4 ERRORI che NON devi fare (e che probabilmente fai)
Trascrizione
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Oggi parleremo di alcuni degli errori più comuni che sento spesso fare ai miei studenti di italiano.
Guarda questo video per scoprire se li fai anche tu.
Beh, ovviamente sestai imparando l’italiano.
Trascrizione PDF con glossario audio isolato (PI Club)
Se no perché stai guardando questo video?! Ciao a tutti, io mi chiamo Davide e questo è Podcast Italiano: un progetto per chi impara o ama la lingua italiana.
In passato ho già fatto un video su alcuni errori frequenti che gli apprendenti di italiano di livello intermedio (e a volte anche avanzato) fanno spesso.
E oggi faccio una sorta di seconda parte di quel video, ma non elencherò solamente gli errori; questa volta vi darò anche la possibilità di testare le vostre conoscenze.
Siete pronti? 1)Coniugazione irregolare di “fare” Proviamo a vedere insieme due frasi.
Quello che dovete fare è coniugare i tre verbi tra parentesi.
- Non mi piace quando… (voi - fare) così.
Mi piace quando (voi– dire) la verità.
Seconda frase: - Luca e Veronica … (loro - fare) molto bene il loro lavoro.
Avete risposto? Le risposte corrette sono “fate”, “dite” e “fanno”.
Se avete risposto “facete”, “dicete” e “facciono” siete caduti nella trappola; ma tranquilli, siete in buona compagnia.
Rivediamo ancora una volta le frasi corrette: - Non mi piace quando fate così.
Mi piace quando ditela verità.
- Luca e Veronica fanno molto bene il loro lavoro.
Il tempo presente del verbo “fare”, come potete vedere dalla sua coniugazione, è molto irregolare nella lingua italiana, più che in altre lingue romanze.
Fate particolare attenzione alle forme “voi fate” e “loro fanno”.
Ma perché il verbo “fare” è così irregolare? In latino il verbo era “facere” e, come prevedibile, in italiano antico è diventato “facere”; un verbo, quindi della seconda coniugazione -ere (come “leggere” o “prendere”).
Col passare del tempo, tuttavia, la sillaba “-ce” in “facere” è caduta ed è rimasto “fare”, un infinito che sembra, all’apparenza, della prima coniugazione, -are, come “cantare”.
Qualcosa di simile è successo anche ad alcune forme del presente: “faci” è diventato “fai”, “face” è diventato “fa”, “facete” è diventato “fate” e le antiche forme “facciono” e “faceno” sono diventate “fanno”.
Inoltre il futuro non è “facerò”, “facerai” e via dicendo, ma “farò”, “farai”, ecc.
E che è successo? È successo quello che si chiama “sincope”, ovvero il fenomeno per cui un suono o una sillaba all’interno di una parola cade (quindi da “facere” otteniamo “fare” e da “facete” “fate”) in linguistica si chiama “sincope”.
In altre lingue romanze come spagnolo, portoghese e rumeno, in queste lingue il verbo “fare” non ha subito una sincope (subire una sincope… sembra che io stia parlando di una malattia cardiaca).
Per questo il verbo “fare” è molto più regolare.
Diamo un’occhiata all’infinito di “fare” in queste lingue: abbiamo “hacer” in spagnolo, “fazer” in portoghese, “a face” in rumeno.
Se poi andiamo a vedere le coniugazioni vediamo che in queste lingue non c’è stata la sincope che invece abbiamo avuto in italiano e che ha prodotto “fare”, “fate”, “fanno”, queste forme piuttosto irregolari.
Dando un’occhiata agli altri tempi del verbo “fare” notiamo la somiglianza con i verbi della seconda coniugazione -ere: l’imperfetto di “fare”, per esempio, è “facevo”, così come “leggevo” e “prendevo”, non è “faciavo”, no? Il congiuntivo è “faccia”, finisce in -a, come i congiuntivi della seconda coniugazione.
Un altro esempio di sincope è il verbo “dire”, che in italiano antico poteva essere “dicere” e chein latino era “dicere”.
Sapendo che “dire”viene da “dicere” ci accorgiamo che coniugazione del presente di “dire” in realtà è regolare, ad eccezione della seconda persona plurale “voi”: “voi dite”e non voi “dicete”.
Sincope! Attenzione anche al futuro “dirò”, “dirai” e non “dicerò”, “dicerai” e al condizionale “direi” (non “dicerei”).
Inoltre l’imperfetto di “dire” è chiaramente della seconda coniugazione ed è evidente il legame con l’antico verbo “dicere”, “dicevo”, “dicevi”, “diceva”, come “facevo”, “facevi”, “faceva”.
Comunque, le forme che mi sembrano causare più problemi agli apprendenti di italiano (perché sono verbi comunissimi) sono “voi fate”, “loro fanno” e “voi dite”.
2) Qualche +singolare (qualche persona) Passiamo al secondo errore.
- Tutti, qualche volt…, facciamo degli errori.
Qual è il suffisso giusto che dobbiamo aggiungere a volt…? Pensateci, attentamente.
Fatto? Se avete detto “volte” vi siete sbagliati.
Ma tranquilli, anche in questo caso siete in buona compagnia.
Vediamo perché “qualche volte” non va bene: dopo “qualche” dobbiamo SEMPRE mettere un nome singolare, MAI plurale; la forma singolare è dunque “volta”.
- “Qualche volta ”, così come “qualche ragazzo”, “qualche persona”, “qualche posto”.
E non fatevi trarre in inganno da frasi come: - Non voglio stare sempre a casa, voglio andare da qualche parte.
Oppure: - Nel test ho fatto qualche errore.
Sebbene “parte” e “errore” sembrino femminili plurali (come per esempio “bravE personE”), in realtà non lo sono.
“Parte” è un femminile singolare, “la parte”; lo stesso vale per “errore”, che è un maschile singolare: “l’errore”.
Uno, uno soltanto.
Al plurale abbiamo infatti “le parti” e “gli errori”.
Anche l’aggettivo“ qualche” potrebbe sembrare un femminile plurale, ma in realtà è invariabile: non cambia mai e, ripeto, deve sempre essere seguito da un nome singolare.
“Qualche volta”, “qualche persona”.
Oltre alla somiglianza con il femminile plurale secondo me c’è un altro elemento di disturbo, ovvero il fatto che, pur essendo seguito da un nome SINGOLARE,“ qualche” esprime molto spesso un concetto PLURALE.
Per esempio:
- Ho ancora qualche dubbio – equivale di fatto a dire “alcuni” dubbi, quindi più di uno.
- Qualche volta da piccoli siamo andati a pescare – anche qui “qualche volta” corrisponde ad “alcune volte”.
- Qualche anno fa sono andato in Grecia – equivale a “alcuni anni fa”.
Si tratta di concetti plurali, che potremmo esprimere anche con “alcuni” o “alcune”: ma grammaticalmente, ricordatevi, “qualche” è sempre seguito da un nome singolare.
Qualche volta, qualche persona, qualche amico, qualche posto, qualche situazione (che è singolare).
A proposito, se prendiamo “qualche” e aggiungiamo “cosa” otteniamo “qualche cosa”, che spesso usiamo nella forma abbreviata “qualcosa”.
Se avete qualche dubbio sull’uso di “qualche” pensate alla parola “qualcosa”, vi aiuterà, forse, a ricordarvi che serve il singolare (perché se no diremmo qualcose, che invece non si dice).
Avete qualche domandE? No, scherzo, scherzo, avete qualche domandA! 3) Qualcosa di +aggettivo A proposito di “qualcosa”, passiamo al terzo errore della nostra rassegna.
Questa volta dovrete dirmi se la frase vi sembra corretta e, se non lo è, qual è l’errore.
- Stasera per cena voglio cucinare qualcosa diverso dal solito Che ne dite, c’è un errore? Sì, sì che c’è l’errore: l’errore sta nel non aver inserito “di” dopo “qualcosa”.
Quando abbiamo “qualcosa” seguito da un aggettivo dobbiamo sempre aggiungere la preposizione “di”.
- è successo qualcosa di strano.
- per questo video voglio fare qualcosa di diverso.
- raccontami qualcosa di bello, sono stanco delle notizie tristi.
- Non so che lingua parli il suo amico ma credo che sia russo, o qualcosa di simile.
A proposito, lo stesso vale per “niente”.
- Non è successo niente di strano.
- Non abbiamo fatto niente di nuovo in questi mesi.
- Il libro non era niente di speciale.
Non ho niente di speciale da dire su questo errore, in realtà, se non che è anche questo losento spessissimo.
Voi fate questo errore? Ditemelo nei commenti.
_____ Come sta andando il quiz finora? Bene? Se avete fatto qualche errore (perché “errore” è singolare).
Se avete fatto qualche errore, dicevo non vi preoccupate, perché “sbagliando s’impara!”.
A proposito, ho dedicato un video intero a come imparare dagli errori, se non l’avete visto velo consiglio.
Per fare meno errori una cosa che dovete assolutamente fare, se non la fate già, è esporvi alla lingua ascoltare e leggere il più possibile; più vi esporrete meno errori farete (e non “facerete”).
Ovviamente dovrete anche parlare tanto, tantissimo, ma per parlare bene è fondamentale capire molto bene.
E, a questo proposito, c’è un modo fantastico per allenare la comprensione in maniera divertente, che sono i film e le serie tv (come vi ho raccontato in un video recente): il problema è che spesso si tratta di contenuti che nei vostri paesi sono bloccati a causa di anacronistiche restrizioni sui diritti d’autore.
La soluzione è unaVPN, come lo sponsor di oggi: NordVPN.
NordVPN con unaccento italiano.
Eeeeh? Vi è piaciutala transizione? Non è stata semplice.
Ho dovuto fare un percorso per arrivarci.
Una VPN è una tecnologia che vi permette di far credere ai siti a cui accedete di essere localizzati in un paese diverso dal vostro: In Italia per esempio.
In questo modo potrete aggirare le restrizioni geografiche e accedere all’intero catalogo italiano di servizi come Netflix o RaiPlay: vi si aprirà un mondo di serie TV, documentari, film, che vi aiuteranno ad acquisire la lingua in maniera naturale e quindi fare meno errori.
NordVPN mi ha dato la possibilità di provare il loro servizio e vi posso confermare che funziona ottimamente.
Lo sto usando da qualche settimana ed è davvero semplicissimo da usare: voi dite al programma di connettersi a un server straniero e il gioco è fatto! Potete inoltre usarlo su più di un dispositivo (fino a 6) e su svariati sistemi operativi (Windows, MacOS, iOS, Android).
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Ringrazio NordVPN per il sostegno a Podcast Italiano e noi proseguiamo con il quarto ed ultimo errore.
4) È + aggettivo +infinito (senza “di”) Ditemi, questa frase vi sembra corretta? Se non lo è, ditemi dov’è l’errore.
- è sbagliato pensare che si possa imparare una lingua senza sforzo.
Che ne dite? Giusta o sbagliata? La frase è… corretta! Sì, è corretta.
Forse vi è venuta la tentazione di aggiungere la preposizione “di”, a qualcuno di voi sicuramente è venuta la tentazione, vi conosco.
Quindi “è sbagliato DI pensare” ma, attenzione, “di” non serve mai in costruzioni come “è +aggettivo + verbo all’infinito”.
- È bello imparare le lingue.
- È importante fare sport.
- È incredibile pensare a quanto passa velocemente il tempo.
Senza “di”.
Forse non tutti fate questo errore, dipende probabilmente dalla vostra lingua di partenza.
Tuttavia vi assicuro che è un errore che sento continuamente.
Credo che sia dovuto all’influenza dell’inglese (dove l’infinito si forma con “to”, “it’s great to”)anche se non ne sono del tutto sicuro.
Comunque lo sento sempre.
Facciamo ancora tre esempi: - è divertente andare in montagna - è strano vederti con i capelli lunghi - è interessante conoscere persone che vengono da paesi diversi.
Tutto chiaro? Avete qualche dubbio? Riassumendo il video in una frase: se fate qualche errore o dite qualche cavolata quando parlate una lingua straniera non vi preoccupate; è normale sbagliare ed è utile fare errori.
Non c’è niente di strano.
È qualcosa di umano.
Bene, siamo arrivati alla fine di questo video! Spero vi sia piaciuto e vi abbia aiutato.
Fatemi sapere se fate questi errori e come siete andati nel quiz.
Io vi ricordo che sevi interessa un podcast di approfondimento sulle informazioni che abbiamo visto oggi potete iscrivervi al Podcast Italiano Club, nello specifico alla categoria “argento”, che vi darà accesso a Tre Parole.
Che cos’è Tre Parole? “Tre Parole” è il mio podcast esclusivo di approfondimento, che pubblico ogni volta che esce un video o un podcast… un episodio del podcast normale.
Ho letto male, perché io sto leggendo.
A proposito, sapevate che ho anche un podcast? Negli ultimi mesi il mio canale YouTube è cresciuto un bel po’ e non sono sicuro che tutti i nuovi arrivati siano al corrente del fatto che ho un podcast, anche se effettivamente mi chiamo “podcast italiano”, quindi ti fa venire il sospetto, questa cosa comunque, il Club vi darà accesso a Tre Parole e a tanti altri materiali.
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Ringrazio come sempre tutti i membri che finanziano questo progetto e vi saluto.
Alla prossima!