sbaglio, ma non credo che ci sia nessuno che abbia imparato il giapponese e poi l’italiano e che pensa (meglio: pensi) “l’italiano è una lingua molto difficile”. Semplicemente non... L: Per un anglofono.
R: Sì, per un anglofono, dico. Quindi secondo me non succede questo. Ma imparare una lingua è difficile e basta. C’è anche questo fenomeno del fatto che ogni lingua che impari... tipo, ci si* può abituare al processo di imparare una lingua. E quindi per me, ho studiato l’italiano prima delle altre lingue che ho studiato, e quindi è stato un po’ più difficile per me l’italiano, non perché l’italiano è difficile.
L: Ma perché è stata la prima lingua.
R: Sì, esatto, quindi non sapevo come si impara una lingua quando ho cominciato con l’italiano.
L: Sì, come me con il tedesco. Però è sempre una questione dell’insegnamento. Insegnando quasi ogni settimana sia greco antico, sia il latino, per me è ovvio che queste lingue che hanno queste strutture che si studiano, che sono (di) per sé ovviamente complesse... questa non è la lingua! Se leggiamo una cosa abbiamo queste frasi e vogliamo capire il senso della frase.
Questo è capire. Questo è lingua, questa è la lingua. Può essere italiano, può essere latino, giapponese... Se impariamo una frase, una parola, ma in genere una frase, che vuol dire in contesto... se possiamo capire i comandi, gli imperativi, ad esempio, e partendo dagli imperativi capiamo come vivere nella lingua, come rispondere all’insegnante... questo è “comprehensible input”. La complessità non importa. Io non ho bisogna di capire tutte le varie complesse strutture del greco antico per poter leggere molto, moltissimo di questi testi. Anche in italiano.
D: Chiaro, anche l’italiano ha strutture più complesse, come il congiuntivo, il periodo ipotetico... però non è necessario partire subito imparando questi aspetti
più difficili.
R: Ho sentito da molte persone che: “Il giapponese non è difficile, perché non c’è il genere, la coniugazionedei verbi è molto regolare. E quindi deve essere
una lingua molto facile da imparare rispetto all’italiano o al russo”.
D: Sì, però poi hai la scrittura che è molto più difficile.
R: Ma non direi neanche che la scrittura è la cosa più difficile. Secondo me la cosa più difficile è semplicemente il fatto che ogni modo di dire qualcosa, di esprimere qualcosa, è completamente diverso in giapponese. E quindi do (meglio: faccio) questo esempio di questa frase. “The pen is on the table”, “la penna è sul tavolo”. In italiano e in inglese è quasi uguale, no? La struttura della frase. Semplicemente si deve imparare un po’ di morfologia e vocabOlario per esprimere questo concetto. Ma in giapponese si direbbe qualcosa come: [non so scrivere il giapponese] “Tavolo di sopra a penna è”. E quindi è completamente...
D: Quindi il tuo cervello deve cambiare completamente il modo di pensare.
R: Ogni frase che vuoi dire devi imparare quasi una nuova struttura. Mentre anche se, tipo, partendo dall’inglese devo apprendere nuove strutture, anche, quando imparo una lingua come l’italiano, la maggior parte del tempo posso usare parole italiane con una struttura molto simile all’inglese e si capisce. Funziona
abbastanza.
R: Funziona abbastanza bene.
D: Ma quindi è vero che tante persone che parlano tante lingue dicono la stessa cosa? Come gli italiani che dicono: “Oh, l’italiano è difficilissimo! Una delle lingue più difficili del mondo! L’avete sentito anche voi?
L: Certo. Ci sono tanti italiani, ho sentito anche (io) questo.
R: Ci sono giapponesi che dicono: “Il giapponese è la lingua più difficile del mondo”, anche se i coreani imparano il giapponese con molta facilità. Ci sono americani che dicono che l’inglese è la lingua più difficile del mondo, perché “ci sono così tante parole in inglese!”. Semplicemente non ha senso.
L: Sì, sinonimi...
R: Oppure dicono “l’ortografia è difficile”.
L: Perché le esperienze sono assai superficiali per la maggior parte delle persone riguardo alle lingue del mondo. Ad esempio, noi spesso leggiamo questi saggi di filologi che dicono varie cose del latino e fanno sempre paragoni con tedesco, francese e italiano. Forse l’italiano e spagnolo, tipo così. E pensano che tutto il mondo linguistico è (meglio: siano) queste tre o quattro lingue.
D: E quindi c’è un certo eurocentrismo linguistico.
L: Sì, occidentale anche. Pensano, ah, latino, greco, (sono) così difficili, mentre ovviamente il russo è molto più complesso.
R: Ci sono anche europei che pensano forse che le lingue asiatiche o semitiche siano lingue impossibili da imparare.
D: Io ho un po’ questa sensazione. Però forse è sbagliata.
R: Ma neanche questo* è vero. Ci vuole più tempo, sì. Perché la difficoltà, secondo me, anche, quando devi imparare una lingua... non è che il processo è più difficile, tipo... con il giapponese. È più lungo. Semplicemente è più lungo.
D: Quindi è simile, ma più lungo.
R: Esatto.
D: Per riassumere: la domanda “l’italiano è difficile o no?” non ha senso. Possiamo dire che dipende da tanti fattori.
L: È sempre soggettivo. Non possiamo dire, perché...
D: È sempre soggettivo.
L: Infatti (meglio “a dire la verità”) avendo studiato il giapponese pensavo... se vengono degli alieni extraterrestri forse scelgono la lingua giapponese come lingua più facile da imparare. Perché la complessità grammaticale è diversa, ma non è difficile, non è come il greco antico, il russo.
R: L’unica cosa che direi in termini di lingue che sono più difficili in generale o in senso assoluto, ci sono lingue parlate da meno persone in cui ci sono meno
persone che imparano queste lingue che diventano più complesse in termini di cose tipo la complessità morfologica, per esempio. Quindi, per esempio, nei “Caucases”...
D: Caucaso.
R: Nel Caucaso ci sono lingue che sono molto molto complesse in termini di fonologia, tipo che forse hanno ottanta consonanti distintE*. Ed ovviamente sarà difficile per una persona che non parla una di queste lingue imparare a pronunciare correttamente questi suoni.
D: Quindi le lingue parlate da poche persone sono generalmente più difficili.
R: Sì, e più complesse. Esatto.
D: Bene, penso che sia stata una chiacchierata interessante. Quindi smettete di dire che l’italiano è la lingua più difficile del mondo, per favore; però è vero che imparare una lingua è un processo lungo e diverso per ogni persona e può essere difficile. Ma si può fare.
Grazie per la vostra partecipazione, iscrivetevi ai loro canali.
L: Non si vede... Scorpio Martianus e anche Polymathy. Magrazie a te, Davide.
D: Allora prossima e sono totalmente accecato dal sole.
Ciao ciao!
Spero che vi sia piaciuto questo primo video tratto da Lingotubers 2021 e andate a vedere anche gli altri due video che sono già stati caricati che abbiamo registrato durante questo evento. Uno sul canale di Luke in latino e uno sul canale di Elissa con la quale ho registrato tanti altri video che vedrete nelle prossime settimane. Nei prossimi mesi caricherò dunque un sacco di contenuti, li alternerò ai contenuti normali, quindi non vi ammorberò solo con video registrati a Roma la scorsa settimana, perché se no diventa un po’ ripetitivo. Detto ciò, ringrazio i membri del Club che, beh, hanno letteralmente reso possibile questo viaggio, perché se avessi un lavoro normale in azienda non potrei prendermi una settimana libera e andare in giro a non fare niente. Cioè, a far video. A far video. Questo è il mio lavoro, sì sì. E quindi grazie a
tutti i membri del Club, che hanno accesso a un sacco di contenuti extra, podcast esclusivi, trascrizioni, dirette, un gruppo Telegram per il Club, analisi musicali e tantissime altre cose. Quindi grazie ai membri del Club, un abbraccio e un saluto a tutti voi. Ci vediamo nel prossimo video. Alla prossima!
Ciao ciao!